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8° unità didattica: la nutrizione e l’eliminazione LA NUTRIZIONE LA NUTRIZIONE

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8° unità didattica: la nutrizione e l’eliminazione

LA LA NUTRIZIONENUTRIZIONE

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• promuovere la la crescita e lo crescita e lo svilupposviluppo• prevenire stati di malattiastati di malattia• mantenere le funzioni corporeele funzioni corporee• mantenere sani i tessutisani i tessuti• garantire le resistenze contro le le resistenze contro le infezioni infezioni

UNA NUTRIZIONE ADEGUATA È FONDAMENTALE PER PROMUOVERE LA

SALUTE DELLA PERSONA

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LaLa NUTRIZIONE rappresenta, inoltre, un importante NUTRIZIONE rappresenta, inoltre, un importante FENOMENO SOCIALEFENOMENO SOCIALE..

• Il cibo è espressione di identità e stile di vita.

• La scelta del cibo è espressione di consumo “esigente” per tutelare se stessi ed i propri cari.

• La scelta del cibo è espressione di responsabilità sociale e consumo impegnato.

• Il cibo può rappresentare un’attività del tempo libero ed una spinta al turismo.

• Il cibo può essere tema di comunicazione e spettacolo.

• Il cibo porta a riflessioni e cambi culturali.

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• l’infermiere deve conoscere ed applicare nell’assistenza i concetti inerenti l’alimentazione e deve confrontarsi con gli altri professionisti sanitari nel discutere i bisogni di alimentazione della persona assistita

• la conoscenza dei principi dell’alimentazione permette all’infermiere di identificare i problemi, pianificare ed applicare interventi mirati alla risoluzione dei problemi assistenziali

• l’infermiere deve anche conoscere la composizione degli alimenti e capirne il ruolo nel ciclo della vita della persona ed essere in grado di stabilire quali modifiche apportare alla dieta e quali interventi educativi attuare in relazione al regime terapeutico prescritto per il paziente

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DIETA

Dal latino “dies” = “giorno”Dal greco “daita” = “modo di vivere, decisione, ripartizione

della vita” Il termine DIETA indica:• “vitto, pasto, regola di vitto”• “regime alimentare rivolto a precisi scopi terapeutici• ma anche “astinenza più o meno prolungata dal cibo o da certi cibi”

REGIME ALIMENTARE/REGIME DIETETICO: osservanza di norme nella cura del proprio organismo rispetto a quantità e tipologia di alimenti introdotti

DIETETICADIETETICA: parte della scienza dell’alimentazione che si occupa dei regimi alimentari indicati nelle varie condizioni fisiologiche o patologiche

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CONCETTI FISIOLOGICI

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Il sistema corporeo deputato all’introduzione, all’elaborazione e all’utilizzazione dei nutrienti e’ il sistema digerente.sistema digerente.

LA FUNZIONE FONDAMENTALE DEL SISTEMA DIGERENTE E’ PROVVEDERE ALL’ORGANISMO

MATERIALI NUTRIZIONALI, LIQUIDI ED ELETTROLITI IN UNA FORMA CHE POSSA ESSERE UTILIZZATA A

LIVELLO CELLULARE.

• IngestioneIngestione (introdurre e masticare il cibo)

• DigestioneDigestione (frantumazione meccanica e chimica dell’alimento in forma assorbibile)

• AssorbimentoAssorbimento (passaggio delle sostanze alimentari assorbibili nel sangue o nella linfa)

• EliminazioneEliminazione (espulsione del materiale non assorbito)

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LA CAVITA’ ORALELA CAVITA’ ORALELa cavità orale contiene i denti, la lingua e le ghiandole salivari. •I denti triturano il cibo con l’ausilio dei muscoli della mascella. •La lingua è un muscolo volontario ricoperto da membrana mucosa. Essa aiuta a muovere il cibo all’interno della bocca durante la masticazione e la deglutizione. •La saliva è secreta nella cavità orale dalle parotidi e dalle ghiandole sottomandibolari e sublinguali. La saliva contiene muco, che provvede alla lubrificazione durante la deglutizione e l’amilasi salivare (ptialina) che degrada l’amido ed altri carboidrati. Dopo l’ingresso nella cavità orale, il cibo è frammentato in pezzetti più piccoli e mescolato con la saliva. La saliva lubrifica, quindi, il cibo ed inizia il processo della digestione; il cibo inumidito e lubrificato forma un bolo che viene spinto nella parte posteriore della cavità orale, pronto per essere deglutito.

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LA FARINGELA FARINGEServe come via di passaggio comune per il cibo e per l’aria. La contrazione dei suoi tessuti muscolari dirige gli alimenti ed i liquidi verso l’esofago, chiudendo l’accesso alla laringe ed alle cavità nasali.

L’ESOFAGOL’ESOFAGOL'esofago e‘ lungo circa 25 cm, è situato dietro la trachea, e collega la faringe allo stomaco. La parete dell'esofago e' composta da diversi strati, dei quali i due più esterni sono muscolari. Quando si deglutisce, i muscoli della parete dell'esofago si contraggono, spingendo il cibo nello stomaco in un processo chiamato peristalsi. Di solito l'esofago e' appiattito, ma si allarga per far passare il cibo.•La porzione dell’esofago prossimale allo stomaco rimane in uno stato di contrazione ed è denominato sfintere gastroesofageo o cardias. Esso si apre subito prima di un’onda peristaltica e si chiude subito dietro a questa, impedendo il rigurgito (risalita di materiale non digerito contenuto nello stomaco alla bocca).

