9. ph ottimale del sangue

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IL PH OTTIMALE DEL SANGUE

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IL PH OTTIMALE DEL SANGUE

Per conquistare quantità e qualità

di vita e fare prevenzione seria, dobbiamo avere un’alimentazione

ed uno stile di vita atti a mantenere

entro certi parametri ottimali

il ph nel nostro fisico.

In una scala che va da 0 a 14, il ph ottimale del nostro sangue è 7,365, leggermente alcalino.

Se questo equilibrio dovesse spostarsi anche solo di qualche decimale, le nostre cellule

smetterebbero di funzionare e moriremmo.

Ecco alcuni fattori che costringono il nostro organismo a fronteggiare

un’eccessiva acidità…

1) Insufficiente apporto d’acqua fuori pasto durante la giornata

2) Insufficiente apporto di nutrienti alcalinizzanti, fra cui soprattutto frutta e

verdura crude (i cibi cotti non contengono più l’ossigeno di cui le cellule hanno tanto bisogno,

insieme all’ambiente alcalino).

3) La pessima abitudine di mangiare la frutta a fine pasto

4) Combinazioni sbagliate di cibo

Per esempio…

5) Eccessiva varietà di cibi all’interno di uno stesso pasto

LEUCOCITOSI

LEUCOCITOSI

Improvviso aumento dei globuli bianchi, come se il corpo si dovesse difendere dal pasto che gli abbiamo fornito allo scopo di nutrirlo! Questo fenomeno non

si presenta mangiando prima la verdura cruda, evitando la frutta a fine pasto e limitando le varietà.

La varietà va ricercata nell’insieme dell’alimentazione…

… non all’interno dello stesso pasto!

6) Uso abituale di cibi raffinati (farine di tipo 00, cereali non integrali,

zucchero, sale raffinati)

7) Eccesso di proteine animali

8) Bevande alcoliche

L’alcool, frutto della fermentazione dell’uva, è un temibile veleno!

(Vedi seminario "I veleni quotidiani 4")

9) L’abitudine di mangiare cibi non perfettamente conservati

Quando compare una piccola macchia, la fermentazione ha già contaminato

tutto l’alimento.

L’abitudine alla lunga favorisce l’insorgere del cancro.

Fare la macedonia per non buttare via la frutta che comincia a marcire,

non è una buona idea!

A proposito di fermentazione, tutti i formaggi subiscono tale

processo, tranne la ricotta e il “primo sale”

10) Acqua gassata e bibite industriali (sono fra i più acidificanti)

(Vedi seminario "I veleni quotidiani 2")

11) Succhi di frutta industriali (scarsa qualità della frutta, zucchero, ecc.)

(Vedi seminario "La frutta")

12) Bevande energetiche

(Vedi la sez. Integratori nel seminario "I veleni quotidiani 3")

13) Vita sedentaria

14) O, al contrario, sport intensivo

15) Fumo di tabacco

16) Farmaci (specialmente gli antinfiammatori)

17) Stress e conflitti emozionali legati a sentimenti e pensieri negativi

ALCUNI PROBLEMI DI

SALUTE COLLEGATI

ALL’ECCESSIVA ACIDITÀ

Maggiori cause:

Poche fibre

Troppo cibo

Troppo sale (bianco)

Troppe proteine, soprattutto animali

Troppi grassi animali

Troppo zucchero

Sedentarietà

MALATTIE VASCOLARI legate all’ipertensione, all’arteriosclerosi e ad

altre malattie degenerative

«L’ipertensione è significativamente meno comune nei vegetariani: studi osservazionali e studi clinici con l’uso di diete dimostrano che la dieta vegetariana riduce la pressione arteriosa in individui normotesi e ipertesi.

Tra i meccanismi coinvolti, il miglioramento della viscosità ematica, l’elevato contenuto di potassio e l’effetto di riduzione del peso

corporeo.»

(Studio Berkow 2005 - cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 74)

«La dieta vegetariana conferisce protezione nei confronti dei fattori di rischio

cardiovascolare: la riduzione di mortalità per cardiopatia ischemica risulta infatti inferiore in media del 24% nei vegetariani rispetto ai

non-vegetariani.»

(Studio Key 1999 – cit. in “VegPyramid”

di Luciana Baroni - pag. 72)

L’errore che spesso commettono i vegetariani è quello di esagerare con i

latticini!

Colin Campbell, uno dei massimi ricercatori a livello mondiale (che si è molto occupato del rapporto fra dieta e malattia), è autore insieme al figlio Thomas del famoso libro «The China Study» (Macro Ediz.)…

I ricercatori della medicina militare avevano esaminato il

cuore di 300 soldati uccisi durante un’azione in Corea.

