acqua è vita nel corno d'africa. lvia 2014
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Foto: Fabio Cacciotti
Più del 90% del consumo mondiale di acqua è concentrato in pochi stati. Noi italiani ne
consumiamo ogni giorno 400 litri a testa. Se fossimo nati in Etiopia, avremmo avuto il 50% di
possibilità di avere accesso ad una fonte d’acqua potabile; in Kenya, il 60%. Sarebbe dipeso
da dove (in città o in un villaggio) e in quale regione fossimo vissuti. Chi è nato nelle regioni
di West Arsi (Etiopia) e di Isiolo (Kenya) vive situazioni drammatiche, legate alla mancanza
d’acqua pulita.
L’associazione di solidarietà e cooperazione internazionale LVIA opera in queste due regioni, nelle aree
rurali che sono quelle più povere, con la costruzione di infrastrutture idriche e la diffusione di competenze per
una gestione autonoma delle opere realizzate.
Con i progetti “Acqua è Vita”, negli ultimi dieci anni LVIA ha portato
acqua in dieci paesi africani, migliorando la vita di 1 milione persone.
Molti portatori d’acqua hanno contribuito, aiutandoci a mettere in moto il cambiamento: cambiare la
vita delle popolazioni locali, migliorare il loro ambiente, salute e condizione sociale. Tutelare la vita e fare in
modo che la terra diventi il pianeta azzurro per tutti.
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Il Corno d’Africa (Etiopia,
Kenya, Somalia) è tra le regioni più
colpite dal cambiamento climatico e
ciclicamente delle drammatiche siccità
si manifestano in tutta la loro violenza,
come quella del 2010-2011 nella quale
le piogge sono mancate per un anno e
mezzo e 11 milioni di persone nel
triangolo tra Etiopia, Kenya e Somalia
ne hanno subìto le tragiche
conseguenze.
Intervento di emergenza di LVIA nel nord del Kenya, contea di Isiolo:
distribuzione d’acqua nel corso della gravissima siccità del 2010-2011
(water trucking, dicembre 2011 – gennaio 2012)
Con i progetti “Acqua è Vita”, l’associazione LVIA ha migliorato la vita delle
comunità locali e soprattutto quella delle donne.
Quando in una comunità mancano l’acqua e i servizi igienici, le conseguenze sono facili da immaginare: è difficile lavarsi, pulire la casa, fare il bucato, mantenere condizioni igieniche accettabili e persino bere non è un gesto scontato. Ma le donne più di chiunque altro ne subiscono gli effetti sociali, sulle loro condizioni di vita quotidiana. Le donne spesso iniziano a cercare l’acqua da bambine; la trovano in fonti lontane e sovente contaminate e continuano a raccogliere e trasportare acqua nel corso della loro vita. Di seguito abbiamo cercato di riassumere le principali sfide che nella loro vita quotidiana molte donne nei paesi in via di sviluppo devono affrontare a causa della mancanza di acqua.
ISTRUZIONE Molte donne impiegano sei ore al giorno raccogliendo l’acqua: semplicemente non c’è tempo per andare a scuola. Senza l’acqua a scuola, inoltre, in paesi molto caldi diventa difficile concentrarsi a causa della disidratazione. Per questo, la fornitura di servizi idrici pienamente accessibili è considerata una componente essenziale dei programmi educativi. Sappiamo che quando le donne sono istruite, le famiglie hanno più risorse economiche e i bambini sono più in salute.
SALUTE MATERNA Durante la gravidanza, le donne che trasportano per lunghe distanze pesanti contenitori colmi d’acqua, sono sotto sforzo eccessivo. In Africa, le donne spesso portano l’acqua sulla loro testa e sulla loro schiena, in contenitori da 20 Kg. La scarsa igiene provocata dalla mancanza d’acqua pulita, inoltre, aumenta il rischio d’infezione durante il parto e dopo la nascita del bambino.
RUOLO SOCIALE ED ECONOMICO Se la mancanza d’acqua pulita costringe le ragazze ad abbandonare la scuola senza un’istruzione di base, in futuro queste avranno meno strumenti e conoscenze per contribuire economicamente al benessere della loro famiglia e comunità. L’accesso all’acqua pulita libera il tempo delle donne, che acquisiranno più libertà e capacità per
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iniziare delle proprie attività economiche e guadagnarsi da vivere. La nostra esperienza mostra che se si coinvolgono le donne nella pianificazione e implementazione di progetti idrici e igienici, ciò le rende più affermate. Dato che le donne abitualmente raccolgono l’acqua, sanno dove sono le fonti migliori e quali si stanno probabilmente per prosciugare. Avendo un ruolo importante e pubblico nella gestione delle infrastrutture idriche e nell’educazione sanitaria della comunità, la reputazione e le abilità delle donne vengono rafforzate e meglio riconosciute dalla collettività.