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LO STOMACOLO STOMACO

Lo stomaco ha la forma di un sacco allungato ed e' l'organo più ampio dell'apparato digerente. Grazie alla muscolatura localizzata nelle pareti, lo stomaco rimescola ed impasta il cibo con gli acidi e gli enzimi che produce, fino a formare il chimo, un liquido cremoso, che, attraverso una valvola, il piloro, raggiunge la prima parte dell'intestino tenue, il duodeno.Un parziale assorbimento dei componenti della nutrizione avviene già nello stomaco.

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L’INTESTINO TENUEL’INTESTINO TENUELo sfintere pilorico, apertura distale dello stomaco, regola il passaggio del chimo dallo stomaco all’intestino tenue. L’intestino tenue è un sottile tubo avvoltolato nella cavità addominale. È sospeso alla parete addominale posteriore per mezzo del mesentere, una ripiegatura a doppio strato del peritoneo che protegge e mantiene in situ gli organi addominali. I tre settori dell’intestino tenue sono il duodeno (porzione prossimale), il digiuno (porzione media) e l’ileo (porzione distale). Nell’intestino tenue, il chimo viene mescolato e commisto con i succhi digestivi secreti dall’intestino, pancreas, colecisti e fegato.Queste secrezioni agiscono sugli amidi, proteine e grassi preparandoli all’assorbimento. La maggior parte dei prodotti di questo processo digestivo è assorbita nel sangue circolante attraverso microscopici prolungamenti delle cellule epiteliali (villi) situati nella parete del piccolo intestino.I prodotti alimentari indigeriti sono, poi, trasferiti nel grosso intestino.

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L’INTESTINO CRASSOL’INTESTINO CRASSOEsso è suddiviso nel cieco, colon ascendente, colon traverso, colon discendente e colon sigmoideo. Le funzioni principali del grosso intestino sono:• Assorbimento dell’acqua e dei residui alimentari nutritizi• Sintesi di alcune vitamine, come la vitamina K• Formazione delle feci• Escrezione dei prodotti indigeriti di rifiutoAll’estremità distale del colon sigmoideo, le feci passano nel retto per essere alla fine eliminate dall’organismo attraverso l’ano.

L’INNERVAZIONE dell’intestino è fornita principalmente dal sistema nervoso autonomo (SNA). Però, la masticazione, la prima fase della deglutizione e l’attività dello sfintere anale esterno sono controllate volontariamente.

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Il materiale utile per soddisfare i fabbisogni di energia, riparazione e difesa della persona proviene dal CIBOCIBO, cioè, dall’insieme degli alimenti a nostra disposizione.

Ogni alimento contiene sostanze, di origine biochimica, dette PRINCIPI NUTRITIVI o NUTRIENTI che devono essere introdotte giornalmente in proporzioni adeguate.

I PRINCIPI NUTRITIVI sono suddivisi in sei categorie:1. Glucidi o carboidrati2. Lipidi o grassi3. Protidi o proteine4. Vitamine5. Sali minerali6. Acqua

I PRINCIPI NUTRITIVI

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I GLUCIDI I GLUCIDI Sono una delle principali fonti energia nella dieta di tutte le popolazioni del mondoPoiché costituiscono il componente predominante nei cereali, verdura e frutta, alimenti contenenti carboidrati sono largamente diffusi. In generale, gli alimenti che li contengono sono di basso costo e spesso possono essere conservati per periodi relativamente lunghi.• sono essenziali per garantire la funzionalità di organi vitali, tra i quali il cuore ed il cervello, che debbono essere regolarmente forniti di glucosio• svolgono azione di risparmio sulle proteine• gli alimenti che li contengono sono spesso fonte di fibra alimentare.

Il termine indice glicemicoindice glicemico indica la velocità e l’intensità della indica la velocità e l’intensità della risposta glicemica in seguito all’assunzione di un determinato risposta glicemica in seguito all’assunzione di un determinato alimento.alimento.

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Alcuni esempi di indice glicemicoPuré di patate 100

Pane bianco comune100

Maccheroni al formaggio 92

Cous cous93

Orzo 36

Yogurt scremato 20

Latte intero 40

Succo di arancia 75

Kiwi77

Patate fritte107

Cornflakes119

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I LIPIDI I LIPIDI

La funzione principale dei lipidi è di fornire una fonte concentrata di energia.

I grassi hanno altre funzioni:• fungono da isolante per l’organismo in forma di grasso sottocutaneo• trasportano le vitamine lipo-solubili (A, D, E, K)• mantengono le funzioni cellulari• vanno a comporre le membrane cellulari • forniscono il colesterolo, necessario per la sintesi degli ormoni surrenali e sessuali

Un’altra importante classificazione è la distinzione degli acidi grassi in saturi ed insaturi.

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LE PROTEINELE PROTEINEIl ruolo fondamentale delle proteine consiste nella costruzione dei tessuti ed il contributo nella sintesi di sostanze essenziali come enzimi ed ormoni.

Degli oltre 20 aminoacidi, 9 non possono essere sintetizzati nell’uomo e devono essere forniti dalla dieta (aminoacidi essenziali). I rimanenti aminoacidi possono essere sintetizzati nell’organismo e vengono definiti non essenziali.Gli aminoacidi contribuiscono al metabolismo energetico complessivo dell’organismo. Dopo la rimozione della porzione azotata dell’aminoacido, la parte residua può essere convertita in lipidi o glucidi. Se i carboidrati ed i grassi della dieta non sono sufficienti per l’energia, allora fino al 58% delle proteine totali della dieta diviene disponibile per l’ossidazione e la produzione di energia.È importante, pertanto, che la dieta preveda un sufficiente introito di calorie non protidiche per garantire che le proteine siano utilizzate per il loro fine primario di costruire tessuti e non consumate a scopo energetico. Bruciare proteine, anziché carboidrati o lipidi per ottenere energia è un modo costoso di lavorare per l’organismo.