L’età media era di 22 anni e si trattava, ovviamente, di ragazzi

in piena forma fisica, dato il lavoro che svolgevano.

Egli riporta nel suo libro una ricerca che si svolse al tempo della guerra fra Stati Uniti e Corea del Nord

(1950-1953) e che fu pubblicata alla fine del conflitto sul Journal of the American Medical Association.

«Nel sezionare i loro cuori, i ricercatori avevano risontrato prove evidenti di

patologia in un numero esorbitante di casi: non meno del 77,3% dei cuori da loro

esaminati rivelava "evidenti prove" di

cardiopatie. Si tratta di una percentuale esorbitante… Inoltre, quasi tutti vi erano

predisposti.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 114)

«In un’epoca in cui la nostra causa di morte numero uno era ancora avvolta

nel mistero, la ricerca dimostrava chiaramente che le cardiopatie si sviluppano nell’arco di una vita.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 114)

Oggi, quelle cause non sono più un mistero…

«Perché negli anni Sessanta e Settanta del

Novecento gli Americani erano vittime

delle cardiopatie, quando buona parte

del mondo ne era relativamente

immune?...

... Detto con parole semplici, si trattava di un caso di morte per cibo. Le culture che registrano

tassi inferiori di cardiopatie consumano meno grassi saturi e proteine animali e più cereali

integrali, frutta e verdura…

... In altri termini, si sostentano

principalmente con cibi di

origine vegetale, mentre noi ci

nutriamo soprattutto di cibi di origine

animale.»(Colin Campbell, The China

Study – pag. 117)

Fin qui abbiamo visto che un regime alimentare naturale, cioè a base di cibi di origine vegetale, integrali (i cibi raffinati non sono certo naturali, anzi provocano

malattie) è in grado di prevenire le cardiopatie.

Ma la bella notizia è: quello che in natura previene, rappresenta anche la cura!

Scrive infatti il Dott. C. Campbell:

«Ora sappiamo cos’è vero: una

dieta a base di cibi naturali di origine

vegetale può prevenire e curare

le cardiopatie…

... Il Dott. William Castelli, per lungo tempo direttore del Framingham Heart Study, un

pilastro della ricerca nelle cardiopatie, appoggia una dieta di cibi naturali di origine

vegetale…

... Il Dott. Esselstyn, che ha ottenuto la più

significativa inversione di tendenza nelle

cardiopatie di tutta la storia medica,

appoggia una dieta di cibi naturali di origine

vegetale…

... Il Dott. Ornish, che ha

aperto la strada alla

regressione delle

cardiopatie senza ricorso ai farmaci e alla

chirurgia…

(Colin Campbell, The China Study – pag. 132)

... e ha provato l’ampio beneficio economico per i pazienti e per gli enti assicurativi, appoggia una dieta di cibi

naturali di origine vegetale.»

(The China Study –pag. 128)

Arteria coronarica prima

e dopo il consumo di una dieta base di cibi

di origine vegetale.

DIABETE (di tipo 1 e 2)

Il diabete di tipo 1 si sviluppa nei

bambini e negli adolescenti ed incide dal 5% al

10% su tutti i casi di diabete.

Il 90-95% dei casi di diabete di tipo 2 si presenta per lo più negli adulti dopo i 40 anni,

spesso associato all’obesità.

Tuttavia, fino al 45% dei nuovi casi di diabete nei bambini è di tipo 2.

(Fonte: The China Study – pag. 141)

«Quasi 70 anni fa, H.P. Himsworthaveva riportato tutte le ricerche esistenti in un rapporto che

metteva a confronto le diete e i tassi di diabete

in sei paesi…

... Aveva scoperto che certe culture seguivano diete ricche di grassi, mentre altre avevano un’alimentazione ricca di

carboidrati…

... Quei modelli di consumo che vedono il consumo di grassi da una parte e il consumo di

carboidrati dall’altra erano il risultato della contrapposizione fra consumo di cibi animali e

consumo di cibi vegetali…

... Via via che l’assunzione di carboidrati aumenta e quella di grassi diminuisce, il

numero di decessi dovuti al diabete precipita da 20,4 a 2,9 su 100.000 persone.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 143-144)

La ricerca, ripetuta a 30 anni di distanza in quattro paesi del Sudest asiatico e

dell’America del sud, aveva dato risultati

analoghi.

