adriaeco n. 36

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La campionessa Elisa Di Francisca testimonial del Verdicchio, il "bianco" più premiato d'Italia, il volume Marche Chef e le opere dell'artista Mirella Saluzzo, i valori aggiunti nelle Marche. Portualità: il 2016 sarà l'anno del Piano strategico della portualità e della logistica

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AD36 Cop DICEMBRE_Adriaaeco 24x29 18/01/16 09:58 Pagina 2

Fine anno è tempo di bilanci. Anche di quelli che non si vorrebbe-ro mai fare. Ma forse è il caso di guardare ai numeri, freddi ma

oggettivi, per capire realmente il quadro dell’odierna situazione.L'Italia cresce, ha ingranato la ripresa, ma non riesce a recuperare leperdite della crisi e a mettersi a pari dei big Ue su industria e lavoro.Il tasso di giovani che hanno un’occupazione è risalito solo di 0,9punti rispetto al periodo peggiore della recessione, contro il +2,7%della Germania, il +4,2% della Gran Bretagna e il +1,9% dellaSpagna. La produzione industriale è ancora di oltre il 31% inferiorerispetto ai massimi pre crisi. Il Bel Paese è sofferente anche nel settoredelle costruzioni. A fronte, quindi, di un generale e lieve miglioramen-to dell’economia rilevato in Italia, crescono le vittime tra pensionati,dipendenti e disoccupati nel triste fenomeno dei suicidi per crisi eco-nomica. Purtroppo non tutti hanno la forza e il sostegno psicologicoed economico di amici e parenti per affrontare un momento dram-matico come può essere la perdita del lavoro, la chiusura della pro-pria azienda o il veder persi i risparmi di una vita. A dire il vero sembraanche sempre più difficile per il nucleo familiare fungere da ammor-tizzatore sociale rispetto a problemi economici che in questa societàsignificano sconfitta e spogliano l’individuo di ogni dignità dopoun’intera vita passata a lavorare. La crisi, infatti, non guarda in fac-cia a nessuno: imprenditori, artigiani, commercianti. Liberi professio-nisti, padri e madri di famiglia. Giovani precari o disoccupati. E quan-do l’angoscia e lo sconforto si fanno sentire, qualcuno cede alla ten-tazione di spegnere idealmente quell’interruttore per non soffrire più.I dati indicano che sono state oltre 4.000 le persone che nel 2015 sisono tolte la vita per motivi legati alla crisi economica. Tante?Poche? Anche una sola sarebbe comunque troppo. È questo il tristeepilogo dell'Italia che non resiste. Il tutto nel silenzio assoluto. Un edi-toriale amaro questo, ma doveroso in questo inizio di 2016, dove saràd’uopo essere ottimisti, ma senza mettere la testa sotto la sabbia.

Gabriele Costantini

IL SILENZIO ASSORDANTE

www.adriaeco.eu .Editoriale

Adriaeco Adriatic Economy Observer · n. 36Anno VIII · Nov/Dic 2015Registrazione Tribunale di Ancona n°26/07 del Registro Periodici del 22 dicembre 2007

Iscrizione al ROC · numero 16575

Direttore responsabile Gabriele [email protected] · Gabbiano-Srl · Via Cingoli, 20/A · 60125Ancona · T. 071.9989979

Redazione · Via Cingoli, 20/A · 60128 AnconaT. [email protected] - www.adriaeco.euRedazione Zadar · 7. Domobranske pukovnije 1 23 000 Zadar, Croatia · Tel: +385 23 311 889

Hanno collaborato:Sofia Beradi, Pierluigi Bonora, Rocco Borgognoni,Mafalda Bruno, Pietro Ceccarelli, Gabriele Costantini,Ilaria Ferlito, Luigi Gagliardi, Fabio Lo Savio, VirginiaLupi, Simona Zava

Ufficio grafico · Clizia Pavani [email protected]

Ufficio commerciale · [email protected]

Segreteria · [email protected]

Stampa · Marcheprint24.it www.marcheprint24.it · Monsano (AN)

Poste Italiane s.p.a - spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) art.1 comma 1 - Commerciale Business Ancona n. 45/2008.

Distribuzione: in abbonamento postale 6 edizioni Euro 15,00. Per informazioni: 071.9989979 [email protected] in redazione: 18/12/2015

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EDITORIALE p. 3Il silenzio assordante

PORTI E PORTUALITÀ p. 6Sembrava fatta... Invece no!Giampieri: Ancona un porto multitaskingDi Marco: “Port of Ravenna Fast Corridor” è realtàAssoporti: un “piano” per lo sviluppoFederanti: troppi dibattiti… pochi fattiYoungship Italia rinnova le caricheGruppo Morandi ottimo 2015Spedizionieri Doganali: che cosa vogliamo fare del porto di Ancona?Consar: governare, non gestireEurosped: parola d’ordine innovare

VINO & PROMOZIONE p. 30Dal Metalmezzadro agli imprenditori agricoli a titolo primarioIl Verdicchio è il vino bianco più premiato d’ItaliaPresentata la nuova campagna del Verdicchio

AMBIENTE p. 34Sogenus: tutela ambientale e sviluppo del territorio

ARTE p. 36Mirella Saluzzo e le MarcheIl fotografo Mirko Silvestrini espone a Zara

ENOGASTRONOMIA p. 42Sold out alla presentazione di Marche Chef

FLASH DALLA MACROREGIONE p. 44Sicilia · Calabria · Basilicata · Puglia Molise · Abruzzo · UmbriaRepubblica di San Marino · Emilia RomagnaVeneto · LombardiaTrentino Alto Adige · FVG · SloveniaCroazia · Serbia · Bosnia HerzegovinaMontenegro · Albania · Grecia

Sommar io

Matteo Renzi Presidente del Consiglio e Graziano Delrio Ministro infrastrutture e trasporti

Andrea e Chiara Morandi

Rodolfo Giampieri presidente Autorità Portuale di Ancona

Pasqualino Monti presidente Assoporti

Michele Pappalardopresidente Federagenti

Elisa Di Francisca e Alberto Mazzoni

SEMBRAVA FATTA...INVECE NO!

Con la sentenza della Corte Costituzionale e i ripensamenti governativi, quella che sembrava una pratica chiusa, non solo si riapre, ma riaccende polemiche già sopite

Con il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, presentato a luglio inConsiglio dei Ministri dal Ministro Graziano Delrio, sembrava che l’Italia si fosse dotata di unefficace strumento di programmazione, di definizione del numero delle Autorità Portuali che

avrebbero mantenuto la loro autonomia (anche se poi da Ravenna e Ancona sono riuscite a far pas-sare il messaggio di restare autonome) e di riforma delle regole di governance degli stessi enti.

Tutto sembrava filare liscio ma poi all’improvviso l’imprevisto ripensamento e la novità dellapresenza sul tavolo del Presidente del Consiglio di ben 2 bozze di riforma. La prima quellaormai nota e conosciuta da tutti coloro che si occupano di shipping, la seconda, sembra,frutto del capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi nonché braccio destro tecnico delPresidente Matteo Renzi.Questa seconda bozza, ritorna un po’ alle origini delle idee della Presidenza del Consiglio,quando nel maggio scorso si era orientati verso la definizione di sette macro distretti: AltoTirreno (da Savona a Piombino), Tirreno Centrale (da Civitavecchia a Salerno), Sardegna(Cagliari), Sicilia, Gioia Tauro, Distretto Sud Adriatico (porti Pugliesi) e Adriatico Centro Nord(da Trieste ad Ancona). Questa seconda ipotesi vedrebbe la governance dei distretti tuttasotto il diretto controllo del governo con a campo una sorta di dirigente ministeriale.Insomma a questo punto tutto sembrava essere nelle mani del Presidente Matteo Renzi, macome nel migliore dei film thriller, arriva il colpo di scena.La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l'art. 29, comma 1. del decreto-legge 12 set-tembre 2014, n. 133 "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle operepubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dis-sesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito, con modificazioni,dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, (c.d. Sblocca Italia) nella parte in cui non prevedeche il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede diConferenza Stato-Regioni.

6 www.adriaeco.eu . Porti e Portualità

Il porto di Gioia Tauro

La sentenza della Consulta, ha accolto un'eccezione d’incostituzionalità sollevata dallaRegione Campania, che aveva lamentato come la norma impugnata prevedesse, perl'adozione del piano strategico nazionale della portualità e della logistica, un decreto delpresidente del Consiglio, emesso dopo aver chiesto un pare alle competenti Commissioniparlamentari, chiamate però a pronunciarsi entro 30 giorni. Secondo il ricorso, accoltodalla Consulta, la Costituzione richiede adeguate procedure concertative e di coordina-mento tra lo Stato e le Regioni, quali le “intese”. La mancata previsione di qualsiasi formadi coinvolgimento delle Regioni nelle procedure di adozione del suddetto piano strategi-co confligge, perciò, con gli articoli 117, terzo comma, e 118, primo e secondo comma,della Costituzione.A questo punto il Ministro sarà costretto a correre ai ripari e cambiare la bozza del decre-to di riforma dei porti. Cambiamento che porterà alla modifica di quell’articolo che, nonè il fulcro dell’operazione di riforma che prova ad abbattere gli inutili campanilismi e cheil ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio sta tentando di attuare, ma di certo è quelloche più accede le polemiche e i contrasti politici. Rispetto alla prima versione, quella cheè stata ridefinita e che con ogni probabilità arriverà a gennaio sul tavolo del consiglio deiministri, cambia il criterio di nomina dei presidenti delle nuove autorità di sistema. Seprima il presidente era nominato dalministro “sentita” la Regione, ora il pre-sidente viene scelto sempre dal mini-stro, ma “d’intesa” con la Regione. Equesto può cambiare lo scenario,anche se a più riprese lo stesso Delrioaveva spiegato che di là delle formuleavrebbe comunque scelto insieme allaRegione.Una situazione fluida quindi che potreb-be portare a una decisione repentinacon la scelta di una delle due ipotesi diriordino, oppure si potrebbe arrivare aun rinvio che, sancirebbe, il non gradi-mento da parte del Governo delle dueproposte. Nel frattempo le associazioni di catego-ria, Assoporti in testa a tutte, nonostan-te il fermo sostegno alla riforma, richie-dono un rallentamento che permettauna serena riflessione sulle decisionimigliori da prendere, fermo restandol’apprezzamento per le scelte che sonoalla base della riforma.

7Porti e Portualità . www.adriaeco.eu

Matteo Renzi Presidente del Consiglio e Graziano Delrio Ministro infrastrutture e trasporti

Il porto di Genova

Rodolfo Giampieri presidente Autorità Portuale di Ancona

ANCONA UN PORTOMULTITASKINGInaugurazione Molo Sopraflutto, apertura della banchina 26, restituzione del porto anticoalla città, sono alcune delle novità che hanno segnato il 2015 dello scalo Dorico

“Il 2015 - conferma Rodolfo Giampieri presidentedell’Autorità Portuale di Ancona è stato un anno di profondocambiamento del porto. Sono stati tagliati diversi traguardi,

frutto del lavoro del 2014 e degli anni precedenti, ma soprattuttoabbiamo saputo presentare il porto di Ancona come una realtàestremamente dinamica e market oriented nel panorama dellaportualità nazionale”.

Questo risultato è stato colto con un forte impegno dellastruttura, ma soprattutto grazie alla salda intesa istituziona-le con l’Amministrazione comunale e regionale e laCapitaneria di porto, che ci ha permesso di parlare conuna sola voce a Roma ed a Bruxelles. Altrettanto importan-te è stata la collaborazione delle imprese attive in porto,concessionari, imprese autorizzate, servizi tecnico-nautici etutte le altre categorie produttive presenti. Una collabora-zione basata su un continuo confronto, anche molto diret-to, a cui l’Autorità Portuale ha saputo rispondere con pro-poste e fatti che hanno consentito quest’anno al porto dimigliorare notevolmente l’offerta infrastrutturale, e dunquela competitività degli operatori sul mercato del trasportomarittimo e della logistica.Quali sono state le novità di questo 2015?“Per i traffici commerciali, il risultato più importante è statosenza dubbio l’apertura della banchina 26 al traffico con-tainer, grazie al dragaggio realizzato in tempi record e alcompletamento del molo di sopraflutto in contempora-nea. Con un fronte operativo di 300 metri la banchina con-sente la movimentazione contemporanea di 2 navi, oltre apotere ospitare navi di maggiori dimensioni. Ne ha risentitopositivamente il traffico container, con un +10% nella movi-mentazione e nei carichi, previsto per fine anno.Il 2015 sarà però ricordato per la riapertura del porto anti-co, culminata nella festa del 26 luglio, ma scandita da

tappe molto significative: l’abbattimento delle gru inope-rose e non più sicure, che ha modificato lo skyline delporto; la rimozione delle barriere e il progetto – condivisocon il Comune e la Capitaneria di Porto - per la riorganiz-zazione degli spazi e la loro descrizione attraverso i tatuag-gi urbani. Da luglio si sono susseguite le più diverse iniziativein questa area, di cui i cittadini hanno saputo riappropriarsicon una naturalezza ed un’immediatezza che mi ha sor-preso. Valorizzarla adeguatamente sarà la sfida del 2016, acui stiamo già lavorando perché diventi un catalizzatore diattenzioni verso la città, di cui possa beneficiare tutto ilcentro. Il concetto che il porto antico non deve esserealternativo al centro storico, ma integrato in esso ancheper le iniziative e le attività è molto condiviso con l’ammi-nistrazione e le categorie”.Novità anche sul fronte delle strutture informatiche…“In quest’anno abbiamo anche attivato il nuovo port com-munity system, già pronto per integrarsi con i sistemi delleCapitanerie di porto e già in grado di dialogare con ISTATe Agenzia delle dogane. L’infrastrutturazione procedequindi di pari passo con l’info-strutturazione, precondizioneper poter essere competitivi nel mercato odierno. Conquesta logica abbiamo informatizzato anche l’iniziativadel Welcome to Ancona, con la nuova APP che attraggai passeggeri in attesa di imbarco a scoprire il patrimoniostorico e monumentale cittadino. La app ha la duplice fun-zione di fornire informazioni ai passeggeri e fungere dastrumento per la promozione turistica della città. Welcometo Ancona è cresciuto nel 2015: dal servizio ai crocieristi, hainiziato a intercettare i servizi ai passeggeri, fornendo piùinformazioni e servizi di migliore qualità, tra cui l’aperturadel terminal crociere, condizionato per fare fronte allacalura estiva. Un servizio decisamente apprezzato dallanostra clientela. I servizi ai passeggeri saranno un altro

8 www.autoritaportuale.ancona.it . Porti e Portualità

ambito in cui intendiamo progredire nel 2016”.Quindi una macchina organizzativa ben settata per racco-gliere le sfide future?“Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti anche grazie a unconfronto istituzionale che ha consentito di esercitare ipieni poteri dell’Autorità portuale, anche nei tempi incertidell’imminente riforma della portualità. L’Autorità portualedispone di un presidente nel pieno esercizio delle sue fun-zioni e di un nuovo segretario Generale, l’Avv. MatteoParoli, che è succeduto a Tito Vespasiani che aveva com-pletato i due mandati consentiti dalla legge. Non sonomolte le AP che oggi possono concentrarsi pienamente suicompiti che sono loro propri, senza dovere affrontare abreve termine la sostituzione dei vertici. Un vantaggio chestiamo sfruttando al massimo per cogliere le occasioni disviluppo e lavoro, che rimangono il mio obiettivo principa-le”.Qual è la sua opinione sul Piano della portualità propostodal Ministro Graziano Delrio?“Sulla riforma l’Autorità portuale ha sempre espresso lapropria posizione, basata non sui campanilismi, ma sull’esi-

genza di rendere la portualità italiana efficiente e coordi-nata con la normativa comunitaria in materia di reti di tra-sporto. Tale approccio sembra essere condiviso dalGoverno, e restiamo in attesa dell’esito del processo diriforma. È importante che la normativa aiuti i porti a soste-nere i tempi ed il dinamismo del mercato, per restare com-petitivi in un momento di cambiamento dello scenariomediterraneo”.Il Parlamento Europeo ha approvato di recente il prolunga-mentio del Corridoio Baltico Adraitico. Qual è la posizionedell’Ap di Ancona?“All’ipotesi di estensione del Corridoio Adriatico-Balticol’Autorità portuale guarda ovviamente con favore, sia perrafforzare il bilanciamento della dimensione mediterraneadella policy, sia perché rappresenterebbe un ulteriore rico-noscimento al ruolo di ponte marittimo delle autostradedel mare che collegano i porti del centro e sud Italia aiBalcani ed alla Grecia. Le nostre analisi hanno dimostratola rilevanza di Ancona per questi flussi commerciali conti-nentali”.