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LeLe VITAMINEVITAMINE ed ied i MINERALI MINERALILe vitamine ed i minerali operano come coenzimi e cofattori.Le vitamine devono essere fornite con l’alimentazione, poiché l’organismo è incapace di sintetizzarle. Esse sono solitamente classificate secondo la loro solubilità in acqua o nei grassi in:• vitamine liposolubili (A,D,E,K)• vitamine idrosolubili (C e complesso B)Solitamente, sufficienti quantità di tutte le vitamine possono essere ottenute con una dieta bilanciata. Però, in condizioni anomale (gravi forme di debilitazione, grave restrizione calorica, alcoolismo, trattamenti farmacologici) o nelle donne in gravidanza le fonti alimentari di vitamine possono essere insufficienti e può essere necessario aggiungere alla dieta un supplemento di preparati vitaminici appropriati.

I MINERALIMINERALI sono elementi inorganici che agiscono nell’organismo come fattori di controllo in svariati processi che interessano sia la produzione di energia sia la formazione ed il mantenimento dei tessuti corporei.

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L’ACQUAL’ACQUAL’acqua è un componente fondamentale dell’organismo poiché molte funzioni cellulari dipendono dalla presenza di un ambiente liquido. Essa costituisce il 60-70% del peso corporeo totale.La percentuale di acqua totale è maggiore nelle persone magre poiché i muscoli contengono più acqua di qualsiasi altro tessuto corporeo, ad eccezione del sangue.I neonati hanno la percentuale maggiore di acqua corporea totale, mentre le persone anziane ne hanno il quantitativo minore.Le necessità di liquidi sono soddisfatte anche dall’introduzione di bevande e cibi solidi ad elevato contenuto di acqua come frutta fresca e verdure. L’acqua, inoltre, viene prodotta anche in fase di digestione degli alimenti, quando il cibo viene ossidato.Nelle persone sane l’apporto di liquidi provenienti da tutte le fonti è uguale alla perdita di liquidi che avviene attraverso la diuresi, la respirazione e la sudorazione.

Una persona malata può avere un aumento della necessità di liquidi (es: a seguito di perdite gastrointestinali, febbre, importanti sanguinamenti). Contrariamente, possono esservi situazioni

patologiche nelle quali la persona può avere una ridotta capacità di eliminare i liquidi, il che può comportare la necessità di ridurne

l’apporto (questo è tipico delle persone affette da malattie cardiovascolari o renali che sono sottoposte ad emodialisi).

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IL FABBISOGNO ENERGETICO IL FABBISOGNO ENERGETICO

CIBO

ALIMENTI

NUTRIENTI

NON ENERGETICI

ACQUA, VITAMINE E SALI MINERALI

ENERGETICI

GLUCIDI, LIPIDI E PROTEINE

Il FABBISOGNO ENERGETICOFABBISOGNO ENERGETICO di un individuo è la risultante di tre componenti diverse:1. metabolismo basale:metabolismo basale: 65-75% sul dispendio energetico totale

2.2. termogenesi:termogenesi: 7-15% del dispendio energetico

3.3. attività fisica:attività fisica: del 15% o più del dispendio energetico totale

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Nello svolgere le attività metaboliche, l’organismo utilizza l’energia chimica che deriva dagli alimenti, ossidando (“bruciando”) i nutrienti assunti. Tale processo di combustione avviene attraverso una serie di tappe metaboliche, in presenza di ossigeno, con la formazione di diversi composti e la liberazione di energia sotto forma la liberazione di energia sotto forma didi:• energia meccanicaenergia meccanica:: per le esigenze di lavoro dei muscoli• energia termicaenergia termica per mantenere costante la temperatura corporea• eenergia elettricanergia elettrica:: per la trasmissione degli impulsi nervosiIl lavoro (muscoli), il calore (temperatura corporea), la trasmissione elettrica (impulsi nervosi) sono misurabili con la stessa unità di misura, il joule (J).il joule (J).J = quantità di energia che si spende per muovere 1 Kg lungo

la distanza di 1 mt con la forza di un Newton

È più comune, tuttavia, sentir parlare diÈ più comune, tuttavia, sentir parlare di caloria (cal).caloria (cal).Cal = quantità di calore necessaria ad elevare di 1 Cal = quantità di calore necessaria ad elevare di 1

grado centigrado la temperatura di 1 grammo di acqua grado centigrado la temperatura di 1 grammo di acqua distillata alla pressione costante di 1 atmosferadistillata alla pressione costante di 1 atmosfera

I COMPONENTI DEL FABBISOGNO I COMPONENTI DEL FABBISOGNO ENERGETICO: il potere calorico dei nutrientiENERGETICO: il potere calorico dei nutrienti

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Glucidi = 4 cal/gGlucidi = 4 cal/g

Lipidi = 9 cal/gLipidi = 9 cal/g

Proteine = 4 cal/gProteine = 4 cal/g

Il potere calorico dei Il potere calorico dei principi nutritivi è:principi nutritivi è:

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LA PIRAMIDE LA PIRAMIDE ALIMENTARE:ALIMENTARE: le regole

basilari per una corretta alimentazione

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Gruppo 1: carne, pesce, uova, legumi secchi

PRINCIPI NUTRITIVIPRINCIPI NUTRITIVI• Proteine ad alto valore biologico Proteine ad alto valore biologico • FerroFerro• Vitamine del gruppo B e PVitamine del gruppo B e P• Vitamine A, D, KVitamine A, D, K• Minerali: iodio, zinco, selenioMinerali: iodio, zinco, selenio