Ma la cosa più interessante è, come nel caso delle cardiopatie: il regime alimentare che è in grado di prevenire il diabete, è lo stesso che lo

cura! Infatti…

«... Il rischio di sviluppare il diabete nei non-vegetariani è risultato essere quasi il doppio

rispetto a quello dei vegetariani (Fraser 1999). Un recente trial ha dimostrato come una dieta

vegan low-fat sia in grado di migliorare il controllo metabolico del diabete più della

dieta raccomandata dall’American DiabetesAssociation, la società scientifica americana per lo studio, la prevenzione e il trattamento

del diabete (Barnard 2006).»

(“VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 76)

CERTI TIPI DI CANCRO (particolarmente legati all’alimentazione: stomaco,

intestino, prostata, mammella)

Il cancro provoca il 25% delle morti in Italia. In media un terzo di questi casi è provocato dalla

dieta (ma per tumori più frequenti, come colon e prostata, l’influenza della dieta può

arrivare al 75%)

Negli anni Settanta del secolo scorso, Colin Campbell (The China Study) condusse un

esperimento su ratti da laboratorio, che segnò una pietra miliare nella storia della ricerca

scientifica.

Due gruppi di ratti furono contaminati da Aflatossina (AF), una muffa potententementecancerogena che spesso si trova nel burro di arachidi industriale (le arachidi migliori sono

impacchettate e vendute intere, mentre quelle di seconda scelta vengono usate per

confezionare il burro di arachidi).

«Questi carcinogeni trasformano o modificano geneticamente le cellule

normali in cellule predisposte al cancro. Una mutazione implica un’alterazione permanente dei geni della cellula, con

conseguenti danni al DNA.»

(Colin Campbell, The China

Study – pag. 56)

Il primo gruppo fu nutrito con il 20% di proteine animali (caseina del latte, per la

precisione) sul totale delle calorie giornaliere.

Tutti i ratti svilupparono un

tumore al fegato o evidenziarono le

lesioni che lo precedono.

Il secondo gruppo fu nutrito con il 5% di proteine (sempre caseina del latte) sul

totale delle calorie giornaliere.

Nessuno dei ratti sviluppò tumori, né le lesioni che lo precedono.

A quel punto, i ricercatori esposero altri due gruppi di ratti a dosi molto diverse di AF. Tutti i

ratti mostrarono ben presto un processo di iniziazione del cancro (comparvero dei foci: grappoli di cellule che preludono al cancro).

Scrive Colin Campbell:

«Poi, durante la fase di promozione, somministrammo una dieta a basso

conenuto proteico al gruppo che aveva ricevuto una dose elevata di aflatossina

e una dieta ad alto contenuto proteico al gruppo che aveva ricevuto una bassa

dose di aflatossina… Ancora una volta i risultati furono notevoli…

… Gli animali che partivano con la massima iniziazione cancerosa (dose elevata di

aflatossina) sviluppavano una quantità considerevolmente inferiore di foci se

nutriti con una dieta con il 5% di proteine. Viceversa, gli animali entrati nella fase di

iniziazione con una dose bassa di aflatossina producevano una quantità maggiore di foci se in seguito venivano

alimentati con la dieta costituita per il 20%da proteine…

… Stavamo stabilendo un principio. Lo sviluppo dei foci, inizialmente

determinato dal grado di esposizione al carcinogeno, di fatto dipende molto di più

dalle proteine alimentari consumate durante la fase di promozione. Nel corso della promozione, le proteine hanno la

meglio sul carcinogeno, indipendentemente dall’esposizione

iniziale.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 62-63)

In seguito, i ricercatori dimostrarono che erano in grado di riattivare o far

regredire i foci, cambiando la dose di caseina del latte da una settimana

all’altra dell’esperimento.

Provarono varie volte, cambiando le modalità, ed ottennero sempre lo stesso

risultato!

«Presi tutti insieme, questi numerosi esperimenti portavano a conclusioni

radicali: la crescita dei foci poteva essere invertita, verso l’alto o verso il basso,

modificando la dose di proteine consumate, e questo ad ogni stadio di

sviluppo dei foci.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 63)

«Se avete seguito la storia fin qui, avete visto come queste scoperte siano

provocatorie. Il controllo del cancro attraverso l’alimentazione era ed è

tuttora un’idea radicale.

Ma come se non bastasse, un’altra questione avrebbe prodotto

informazioni esplosive: c’era qualche differenza a seconda del tipo di proteina

usato in quegli esperimenti?...

… Fino a quel momento avevamo utilizzato la caseina, che costituisce l’87% del latte

vaccino, ragion per cui la domanda logica successiva era se le proteine vegetali, testate

nello stesso modo, avessero il medesimo effetto della caseina sulla promozione del

cancro. La risposta fu un sorprendente NO.