L.G.

www.autoritaportuale.ancona.it .Porti e Portualità10

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"PORT OFRAVENNA FASTCORRIDOR” È REALTÀPorto di Ravenna e Interporto di Bologna semplificano le procedure e velocizzano il trasferimento delle merci

Èdi questi giorni la notizia dell’avvio, il 29 dicembre scorso, del primo corridoio control-lato doganale stradale, un “Fast Corridor” da Ravenna a Bologna grazie al quale si sem-plificano le procedure e si velocizza il trasferimento delle merci dal porto di Ravenna

all’Interporto di Bologna.

“Dopo circa un anno di lavoro – ricorda il presidente dell’Autorità Portuale diRavenna, Galliano Di Marco – fatto anche di seminari di formazione per il personaledelle aziende coinvolte, è stata avviata la sperimentazione per le merci su gomma(ma si spera presto di poter far viaggiare lungo questo corridoio anche quelle su fer-rovia) e dal 29 dicembre scorso il Fast Corridor a Ravenna è realtà.L’avvio di questo corridoio, fa parte del progetto “Port of Ravenna Fast Corridor” co-finanziato al 50% dalla Commissione Europea e inserito nel programma Ten-T per soste-nere il potenziamento delle infrastrutture di trasporto europee rappresenta una rivolu-zione all’interno della tradizionale catena logistica intermodale internazionale e cometutte le rivoluzioni, forse, inizialmente può spaventare. Sono convinto però che si apra-no, grazie alla tecnologia utilizzata - che oltre a velocizzare procedure e operazioni,garantisce anche, attraverso la completa tracciabilità delle merci, livelli massimi disicurezza – concrete opportunità di intercettare nuovi traffici, di diversificarne i flussi edi attrarre merci a maggiore valore aggiunto, a beneficio di tutte le attività del nostroscalo. La tecnologia va sempre vista come un mezzo messo a disposizione dell’uomo,in questo caso dell’intera comunità portuale (Dogana, Guardia di Finanza,Capitaneria di Porto, Agenti marittimi, Imprese e Associazioni di categoria) che sapràutilizzarne positivamente, e propositivamente, le possibilità che offre per migliorarequalità dei servizi e del lavoro. Per questo l’Autorità Portuale si è fatta soggetto coor-dinatore e facilitatore nella realizzazione di tale progetto. Voglio ringraziare tutti i soggetti, a vario titolo coinvolti, in questo progetto: oltre a noi,l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, T.C.R. – Terminal Container Ravenna SpA, HUBTELEMATICA Scarl (partner tecnologico per lo sviluppo del Port Community System),l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Scuola Europea di Alti Studi Tributari eUIRNet SpA., che hanno contribuito in maniera determinante a questo importanterisultato. Mi sia concesso un ringraziamento particolare all’Agenzia delle Dogane, alsuo direttore, Giuseppe Peleggi, che ha scelto Ravenna, prima per la sperimentazio-ne dello Sportello Unico Doganale, poi per quella dello sdoganamento in mare e infi-ne per l’avvio, unici in Adriatico (in Italia i soli altri porti che lo utilizzano sono Genova,

12 www.port.ravenna.it . Porti e Portualità

Galliano Di Marco presidente Autorità Portuale di Ravenna

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La Spezia e Livorno), di questo corridoiocontrollato doganale che diventa unimportante servizio complementare allosdoganamento in mare stesso. Basti pensare che TCR SpA, TerminalContainer Ravenna, ha completato l’in-stallazione e l’attivazione operativa deidue varchi automatizzati previsti dal pro-getto co-finanziato che consentono unaintegrazione diretta fra i sistemi informati-ci ed il varco nell’ottica di una futura eli-minazione delle soste ed una completadematerializzazione delle operazioni divarco. Il corridoio consente inoltre unmigliore e più ampio utilizzo dei servizi for-niti dal Port Community System per ilcoordinamento degli scambi informativifra i soggetti attuatori del corridoiodoganale controllato (Gestore dellaMissione, Autotrasportatore, UIRNET,Agenzia delle Dogane, Gestore delmagazzino di T.C. di sbarco, Gestore delmagazzino di T.C. di destinazione, GdF,Agenzia marittima). La fase di sperimen-tazione del corridoio è stata possibilegrazie non solo all’impegno dei partnerdi progetto, ma soprattutto alla disponi-bilità operativa della società CogefrinLogistic Bulk Terminal Srl che è il Gestoredella Missione del nuovo corridoio e diCONSAR Ravenna che ha curato il tra-sporto dei contenitori lungo il corridoiocontrollato. E anche a questi va il mio rin-graziamento per il lavoro svolto”.

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Il porto canale di ravenna

Porti e Portualità . www.port.ravenna.it

UN “PIANO” PER LO SVILUPPOTenace sostenitore del Piano strategico della portualità e della logistica, Assoporti lancia la sfida per il futuro

Èil Piano strategico nazionale della portualità e della logi-stica il grande elemento di novità e al tempo stesso labase sulla quale costruire il futuro dell’Italia dei trasporti

in un armonico quadro di sviluppo europeo.

A pensarla così è il presidente di Assoporti, nonché com-missario straordinario dell’Autorità portuale diCivitavecchia Pasqualino Monti, che ha partecipatoall’elaborazione di questo piano che si propone di razio-nalizzare in modo decisivo il sistema dei porti in una chia-ve di lettura del tutto innovativa per il nostro paese: nonrispondere più all’esigenza e alle aspirazioni di singoli ter-ritori, di singole regioni o di singole realtà portuali italianema traguardare il bene comune del paese, compiendoscelte anche politicamente non gradite per risponderealla domanda dei mercati internazionali.Quali sono i temi che hanno ispirato la riforma?“Alla base di tutto ci sono le linee guida dell’Unione euro-pea sui corridoio e sui core ports, ovvero la richiesta pres-sante di concentrare risorse e investimenti su quelle diret-trici di traffico e su quei sistemi portuali che hanno dav-vero la possibilità di svolgere una funzione strategica perlo sviluppo dell’Unione europea. È su queste fondamentache è stato costruito il Piano strategico nazionale dellaportualità e della logistica tendendo al raggiungimentodi una serie di obiettivi prioritari, quali la razionalizzazionenell’offerta portuale italiana, eventualmente ancheattraverso processi d’integrazione e accorpamento fradiversi porti vicini, generando così sul campo quei sistemiportuali dei quali si parla da troppi anni senza definirneun obiettivo specifico e pragmatico”. La sola governance dei porti non è però sufficiente…“Nel mirino del piano c’è prima di tutto quel raccordo frabanchina e catena logistica, ovvero la ricucitura dellafrattura fra porto e sistemi di collegamento e razionalizza-zione dei flussi da e per le aree di produzione e consumo,frattura alla quale è imputabile un’altissima percentualedi non competitività del sistema portuale e del sistema

logistico dell’Italia. Assoporti si è fatta portabandiera diquesta politica di razionalizzazione mirata all’upgradingdegli standard di efficienza complessiva del sistema,dalla banchina ai sistemi di collegamento con i retroportie con le aree di destinazione o provenienza finale dellemerci. Solo con un quadro di riferimento complessivo,rappresentato dal Piano della logistica dei porti, saràpossibile definire nei prossimi mesi quelle che sono vere eproprie “regole di ingaggio” del sistema Italia: l'organiz-zazione della catena logistica comunitaria, la semplifica-zione della governance dei porti, lo sportello unico deicontrolli, gli investimenti sui nuovi sistemi integrati, con

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Pasqualino Monti presidente Assoporti

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www.assoporti.it . Porti e Portualità

particolare attenzione alla "modalità ferro".Una riforma dettata anche dalle esigenze delmercato internazionale?“L’elemento di novità essenziale – ribadiscePasqualino Monti – è rappresentato dal cambio diprospettiva: l’Italia della logistica, dei porti e deitrasporti è chiamata per la prima volta a guarda-re direttamente al mercato, ovvero a compiere lesue scelte sulla base della domanda presente efutura che emerge dal mercato abbandonandoqualsiasi logica campanilistica o qualsiasi approc-cio auto-referenziato. E’ all’interno di questo fra-mework che troverà una definizione razionale lariforma dei porti e anche quella delle Autoritàportuali. È all’interno di questo quadro di riferi-mento che dovranno trovare soluzione problemidiventati emergenziali come quelli relativi ai dra-gaggi dei fondali o quelli relativi all’ultimo miglio,ovvero all’elemento di connessione efficiente fraattività portuali e catena logistica, fra porti eretroporti, fra porti e aree di produzione e consu-mo. E’ sempre all’interno del Piano che dovrannoscaturire le risposte razionali su tematiche diventa-

te pressanti come quella del gigantismo navale,diventato ormai la regola nel mercato non solodei trasporti container”.Cosa c’è nel futuro del nostro paese in termini diporti e logistica?“L’Italia dei porti ha davanti a sé una prospettivaeccezionale di sviluppo. Oggi la recuperata cen-tralità del Mediterraneo, le problematiche che altempo stesso attraversa questo mare inquieto, ilnuovo Suez, generano aspettative concrete dicrescita e di affermazione di ruolo. Ora sta a noisaperle cogliere, com’è stato già fatto, ad esem-pio nel settore delle crociere, o in quello delleautostrade del mare. Comparti nei quali l’Italiadei porti ha conquistato una leadership importan-te, tracciando in anticipo rispetto molti altri paesiconcorrenti le linee guida di sviluppo e dotandosid’infrastrutture coerenti. E l’ha fatto rispettando ecomprendendo che i tempi del mercato interna-zionale spesso sono infinitamente più stretti e velo-ci rispetto a quelli della politica tradizionale. Ilpiano della logistica e dei porti può e deve esserela prova del cambiamento”.

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Il canale di Suez

Porti e Portualità . www.assoporti.it

“Riforma portuale, piano della logistica, futuro delle Autoritàportuali, rilancio della grande nautica nelle acque territorialiitaliane. Il 2015 non è stato certo avaro di dibattiti e talora

di polemiche. Quelli che sono mancati – sottolinea MichelePappalardo, presidente della Federazione italiana degli agentimarittimi – sono stati i fatti concreti, ovvero la conclusione pra-tica e naturale di tante discussioni”.Federagenti ha denunciato più volte con forza i rischi con-nessi con il ritardo dell’assunzione delle decisioni finali sot-tolineando come questi ritardi siano oggi più gravi e piùpericolosi se posti in correlazione con le trasformazionirapidissime che stanno interessando il mercato dei trafficimarittimi e quindi la necessità di fornire risposte a unadomanda che si è modificata e che chiama oggi in causal’intero assetto logistico del sistema paese.Che cosa occorre fare quindi? “I tempi dei finanziamenti a pioggia per la portualità, delleinfrastrutture progettate e costruite là dove non servivanosono inesorabilmente finiti. Fenomeni come il gigantismonavale, le economie di scala, le grandi concentrazioniarmatoriali non lasciano spazio di manovra e rende indi-spensabile una strategia complessiva del paese che portia individuare dove e come possano transitare i traffici,dove e come possano essere ospitate navi e merci, maanche dove e come queste merci possano raggiungere imercati finali di consumo o di produzione con i tempi e glistandard di efficienza che sono diventati obbligatori, irri-nunciabili”.Qual è la posizione di Federagenti in merito alle diverseproblematiche aperte?“Nel corso del 2015 - ricorda Michele Pappalardo - gliagenti marittimi hanno acceso più di una volta i riflettori suqueste tematiche e hanno quindi salutato con soddisfa-zione la costituzione del Comitato per la logistica e i portie ancor di più la messa a punto del piano nazionale della

logistica e dei porti che doveva e deve essere la rispostaitaliana alle politiche europee dei corridoi strategici e deicosiddetti core ports, ovvero gli scali marittimi in grado,per posizionamento geografico e caratteristiche infrastrut-turali di svolgere un ruolo strategico per l’economia euro-pea”.Quali sono le criticità rilevate da Federagenti sul pinodella portualità?“Da quel Piano avrebbero dovuto discendere anche lescelte sull’assetto dei porti, sulla nascita dei sistemi portua-li, sulla riforma delle Autorità portuali. Scelte che devono eavrebbero dovuto essere ispirate alla ricerca di efficienzae qualità.Le speranze di una corsia preferenziale purtroppo sonostate tradite con il risultato che i porti italiani continuano avivere una stagione prolungata di incertezza testimoniatada una maggioranza di scali marittimi in gestione commis-sariale.Il clima di incertezza perdura e riguarda sia le funzionidelle Autorità portuali, sia l’inquadramento delle Autoritàmarittime. Per non parlare dei rapporti fra pubblico e pri-vati ad esempio riguardo al regime delle concessioni”.Come detto, gli agenti marittimi non hanno esitato anchead assumere posizioni nette e talora politicamente noncorrette su temi relativi al futuro del turismo marittimo inItalia. Federagenti è scesa in campo con decisione conte-stando il divieto alle grandi navi da crociera nella Lagunadi Venezia e sostenendo la necessità di una soluzione tec-nica che consenta di far convivere l’esigenza di tutelareVenezia e il suo ecosistema con la necessità di nonannientare una risorsa economica importantissima nonsolo per la città lagunare ma per l’intero paese.La battaglia per riportare i grandi yacht nei porti italiani oquantomeno per arginare l’esodo delle navi da diportoverso porti e paesi, meno asfissianti in tema di controlli e di

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Michele Pappalardopresidente della Federazione italiana degli agenti marittimi

TROPPI DIBATTITI… POCHI FATTIFederagenti sottolinea la necessità di portare a sintesi le discussioni aperte e avviare i processi di rinnovamento necessari al settore marittimo e portuale italiano

www.federagenti.it . Porti e Portualità

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vera e propria “persecuzione” del settore, ha prodot-to, grazie alle iniziative di Federagenti, risultati con-creti, tangibili.Per la prima volta sono stati portati a galla i dati-choc relativi alle ricadute territoriali del mercato deigrandi yacht. Nel corso di un provocatorio convegnosul lusso possibile, tenutosi a Porto cervo, è stata evi-denziata l’incoerenza di un paese, che nella convin-zione di colpire i ricchi (i proprietari dei mega yachtche per la stragrande maggioranza sono stranieri) sifa un clamoroso autogol, impoverendo migliaia difamiglie che sulla presenza dei mega yacht costrui-scono il loro reddito o d’intere località turistiche chedalla grande nautica derivano la loro sopravvivenza.Il tema dei mega yacht e della crescente importan-za di questo mercato in Mediterraneo è stato poiulteriormente approfondito a Trieste in un ulterioreevento targato Federagenti che ha evidenziato lepotenzialità connesse con un ritorno massiccio di

questo mercato nelle acque e nei porti italiani.,“Gli agenti marittimi - conclude il presidente diFederagenti - sono tradizionalmente l'anello di con-nessione fra il sistema Italia e gli operatori internazio-nali. Ora si sono trovati ad assumere un ulteriore ruolodi monitoraggio e di pungolo per accelerare proces-si che devono tenere il passo e il tempo con una tra-sformazione dei mercati che non era mai stata cosìrapida. Una trasformazione che non può conciliarsicon i ritardi nella dotazione infrastrutturale dei porti,con i ritardi nel varo di una normativa davvero mirataall'efficienza sul tema dei dragaggi, che non puòconciliarsi con la necessità di armonizzare le funzionidel porto con quelle dell'intera filiera logistica fornen-do agli scali strategici del paese quelle vie di connes-sione con le aree produttive e di consumo le cuicarenze hanno sino a oggi rappresentato una pena-lizzazione sostanziale anche nel confronto e nellacompetizione on i sistemi logistici del nord Europa”.