FUNZIONE:FUNZIONE: plastica plastica

PORZIONI: 1 - 2 al giorno 1 - 2 al giorno

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Gruppo 2: latte e derivati

PRINCIPI NUTRITIVIPRINCIPI NUTRITIVI• Proteine ad alto valore biologicoProteine ad alto valore biologico• CalcioCalcio• fosforofosforo• Vitamine del gruppo B e PVitamine del gruppo B e P• Vitamine A e DVitamine A e D• LipidiLipidi

FUNZIONE:FUNZIONE: plastica plastica

PORZIONI: 1 - 2 al giorno 1 - 2 al giorno

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Gruppo 3: cereali e tuberi

PRINCIPI NUTRITIVIPRINCIPI NUTRITIVI• GlucidiGlucidi• Vitamine del gruppo BVitamine del gruppo B• Proteine di medio-basso valore biologicoProteine di medio-basso valore biologico

FUNZIONE:FUNZIONE: energetica

PORZIONI: 2 - 4 al giorno2 - 4 al giorno

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Gruppo 4: oli e grassi di condimento

PRINCIPI NUTRITIVIPRINCIPI NUTRITIVI• LipidiLipidi• Vitamina A, EVitamina A, E

FUNZIONE:FUNZIONE: energetica

PORZIONI: 1 – 3 al giorno1 – 3 al giorno

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Gruppo 5: verdura e frutta

PRINCIPI NUTRITIVIPRINCIPI NUTRITIVI• Vitamina AVitamina A• Vitamina CVitamina C• Vitamine del gruppo BVitamine del gruppo B• FibraFibra• GlucidiGlucidi• Minerali: fosforo, potassioMinerali: fosforo, potassio

FUNZIONE:FUNZIONE: protettiva e regolatriceprotettiva e regolatrice

PORZIONI: 3 - 5 3 - 5 al giornoal giorno

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LE MANIFESTAZIONI DI LE MANIFESTAZIONI DI

ALTERAZIONE ALTERAZIONE DELLO DELLO STATO NUTRIZIONALESTATO NUTRIZIONALE

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LA MALNUTRIZIONE

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LA MALNUTRIZIONELA MALNUTRIZIONELa MALNUTRIZIONE e’ uno stato di ALTERAZIONE

FUNZIONALE, STRUTTURALE E DI SVILUPPO DELL’ORGANISMO conseguente alla discrepanza tra:

1. FABBISOGNI NUTRIZIONALI SPECIFICI 2. INTROITO OD UTILIZZAZIONE DEI NUTRIENTI

ESSENZIALIsecondo l’American Medical Association

Stato derivante da deficit o eccesso di nutrienti qualitativamente o quantitativamente insufficiente o eccessivo nel soddisfare i fabbisogni del soggetto.

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Gli stati di malnutrizioneGli stati di malnutrizione vengono così classificati:

Malnutrizione per difetto• Malnutrizione calorico-proteica (è la forma più classica

ed è caratterizzata da una progressiva riduzione della massa magra e del tessuto adiposo)

• Malnutrizione calorica• Sindromi carenziali (deficit di vitamine, sali minerali ed

oligoelementi)

Malnutrizione per eccesso• Sovrappeso • Obesità • Da eccessiva o abnorme assunzione di vitamine, sali minerali

ed altri nutrienti

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SOTTOPESOSOTTOPESO

Una persona è “sottopeso” se il suo peso Una persona è “sottopeso” se il suo peso corporeo è del corporeo è del 10% inferiore10% inferiore rispetto al peso rispetto al peso ideale.ideale.

SOVRAPPESOSOVRAPPESO

Una persona è “in sovrappeso” se il suo peso Una persona è “in sovrappeso” se il suo peso corporeo corporeo aumenta dall’1 al 20%aumenta dall’1 al 20% rispetto al rispetto al suo peso ideale.suo peso ideale.

OBESITA’OBESITA’

Una persona è “obesa” se il suo peso corporeo è Una persona è “obesa” se il suo peso corporeo è superiore al 20%superiore al 20% rispetto al peso ideale. rispetto al peso ideale.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA

BEN NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Vitalità generale

La persona è attiva, sveglia e capace di mantenere un’adeguata attenzione.

La persona presenta facilità all’affaticamento, si addormenta facilmente, è apatica.

Peso e altezza

Normali per l’eta’, costituzione corporea e stadio di sviluppo.

Condizione di sovrappeso o sottopeso.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA

BEN NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

PosturaEretta. Il dorso, e gli arti presentano le curvature fisiologiche.

Spalle ricurve, torace incavato, dorso gibboso.

Sistema

Muscoloscheletri

co

Muscoli ben sviluppati, robusti, tonici.

Lo scheletro non presenta malformazioni.

Muscoli: flaccidi, ipotonici, non sviluppati; l’aspetto è gracile, deperito. Talora, la persona è incapace di deambulare correttamente.Scheletro: gambe incurvate, ginocchio valgo, deformità toracica, costole a rosario (o rosario costale), scapole prominenti.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA

BEN NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Cute e muco

se

È liscia, ben idratata, di colorito roseo.

E’ ruvida, secca, squamosa, pigmentata, pallida, irritata; facilità all’escoriazione; presenza di petecchie; si può riscontrare ritardata guarigione delle ferite.

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Occhi

Vivaci e limpidi. Non vi sono irritazioni agli angoli delle palpebre; le membrane sono umide; non sono evidenti vasi sanguigni o tessuto coprente la sclera.

Il colorito della mucosa della fossa congiuntivale è roseo.

Non vi sono segni di affaticamento e di edema nella zona perioculare.

Congiuntive pallide, eventuale presenza di congiuntivite con essudato; macchie di Bitot (presenza di punti di tessuto spugnoso sulla sclera, probabilmente imputabili a carenza di vitamina A); arrossamento e fissurazione degli angoli delle palpebre (blefarite); secchezza delle membrane dell’occhio (xerosi congiuntivale); aspetto opaco della cornea (xerosi corneale); la cornea ha un aspetto molle (cheratomalacia), anziché apparire elastica.