In questi esperimenti, le proteine vegetali

non promuovevano la crescita del cancro,

neppure se assunte in dosi elevate.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 65)

Per il rapporto fra alimentazione, prevenzione e cura del cancro (o aiuto nella terapia), ecco tre

diversi servizi del programma televisivo Le Iene:

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/443273/trincia-alimentazione-e-malattie.html

http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/03/26/viviani-alimentazione-e-tumori_8468.shtml

http://www.iene.mediaset.it/puntate/2014/04/16/viviani-alimentazione-e-tumori_8555.shtml

Osso normale Osteoporosi

OSTEOPOROSI (il sangue, per ristabilire il normale ph, depriva le ossa di calcio)

Fattori di rischio per l’osteoporosi:

Eccessive proteine animali, sedentarietà, fumo, caffeina, alcool, sale raffinato.

Si è sempre sostenuto che, per la salute ossea, occorre consumare soprattutto latticini ,

perché sono ricchi di calcio.

Tuttavia il calcio dei latticini non è facilmente assorbibile dall’organismo (per l’elevata presenza di fosforo che è un

antagonista del calcio).

Al contrario, provocando acidità nel sangue, induce una

perdita di calcio dalle ossa!

«… I paesi che più degli altri consumano il latte di mucca e i suoi derivati sono quelli con le più

elevate percentuali di fratture e con la peggior salute ossea. Una possibile spiegazione si trova in

un rapporto che evidenzia una correlazione straordinariamente stretta fra il consumo di

proteine animali e il tasso di fratture ossee nelle donne di diversi paesi.»

Studio redatto nel 1992 (Facoltà di medicina dell’Università di Yale) che riassume 34 indagini

separate condotte in 16 diversi paesi.

(Colin Campbell, The China Study – pag. 192)

Fonti vegetali di calcio, molto più

assorbibile dall’organismo:

Semi di sesamo e di lino, cavoli verdi, broccoli, spinaci, quinoa, arance,

legumi, mandorle, fichi secchi.

L’assunzione di calcio in pastiglie non risolve il

problema (penetra nelle cellule in minima parte),

anzi lo aggrava.

Vedi la sezione degli Integratori nel

seminario:

"I veleni quotidiani 3"

SOVRAPPESO E OBESITÀ

L’obesità secondo il Ministero della Salute (2003)

Seconda causa di morte evitabile, dopo il fumo.

«Una dieta a base vegetale, low-fat

(povera di grassi), produce una perdita di peso significativa senza necessità di porre limiti di calorie e porzioni né di

aumentare l’attività fisica.»

(Studio Turner-McGrievy 2007 -cit. in “VegPyramid” di Luciana Baroni - pag. 75)

«In alcune ricerche i soggetti che seguono una dieta composta da cibi naturali di

origine vegetale e poveri di grassi consumano meno calorie, ma non perché

patiscono la fame…

... In realtà costoro dedicano probabilmente più tempo ai pasti e mangiano di più rispetto a

chi segue una dieta a base di carne.

... Questo perché la frutta, la verdura e i cereali, in quanto cibi naurali, sono molto

meno densi di energia rispetto ai cibi di origine animale e ai grassi aggiunti: ogni cucchiaio o ogni tazza di questi alimenti contiene meno

calorie.»

(Colin Campbell, The China Study -

pag. 138)

«In un altro studio di intervento, ai soggetti

sovrappeso è stato detto di mangiare a

piacere cibi prevalentemente a

basso contenuto lipidico, integrali e di origine vegetale. Nel giro di tre settimane

quelle persone hanno perso in media 7,7 kg.»

(Colin Campbell, The China Study -

pag. 136)

MALATTIE AUTO-IMMUNI (diabete di tipo 1, sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus, morbo di Chron, vitiligine, ecc.)

«… Nelle malattie di questo gruppo studiate in relazione all’alimentazione, il

consumo di cibi di origine animale -soprattutto di latte vaccino - è correlato

con un maggior rischio di incidenza.»

(Colin Campbell, The China Study – pag. 189)

Se è vero che le malattie cosiddette occidentali sono soprattutto causate

da un’alimentazione sbagliata, la buona notizia è che – con una

corretta alimentazione e con uno stile di vita rispettoso delle leggi

naturali – tali malattie regrediscono!

Per approfondire (vivamente consigliato):

Documentario «Un equilibrio delicato» e intervista al Dott. Colin Campbell, autore del libro «The China Study»:

� L’impatto delle proteine animali sulla salute umana.

� La dieta vegana consente di recuperare salute anche in presenza di gravi malattie.

� Pericoli per l’equilibrio ambientale.

� E molto altro ancora…

Link: http://lightchannel.weebly.com/salute.html(Sezione «Equilibrio dei sistemi corporei»)

by Luciana