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L’associazione YoungShip Italia, presieduta da Simona Coppola, nel corso del-l’assemblea elettiva svoltasi a Roma il 15 dicembre presso la sede dell’as-sociazione in piazza SS. Apostoli a Roma, ha provveduto al rinnovo delle

cariche sociali per il biennio 2015-2017, in seguito ai primi due anni di attività. Èstata presentata una lista unica di candidati condivisa da tutto il consiglio e foca-lizzata sull’attuazione di un programma che vedrà impegnata l’associazione su piùfronti nel prossimo biennio.

“Si è parlato anche del percorso fatto fino a oggi – spiega l'associazione inuna nota - ed è risultata interessante la varietà delle professioni giovanili chehanno aderito: agenti marittimi, avvocati marittimisti, broker, assicuratorimarittimi, giovani armatori, ingegneri navali, terminalisti e altri ancora.Considerando la nascita recente dell’associazione, di fondamentale impor-tanza è risultato il numero degli associati che raggiunge oltre 100 membridistribuiti equamente fra nord, centro e sud Italia”. L’assemblea dei giovanidello shipping ha riconfermato Simona Coppola come presidente. Il direttivo appena insediato, allo scopo di avvicinare a YoungShip i giovaniuniversitari e di aiutarli nell’inserimento nel mondo del lavoro, ha costituitoun comitato scientifico - coordinato da Andrea La Mattina - ed un gruppodi lavoro addetto ai rapporti con le aziende, coordinato da RaffaelloEsposito.Il direttivo ha inoltre sottolineato la volontà di mantenere vivo l’interesse di

tutti i settori dello shipping privilegiando le relazioni e creando un network tragli stessi associati che permetta a ognuno di scambiare esperienze e di pro-porre idee riguardanti il proprio know-how. “Il progetto iniziato due anni fava a poco a poco realizzandosi - commenta la presidente Simona Coppola– e sono certa che un direttivo più ampio e con competenze molto diversi-ficate ci permetterà di sviluppare al meglio i nostri programmi. Il nostroobiettivo rimane quello di supportare i giovani nella propria ascesa profes-sionale avvicinando le diverse professioni del mare in ambito nazionale einternazionale e promuovendo occasioni d’incontro e scambio d’idee e svi-luppo di progetti comuni con gli oramai numerosi branch di YoungShip nelmondo”..

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Il nuovo consiglio direttivo di Youngship Italia per il biennio 2015-2017 Il nuovo consiglio direttivo, rinnovato e ampliato, è oggicosì composto: · Simona Coppola presidente· Andrea Poliseno vicepresidente sud Italia, Sicilia inclusa· Andrea Morandi vicepresidente centro Italia, Sardegnainclusa · Carolina Villa vicepresidente nord Italia · Federica Archibugi segretario generale· Giulia De Paolis segretario responsabile dei rapporti conYoungShip International, dei rapporti con le associazioniYoungShip straniere e addetto al web e social· Alberto Portolano e Andrea Cepollina responsabili forma-zione ed eventi· Luisa Mastellone tesoriere · Stefania Catanzaro addetta rapporti con la stampa ecomunicazione· Luigi Maurino responsabile reclutamento nuovi associati· Irene Parmeggiani consigliere · Angeelijs Brizzi consigliereRisulta invariato il collegio dei probiviri composto daAlberto Banchero, Francesco Beltrano, Corrado Fois,Andrea Garolla e Valeria Novella.

YOUNGSHIP ITALIA RINNOVA LE CARICHEChiusi i primi due anni di attività. Simona Coppola riconfermata presidente

Simona Coppola PresidenteYoungship Italia

Il nuovo consiglio direttivo Youngship Italia

GRUPPO MORANDI OTTIMO 2015Nel corso dell’anno il gruppo ha consolidato le posizioni e avviato una serie d’iniziative per un 2016 di novità e sviluppo

Nonostante l’instabilità politico-economica che permane su tutta l’area del mediterraneo, il GruppoMorandi archivia un anno decisamente positivo.

Innanzitutto parliamo di Superfast…“L’agenzia – ha detto Andrea Morandi – è impegnata da oltre 100 anni nello shipping e hafesteggiato ad Ancona e Bari i 20 anni dalla nascita della compagnia leader Superfast Ferries,pioniera nei fast ferries con servizi di bordo al pari delle navi da crociera”.Ci sono state anche altre novità interessanti in questo 2015?“In effetti, il 2015 segna anche la nascita dell’Agenzia Marittima Le Navi Ancona, in partnershipcon l’Agenzia Marittima Le Navi di Genova. La nuova società nasce dopo una proficua collabo-razione tra Morandi e Le Navi, iniziata nel 1996, per rappresentare la Compagnia MSC(Mediterranean Shipping Company) nel porto di Ancona. Dopo venti anni di collaborazione, èmotivo di grande orgoglio per aver assunto la presidenza della nuova società e continuare arappresentare MSC che ad Ancona, come in Italia, è il primo vettore worldwide per il trasportodei contenitori e collega il porto dorico a tutto il resto del mondo.Il trend è stato positivo anche nel 2015, per un porto che dal 1994 non ha visto battute d’arrestoe che ha raggiunto nel 2014 quota 160 mila TEU”.Di rilievo sono anche i risultati del nuovo tour operator-agenzia di viaggi Webtours, seguito daChiara Morandi che testimonia, con soddisfazione, un aumento a doppia cifra del fatturato, incontrotendenza con il mercato: “Il desiderio di viaggiare accompagna sempre la nostra vita equando l’instabilità politica e il rischio di attentati sfavoriscono alcune destinazioni, è ancora piùappassionante riuscire a offrire un prodotto su misura, capace di rispondere alle esigenze delcliente, in costante evoluzione”.Di là dal trend positivo relativo ai container, come vede Andrea Morandi il futuro del Porto diAncona?“Confermo che la priorità va ai progetti che riguardano la Nuova Darsena. In primis l’escavodella banchina 26, già operativa da settembre, al fine di raggiungere i -14 metri di fondale, checi permetterà di sviluppare, con MSC, i traffici con navi di maggiore capacità. Seconda priorità,lo sviluppo dell’intermodalità sia per i container che per le merci caricate sui traghetti sulla diret-trice Grecia/Turchia. È possibile ed è l’unica scelta per aumentare i traffici senza congestionareulteriormente la viabilità portuale. Abbiamo già contatti con i principali operatori interessati adavviare il servizio”.Lo sviluppo del porto passa anche per il miglioramento dell’accessibilità e dell’uscita dalloscalo…..“In merito al collegamento autostradale, mi domando perché sia stato abbandonato il collega-

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mento naturale a sud con la “bretella” (Asse Nord-Sud) e lasciata incompiuta l’opera con partedei piloni già realizzati. Era un’ipotesi che costava un decimo del progetto attuale dell’uscitaOvest e che probabilmente avremmo visto già completata a beneficio di tutta la città”.La riforma dei porti sembra aver lasciato autonomia al porto di Ancona?“Sulla riforma dei porti occorre chiarezza, non è solo una questione di quante autorità portualimantenere, ma occorre rinnovare la governance al fine di snellire l’operato di questi enti, renden-doli sempre più autonomi ed efficienti. Temo che invece con l’accentramento a Roma si vadaverso la direzione opposta e aumenti il rischio di perdere la specificità e le priorità locali, rispon-dendo più a una logica politica. Lo scalo anconetano deve comunque proiettarsi nel futuro conun volto nuovo: auspico che i traghetti possano essere spostati fuori dal porto storico, mentrel’area, ora occupata dalla fiera, deve lasciare spazio alla nuova stazione marittima, magari di sti-molo per la riqualificazione di tutta l’area. Per questo serve un’expertise specifica di professionistiche magari abbiano già avuto esperienze analoghe in altri porti. Se vogliamo eccellere dobbia-mo volare alto. Stessa riflessione va fatta sul porto storico, dove il futuro layout delle banchine aiuterà anche aricucire e rafforzare la relazione tra porto e città”.

Andrea e Chiara Morandi

23Porti e Portualità . www.morandiagency.it

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CHE COSA VOGLIAMO FARE DEL PORTO DI ANCONA?

L’Associazione Spedizionieri Doganali di Ancona,annuncia una serie d’iniziative volte a comprenderequale sia la direzione e verso quale sviluppo si stia

muovendo lo scalo Dorico. Motivo dell’agitazione e degli attriti è la richiesta, daparte dell’Agenzia delle Dogane, di istituire all’interno delporto un’area di sicurezza fiscale, delimitata da recinzio-ni, che permetta lo stallo di trenta camion in contempo-ranea. “La prima domanda che mi viene in mente – cidice Mario Pierangeli, presidente Consiglio TerritorialeSpedizionieri Doganali di Ancona – è: che cosa vogliamofare del porto di Ancona?”.Quali sarebbero le aree identificate per realizzare talearea?“Sembra si voglia utilizzare un’area, non ancora ben spe-cificata compressa tra le banchine n. 2 e n. 4, in altreparole la zona del porto antico”.Secondo lei come mai arriva da parte delle Dogane unasimile richiesta?“La risposta è quasi impossibile da dare. Mi spiegomeglio. Il porto inteso come area dove merci e passeg-geri partono e arrivano, è già per definizione un’area disicurezza. Conferma a tale affermazione si evince daquanto disposto l’art.17 del TULD (Testo Unico dellaLegge Doganale - D.P.R.23 gennaio 1973, n. 43 - aggior-nato al Decreto Legislativo 26 marzo 2010, n. 59) che reci-ta: Sono spazi doganali i locali in cui funziona un serviziodi dogana, nonché le aree sulle quali la dogana esercitala vigilanza e il controllo, a mezzo dei suoi organi diretti oa mezzo della Guardia di Finanza. La delimitazione deglispazi doganali è stabilita, tenendo conto della peculiaresituazione di ciascuna località, dai competenti organidoganali e deve essere approvata dal Ministero delleFinanze. La creazione quindi di una nuova area dogana-le sembra priva di fondamento, tuttalpiù si potrebbepensare a un miglioramento dei controlli degli accessi alporto storico”.Eventualmente quali sarebbero le dimensioni dell’area?“Anche questa è una domanda alla quale non abbiamoricevuto risposta. In ogni caso, se tutti i camion in transitonel nostro scalo, dovessero far dogana in questa nuovafantomatica area, avremmo bisogno di almeno centostalli camion, il che significherebbe, in buona sostanza,recintare quasi tutte le aree disponibili oggi in porto. Incaso contrario, cioè con soli 20/30 stalli richiesti, si avreb-be una congestione delle operazioni doganali, con con-seguente allungamento dei tempi di sosta e successivo

abbandono del porto da parte dei trasportatori. Quindiper quale motivo sia arrivata una tale richiesta non ècomprensibile”.Come si sta muovendo l’associazione?“Abbiamo svolto diversi incontri per definire quali potran-no essere le azioni di protesta da avviare nel caso in cuisi dovesse confermare una simile richiesta. Azioni di pro-testa che potrebbero arrivare anche al blocco delle atti-vità lavorative, il che comporterebbe, entro duo o tregiorni, il blocco dell’intera città. Chiaramente, prima diarrivare alla sospensione delle attività realizzeremoincontri sia con l’Autorità Portuale sia con l’Agenzia delleDogane, per meglio comprendere la richiesta e manife-stare le nostre perplessità. Non vorrei passare per disfatti-sta, ma se per caso la motivazione della creazione diquesta nuova area, fosse dettata dalla recente riapertu-ra di parte dello scalo dorico al pubblico, mi corre l’ob-bligo di ricordare a tutti che, il porto è prima di tutto unluogo di lavoro per circa 3000 addetti e quindi è innanzi-tutto questa la peculiarità che deve essere valorizzata etutelata…”.

.Porti e Portualità

La richiesta di una nuova area di sicurezza fiscale, fatta dall’Agenzia delle Dogane, mette in agitazione gli spedizionieri

Il Gruppo Consar con sede a Ravenna e siti anche ad Ancona, Bologna e Verona, rappre-senta un osservatorio privilegiato per fare il punto sulla situazione politico – economicadell’anno che sta per finire.

Il presidente Veniero Rossetti, sempre in linea con il suo stile schietto e diretto, ci pre-senta un quadro a tinte fosche, dal quale però s’intravede comunque la voglia dimigliorare, innovare e andare sempre avanti.Presidente, finalmente la peggior crisi degli ultimi 70 anni è definitivamente supera-ta…“La ripresa? Se c’è, non si vede! Scherzi a parte l’anno che si sta chiudendo scontaancora le difficoltà della coda della crisi ed effettivamente la ripresa è molto debolee gli stessi dati forniti dall’Istat lo confermano. L'auto trasporto può dare il suo contri-buto alla ripresa e le associazioni di rappresentanza, Confartigianato e CNA FITA,negli ultimi anni hanno dimostrato di essere pronte e motivate a sostenere le impresenell’agganciare la ripresa. Per quanto riguarda la nostra realtà, possiamo dire chestiamo tenendo bene, consolidando posizioni e risultati economici, con uno sguardo,prudente, a nuove opportunità d’investimento. Siamo anche stati a visitare le strut-ture dell’Interporto delle Marche, dove abbiamo trovato un management attento epreparato”.Che cosa serve per lasciarsi definitivamente la crisi alle spalle? “Manca un chiaro indirizzo politico - strategico del Paese che porti alle riformenecessarie che, dal Governo centrale, discendano poi a tutti i livelli dell’amministra-zione e, nello specifico per il nostro gruppo, arrivi alle Autorità Portuali e quindi alleattività che si sviluppano nei porti, che in definitiva rappresentano nuove opportunitàdi business. Insomma occorre ritornare a governare piuttosto che a gestire!”. A proposito di riforme, cosa ne pensa di quella della portualità, ipotizzata dal MinistroDelrio?“Innanzitutto credo che una buona riforma debba partire dal dialogo con gli ope-ratori. È impensabile che si vogliano riscrive le regole del gioco, senza coinvolgere igiocatori che ne sono parte integrante. Nello specifico quella della portualità è unariforma che condivido e della quale approvo la necessità. Mi sembra imprescindibileavere una legislazione che disciplini la governance dei porti, definisca quali sono gliscali strategici per l’economia del Paese, che limiti la parcellizzazione degli approdie nel frattempo supporti la crescita competitiva di quelli ritenuti più importanti”.A proposito di porti, Ravenna e Ancona sembra siano riuscite a mantenere la loroautonomia…“Ecco, secondo me è stato un grave errore e si è persa una grande opportunità.Siamo davvero sicuri che i due porti possano, da soli competere in un sistema globa-le che sta cambiando molto rapidamente e mette a dura prova la capacità diattrarre traffici? I due scali, insieme, potevano rappresentare un’importante piatta-forma logistica - portuale dell’Italia centrale, che li avrebbe sicuramente agevolatinell’acquisizione dei traffici; ma il campanilismo e forse anche interessi politici, hannoportato a un’azione di dissuasione che ha visto tutti vincitori… nella sconfitta”.È risaputo che tra i due porti non ci siano mai stati rapporti idilliaci…“È vero, ma io mi auguro che nonostante tutto possa esserci un dialogo costruttivotra le due realtà per provare ad aggredire nuovi mercati e combattere il mutamentodel sistema di trasporto navale, vedi il gigantismo e riuscirne a soddisfare le crescentirichieste degli attori in gioco. Per fare questo auspico, inoltre, che ci sia una continuacollaborazione anche con le diverse categorie di operatori portuali per concertarestrategie di miglioramento dell’operatività portuale e dello sviluppo dei traffici”.