Presenza di segni di affaticamento e di edema nella zona perioculare.

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA BEN

NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA BEN

NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Viso

Colore della cute uniforme, roseo. Appare liscio e privo di zone edematose.

Appare pallido ed untuoso. Possono esservi chiazze squamose e zone edematose, grinze della cute e rughe in sede peribuccale e ai lati del naso, colorito scuro in area perioculare e sulle gote.

Capelli

Lucidi, resistenti, non si strappano facilmente.

La cute del cuoio capelluto è integra e sana.

Opachi, fragili, sottili, radi. Possono venir strappati facilmente. La perdita di capelli in regioni cutanee normalmente caratterizzate dalla loro presenza di definisce alopecia.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA BEN

NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Collo Assenza di aree ingrossate

Possibile ipertrofia della tiroide

Labbra La mucosa è liscia, umida ed il colorito è sano. Non vi sono screpolature e gonfiori.

Secche, squamose, edematose. Arrossate e fissurate agli angoli (cheilosi).

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA

BEN NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Cavo

oraleMembrane mucose rosee ed integre.

Membrane mucose gonfie con eventuale presenza di stomatite (infiammazione del tessuto mucoso che riveste le strutture del cavo orale ).

Gengive

Colore roseo, non arrossamenti, non gonfiori o sanguinamenti.

Spugnose, facilmente sanguinanti, infiammate. Si può notare sanguinamento marginale e processo di retrazione in atto.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA

BEN NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Lingua

Di colore rosa intenso; papille superficiali presenti, non completamente liscia. Non presenta lesioni.

Arrossata, rugosa e gonfia. Può assumere colore magenta (rosso carico, caratterizzato dalla mescolanza di quantità uguali di luce rossa e blu), aspetto carnoso (glossite), papille iperemiche ed ipertrofiche o atrofiche.

Denti

Lucenti, non scoloriti, dritti, non sovrapposti. La persona non ha odontalgia. Non vi sono formazioni cavitarie. La mascella è ben conformata.

Alcuni denti possono essere assenti (edentulia parziale o totale). Presentano scolorimento, sono opachi, le superfici dentali sono consumate ed irregolari (fluorosi). Presenza di anomalie di posizione.

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA BEN

NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Arti

inferiori

La persona è in grado di stare eretta nel modo corretto.

Le gambe ed i piedi si presentano di conformazione e colorito sano. Non vi è presenza di edemi.

La persona è debole e non si sorregge correttamente (necessita di supporti o dell’aiuto di un’altra persona). Le gambe ed i piedi presentano edemi e colorito non uniforme. Possono essere presenti parestesie (alterazioni soggettive della sensibilità che si manifestano con sensazioni anormali e spontanee di formicolio, punture di spilli, caldo e freddo, acqua che scorre)

UnghieIntegre, solide e di colorito roseo.

Fragili, opache ed incurvate. Talora presentano una caratteristica forma a cucchiaio (coilonichia).

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CARATTERISTICHE DELLA PERSONA BEN

NUTRITA

CARATTERISTICHE DELLA PERSONA MAL NUTRITA

Funzione cardio-vascolare

Frequenza cardiaca, ritmo cardiaco e pressione arteriosa nella norma.

Tachicardia, ritmo cardiaco irregolare, alterazione della pressione arteriosa (ipotensione od ipertensione a seconda delle situazioni). Si riscontra anche aumento dell’area cardiaca.

Funzione gastro-intestinale

Appetito e digestione buoni. Eliminazione normale e regolare. Non vi sono masse palpabili al tatto.

L’appetito è alterato: è eccessivo o insufficiente. L’eliminazione è alterata: presenza di stipsi o diarrea. Ingrossamento del fegato e della milza (epatosplenomegalia).

Funzione neurologica

La persona presenta riflessi normali. Ha una buona capacità di attenzione, non presenta eccessiva irritabilità od ansia.

Diminuzione o perdita dei riflessi alla caviglia e al ginocchio. Presenza di parestesie. La persona presenta debolezza muscolare (tanto da non riuscire a deambulare) ed appare disattenta, facilmente irritabile e spesso in stato ansioso.

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Le conseguenze della malnutrizione

In tutti gli stati di malnutrizione si riscontra una diminuzione delle funzioni immunitarie

• Maggior esposizione a infezioni da batteri, virus, funghi

• Aggravamento di patologie non nutrizionali

• Maggior incidenza di ulcere da decubito e ulcere da insufficienza venosa degli arti inferiori

• Aumento della mortalità

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L’OBESITA’ L’OBESITA’

• L’obesità è una condizione dovuta ad un eccesso di tessuto L’obesità è una condizione dovuta ad un eccesso di tessuto adiposo; deriva da una adiposo; deriva da una prevalenza dell’adiposintesiprevalenza dell’adiposintesi, per , per assunzione di un quantitativo di energia (espresso in calorie) assunzione di un quantitativo di energia (espresso in calorie) superiore al consumo.superiore al consumo.Una persona è obesa se il suo peso corporeo è superiore al 20% rispetto al peso ideale.• Le persone affette da obesità, spesso, hanno difficoltà nel mantenimento della cura e dell’igiene personale a causa delle limitazioni di movimento.• Il perineo, le pieghe del seno, le pieghe addominali e delle gambe, soprattutto in pazienti con forte obesità, sono le zone in cui più comunemente si sviluppano patologie cutanee quali escoriazioni, eruzioni o ulcerazioni.• Le persone obese hanno spesso bisogno di assistenza nella deambulazione, negli spostamenti e nella postura che desiderano assumere a letto.• Molti di questi soggetti soffrono di sindrome da apnea durante il sonno e, in casi gravi, richiedono l’uso di attrezzature per la respirazione assistita mentre dormono.