Con il progetto “Acqua è Vita: Garantire l’accesso all’acqua a 10mila
persone nel Corno d’Africa” nel 2014 LVIA vuole portare acqua pulita, potabile
e accessibile in modo permanente alle comunità della contea di Isiolo in Kenya
e della regione del West Arsi in Etiopia
Mappa del rischio siccità e carestia nel Corno
d’Africa: � verde: rischio minimo
� giallo: zone stressate
� ocra: zone di crisi
� rosso: zone ad emergenza idrica
� rosso scuro: catastrofe, carestia
Le zone di intervento del progetto promosso da LVIA sono
zone rosse ad emergenza idrica
Etiopia: evidenziata in rosso la Regione
Oromia. In blu, l’area del West Arsi, dove
interviene il progetto
Kenya: il cerchio rosso indica la
Contea d’Isiolo, nel nord del Paese,
dove interviene il progetto
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In Kenya, LVIA è impegnata nella contea
di Isiolo, una regione difficilmente accessibile ed
emarginata a causa degli scarsissimi collegamenti con
il resto del paese. Anche le infrastrutture idriche sono
minime: solo il 43% delle famiglie sono vicine ad un
pozzo; tuttavia, la vicinanza al pozzo non è una
garanzia tant’è vero che appena il 18% (neanche 2
famiglie su 10), ha a disposizione acqua pulita e
potabile. La mortalità infantile supera il 5% a causa di
malattie, come la diarrea, provocate dall’uso di acqua non potabile e dalla contaminazione dei pozzi.
La distanza media dalla fonte d’acqua più vicina è di 5 Km, 45 minuti di cammino. Sono le
donne a svolgere questa mansione domestica, spesso due, tre volte al giorno.
Anche per quanto riguarda il bestiame, la situazione è difficile data la carenza d’acqua per i pascoli.
Durante i periodi secchi, quando il fiume Ewaso Ng'iro si prosciuga, si acuiscono conflitti per l’uso delle
poche fonti disponibili. L’intervento proposto da LVIA prevede di proteggere, riparare e ripulire 5 fonti
d’acqua (pozzi, borehole, shallow wells) e di installare i relativi dispositivi per il pompaggio dell’acqua permettendo a
2.500 persone di avere un accesso vicino al villaggio a fonti d’acqua potabile e sicura.
In Etiopia, l’area di intervento è il West Arsi dove LVIA è impegnata con il potenziamento
dell’acquedotto. La linea attuale si estende per 40 Km, serve 30 villaggi e 3 cittadine per un totale di 210mila
persone. Viene alimentata da 6 pozzi profondi (150 - 200 mt. di profondità) che, seppure mantenuti in funzione
20 ore al giorno, non garantiscono una quantità d’acqua sufficiente per tutta la popolazione dell’area.
In West Arsi, ogni persona ha a disposizione appena 10 litri di acqua al giorno.
L’ultimo studio realizzato dalle autorità raccomanda, per soddisfare il bisogno d’acqua, lo scavo di due
pozzi profondi; su questa base, LVIA si è resa disponibile a realizzare un pozzo profondo equipaggiato con un
sistema pompa-motore da connettere alla linea acquedottistica: un’azione che migliorerà la disponibilità di acqua
potabile per oltre 7.500 persone.
Le attività nel dettaglio:
Attività 1. Coinvolgimento e delle comunità locali (Kenya e Etiopia)
È necessario sensibilizzare le comunità e contribuire alla loro organizzazione affinché possano partecipare alla
costruzione delle infrastrutture idriche apportando materiali locali e manodopera; si tratta di una tappa
fondamentale per assicurare la partecipazione della comunità e maturare il senso di appartenenza che garantirà la
sostenibilità futura dell’intervento.