Luigi Gagliardi.

GOVERNARE, NON GESTIRELa crisi non è ancora definitivamente superata, ma occorre guardare al futuro e creare nuove opportunità di crescita

www.consar.it .Porti e Portualità28

Veniero Rossetti Presidente Consar

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PAROLA D’ORDINEINNOVARE

Con l’implementazione del nuovo servizio trasporti posizionamento container, Eurosped amplia

la gamma di servizi per le aziende

All’interno delle aree portuali, un ruolo di fondamentale importanza è svolto dalleaziende che offro servizi doganali. Lo sdoganamento delle merci, infatti, rappresen-ta la fase centrale dell’attività d’import-export, il momento cioè in cui la merce, il

camion o un container, attraversa il confine di uno Stato per entrare in quello di un altroPaese. Tale procedura è mediana rispetto all’attività di partenza dal magazzino dell’azien-da, il carico della merce sul mezzo di trasporto prescelto e l’arrivo alla destinazione consuccessivo scarico dei prodotti.

Questa delicata attività è quella principalmente svolta dall’Eurosped di Ancona,società che da oltre 30 anni fornisce servizi doganali alle aziende che vendono oacquistano prodotti nel mercato mondiale. Appena entrati in azienda ci si accor-ge subito che le attività sono molteplici e frenetiche, ma tutte estremamenteorganizzate. Mario Pierangeli, titolare dell’azienda, inizia subito con le novità:“Abbiamo implementato un nuovo servizio per le aziende, quello di posiziona-mento container”.In che cosa consiste questo nuovo servizio?“In pratica abbiamo deciso di accompagnare i nostri clienti dall’interno della loroazienda fino allo sdoganamento e alla consegna del prodotto a destinazione. Cisiamo resi conto che, al di là del servizio di sdoganamento, sempre più spesso inostri clienti ci chiedevano anche di gestire la fase di posizionamento. In questicasi la nostra società prendeva accordi con i singoli autotrasportatori e di volta involta sceglieva l’offerta migliore”.Oggi invece?“Oggi abbiamo ampliato la platea dei fornitori, aggiunto alcune persone in orga-nico che si occupano in maniera specifica del servizio, migliorandolo notevolmen-te in termini di qualità e costi. Per perfezionare iltutto abbiamo anche richiesto ed ottenutol’abilitazione allo svolgimento dell’attività di tra-sportatori. Ciò significa che siamo in grado diseguire i nostri clienti dall’inizio alla fine del per-corso delle loro merci destinate ai mercati este-ri”.È già possibile fare una prima valutazione del-l’impatto del nuovo servizio?“Da circa due mesi stiamo servendo i nostriclienti e complessivamente siamo molto soddi-sfatti. Abbiamo migliorato la marginalità rispet-to alle attività di trasporto svolte in passato eincrementato le operazioni doganali sia suiclienti già in portafoglio che su quelli acquisitigrazie a questo nuovo servizio”.Quali sono, infine, le iniziative per il prossimoanno?“Possiamo dire che il 2015 si chiude sicuramentein crescendo e quindi nel 2016 dovremo conso-lidare le posizioni e la struttura aziendale, siacon operazioni societarie che con l’assunzionedi nuove figure professionali sia di personaleamministrativo che di ausiliari e spedizionieridoganali”.

Porti e Portualità . www.eurosped-ancona.it

I soci dell'Istituto Marchigiano di Tutela Vini che gestisconoil 70% del vino Doc certificato delle Marche, hanno speso oltre 5 milioni di euro per la ristrutturazione e la riconversione di 220 ettari di vigneti e altri 2 milioni per l'ammodernamentotecnologico delle cantine in territorio di Ancona, Macerata e Pesaro Urbino

Si è tenuta a fine ottobre presso la sede dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini aJesi un incontro conoscitivo fra gli associati IMT e l’assessore all’Agricolturadella Regione Marche Anna Casini. La riunione ha avuto come oggetto i risultati

ottenuti dal consorzio dal 2009 a oggi mettendo in risalto gli investimenti e fattidall’IMT e Regione Marche al fine di migliorare e ottimizzare la produzione vitivinicolamarchigiana.

“E’ una storia ricca di soddisfazioni – ha dichiarato il direttore di IMT AlbertoMazzoni – che ci ha fatto percorrere veramente molta strada all’interno delmercato mondiale del vino. Il Verdicchio è oggi il vino bianco più premiatod’Italia un risultato difficilmente immaginabile anche solo 15 anni fa. Ma que-sta grande DOC è anche e soprattutto apripista a tutte le altre che, in scia,penetrano sempre più il mercato interno ed estero. L’incontro di oggi è statoun momento chiave per fare luce sulle necessità reali dei nostri produttori soci.Enoturismo, alleggerimento della burocrazia, investimenti sull’accoglienza incantina e promozione in Italia e all’estero. Questi i punti chiave su cui occorreinsistere nella prossima programmazione. Tutto ciò continuando a puntare sulVerdicchio che fa da traino a tutta la produzione vinicola regionale. Un vinoche sta vivendo il suo momento d’oro – ha terminato Mazzoni – e che ha vistonegli ultimi 5 anni una ristrutturazione record dei propri vigneti, con oltre 370nuovi ettari reimpiantati. Segnale importantissimo, perché chi investe nellavigna, crede nel futuro del prodotto”.Tante le testimonianze degli associati, una per ogni DOC facente parte di IMT.Storie di giovani imprenditori e di “grandi vecchi” del vino made in Marche.Un’alternanza di piccole e micro imprese alle grandi realtà del territorio.Incentivi maggiori sulla promozione e sulla comunicazione per crescere inItalia e all’estero, maggior attenzione all’enoturismo e alla promozione dei ter-ritori del vino, snellimento della burocrazia. Queste, in sintesi, le istanze solleva-te dai produttori aderenti all’Istituto Marchigiano di Tutela Vini durante l’incon-tro. “Oggi il brand Marche è visto benissimo – ha detto Paolo Togni(Casalfarneto) – è una regione emergente, c’è fiducia in quello che si sta pro-ducendo. Ma occorre investire di più nell’aspetto comunicativo. Siamo tra ivini più premiati d’Italia, ma se non facciamo conoscere la nostra qualità almercato, non serve a nulla. Il futuro e la vera sfida è il mercato e questa è unasfida che si vince comunicando. Spero che la Regione in questo ci dia unamano per una comunicazione integrata con la Regione e in sinergia con ilsistema del turismo”.

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Alberto Mazzonidirettore IMT

DAL METALMEZZADRO AGLI IMPRENDITORI AGRICOLI A TITOLO PRIMARIO

Per Massimo Bernetti (Umani Ronchi): “La Regione ci hadato la possibilità di fare ottimi impianti di vigneti e laristrutturazione di cantine ma questo non basta: guar-dando agli esempi di altre regioni, il boom del vino è unsuccesso commerciale ma anche turistico. Occorre per-ciò rinnovare le nostre cantine dal punto di vista dell’ac-coglienza e dell’informatica e puntare maggiormentesulla promozione. Dobbiamo perseverare per dare unaspallata finale per il successo di questa regione”.D’accordo anche Aldo Cifola (La Monacesca) per ilquale l’apporto del mondo del vino è fondamentale percreare economie importanti sul territorio, seguendol’esempio di Montalcino e nelle Langhe: “Oggi abbiamouna grande chance, data da un prodotto traino che inItalia non ha competitor ed ha una grande capacitàd’invecchiamento unica in Italia. Tutto ciò che gira intor-no al vino è la chiave di volta per l’economia dei territo-ri. Abbiamo in mano qualcosa di eccezionale, è ilmomento che tutta la regione sia trainata dall’effettovino”.Tra i produttori soci IMT intervenuti oggi anche DorianoMarchetti, vicepresidente IMT, che oltre a ricordare l’uni-cità del consorzio come esempio unico di pluralità inItalia ha sottolineato che “la scelta della Regione didelegare le risorse legate alla promozione ai consorzi èstata lungimirante e giusta, perché ha evitato la disper-sione delle risorse. L’esperienza di questi anni ha datoragione a questa scelta perché questo consorzio è riu-scito a spendere dal 2010 al 2015 più di 7 mln di euro inattività promozionali in Italia e in Europa, dimostrandouna capacità di spesa importante”.Fra gli intervenuti all’incontro anche Veneto Banca nellapersona del Responsabile Direzione Centro Italia FabrizioMora. “Abito a Verona e so bene anche per tradizionifamiliari quanto sia importante il settore vitivinicolo all’in-terno del sistema Paese. Sono convinto che gli investi-menti fatti in questi anni dalle imprese associate a IMTabbiano ottenuto dei risultati più che adeguati. Oggi, lanostra banca, vuole mettersi a servizio di questa impor-tate rete di sistema che IMT ha realizzato al fine di age-volare sempre più lo sviluppo di questo settore nel terri-torio. Le nostre aziende vanno aiutate nella concretezzadei loro bisogni, nell’operatività quotidiana come negliinvestimenti di medio - lungo termine. La risposta miglio-re che possiamo dare loro è mettere a disposizione lineedi credito come quelle che siamo orgogliosi di aversiglato grazie alla collaborazione con l’IMT. L’accordomette a disposizione opportunità in più per le case vini-cole della regione, costituendo anche uno strumentofondamentale nell’ottica dello sviluppo dei progetti chesaranno programmati dalle aziende con il PSR2014/2020”.“Il PSR è stato approvato il 15 settembre e ieri si è tenuto

il comitato di valutazione, i bandi di finanziamento sonoin pratica pronti – ha concluso l’assessore Casini – s’ini-zierà con quelli per i giovani (under 40 ndr) e a mano amano nel giro di pochi mesi usciranno gli altri: quello del-l’innovazione misura 4 e il bando del biologico, il bandosulla promozione uscirà immediatamente dopo.Sappiamo bene che ci sono delle scadenze che v’inte-ressano e la volontà dell’assessorato è di aiutarvi a par-tecipare a queste fiere. Il bando sulla promozione usciràperciò in tempi brevissimi e ci sarà tutto il supporto chec’è sempre stato, non dovete preoccuparvi dei tempi.Regione Marche crede fortemente nel lavoro di IMT evuole proseguire su una linea che possa favorire leimprese vitivinicole marchigiane. Ma le Marche agricolenon sono solo vino o solo Verdiccio. Questo è sì uno deinostri testimonial d’eccellenza nel mondo, ma deveessere visto come locomotiva di un treno fatto di tantivagoni che trasportano le altre DOC, ma anche l’olio lazootecnia e tutta la grande varietà di prodotti agroali-mentare di cui la regione è ricca”.

Gabriele Costantini

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Elisa Di Francisca

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Verdicchio, poi Fiano,Friulano, Soave eTrebbiano d'Abruzzo. È la classifica dei vinibianchi fermi più premiati dalle principaliguide italiane, realizzata da GabrieleMicozzi, docente di marketingdell’UniversitàPolitecnica delleMarche per contodell’Istituto Marchigianodi Tutela Vini – IMT

L’indagine, basata su un indice sintetico che ha coniugato i risultatidei vini che si sono aggiudicati almeno un premio nelle 8 princi-pali guide (Vini d’Italia del Gambero Rosso, Bibenda, I Vini

d’Italia de L’Espresso, I vini di Veronelli, Slow Wine, Vinibuoni d’Italia,Guida essenziale ai vini d’Italia e Vitae), ha visto primeggiare per il terzoanno consecutivo l’autoctono marchigiano di Jesi e Matelica.

Nel dettaglio, nella speciale classifica riservata agli autoctoni, sono61 i premi ricevuti dal Verdicchio, seguito dal Fiano – in grande cre-scita con 43 riconoscimenti, 8 in più rispetto al 2014 – che supera inrimonta il Friulano (37). Al quarto posto il veronese Soave (32, +4sull’anno scorso) e poi il Trebbiano d’Abruzzo (16 premi, -3). Cambiapoco se agli autoctoni si aggiungono tutte le tipologie di vini bian-chi: immutato il podio, mentre il Soave è raggiunto dal Sauvignonal quarto posto a pari merito e il Trebbiano d’Abruzzo esce dallatop 10 per fermarsi soltanto al dodicesimo posto (l’anno scorso eradecimo).“Il crescente numero di riconoscimenti per il Verdicchio - ha dettoAlberto Mazzoni, direttore di IMT (il consorzio che con 780 aziendee 16 denominazioni rappresenta l'82% dell'export delle Marche) -conferma la qualità ormai diffusa sul territorio, con quasi un terzodelle aziende premiate che producono oltre 5mila bottiglie.Obiettivo ora è incrementare le vendite in Italia, che esprime il 52%del fatturato dell'imbottigliato, e nel mercato nordeuropeo. Masoprattutto - ha concluso Mazzoni - a fronte di una qualità univer-salmente riconosciuta, è indispensabile puntare alla crescita delprezzo medio a bottiglia”.

IL VERDICCHIO È IL VINO BIANCO PIÙ PREMIATO D’ITALIA

Attendibilità delle guide: Gambero Rosso mantienela leadershipCon 0,88 punti la guida del Gambero Rosso èla pubblicazione più apprezzata e credibileper i consumatori italiani. E’ questo il risultatodella seconda parte dell’indagine condotta daMicozzi, che ha misurato l’indice di attendibi-lità delle principali 8 guide, attraverso intervi-ste dirette a un campione rappresentativodella popolazione italiana. Secondo posto perla guida de L’Espresso che riagguanta laseconda posizione con 0,73, dopo averlalasciata ai 5 grappoli di Bibenda l’anno scor-so. Quest’ultima, con un indice che si fermasolo a 0,70, vede scavalcarsi anche dalla piùgiovane guida Slow Wine (indice di 0,72). Incalo il gradimento per la storica guidaVeronelli, ferma in quinta posizione con 0,55a pari merito con Vitae, al suo secondo annodi vita. Chiudono la classifica, ViniBuonid’Italia (0,49) e Doctor Wine (0,42) che nonriesce a incrementare la sua fama come lacoetanea Vitae.