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L’ANORESSIAÈ un serio e talora fatale disordine dell’alimentazione caratterizzato da grave e persistente limitazione della dieta. La persona che ne è affetta rifiuta di mantenere il peso corporeo nel range normale per età e statura e, anche se evidentemente sottopeso, teme di ingrassare. Spesso, è pure la percezione del proprio corpo ad essere alterata: sostiene di sentirsi grassa anche se è emaciata.La persona anoressica ha un tipico aspetto scarno e scheletrico e può presentare:• crescita di peluria sottile su tutto il corpo• ipotermia• ipotensione• edema (per ipoprotidemia)• bradicardia• disturbi del sonno• amenorrea nella donna

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LA BULIMIAÈ un serio disordine dell’alimentazione caratterizzato da episodi di alimentazione esagerata alternati a periodi di pratiche purgative forzate (uso drastico di lassativi e diuretici, del meccanismo del vomito, dell’intensa attività fisica).Le persone bulimiche presentano un concetto dell’alimentazione non realistico e non hanno conoscenze e sicurezze rispetto alla quantità e qualità di alimenti necessari per una buona alimentazione.Il vomito ripetuto può arrecare:• serio danno ai denti, alla faringe e all’esofago• tumefazione delle ghiandole salivari• squilibri idro-elettrolitici• fistole del tratto gastro-enterico• l’abuso di lassativi può provocare sanguinamenti rettali

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LA CACHESSIA

La cachessia , documentata causa di morte, è una sindrome caratterizzata da perdita di peso, astenia, anoressia.

La si riscontra spesso nelle persone affette da tumore: le cellule tumorali, attraverso la produzione di citochine determinano riduzione dell’appetito con diminuzione dell’assunzione di alimenti, perdita di massa muscolare, aumento della spesa energetica a riposo e gravi alterazioni metaboliche quali l’aumento del consumo di glucosio.

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Il vomito (detto anche “emesi”) è l’espulsione di materiale gastrico dalla bocca. E’ determinato da antiperistalsi gastrica e concomitante contrazione attiva dei muscoli addominaliE’ uno dei principali segni che si accompagnano a molti disturbi a carico dell’apparato digerente e influenza notevolmente lo stato di idratazione e di nutrizione della persona

•È un importante MECCANISMO DI DIFESA. In certi casi può essere facilmente intuita la sua funzione di difesa: infatti, l'ingestione di sostanze pericolose o di corpi estranei può indurre il vomito che va visto come un tentativo dell'organismo di espellere ciò che può nuocere.

IL VOMITO

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Esso, solitamente, si accompagna a:• Nausea (dal greco “nausia” = “mal di mare”: sensazione sgradevole, difficilmente descrivibile dall’individuo, vagamente riferibile allo stomaco e all’epigastrio, che di norma precede il vomito, anche se non sempre chi l’avverte poi vomita)• Conati di vomito (da “conari” = “tentare”: irrefrenabili ed involontari impulsi al vomito, dovuti alla contrazione ella muscolatura respiratoria ed addominale)• Scialorrea (situazione nella quale vi è aumento della salivazione che può essere causata da una diminuzione nella capacità di deglutizione oppure da un’eccessiva produzione della saliva stessa)•Bradipnea•Respiri non coordinati (N.B. Una respirazione profonda può eventualmente prevenire il vomito)

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• Un singolo episodio o isolati episodi di vomito non comportano gravi problemi

• Un vomito ripetuto comporta invece la perdita di acqua, sodio, cloro, potassio: se tale perdita diventa importante è indispensabile ripristinare l'acqua e gli elettroliti persi

• Un vomito prolungato impedisce una normale alimentazione e questo può portare a denutrizione.

• Nelle persone con alterazione dello stato di coscienza (ad esempio dopo un incidente stradale o un intervento chirurgico) c'è il rischio che il vomito possa essere aspirato nelle vie respiratorie e provocare una polmonite (POLMONITE AB INGESTIS)

•Può verificarsi un’emorragia da lacerazione del rivestimento interno (la mucosa) dello stomaco

Conseguenze del vomito

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Le caratteristiche del vomito

QUANTITA’ E ODORE• La quantità dipende dal contenuto gastrico e, se possibile, andrebbe misurata in un contenitore graduato.

• L’odore è di solito da acidulo a fortemente acido.

MOMENTO E FREQUENZA DEL VOMITO• numero degli episodi di vomito?

• vi è relazione con i pasti o l’assunzione di farmaci ed il momento del vomito?

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• VOMITO ALIMENTARE: composto da alimenti maldigeriti o non digeriti (come avviene, ad es., nella stenosi pilorica del lattante)

• VOMITO MUCOSO: (il muco è un colloide viscoso secreto della ghiandole mucipare di numerosi tessuti del corpo) spesso si presenta a digiuno. Tipico, nella gastrite.

• VOMITO BILIARE: emissione di materiale biliare o duodenale a seguito di vomito ripetuto nel tempo. Appare vischioso e di colore giallo-verdognolo.

• COPREMESI (“Kopros” = “feci” + “emesis” = “vomito”): emissione di materiale intestinale dall’aspetto tipicamente fecaloide. Caratteristico in caso di grave occlusione intestinale.

Le caratteristiche del vomito

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EMATEMESI indice di emorragia digestiva.• l’emissione di sangue parzialmente digerito e coagulato

(VOMITO CAFFEANO) è segno di emorragia di origine gastrica (es: da ulcera peptica o carcinoma)

• l’emissione di sangue fresco è segno di emorragia a carico dell’esofago (rottura di varici esofagee) in quantità, talora, così rilevanti da portare a morte in breve tempo.