Attività 2. Protezione e riparazione di 5 punti d’acqua (pozzi, borehole, shallow wells) e installazione di
dispositivi per il pompaggio dell’acqua (Kenya)
Durante gli incontri con le comunità locali sono state identificate 21 strutture che presentano problemi di
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approvvigionamento idrico
con conseguente mancanza,
scarsità o contaminazione
dell’acqua (mancanza di
collegamenti tra pozzi e
punti di raccolta dell’acqua,
condutture danneggiate,
assenza di filtri,
insabbiamenti). Il progetto
provvederà alla loro
riparazione, pulizia e
protezione e si procederà
all’installazione dei sistemi
di pompaggio. Saranno così
rimesse in funzione 5 di
queste infrastrutture idriche
a beneficio di 2.500 persone.
Attività 3. Scavo di un pozzo profondo e equipaggiamento con pompa-motore da connettere alla linea
acquedottistica (Etiopia)
Il luogo designato per lo scavo è stato scelto secondo le indicazioni dei tecnici regionali del West Arsi; un
sondaggio geoelettrico ha confermato l’esistenza di una falda acquifera a 200 mt. di una profondità. Altri pozzi
che pescano dallo stesso bacino, alla luce di un’analisi qualitativa suggeriscono che l’acqua della falda rispetta gli
standard d’igiene e sicurezza fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo lo scavo, sarà effettuata una
prova di pompaggio per determinare la potenzialità della falda acquifera, e saranno scelti la pompa e il generatore
più adatti. Dall’impianto di produzione, l’acqua sarà convogliata fino al serbatoio della linea acquedottistica; in
questo modo si contribuirà ad alleviare l’attuale scarsità di acqua potabile per oltre 7.500 persone.
Attività 4. Creazione, formazione e accompagnamento delle associazioni che gestiranno le fonti idriche
riabilitate dal progetto (Kenya e Etiopia)
Saranno formate 5 associazioni per la gestione delle risorse idriche (in Kenya) e un comitato di gestione
dell’acquedotto (Etiopia): coinvolgendo capi villaggio e leader della comunità, con particolare riguardo alla
partecipazione delle donne che tradizionalmente si occupano dell’approvvigionamento idrico del villaggio.
L’attività ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della dimensione associativa nella gestione
corrente e nell’identificazione tempestiva dei problemi dell’infrastruttura nonché delle soluzioni per affrontarli.
Grazie alla maggiore disponibilità di acqua, le comunità miglioreranno anche le attività agricole e pastorali e con
esse le attività generatrici di reddito.
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Informazioni sul progetto:
Italo Rizzi, direttore LVIA: tel. 0171/696975; fax: 0171.60.25.58; [email protected] Lia Curcio, referente comunicazione LVIA: tel. 011/7412507; cell. 333/1737830; [email protected]
LVIA – Associazione di solidarietà e cooperazione internazionale Corso IV Novembre, 28 . 12100 Cuneo
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L'Associazione di Solidarietà e di Cooperazione Internazionale LVIA è nata nel 1966 con l’obiettivo di operare per lo sviluppo umano e contro le disuguaglianze mondiali.
Presente in Africa da oltre 45 anni, al fianco delle popolazioni locali LVIA realizza programmi di sviluppo con l'obiettivo di valorizzare le capacità e le risorse delle comunità, sradicare la povertà e creare le condizioni economiche, sociali e ambientali necessarie al pieno sviluppo delle potenzialità umane.
In questo ultimo decennio abbiamo portato acqua a oltre un milione di persone in 10 paesi africani e oltre 600.000 persone hanno beneficiato dei nostri interventi nel settore agropastorale; nella recente crisi alimentare del Sahel abbiamo supportato oltre 100.000 persone, prevalentemente bambini, con azioni di contrasto alla malnutrizione.
Attualmente, LVIA è presente in Burkina Faso, Burundi, Etiopia, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Kenya, Mali, Mozambico, Senegal, Tanzania, oltre che in Albania.
La Campagna Acqua è Vita è stata lanciata da LVIA nel 2003, proclamato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Acqua” con l’obiettivo di raccogliere fondi, in tre anni, per portare acqua a 500mila persone in Africa. L’obiettivo nel 2006 è stato raggiunto e, grazie all’adesione e alla mobilitazione di migliaia di persone, enti locali, associazioni,
scuole, la Campagna è proseguita con nuove attività sul territorio italiano per informare sul diritto all’acqua, diffondere pratiche di consumo sostenibile, e raccogliere fondi per garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più emarginate in Africa.