LA “CLASSIFICA DI GRADIMENTO” DELLE GUIDE:

Vini d’Italia – Gambero Rosso 0,88L'Espresso 0,73Slow Wine 0,725 grappoli – Bibenda 0,70Veronelli 0,55Vitae - AIS 0,55ViniBuoni 0,49Doctor Wine 0,42

CLASSIFICA AUTOCTONI

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Il vino bianco più premiato d’Italia sbarca su Facebook

sempre insieme alla campionessa

di scherma Elisa Di Francisca

Nuovo look per il Verdicchio che per il 2016 debutta anche investe ‘social’, al fianco dell’olimpionica Elisa Di Franciscacon la campagna “Verdicchio: Storie di Carattere” presentata

nel mese di dicembre a Jesi dal direttore dell’Istituto Marchigiano diTutela Vini (IMT), Alberto Mazzoni e da HEERO creative projectassieme alla campionessa marchigiana di scherma. Obiettivo della nuova campagna - che parte da oggi suisocial network con una nuova pagina Facebook dedicataal Verdicchio per arrivare poi sulla stampa e in radio nei pros-simi mesi - è “esprimere attraverso le immagini la profondaidentità territoriale di questo vino di lunga tradizione ma allostesso tempo la sua eleganza e la sua forte personalità”,come spiegato dallo studio HEERO che ha realizzato l’adver-tising. Si rinnova inoltre il sodalizio con Elisa Di Francisca,ambasciatrice del Verdicchio nel mondo, per il terzo annoconsecutivo vino bianco più premiato dalle principali guidedi settore. La campionessa jesina di scherma sarà, infatti, ilvolto della prima tranche della campagna dal claim “Classee tenacia” che vede affiancare le sue due passioni,Verdicchio e fioretto, in look black and white.“Classe e tenacia – ha detto Elisa Di Francisca – riassumonodue caratteristiche insite nel dna del Verdicchio e che neglianni hanno reso questo vino un grande campione. Aspetti incui mi riconosco pienamente, sono perciò orgogliosa di con-tinuare a promuovere in Italia e sulle pedane internazionali

questo vino così legato alla mia terra”.Per Alberto Mazzoni, direttore di IMT: “Per il terzo anno ilVerdicchio si conferma vino bianco campione d’Italia con61 riconoscimenti dalle principali guide italiane assegnati a27 aziende, pari a circa un terzo delle cantine che produco-no oltre 5mila bottiglie. Un risultato che premia la perseveran-za e gli investimenti fatti dai produttori in vigna e in cantina,grazie ai quali oggi abbiamo una qualità diffusa sul territorio.L’eccellenza è frutto di storie di carattere e di tenacia: dueelementi che contraddistinguono sia i nostri produttori che lanostra campionessa di scherma”.Tre i claim che affiancheranno le “Storie di carattere” delVerdicchio, ognuno dedicato a un aspetto diverso del terri-torio: ‘Classe e tenacia’ che conferma il primato delVerdicchio, vino bianco fermo più premiato d’Italia e il rinno-vato sodalizio con Elisa Di Francisca; seguiranno in unaseconda tranche i claim per il prodotto, “Prezioso per natu-ra”, e per il territorio, “Radici autentiche”. A “Storie di carattere” sarà infine ispirata anche la nuovapagina Facebook del Verdicchio, online da oggi: accantoalle ultime notizie sul bianco autoctono, la fanpage raccon-terà ogni settimana la storia di uno dei cento produttori diVerdicchio delle Marche – da Ampelio Bucci in poi - chehanno fatto, e stanno facendo, la storia di questo vino e neesprimono tutte le sfaccettature.

PRESENTATA LA NUOVA CAMPAGNA DEL VERDICCHIO

Vino & promozione . www.imtdoc.it

Elisa Di Francisca e Alberto Mazzoni

www.imtdoc.it

Presentato il Report 2015 di Sognus Spa: aumenta la raccolta differenziata e calano i costi per i cittadini

Nella bellissima cornice della Biblioteca La Fornace di Moie diMaiolati Spontini si è tenuta la presentazione del Report 2015 dellaSogenus Spa.

Dal 1989 Sogenus si occupa di raccolta, trasporto, recupero e smal-timento di rifiuti. Dal 2009 è divenuta una società per azioni a par-tecipazione interamente pubblica: appartiene al territorio e necura con professionalità e responsabilità il benessere ambientaleattraverso la realizzazione del servizio di raccolta differenziata per i12 Comuni della Vallesina, membri del CIS-Consorzio IntercomunaleServizi. Da più di vent’anni, inoltre, Sogenus gestisce la discarica "LaCornacchia", di proprietà del Comune di Maiolati Spontini (AN),impegnandosi, in linea con le direttive europee, nella prevenzionedei rifiuti, nel loro recupero e smaltimento nell'impianto come solu-zione residuale.Ha aperto l’incontro il Sindaco di Maiolati Spontini UmbertoDomizioli, che ha rilevato come “Tutta l’attività di Sogenus èimprontata a una totale trasparenza, oltre che al rispetto dell’am-biente e delle esigenze dei cittadini e delle imprese artigiane ecommerciali di tutto il territorio”. “Questo Report è la conferma – ha detto Eddi Ceccarelli,Presidente di Sogenus – che vogliamo 'stravolgere' il concetto diffu-so di discarica puntando su un'identità green e sempre più ecoso-stenibile. Ne è dimostrazione l’inaugurazione dell'Oasi della biodi-versità, l’avvio a conclusione dell'iter di approvazione del progettodi completamento dell'ampliamento dell'impianto, la cui attuazio-ne è resa necessaria per favorire in circa 8 anni la sua definitivachiusura, come deliberato dal Comune di Maiolati Spontini”.Finiti i saluti introduttivi, la presentazione dei dati è entrata nel vivocon le parole del Direttore Generale di Sogenus Spa MauroRagaini.“Prima di entrare nella specificità dei numeri – ha dichiaratoRagaini – lasciatemi dire che negli ultimi tempi è stata messa inpiedi una campagna di delegittimazione che ha creato appren-sione ingiustificata nei cittadini, negli addetti ai lavori e anchenegli stessi amministratori. Questa del Report 2015 rappresentaanche la nostra risposta agli attacchi ricevuti. La pubblicazionedei dati la cui veridicità è inconfutabile, potrà riportare alla realtàdei fatti senza possibilità di smentita o mistificazione. E tanto peressere ancora più chiari, ricordo a tutti, che la discarica è di pro-prietà del Comune di Maiolati Spontini e che la Sogenus Spa hacome soci i comuni per i quali svolge i propri servizi e ai quali giracospicui utili che servono anche per portare in pareggio, i bilancidelle singole amministrazioni”.“Come tutti saprete, presso la discarica sono smaltiti rifiuti urbani,rifiuti ingombranti, nonché rifiuti speciali non pericolosi e alcunecategorie di rifiuti speciali pericolosi provenienti prevalentementedalle Marche.

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TUTELA AMBIENTALE E SVILUPPO

DEL TERRITORIO

Dal 2009 Sogenus gestisce anche la raccolta differenzia-ta per i Comuni del CIS. Tra il 2012 e il 2014, la raccoltatotale di RSU avviati al recupero è cresciuta del 9,14%.La percentuale media di raccolta differenziata del CIS èha raggiunto nel 2014 il 58,74% con il Comune di MaiolatiSpontini che fa registrare il maggior quantitativo di RSUtotali raccolti e avviati a trattamento e recupero chesuperando 1 milione e 791 mila kg porta la raccolta dif-ferenziata al 67,58% avviato a recupero. SeguonoRosora, Castelbellino e Mergo nei quali, rispettivamente,sono stati raccolti e destinati a trattamento e recuperooltre 489 mila kg, pari a una raccolta differenziata del67,39% avviato al recupero, oltre 1 milione e 175 mila kg,pari al 66,74% avviato al recupero, e oltre 293 mila kg,pari al 65,61% avviato al recupero. Unico comune in dif-ficoltà è risultato San Paolo di Jesi che per una serie didifficoltà, non ultima la peculiarità del territorio, non èriuscito ad avere performance positive”.L’incremento della raccolta inviata a recupero ha por-tato in tutti i comuni del CIS a un’importante diminuzionedei costi di smaltimento in discarica comprensivi del-l’ecocontributo. Le ottime performance conseguitehanno permesso di limitare l’impatto dei costi di smalti-mento sulla TARI, mai superiori al 15%, con un notevolebeneficio per i contribuenti.“Di là dei numeri presentati che tutti potranno approfon-dire e, sui quali, siamo disponibili a dare qualsiasi chiari-mento – ha dichiarato Ragaini – ricordo che il lavoroprincipale che si svolge in discarica non é lo smaltimentodel rifiuto, ma la gestione ambientale di ben 54 ettari diterritorio che deve essere controllato, sorvegliato emanutenuto, perché occorre garantire che l’ambientecircostante la discarica sia il massimo della salubrità. Una moderna discarica non può più prescindere dalleproblematiche legate alla captazione e gestione delbiogas. Il sistema di captazione, trattamento e riutilizzodel biogas garantisce la sicurezza all’interno della disca-rica e nelle aree limitrofe, minimizza le emissioni, even-tualmente nocive, che possono esercitare un forteimpatto sulla popolazione e sull’ambiente e consente ilrecupero di una fonte di energia rinnovabile. In praticala captazione del biogas consente l’eliminazione delleemissioni odorose, portate dallo stesso quale prodottofinale della degradazione dei rifiuti organici.

I dati indicano che nell'ultimo triennio il biogas recupera-to è sceso da 7 a 4 milioni di metri cubi. La diminuzionederiva in parte dalle limitazioni di legge che non consen-tono il conferimento di alcuni materiali che produconobiogas in discarica e dall’aumento della raccolta diffe-renziata dell’umido”. Tale diminuzione ha comportato ilcalo della produzione di energia elettrica prodottadall’aspirazione del biogas”.Sempre a garanzia della salubrità dell’aria circostante ladiscarica “La Cornacchia” la Sogenus ha realizzato unaserie di monitoraggi tra cui il controllo delle emissioni inatmosfera, delle emissioni sonore, sulle emissioni odorosee organiche volatili, e sulle emissioni polverose. Tuttequeste verifiche hanno sempre riportato dati di molto aldi sotto delle soglie previste dalle specifiche normative.Sogenus ha anche voluto ripristinare il territorio utilizzatodall’impianto, creando all’interno dello stesso l’Oasidella Biodiversità che, inaugurata nel giugno del 2015,ha visto non solo la realizzazione del mero recuperodell’area, ma la realizzazione di un progetto che rendes-se l’ambiente ospitale e dall’elevato valore didattico eculturale, ricostruendo gli equilibri strutturali e funzionalidell’ecosistema e realizzando una copertura vegetalecon specie erbacee, arbustive e arboree che trovanosempre più difficoltà di sopravvivenza nei paesaggi agri-coli.Ulteriore fiore all’occhiello dei bio monitoraggi è statol’utilizzo delle api che rappresentano un ottimo indicato-re ambientale. Sono state installate delle arnie all’inter-no dell’impianto e le api sono state monitorate per 8anni. Non è stata rilevata alcuna presenza d’inquina-mento da fitofarmaci né il superamento dei valori di rife-rimento di metalli pesanti per le aree industrializzate(cadmio, nichel e piombo) sulle api e nel miele.“I dati che potere leggere e verificare all’interno delReport – ha terminato Ragaini – sono nel complessopositivi ma, convinti che il miglioramento continuo nonsia soltanto un proclama decantato dal sistema di certi-ficazione della qualità, ma un obiettivo da raggiungerecostantemente, sono convinto che il prossimo anno riu-sciremo a comunicare dati ancora più gratificanti pertutti coloro che lavorano in Sogenus e per i territori servitidall’azienda”.

Luigi Gagliardi

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Da sinistra: UmbertoDomizioli Sindaco diMaiolati Spontini, MauroRagaini direttore Sogenuse Eddi Ceccarelli presi-dente Sogenus

La mostra “Sculture” di Mirella Saluzzo tenutasi alla Rocca Roveresca diSenigallia dal 29 giugno al 29 agosto 2015, ha registrato oltre 20.000visitatori, un risultato di tutto rispetto che mette in luce due cose; la prima

è la valenza artistica della scultrice, la seconda è che la città di Senigallia riescea sviluppare le proprie attività di accoglienza ben oltre al turismo balneare.

Come abbiamo scritto anche nel precedente numero della nostra rivi-sta, la mostra “Sculture” non è stato un momento culturale legato esclu-sivamente alla scultura, infatti, nelle giornate del 28, 29 e 30 giugno si èorganizzato un workshop fotografico in cui la tridimensionalità plasticadella scultura è divenuta il tema di riferimento dell’arte fotografica.Questo interessante progetto di “crossboarding” è frutto di un’idea diGabriele Costantini proposta ed elaborata dalla scultrice e dal profCarlo Emanuele Bugatti, direttore del Musinf. L’iniziativa è stata realizzatain collaborazione con il Museo Comunale d’Arte Modernadell’Informazione e della Fotografia di Senigallia e la casa editriceGabbiano di Ancona. Riferendosi alle esperienze già svolte alla Biennaledi Venezia e presso grandi istituzioni museali internazionali, i fotografichiamati a cimentarsi in questo lavoro sono stati: Stefano Bascone,Roberto Grassi, Patrizia Lo Conte, Marco Mandolini, Anna Mencaroni,Alfonso Napolitano, Stefania Ronchini. Alcuni scatti realizzati durantequesta 3 giorni sono stati pubblicati in appendice al catalogo dellamostra di Mirella Saluzzo, che è stato presentato alla stampa e al pubbli-co il 29 luglio 2015.