Inoltre, può presentarsi come:• VOMITO A GETTO: emissione violenta del materiale che

viene proiettato a distanza, spesso, senza alcun rapporto con i pasti. Esso può essere indice di alterazioni a carico del SNC, spesso, si tratta di vomito cerebrale.

• VOMITO INCOERCIBILE: non controllabile, neanche dai comuni antiemetici.

Le caratteristiche del vomito

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ACCERTAMENTO ACCERTAMENTO INFERMIERISTICO DELLO INFERMIERISTICO DELLO

STATO NUTRIZIONALESTATO NUTRIZIONALEDATI SOGGETTIVI DATI SOGGETTIVI

ee DATI OBIETTIVI DATI OBIETTIVI

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L’ANAMNESI L’ANAMNESI

L’anamnesi permette all’infermiere di ottenere informazioni sulla storia sanitaria del paziente rispetto a:

L’apporto abituale del cibo e dei liquidi

Le modalità con le quali il paziente soddisfa il suo bisogno di alimentazione

Le motivazioni e le cause per cui non riesce a soddisfare il bisogno di alimentazione

le reazioni del paziente al problema nutrizionale presente o pregresso

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• L’infermiere può, inoltre, consigliare al proprio assistito di compilare un DIARIO ALIMENTARE per alcuni giorni: ciò consente all’infermiere di valutare l’apporto nutrizionale e comprendere se esso sia bilanciato anche in rapporto all’attività fisica

• L’infermiere può avvalersi dell’uso di Scale di misurazione, come la Mini Nutritional Assessment

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DATI ANTROPOMETRICI - 1DATI ANTROPOMETRICI - 1

• PESO (espresso in chilogrammi ed ettogrammi)

• ALTEZZA (espressa in metri e centimetri)

Questi due dati possono essere utilizzati in modo combinato per misurare l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI – Body Mass Index)

IMC = PESO (kg)/ALTEZZA (mt) al quadratoIMC = PESO (kg)/ALTEZZA (mt) al quadrato

> 40 Sovrappeso di 3° grado

Grave obeso

30-40 Sovrappeso di 2° grado

Obeso

25-30 Sovrappeso di 1° grado

Sovrappeso

18,5-25Normopeso

Normale

< 18,5 SottopesoMagro

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• SPESSORE DELLE PLICHE CUTANEE: in particolare si considera la plica tricipitale: essa varia da 0,5 a 2,5 cm (media, 1,2 cm) nei maschi adulti in buona salute e da 1,2 a 3,4 cm (media, 2,0 cm) nelle femmine adulte in buona salute.

• CIRCONFERENZA DEL BRACCIO: è di circa 32 ± 5 cm per i maschi e di 28 ± 6 cm per le femmine

Nel bambino:• CIRCONFERENZA CRANICA (in un neonato è di circa 35 cm, a 12 mesi di

circa 46 cm)• GRADO DI INFUSIONE DELLA LINEA CRANICA

DATI ANTROPOMETRICI - 2DATI ANTROPOMETRICI - 2

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La BIA (analisi bio-impedenziometrica) è un esame di facile esecuzione, rapido, non invasivo, che trova indicazione elettiva per la misurazione dell'acqua corporea totale e della sua distribuzione tra gli spazi intra ed extracellulari e consente di valutare specificamente l'idratazione in qualsiasi condizione clinica e indipendentemente dal peso corporeo.

DATI ANTROPOMETRICI - 3DATI ANTROPOMETRICI - 3

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ESAMI DI LABORATORIOESAMI DI LABORATORIONESSUN ESAME DI LABORATORIO, SINGOLARMENTE, E’

DIAGNOSTICO DI MALNUTRIZIONE! E’ NECESSARIO SEMPRE INTEGRARE TUTTI I DATI ACCERTATIINTEGRARE TUTTI I DATI ACCERTATI SULLA

PERSONA PER IDENTIFICARE CORRETTAMENTE IL SUO PROBLEMA DI ALIMENTAZIONE!

•Esame dell’urinaurina•Esame delle fecifeci•Emocromo•Proteine (in particolare l’albumina) e lipidi •Elettroliti sierici•Emogasanalisi nel sanguenel sangue•Funzionalità epatica•Glicemia, azotemia, creatinina •Immunoglobuline

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L’infermiere deve anche accertare i FATTORI che influenzano il comportamento alimentare e lo comportamento alimentare e lo stato nutrizionalestato nutrizionale della persona assistita.

FATTORI FISIOLOGICI EFATTORI PATOLOGICI CHE

INFLUENZANO LO STATO NUTRIZIONALE

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I FATTORI I FATTORI FISIOLOGICI FISIOLOGICI CHE INFLUENZANO LO CHE INFLUENZANO LO STATO NUTRIZIONALESTATO NUTRIZIONALE

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I neonatiI neonati hanno bisogno di circa 100-150 ml/kg/die di liquidi poiché una grossa percentuale del peso corporeo è costituita da acqua.

rapidità di crescita tissutale L’alimento ideale per il bambino (anche prematuro) è il latte materno che contiene pressochè tutti i nutrienti dei quali il neonato ha bisogno fino all’età di 4-6 mesi.

BENEFICI DEL LATTE MATERNOBENEFICI DEL LATTE MATERNO• soddisfacente contenuto calorico • forme facilmente digeribili di proteine, carboidrati e grassi• abbonda di fattori protettivi come immunoglobuline, macrofagi ed agenti antivirali• sempre disponibile ed alla giusta temperatura• rilevanza dal punto di vista economico• salutare interazione madre-figlio

L’ETA’ - INFANZIA

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Lo sviluppo delle minute attività motorie della mano e delle dita e la comparsa e lo sviluppo della dentizione, si accompagnano all’interesse del bambino per i cibi di consistenza solida e per l’acquisizione dell’autonomia nell’alimentazione.