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MIRELLA SALUZZO

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20.000 visitatori per la mostra “Sculture”,workshop fotografico, catalogo e dueistallazioni saldano il rapporto fra l’artistaravennate e il territorio marchigiano

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E LE MARCHE

Chi è Mirella SaluzzoNasce ad Alassio (SV), vive e lavora a Ravenna e Milano. Studia lingue, viaggia e soggiorna per lungo tempo inGermania e Inghilterra. Rientrata in Italia si diploma all’Accademia di Brera a Milano alla fine degli anni ’70. Hacome maestri Luigi Veronesi, Guido Ballo e Luciano Caramel, la cui amicizia e frequentazione è di particolareimportanza per la sua formazione. Inizia a esporre nei primissimi anni ’80: sono gli anni del colore, delle granditele e delle opere in terracotta che ha imparato ad amare negli anni vissuti ad Albissola; sono anche gli annidegli inviti a Figure dallo sfondo, Galleria d’Arte Moderna di Ferrara nel 1984 e XIII Premio Gallarate nel 1985,la cui opera è entrata a far parte della collezione del museo. L’interesse per la scultura si fa sempre più pressantee nel corso degli anni ’90 porta avanti la sua ricerca sperimentando l’utilizzo di vari materiali, anche assemblatitra loro. Il lavoro svolto dal 1989 al 2003, viene documentato nella personale, curata da L. Caramel, alla Roccadi Riolo Terme, in occasione della sua riapertura al pubblico dopo anni di restauri.Nel 2005 è invitata alla XIV Quadriennale di Roma e la sua opera Uscita di insicurezza è ora parte della collezionedella Fondazione stessa a Villa Carpegna. Dagli anni 2000 utilizza principalmente la lamiera d’alluminio per rea-lizzare opere anche di grandi dimensioni, la cui superficie viene incisa, graffiata, spazzolata con varie tecnicheallo scopo di ottenere rimandi dinamici di luce ed ombra. Continua ad esporre ininterrottamente in mostre col-lettive e personali dagli anni ’80. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.Hanno scritto di leiG. M. Accame, B. Bandini, M. Bonicatti, G. Bonomi, R. Bossaglia, C. E. Bugatti,L. Caramel, T. Carpentieri, M. Campitelli, C. Cerritelli,W. Guadagnini, G. Guberti, P. Levi, A. Madesani, M. Mojana,G. Papi, M. Pasqua, M. Pasquali, F. Pola, E. Pontiggia, E. Pozzetti,P. Serra, S. Simoni, C. Spadoni, A. Veca, M. Zanelli.P

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Ma vi è di più. Mostra, workshop fotograficoe catalogo sono stati gli elementi primi chehanno portato all’inaugurazione di bendue istallazioni dell’artista ravennate sul ter-ritorio marchigiano e, nello specifico, nelComune di Trecastelli e in quello diSenigallia. “Sono molto contenta – hadichiarato Mirella Saluzzo – di contribuirealla valorizzazione del patrimonio monu-mentale delle Marche. La mia mostra per-sonale nella Rocca Roveresca di questaestate è stata per me un’esperienza moltopositiva non solo per la bella sede messamia disposizione, ma anche per i rapportiumani che nel frattempo si sono instaurati”.E proprio grazie a questi rapporti e alla lun-gimiranza delle amministrazioni di Senigallia

e Trecastelli che oggi tutti possono ammirare le sculture “Raccoglitore di Suoni” e “Colpo di Vento”.La prima è stata posta nel cortile del Villino Romualdo a Ripe (AN), luogo deputato al museo dedicato alla pittrice NoriDe’Nobili, ma dove anche troviamo il Centro Studi sulla Donna nelle Arti Visive Contemporanee. Oggi “Raccoglitore diSuoni” è il simbolo iconografico di questo luogo di cultura ed è stato inaugurato il 5 dicembre 2015 in occasione dellapresentazione della mostra “Dedicato a Nori – 22 artiste per Nori De’Nobili”, un’esposizione che ha rappresentato unatappa molto importante per il Museo di Trecastelli, realizzata in collaborazione con il Museo Alda Merini di Milano. Inmostra si sono potute ammirare le opere delle artiste del Museo Alda Merini di Milano e dell’Accademia di Brera, chehanno realizzato significativi lavori ispirati alle due figure femminili protagoniste: Nori De’ Nobili e Alda Merini. Il progetto,patrocinato dal Senato della Repubblica, sostenuto dalla Regione Marche e dall’Assessorato alle Pari OpportunitàRegione Marche, è nato con la volontà di rivolgere particolare attenzione alle arti e alla creatività al femminile, met-tendo a confronto due singolari donne artiste; la pittrice marchigiana Nori De’ Nobili e la poetessa milanese Alda Merini.“Colpo di Vento” è stata collocata, invece, nell’Area Archeologica e Museo la Fenice a Senigallia ed è stata svelataalla cittadinanza domenica 27 dicembre 2015. L’opera della Saluzzo è andata ad arricchire Il patrimonio artistico monu-mentale della città di Senigallia. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti: Maurizio Mangialardi sindaco diSenigallia, Simonetta Bucari assessore alla cultura del Comune di Senigallia, Carlo Emanuele Bugatti direttore del MUSINFe l’artista Mirella Saluzzo. “Siamo contenti di questo dono che Mirella Saluzzo ha voluto fare alla nostra città – ha dichiarato nell’occasione il sin-daco Mangialardi - che andrà a impreziosire il patrimonio artistico di Senigallia, e in particolare un’area di grande pre-stigio culturale come quella archeologica. Questa ultima meritava un evento così importante in quanto può e deveessere sempre più al centro di momenti e manifestazioni culturali che riguardano la nostra città. Una bellissima scultura“Colpo di Vento”, ben contestualizzata che rimarrà qui a disposizione di tutti i visitatori come un messaggio che ha in séil contenuto di comunicare un dialogo fra antico e moderno. Un dono che salda ulteriormente il legame tra la nostracittà e quest’artista, sbocciato la scorsa estate in occasione della sua mostra “Sculture”, curata da Giorgio Bonomi eallestita nella Rocca Roveresca”.

Simona Zava

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A sinistra l’opera di Mirella Saluzzo:“Raccoglitore di Suoni” inaugurata il 5 dicembre 2015 è oggi il simbolo iconografico del Villino Romualdo a Ripe,Trecastelli (AN), luogo deputato al museodedicato alla pittrice Nori De’Nobili, ma dovetroviamo anche il Centro Studi sulla Donnanelle Arti Visive Contemporanee.Sotto: la scultura “Colpo di Vento” inaugurata il 27 dicembre 2015. L’opera si trova nell’Area Archeologica e Museo la Fenice di Senigallia ed è andata ad arricchire il patrimonio artistico monumentale della città. Da destra: Simonetta Bucari assessore alla cultura del Comune di Senigallia, Mirella Saluzzo, Maurizio Mangialardi sindacodi Senigallia, Fabrizio Volpini consigliereRegione Marche, la Senatrice Silvana Amati e Carlo Emanuele Bugatti direttore del MUSINF

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La ricerca continua di Mirella Saluzzo nelle stanze della Rocca Roveresca di Senigallia siè contraddistinta da sculture caratterizzate dal movimento d’imponenti spirali, chehanno alternato forti vibrazioni di alluminio e rame a delicati e poetici rilievi su carta. Tuttociò ha concesso ai fotografi del Museo Comunale d’Arte Moderna dell’Informazione edella Fotografia di Senigallia, in collaborazione con la Casa Editrice Gabbiano, l’oppor-tunità di realizzare uno stimolante workshop fotografico, con la viva partecipazione alprogetto della scultrice stessa e del Direttore del Museo, Prof. Carlo Emanuele Bugatti. Leopere della Saluzzo sono state motivo di rielaborazione da parte dei fotografi invitati aconfrontarsi per dare vita ad altre opere d’arte. Un dettaglio sfumato e poetico è l’ope-ra nata dallo scatto di Stefano Bascone, mentre torsioni metalliche che volgono all’infi-nito sono state il pensiero di Roberto Grassi. Patrizia Lo Conte ha interpretato la materiacome figlia di due elementi fondamentali: il fuoco e l’acqua, che hanno plasmato lamateria stessa in nuova vita. Marco Mandolini ha accostato l’energia del lavoro alla leg-gerezza della forza, elevando all’Olimpo i segni lasciati dall’artista, come fossero mes-saggi in codice. Anna Mencaroni ha interpretato l’opera della Saluzzo come mura anti-che ed enigmatiche, insormontabili nella loro instancabile resistenza. Alfonso Napolitanoha catturato particolari in uno scatto, per restituirci segni che tentano di parlare, gridaree pregare. Stefania Ronchini ha giocato con gli opposti, portando l’attenzione su luci eombre, per esaltare una visione spirituale di “Eteree Sculture”. La tridimensionalità plasti-ca delle opere di Mirella Saluzzo è stata motivo d’ispirazione dell’arte fotografica con-temporanea, come un elogio alla capacità di rielaborare sensazioni ed emozioni maanche materia e forma: arte genera arte.

S. Z.

Roberto Bascone

Alfonso Napolitano Stefania Ronchini

Roberto Grassi

Patrizia Lo Conte

Marco Mandolini Anna Mencaroli

ANALISI DEL WORKSHOP FOTOGRAFICO

Grande successo di pubblico per il senigallieseche si racconta in un’intervista a 360 gradi

Al pubblico di Zara si è presentato con le attrazioni urbane ereportage fotografici di Roma, Milano, Dubai, Abu Dhabi,Napoli e in quest'occasione anche con i reportage urbani di

Zara, specialmente di Višnjik, dove ha fotografato l'impianto spor-tivo di Krešimir Ćosić e il palazzo banca OTP.

Mirko Silvestrini è un fotografo freelance impegnato in diversisettori come la fotografia artistica, architettonica, da palcoe il reportage. Senigalliese di nascita, Silvestrini riceve il suoimprinting fotografico grazie al “Gruppo Misa” (Cavalli,Branzi, Ferroni, Giacomelli). Formatosi fotograficamentepresso il MUSINF (Museo Comunale di Arte Moderna,dell’Informazione e della Fotografia di Senigallia) el'Associazione senigalliese Sena Nova, collabora con alcunistudi di Architettura a Dubai. Ha pubblicato su riviste nazio-nali alcuni reportage fra cui la protesta degli studenti diTaiwan, 2014 e l’alluvione di Senigallia, 2014. Ha pubblicatole foto artistiche per diverse case editrici. Nel 2015 una suafoto è stata inclusa nell’ultimo libro di storia e critica fotogra-fica del Prof. Enzo Carli dal titolo “Quella porta sullo sguardo.Viaggio breve nella fotografia artistica italiana”. Oltre adessere fotografo artistico e ricercatore, Silvestrini è anche psi-cologo specializzato nella terapia del dolore e pianista.In ogni suo scatto c'è uno strano silenzio luminoso che intan-to rappresenta una composizione astratta, metafisica. Per ildirettore della galleria Zoran apo questa mostra è ancorauna conferma che “Zara è una città molto attenta alla foto-grafia poiché molte aperture di mostre di quadri sono moltomeno visitate di questa presso la galleria Zadart”. Il maestrodella fotografia di Zara Željko Karavida ha dichiarato chequesta mostra “E’ il frutto di una collaborazione tra l'associa-zione Zadart e l'associazione Rovereschi di Senigallia con cuiZadart che ha portato al raggiungimento di traguardi con-

siderevoli. Alla realizzazione di questa mostra ha contribuitomolto la zaratina Viktorija Maruši che vive a Senigallia.Abbiamo incontrato il Silvestrini a Senigallia, sua città d’origi-ne.Qual è il tema centrale delle tue foto?“L’architettura urbana come espressione (a volte anchecaricaturale) del sistema. A livello sociale, l’architettura rap-presenta la storia dei popoli, le ideologie, il loro modo distare al mondo ma, nel contempo, esprime e incoraggiadesideri, illusioni e prospettive future e/o futuribili. Secondol’antropologo Marc Augé, l’architettura sembra restituire ilsenso del tempo e parlarci di quello che verrà. A livello per-sonale, le mura delle città diventano uno schermo sul qualeproiettare emozioni, desideri, inquietudini tutte individuali esoggettive. Nel libro “ Le Città invisibili” Italo Calvino scriveche: “D’una città non godi le sette o le settantasette mera-viglie, ma la risposta che dà alla tua domanda”. In questamostra, che ha avuto luogo nel Settembre scorso nella gal-leria d’arte Zadart (situata nel cuore del centro storico diZara) ho esposto scatti di Dubai, Abu Dhabi, Milano, Roma,Napoli e di Zara”.Cosa ti spinge a fare questo tipo di foto?“Ho iniziato a seguito di un periodo di smarrimento persona-le e di delusione nei riguardi del contesto italiano, le sue isti-tuzioni, i suoi palazzi. L’Italia contemporanea, con la sua crisidi valori e d’identità, mi sembrava così indifferente e priva diopportunità. Decisi di sviluppare una personale visione deimiei ambienti, della mia quotidianità, partendo propriodalla mia città, Senigallia. Da allora ho iniziato a sviluppareun linguaggio espressivo basato su codici capaci di stimolar-mi, divertirmi ma soprattutto, di strutturare un nuovo rappor-to, tutto personale e pro-attivo con l’ambiente che mi cir-conda. Insomma, una specie di psicoterapia o, per meglio

MIRKO SILVESTRINIESPONE A ZARA

Roma Dubai Milano

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dire, una fototerapia”.Che tipo di linguaggio adotti nelle foto?“Queste foto rappresentano un tentativo di tradurre inimmagini tre elementi cardine della musica, in altre parolel’armonia, il ritmo e le frequenze sonore. Ciò che ne scatu-risce sarebbe una sinestesia, ossia la lettura di un fenome-no sensoriale - le immagini - utilizzando categorie di undiverso canale sensoriale - l’udito. Concepisco le fotocome composizioni musicali, partiture. Normalmentequando scatto ascoltando jazz.Nella lettura delle foto non bisogna fare troppo affidamen-

to al linguaggio verbale. Credo che il linguaggio pre-ver-bale delle forme, del ritmo e dei colori sia il principale codi-ce da utilizzarsi. Ho notato che i bambini in età pre scolareo delle elementari apprezzano particolarmente questogenere di scatto … oltre al bambino che c’è in me! C’è uninteressante dibatto neuroscientifico a tal riguardo”.E per il prossimo futuro?“La medesima organizzazione che mi ha ospitato a Zaram’inviterà a esporre alcune foto a Rijeka, la vecchia cittàistriana di Fiume, entro la fine dell’anno”.

G.C.

Chi è Mirko SilvestriniMirko Silvestrini è uno psicologo clinico, dottore in ricerca specializzato nel dolore cronico eneuroscienze, psicoterapeuta biosistemico in formazione, musicista e fotografo freelance. Ilsuo approccio multidisciplinare lo ha sempre più avvicinato a uno sguardo “complesso” sulmondo e a un pensiero “sistemico”. Quello della “complessità” è dunque il paradigma di rife-rimento che di volta in volta utilizza nel contestualizzarsi nel flusso del quotidiano e nel con-fronto con esso. I ritmi, le armonie, le frequenze sono i comuni denominatori che Silvestrinicostantemente tenta di rintracciare nelle sue diverse aree d’interesse, la salute, la patologia,la fotografia, la musica. Infatti, sul versante della fotografia, gli aspetti astratti e architettonicisono quelli che fino ad ora hanno maggiormente stimolato la sua creatività. Mirko fotografaper studi di architettura a Dubai e nel sud-est asiatico ma lavora anche nella stage photogra-phy e nel reportage.Le sue “urban abstract photos” s’ispirano alle “Città Invisibili” di Italo Calvino. Perdersi neiquartieri sconosciuti di città remote è la chiave per comprendere le città che aveva visitato pergiungere fin là, questa era la risposta immaginata da Marco Polo alla domanda di Kublai Kanimperatore melanconico dei Tartari. Il viaggio verso l’ignoto come narrazione del proprio pas-sato soggetto a continue trascrizioni secondo le traiettorie del presente, delle città visitate.

Mirko Silvestrini Urban Photographer

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Un grandissimo successo di pubblico, quasi 400persone, alla presentazione del libro Marche Chef“oli monovarietali e vini marchigiani protagonisti

dei piatti di 100 chef”. L’evento si è tenuto domenica 29novembre 2015 alla Rotonda di Senigallia. La “prima” diun’opera libraria, ma che è stato anche un momento diapprofondimento e dibattito sulle questioni concernenti ilnutrizionismo.

La tavola rotonda ha visto la partecipazione diMaurizio Mangialardi Sindaco di Senigallia e FirminaBacchiocchi Dirigente Scolastico Istituto Panzini diSenigallia. Gli interventi di carattere tecnico sonostati affidati ad Alberto Mazzoni Direttore dell'IstitutoMarchigiano Tutela Vini, Barbara Alfei ASSAM,Domenico Balducci Presidente AIS Marche,Claudio Gasparini chef docente Istituto Panzini diSenigallia e Luca Santini chef PresidenteAssociazione Provinciale Cuochi Ancona e docen-te Istituto Panzini di Senigallia. “La presentazione diun’opera così prestigiosa a Senigallia – ha dichiara-to il Sindaco Mangialardi – conferma sempre più ilruolo centrale delle politiche turistiche della nostracittà legate alla destagionalizzazione e alla culturaenogastronomica. Un tema, quello dell’olio extravergine di oliva monovarietale che è oggi di gran-de attualità, anche alla luce dei recenti fatti di cro-naca che hanno visto ben 7 aziende italiane pro-

SOLD OUT ALLA PRESENTAZIONE DI MARCHE CHEF

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L’evento di presentazione dell’opera libraria ideato dall’AssociazioneProvinciale Cuochi Ancona di domenica 29 novembre 2015 alla Rotonda diSenigallia ha visto la partecipazione di quasi 400 ospiti. A termine del dibattito èstato possibile degustare gratuitamente pietanze a base di olio monovarietaleabbinate ad alcune grandi DOC, tutto rigorosamente Made in Marche

Da sinistra: Maurizio Mangialardi sindaco di Senigallia,Gabriele Costantini, Firmina Bacchiocchi Dirigente ScolasticoIstituto Panzini di Senigallia

duttrici di olio accusate di avere messo in venditabottiglie di extravergine che in realtà non lo era,quindi meno costoso nel processo di produzione edi qualità inferiore”. “Questo nuovo volume – ha affermato AlbertoMazzoni – è il racconto dell’integrazione tra vino,cibo, olio extravergine monovarietale, narrata daimigliori interpreti della nostra terra. Solo così si creaun unico prodotto, un’unica esperienza, in gradodi portare alta l’immagine e il percepito del madein Marche nel mondo. A ognuna delle 100 ricetteraccontate dai 100 chef è abbinato un vino, inogni sua sfaccettatura. Ogni abbinamento diven-ta così espressione di terroir e di peculiarità dellenostre produzioni: un’unicità resa possibile solo gra-zie una crescita fortissima del sistema dagli anniOttanta ai giorni nostri grazie al lavoro costante einstancabile di produttori ed enologi sulle nostre 20denominazioni. Puntando sui vitigni autoctoni e

sulla diversità del territorio abbiamo raggiuntonegli anni risultati impensabili, senza abbandonarcia prodotti facili di largo consumo”. “L’Associazione Provinciale Cuochi Ancona ha for-temente creduto in questo progetto editoriale –ha detto Luca Santini – perché l’olio monovarieta-le può e deve diventare elemento sostanziale deipiatti che sono proposti nei ristoranti di tutto ilmondo. L’extravergine d’oliva non può essere piùpensato come a un elemento che “unge” il piatto,l’olio di qualità è oggi principio imprescindibile diogni ricetta. E’ necessario, a nostro avviso, fareinformazione sull’argomento, al fine di creare unacultura diffusa su queste questioni. Questo proces-so può prendere slancio proprio dal mondo delleassociazioni e della scuola, così che l’olio mono-varietale possa occupare il posto autorevole chegli spetta all’interno della Cucina Italiana”.

Gabriele Costantini

Enogastronomia. www.adriaco.eu 43

Marche Chef “oli monovarietali e vini marchigiani protagonisti dei piatti di 100 chef”La pubblicazione scritta in lingua italiana e inglese editatadalla casa editrice Gabbiano di Ancona ha l’obiettivo diportare a sintesi il vincente trinomio della produzionedell’olio monovarietale, del vino autoctono e della gastro-nomia. 100 ricette realizzate da altrettanti chef marchi-giani che lavorano nelle Marche, in Italia e nel mondo. Unreale connubio tra la ricerca, l’elaborazione e la prepara-zione di ricette esaltate con oli monovarietali che, grazieall’abbinamento alle grandi DOC marchigiane, rendonounica la proposta gastronomica. Tutto questo dà originea un unicum che si concretizza in una ricetta che tutelala biodiversità marchigiana e crea un vero e propriosegno distintivo rispetto alle produzioni massificate eomologate che il mercato internazionale vorrebbe impor-re. Un viaggio che porterà il lettore a un nuovo livello dicondivisione e conoscenza di questi straordinari fruttidella terra.

Da sinistra: DomenicoBalducci, presidente AISMarche, Luca Santini chefPresidente AssociazioneProvinciale Cuochi Ancona e docente Istituto Panzini di Senigallia, Alberto MazzoniDirettore dell'IstitutoMarchigiano Tutela Vini,Barbara Alfei ASSAM, Claudio Gasparini chefdocente Istituto Panzini di Senigallia, Marco Mandolini e Gabriele Costantini

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Da un rapporto della Confartigianato risulta che in Basilicata, nel 2014erano presenti ben 383 aziende del settore della comunicazione e di que-ste, quattro su cinque sono quelle on-line e si suddividono tra le 240 dellaprovincia di Potenza e le 143 di quella di Matera. Al primo posto le attivitàprofessionali, scientifiche e tecniche (147) seguite da quelle di stampa eriproduzione di supporti registrati (124) e di servizi d’informazione (63). Secondo il rapporto di Confartigianato, il 55,8% degli internauti italiani uti-lizza il web per informarsi e, a sorpresa, la media nazionale è superatadagli over 75 con una quota del 66,9% dei ‘navigatori’ più anziani chelegge on line news, giornali e periodici. L’uso del web per scaricare e leg-gere libri riguarda invece soltanto il 15,6% degli utenti di Internet. Un valoreche sale al 21,9% per gli internauti tra 18 e 19 anni. Il telefono cellulare èl’oggetto tecnologico più diffuso tra gli italiani: il 93,6% delle famiglie nepossiede almeno uno. Seguono il personal computer, a disposizione del63,2% delle famiglie, il telefono cellulare connesso a Internet (54%), lamacchina fotografica digitale (50,8%). Notevolmente meno diffusi, anchese in crescita, gli e-book, in possesso del 6,8% delle famiglie.

BASILICATA: 383IMPRESE DELLACOMUNICAZIONE

CALABRIA: AUTORITÀPORTUALE UNICA

Continua la fase recupero dell’economia partita nel 2014 dal Centro-Norde che con un ritardo di un anno, si percepisce nel Sud e nelle Isole. È quanto emerge dall'edizione numero 29 del Report Sud, il rapporto seme-strale previsionale sull'economia del Mezzogiorno, realizzato da DisteConsulting in collaborazione con l’Università degli studi di Palermo."Non significa ci siamo messi alle spalle la crisi - spiega il professore PietroBusetta Università degli Studi di Palermo, Isesst -. I cenni di risveglio proven-gono principalmente dall'occupazione: nel primo semestre dell'anno è cre-sciuta su base tendenziale di oltre 60 mila unità, registrando un incrementodell'1,1% a fronte di un +0,4% nel Centro/Nord. Contestualmente, il tasso didisoccupazione è sceso al 20,3% nel Sud/Isole e al 9,4% nell'altra area. "Leprevisioni 2015 - spiega il presidente Diste Consulting Alessandro La Monica- stimano un incremento del prodotto interno lordo dell'area meridionale einsulare prossimo allo 0,3%, dopo la flessione dell'1,5% dell'anno preceden-te. Il Pil del Centro/Nord, reduce da un +0,3% nel 2014, si prevede che cre-scerà quest'anno dello 0,8%".

SICILIA: IL MEZZOGIORNO TORNA A CRESCERE, MA LA CRISI C’È

L’assessore ai Trasporti del comune di Reggio Calabria, Agata Quattrone, si èdetto d’accordo con la linea ministeriale di ridisegno delle autorità portuali.“Le potenzialità delle port authority di Messina e di Reggio-Gioia Tauro – dadetto Quattrone - hanno, infatti, la possibilità di esprimersi a pieno solo in unavisione regionale per motivi geografici, economici e logistici. Con Messina, èchiaro, dovremo saper alimentare la giusta cooperazione”. Un’idea, quella dell’assessore ai Trasporti, condivisa anche dal consigliereDelegato alla Città Metropolitana di Reggio Calabria Riccardo Mauro cherafforza l’idea del progetto dell’Area dello Stretto. “In questo ambito – hacommentato Mauro – riveste valore strategico la cooperazione tra i Comunidell’area e in particolare l’azione di coordinamento delle politiche di trasportopubblico locale e di attraversamento dello Stretto. La nascita della CittàMetropolitana – ha aggiunto – è un fatto che non può non generare impor-tanti conseguenze anche sul piano del traasporto. Prevedere la nascita diun’autorità portuale regionale sotto l’egida del Porto core di Gioia Tauro rap-presenta dunque nient’altro che la conseguenza naturale della vocazione dicrescita del sistema portuale della Città Metropolitana”.

Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, ha inaugurato i primigiorni di dicembre la piattaforma logistica del porto di Taranto. Il progetto, rite-nuto strategico e di preminente interesse nazionale, migliorerà la dotazioneinfrastrutturale complessiva del porto e garantirà i servizi nel campo della logisti-ca integrata.Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri anche il presidente della RegionePuglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, il commissariodell'Autorità portuale Sergio Prete. Il progetto, frutto di un project financing di219 milioni di euro, rientra nella realizzazione dei lavori di Piastra Logistica integra-ta insieme all'ampliamento del quarto sporgente e della darsena a ovest delquarto sporgente. “La Puglia ha un sistema portuale di assoluta rilevanza e quin-di che le Authority siano due o una non è un problema – ha detto Delrio, parlan-do con i giornalisti a margine dell’inaugurazione -. Il problema è riempire i portidi lavori e di economia perché la Puglia può, attraverso i suoi porti, avere unosviluppo molto importante. La riforma mira intanto a far partire i lavori program-mati. Qui a Taranto abbiamo fatto un progresso enorme in quest’anno. Nel 2016tornerà a essere uno dei porti più importanti del Mediterraneo e io sono moltosoddisfatto di questi lavori”.

PUGLIA: INAUGURATALA PIATTAFORMA

LOGISTICA DI TARANTO

In tema di dotazione infrastrutturale la Basilicata si colloca al 184°posto su 270 regioni europee e in tema di accessibilità regionale è alpenultimo posto in Italia. Entrando nel dettaglio, la prima graduatoria,quella della dotazione, se calata nel contesto nazionale, piazza il ter-ritorio lucano al 18° posto; gli fanno compagnia, tra le ultime 8, quasitutti regioni del Sud, isole comprese: Sardegna, Calabria, Sicilia,Molise, Puglia e Abruzzo. Tra loro spunta anche un territorio del centronord: la regione Marche. Sono questi i risultati che emergono dal rapporto “Problemi e prospet-tive dei trasporti e della logistica in Italia” realizzato dall’ufficio studi diConfcommercio in collaborazione con Isfort. Va ricordato che per accessibilità s’intende l’indicatore che misura lafacilità di raggiungere determinati territori, utilizzando le dotazioniinfrastrutturali esistenti. Quest’indicatore come si evince dallo studio èdiscendente da Nord verso Sud. Un’elevata criticità si registra in parti-colare nell’area tra Molise, Abruzzo, Marche, Umbria, fino a giungerealla Toscana e all’Emilia Romagna. Qui alla presenza di distretti pro-duttivi specializzati nella manifattura, si contrappone un livello diaccessibilità alla rete logistica al di sotto della media. Difficoltà che siriflettono anche sulle estensioni meridionali più profonde della dorsaleadriatica che toccano sistemi locali forti della Puglia e della Basilicata.

MOLISE: AGLI ULTIMIPOSTI IN EUORPA E IN ITALIA PER LE INFRASTRUTTURE

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“Il cammino della Macroregione Adriatico-Ionica sulle tracce dell'Ipa AdriaticCbc" è il titolo del convegno - organizzato dalla Regione Abruzzo - che si è svoltoa bordo della fregata "Maestrale" nel porto di Ortona.“Abbiamo voluto, non a caso - ha detto il presidente della Regione LucianoD'Alfonso - affrontare queste tematiche oggi sulla Maestrale in contemporaneacon le votazioni sulla strategia per la Macroregione Adriatico-Ionica e sull'emen-damento che dovrebbe portare l'Abruzzo nelle reti di trasporto transnazionali Ten-T. Quello della Macroregione Adriatico-Ionica é un progetto che ci vede forte-mente motivati e in prima linea al fianco della Regione Marche che é stata laprima a credere in quest’opportunità e la Croazia che rappresenta in questo sensoun partner privilegiato anche nella difesa delle nostre coste”.Fra i relatori del convegno il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli:“Abbiamo lavorato 15 anni per il riconoscimento della Macroregione ora dobbia-mo dare il via a una seconda fase massimizzando gli obiettivi dell’intera area eguardando a una condivisione generale”.Il presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti, anche luiintervenuto al convegno, ha rilevato l’esigenza di inserire, tra gli obiettivi da perse-guire nell'ambito della Macroregione Adriatico-Ionica, la realizzazione di un corri-doio orizzontale europeo marino fra Ortona (Chieti) e Civitavecchia (Roma)”.

ABRUZZO: INSIEMEALLE MARCHE PERLA MACROREGIONE

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Luciano D’Alfonso

GrazianoDelrio

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La qualità del lavoro non migliora a fronte di una maggior dinamicità della domanda inquanto il processo di stabilizzazione rimane più formale che sostanziale, a causa dei recentiinterventi normativi e le diverse forme contrattuali discontinue sono sostituite dall'esponen-ziale crescita dei voucher. È quanto emerge dal terzo rapporto Ires-Cgil sull'economia e illavoro in Emilia Romagna. Le stesse condizioni economiche e sociali delle famiglie, cheemerge dallo studio, risentono gravemente del perdurare della crisi. Anche se l'EmiliaRomagna continua a godere, da questo punto di vista, di uno status molto migliore rispettoalla media nazionale, tuttavia la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie ha fatto cre-scere la quota di nuclei familiari che dichiarano di non essere in grado di far fronte a speseimpreviste. Grande quindi, secondo il rapporto Ires, è il grado d’incertezza che caratterizzaancora in questo momento sia la crescita del sistema economico, sia le dinamiche socialie occupazionali del territorio emiliano-romagnolo.

EMILIA ROMAGNA:BOOM VOUCHER

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La giovane società sammarinese specializzata nella realizzazione di applica-zioni mobile per smartphone e tablet, Mr. APPs srl, è stata scelta come testi-monial della 15a edizione di Nuove Idee Nuove Imprese. Nato nel 2002 su ini-ziativa della Fondazione CARIM a cui si sono affiancati enti della Provincia diRimini e della Repubblica di San Marino, il progetto Nuove Idee NuoveImprese si sviluppa per formare giovani imprenditori e rendere idee impren-ditoriali vere e proprie aziende. Il primo premio prevede un compenso di €20.000, il secondo di €12.000 e infine il terzo di € 6.000. Nel 2013, Mr. APPs arri-vò al secondo posto con l’innovativo progetto “La mia App”, un pratico ser-vizio rivolto alle piccole e medie imprese che permette di poter realizzare lapropria app mobile nativa iOS e Android per raccontare la propria storia,mettere in mostra i propri prodotti/servizi e comunicare novità, promozionied eventi direttamente sullo smartphone dei propri clienti.“Siamo orgogliosi di essere stati scelti come testimonial della prossima edizio-ne di Nuove Idee Nuove Imprese e poter rappresentare questo fantasticoconcorso rivolto a chiunque abbia il coraggio e la volontà di avviare unapropria azienda. È stata per noi un’esperienza estremamente utile e forma-tiva che ci ha permesso di affacciarsi al mondo dell’imprenditoria con mag-giore competenza e fiducia”.

SAN MARINO: MR. APPS TESTIMONIAL DI NUOVE IDEE E NUOVE IMPRESE

Dopo tre anni di flessione, nella prima parte del 2015 l’attività economicadell’Umbria ha mostrato segnali di recupero. La moderata ripresa della domandainterna si è accompagnata a un’espansione delle esportazioni. Nei primi nove mesidell’anno l’attività industriale ha evidenziato una tendenza positiva, estesa a tutti iprincipali settori di specializzazione. Nell’edilizia è proseguita la contrazione dei livelliproduttivi, in particolare per gli operatori di maggiori dimensioni; le attività di ristruttu-razione hanno tuttavia evidenziato alcuni segnali positivi. La ripresa dei consumidelle famiglie si è riflessa in un lieve incremento delle vendite al dettaglio. Sono ulte-riormente aumentati i flussi turistici, soprattutto di visitatori stranieri. La crescita dell’oc-cupazione rilevata dalla metà dello scorso anno si è intensificata, in presenza di unincremento rilevante delle assunzioni a tempo indeterminato. L’aumento del nume-ro di persone in cerca di lavoro ha però determinato una sostanziale stazionarietàdel tasso di disoccupazione. Nel corso del 2015 il credito concesso da banche esocietà finanziarie a residenti umbri ha ripreso ad aumentare. L’espansione ha bene-ficiato del miglioramento congiunturale e ha coinvolto principalmente le imprese egli intermediari di maggiori dimensioni.

UMBRIA: SEGNALI

DI RECUPERO ECONOMICO

Le Confindustria di Padova e Vicenza e Unindustria Treviso rinnovano l’accordocon FriulAdria Crédit Agricole per l’assistenza finanziaria e prestiti agevolati perinvestimenti con un plafond di 100 milioni di euro per le 6 mila imprese associatealle associazioni industriali delle tre province venete. La banca con sede aPordenone ha erogato nei primi sei mesi di sperimentazione dell’accordo 45milioni di euro, di cui 10 milioni alle aziende padovane, 10 milioni alle aziendevicentine e 25 milioni a quelle trevigiane.La collaborazione con FriulAdria consente alle pmi associate a Confindustria eUnindustria nelle tre province di continuare ad accedere a liquidità a breve ter-mine (ad esempio per far fronte ai pagamenti di metà e fine anno come quat-tordicesime, tredicesime e imposte), e a credito agevolato per investimenti pro-duttivi ed esigenze finanziarie aziendali anche attraverso il plafond Beni strumen-tali (la “nuova Sabatini”) che prevede un contributo da parte del Ministero delloSviluppo economico. Un pacchetto specifico è dedicato all’agroindustria: c’èuna specifica linea di credito per l’anticipo dei contributi comunitari erogati dalPiano di Sviluppo Rurale della Regione Veneto, i cui bandi sono d’imminenteapertura.

VENETO: CREDITO DA 100 MILIONI

ALLE PMI

"La Regione Lombardia vuole dimostrare con i fatti e non solocon le parole di essere al fianco dei familiari delle vittime dellacriminalità. Di recente, in Giunta, sono stati approvati i criterid'accesso al fondo da 100.000 euro volto a sostenere assistenzalegale ed emergenze economiche che derivano dalla perditadi un proprio caro". Queste le parole con cui Simona Bordonali,assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile eImmigrazione, ha presentato l’iniziativa. Per quanto riguarda l'as-sistenza legale, il contributo è riconosciuto, sul singolo procedi-mento giudiziario, a rimborso delle spese e degli onorari sostenu-ti, nella misura dell'80% del loro importo e comunque nel limitemassimo complessivo di 20.000 euro. La domanda di contributoper emergenze economiche è riservata ai familiari che, almomento del decesso, erano conviventi con la vittima o chericevevano un assegno alimentare. Il contributo è destinato alpagamento delle spese volte a soddisfare i bisogni primari, qualivitto, alloggio, vestiario, spese mediche, spese scolastiche, nellamisura dell'80% per un massimo di 20.000 euro. I contributi sonoriconosciuti se il valore dell'attestazione Isee non è superiore a30.000 euro.

LOMBARDIA: ASSISTENZALEGALE ED ECONOMICAAI FAMIGLIARI DELLE VITTIME DI CRIMINALITÀ

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Finint Investments Sgr investe un milione di euro nella società SG Elettrica Srl, attivanel campo della progettazione, costruzione, installazione, manutenzione e assi-stenza di sistemi elettrici di controllo e potenza. SG Elettrica nasce nel 1993 aMattarello (Trento), negli ultimi anni ha acquisito risorse e attività, facendo propriecompetenze chiave caratterizzanti il business di riferimento e complementari allostesso, per rafforzare e consolidare la posizione sul mercato e diversificare la pro-pria azione in settori attigui e di nicchia. Questo dinamismo imprenditoriale ha por-tato alla creazione di SG Group e allo sviluppo di progetti fortemente innovativi indiversi mercati e settori tra cui quello elettrico, termoidraulico, trattamento acquee depurazione, energetico e fotovoltaico, software, oltreché benessere e salutedella persona ed ecologia. Si tratta del nono investimento del Fondo Strategicodel Trentino Alto Adige che nel comparto di Trento a oggi ha eseguito investimenticomplessivi per 36,7 milioni di euro.

TRENTINO ALTOADIGE: FININT

INVESTMENTS SGRINVESTE IN SGELETTRICA SRL

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In questi primi nove mesi le esportazioni di materie prime effettuate dallaCroazia sono lievitate dell'11,2% rispetto allo stesso periodo dello scorsoanno, mentre l'import è cresciuto del 6,4%. Lo attestano gli ultimi dati dif-fusi mercoledì dall'Istat croato (Dzs), secondo cui nei primi nove mesi diquest'anno l'export croato ha raggiunto un valore totale pari a 8,4 miliardidi euro, mentre l'import 13,8 miliardi di euro. Inoltre, in questo periodo, ildeficit commerciale è sceso a quota 5,3 miliardi di euro, in altre parole lo0,3% in meno su base annuale.Il mercato principale per i prodotti croati è rimasto quello dell'Unioneeuropea, rappresentando il 66,2% delle esportazioni totali effettuate daZagabria (5,6 miliardi di euro), in crescita del 16,1% rispetto al medesimoperiodo del 2014. Quanto alle importazioni dagli Stati membri dell'Ue,l'aumento è stato pari al 10,2% e il loro valore totale è stato di 10,7 miliardidi euro. Peraltro i principali partner commerciali della Croazia sono statela Germania, seguita da Italia e Slovenia.

CROAZIA: VOLA L’EXPORT

FRIULI VENEZIA GIULIA:ITALIA/SLOVENIA

BENEFICI PER IMPRESE E CITTADINI

Il Fondo monetario internazionale ha terminato uno studio in Slovenia permonitorare il funzionamento del sistema sanitario nazionale, dal quale sonoemersi numerosi esempi di spesa inefficiente e considerando l'aspettativadi vita, le stime comparative di FMI dimostrano anche che è piuttosto costo-so.Il Fondo suggerisce l'adozione di riforme a livello di assistenza sanitaria dibase e finanziamento degli ospedali e di trovare soluzioni sotto forma dipagamenti supplementari da parte dei pazienti per le cure mediche, insie-me alla definizione di un paniere fisso di servizi.A detta degli analisti del FMI, l'assistenza sanitaria di base prevede dirittitroppo ampi e di conseguenza è molto costosa e da tale situazione poideriverebbe l'antieconomicità dell'intero sistema. Il Fondo ha rilevato anceun'insufficiente cooperazione fra sanità pubblica e cliniche private e che,spesso, l'ammontare dei costi e la reale efficienza clinica non sono presi inconsiderazione al momento di decidere il trattamento da realizzare.

SLOVENIA: LUBIANA, LA SANITÀ COSTA TROPPO

"Il nuovo Programma di Cooperazione transfrontaliera Italia/Sloveniaconsentirà di sviluppare una progettualità importante, a beneficio d’im-prese e cittadini, imprimendo un ulteriore salto di qualità ai rapporti tran-sfrontalieri, anche in virtù della stretta connessione che questoProgramma ha sia con la Strategia della Macroregione Alpina (EUSALP)che con la Strategia per la Macroregione Adriatico-Ionica (EUSAIR), pro-ducendo così un benefico effetto moltiplicatore". Lo ha affermato lapresidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani com-mentando "con indubbia soddisfazione" la notizia che la CommissioneEuropea ha approvato il Programma di Cooperazione transfrontalieraItalia/Slovenia, che per i prossimi sette anni potrà contare su un bilanciodi 91,6 milioni di euro, di cui 79 milioni dal Fondo Europeo di SviluppoRegionale (FESR). Rispetto alle risorse a disposizione, Serracchiani haanche fatto notare che "si tratta di un importo finanziario molto alto, separagonato ad altri programmi transfrontalieri. Un elemento già di per séforiero di effetti positivi". Per Serracchiani l'approvazione del Programmaè "il risultato della decisione, di riattivare, lo scorso gennaio, laCommissione mista per lo sviluppo comune tra Repubblica di Slovenia eRegione Friuli Venezia Giulia”.

ChristineLagarde

La situazione politica sempre più complessa della Turchiapotrebbe risultare vantaggiosa per la Serbia: s’ipotizza, infatti,che la FCA (ex Fiat e in Serbia FAS) potrebbe trovare interessan-te trasferire la produzione della nuova "Tipo" nel grande impian-to di Kragujevac. Il ragionamento sembra essere fatto più chealtro per esclusione: accantonate le prospettive di nuoviimpianti in Russia a causa della nuova "guerra fredda" e di fron-te alla grave area di crisi che coinvolge gli stabilimenti turchidella "Tofas", la casa automobilistica potrebbe trovare conve-niente ricorrere agli impianti di Kragujevac, che a oggi sonoampiamente sottoutilizzati, trasferendo in Serbia la produzionedella "Tipo", basata fra l'altro su una piattaforma eguale a quel-la della "500" che esce già dalla fabbrica della Sumadja.La cosa però non è affatto semplice a causa della mancanzadi un'acciaieria che sia in grado di produrre i laminati che sonoalla base di qualsiasi vettura.Un nuovo modello, dunque, potrebbe rilanciare le sorti dellafabbrica di Kragujevac che secondo l'accordo con la FCAavrebbe dovuto produrre due modelli, ma fino ad oggi si limitaad assemblarne uno, anche se le auto che escono dagliimpianti di Kragujevac rappresentano la prima voce nelleesportazioni del Paese, e dunque tutti avrebbero interesse a rin-novare l'accordo.

SERBIA: IN ATTESA DELLANUOVA TIPO - FCA

Il Governo della Bosnia ed Erzegovina, ha annunciato che abreve inizieranno i test sulle trasmissioni in digitale terrestre. Lasperimentazione comincerà dalle tre maggiori città: Sarajevo,Banja Luka e Mostar. Secondo i programmi, entro il primo anno di diffusione dovreb-be essere coperto l 80% del territorio nazionale mente per ilrestante territorio serviranno tre anni. Il Ministro ha anche spiegato che l avvio delle trasmissioni stacomportando problemi alle trasmissioni in analogico per unagrande fetta della popolazione; problemi legati soprattuttoall assegnazione delle frequenze, che dovrebbero essere risolti intempi brevi.Matanovic ha inoltre annunciato altri provvedimenti riguardantiil passaggio al nuovo standard, tra cui la selezione di una com-missione che supervisionerà i vari passaggi, dall acquisizionedelle attrezzature, all organizzazione di aste internazionali laddo-ve richiesto, alla scelta dell ammontare e delle risorse dei fondida destinare ai contributi da offrire alla cittadinanza per l acqui-sto delle apparecchiature necessarie.

BOSNIAHERZEGOVINA: A BREVE IL VIA AI TEST SUL DIGITALETERRESTRE

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Via libera della Commissione europea al nuovo programma di cooperazione tran-sfrontaliera fra Italia e Grecia, che per i prossimi sette anni avrà a disposizione unbilancio di 123 milioni di euro, di cui 105 milioni dal Fondo europeo di sviluppo regio-nale (Fesr). In Italia protagonista è la Puglia, con i territori di Taranto, Brindisi, Lecce,Foggia, Bari, Barletta-Andria-Trani, mentre in Grecia partecipano al programmaArta, Tesprozia, Ioannina, Prevesa, Zacinto, Corfù, Cefalonia, Leucade, Etolia-Acarnania, Acaia e Ilia. Il programma punta in particolare ad aumentare la com-petitività economica sostenendo l'imprenditorialità, l'innovazione e i cluster di attivitàeconomiche, sempre nell'ambito della Strategia Europea della MacroregioneAdriatico-Ionica (Eusair)."Concentrandosi su un numero limitato di priorità traducibili in risultati concreti, ilpiano d'azione promuoverà quindi l'interazione tra Pmi, favorendo sia i processi inno-vativi in settori che sfruttano risorse locali comuni e consentirà di migliorare la gestio-ne congiunta degli effetti dell'attività umana sulle risorse naturali nelle zone urbane,di pianura e costiere del Mar Ionio e dell'Adriatico, rafforzando anche la protezionedella biodiversità marina e terrestre.

GRECIA: BRUXELLESOK A NUOVO PROGRAMMA ITALIA-GRECIA

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Da un’informativa dell’ICE si evince che gli investimenti esteri in Albania sono sem-pre più concentrati nell industria delle materie prime in particolare sull estrazionedel petrolio. Secondo i dati della Banca d Albania, nel 2014 circa il 58% del totale degli investi-menti esteri riguardavano l industria estrattiva, con 504 milioni di euro; anche secon il 14% in meno rispetto al 2013, l industria estrattiva continua a dominare gliinvestimenti esteri. Il secondo settore con i maggiori investimenti esteri durante lo scorso anno eraquello delle comunicazioni con 112 milioni di dollari, 7 volte in più dell anno pre-cedente; gli investimenti in questo settore occupano comunque meno del 13 percento del totale, con una netta differenza con l industria estrattiva; altri settori conrilevanti investimenti esteri sono l energia e l immobiliare, con all incirca 8,5% cia-scuno. Questa struttura degli investimenti esteri diretti si riflette anche nella loro divisionesecondo i paesi: l investitore maggiore in Albania è il Canada, sopratutto graziealle attività della società estrattiva del petrolio Bankers Petroleum; al secondoposto c’è la Grecia con 118 milioni di euro durante il 2014; seguono l Olanda, laSvizzera e Turchia, mentre gli investimenti italiani durante il 2014 sono stati di 38milioni di euro.

ALBANIA: LA SITUAZIONE

DEGLI INVESTIMENTIESTERI

Si va formando nel Paese balcanico una vasta coalizione popolare chiamata ‘AntiAlleanza Nord Atlantica’.Il Partito democratico dei socialisti, all'opposizione in Montenegro, sta lavorando perla formazione di una coalizione anti-alleanza nord atlantica con tutti i partiti patriottici,le organizzazioni non governative, le onlus e i movimenti sociali del Montenegro chesi oppongono.La nuova coalizione dovrebbe comprendere anche il partito serbo Nuova democra-zia e un invito sarà rivolto anche al Partito socialista popolare. L'alleanza si prefigge loscopo di garantire la neutralità militare del Montenegro.Per Milan Knezevic, leader del partito dell'opposizione "Fronte Democratico" è impor-tante "che la Russia sostenga la neutralità militare del Montenegro e ne sia, assiemealla Nato, il garante".Le manifestazioni popolari anti Nato in Montenegro proseguono già da qualchemese e anche il Partito Popolare Socialista sostiene che i cittadini del Montenegro"hanno il diritto di esprimere il loro parere tramite un referendum democratico, liberoe onesto, da svolgersi parallelamente alle elezioni".

MONTENEGRO: ADESIONE ALLA NATO

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