L’aggiunta di cibi alla dieta di un lattante è consigliata verso i 6 mesi di vita Si deve somministrare latte intero sino ai 2 anni per assicurare un valido apporto di acidi grassi essenziali per lo sviluppo neurologico.

L’ETA’ - INFANZIA

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I bambini in età scolare (6 -12 anni) crescono ad una velocità minore e più costante, con una riduzione graduale delle necessità energetiche per unità di peso corporeo che perdura sino all’inizio del balzo di crescita adolescenziale.Inoltre, i bambini in età scolare svolgono numerose attività scolastiche e sportive che interferiscono con l’ora di pranzo,

L’ETA’ - INFANZIA

Importanza del MODELLO dato dalle persone che educano il bambino

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Per sostenere la rapida crescita dell’organismo durante l’adolescenza, il fabbisogno calorico deve aumentare per far fronte alle richieste metaboliche. il calcio è molto importante per sostenere la calcificazione delle ossa lunghe, così come il ferro per sostenere l’aumento della massa degli eritrociti.

Il comportamento dei compagni e la reclamizzazione di certi prodotti, costituiscono una forte influenza sulle abitudini alimentari del ragazzo.

L’età adolescenziale è, inoltre, la più vulnerabile a seri disordini alimentari quali la bulimia e l’anoressia.

L’ETA’ - ADOLESCENZA

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Sulla base delle ricerche e dei dati clinici disponibili, la dieta migliore per l’adulto sembra essere quella che contiene tutti i nutrienti necessari e nella quale il 55% delle calorie necessarie è fornito dai carboidrati, il 30% dai lipidi ed il 15% dalle proteine.Idealmente, i grassi dovrebbero essere costituiti prevalentemente da acidi grassi insaturi ed i carboidrati dovrebbero essere principalmente complessi (amidi), anziché zuccheri purificati. In aggiunta, la dieta dovrebbe includere un’adeguata quota di fibre alimentari.Il fabbisogno calorico totale dell’adulto è variabile a seconda del tipo e dall’entità di attività fisica svolta (lavoro, sport, hobby).L’obesità può rappresentare un problema a seguito della riduzione di esercizio fisico, di pasti consumati spesso fuori casa e della ormai diffusa possibilità di acquistare cibi anche costosi ed elaborati.

L’ETA’ ADULTA

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Il fabbisogno giornaliero di calorie diminuisce con lavanzare dell’età poiché la persona anziana va incontro ad una diminuzione del metabolismo basale e per la riduzione di attività che spesso si accompagna all’invecchiamento (il fabbisogno calorico diminuisce di circa il 7% per ogni decennio dopo i 25 anni). Naturalmente, le persone anziane attive necessitano di maggior apporto calorico di quelle immobilizzate o non totalmente autosufficienti.Numerosi fattori influenzano lo stato nutrizionale degli anziani

L’ETA’ ANZIANA

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alterazioni a carico dei cinque sensi• la presenza di patologie acute e croniche, spesso concomitanti• necessità di attenersi a precisi regimi dietetici • effetti avversi di farmaci• deficit motori che rendono difficoltose le minute e grandi attività motorie necessarie alla preparazione e assunzione del cibo• alterazioni cognitive • stati depressivi che inducono a disinteresse rispetto all’alimentazione• difficoltà nel leggere le etichette dei cibi e comprendere il valore nutritivo di essi• indisponibilità di un reddito sufficiente per acquistare i cibi• isolamento sociale: l’anziano che vive da solo poco condivide con altri il momento del pasto

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LA GRAVIDANZA e l’ALLATTAMENTOLA GRAVIDANZA e l’ALLATTAMENTO

Un buon stato nutrizionale ed una corretta alimentazione prima e durante il periodo di gestazione sono condizioni essenziali per la

prevenzione delle patologie materne e neonatali.Rispetto alle vitamine e ai minerali, la gravidanza comporta necessità decisamente superiori per quanto concerne il ferro, i folati, le vitamine del gruppo B e la vitamina A.Possono, spesso, verificarsi modificazioni del tipo di alimentazione, a seguito di:• alterazioni dell’appetito• nausea (soprattutto nel primo trimestre)• superstizioni/pregiudizi presenti nella cultura di appartenenza

L’allattamento comporta per la madre una notevole perdita di energia e di principi nutritivi, alla quale la dieta deve supplire.Anche il fabbisogno di acqua è maggiore poiché il latte materno ne è costituito per l’85%

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• Per appetitoappetito s’intende la percezione della necessità di alimentarsi, di origine molto complessa, cui contribuiscono fattori nervosi di provenienza centrale (eccitamenti legati all’azione del centro regolatore della nutrizione localizzato in zone specifiche dell’encefalo) e periferica, come stimoli chimici (presenza nello stomaco di acido cloridrico a digiuno) e meccanici (aumento del tono e della peristalsi gastrica).

• Il senso del gusto e dell’olfatto sono, inoltre, fondamentali: vi sono condizioni o patologie che comportano la percezione di odori o sapori sgradevoli, con conseguente riduzione dell’appetito.

• Altri fattori interessati nella regolazione dell’appetito comprendono il livello glicemico, le secrezioni gastriche, la motilità gastrica, fattori ormonali, la risposta alle stimolazioni nervose autonome.

L’APPETITO … ed altri fattori implicati con L’APPETITO … ed altri fattori implicati con l’appetito l’appetito

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La collocazione geografica ove la persona vive ha specifici effetti sul tipo di alimenti disponibili, soprattutto carne e pesce.• Allo stato attuale molti Paesi sviluppati, dispongono di processi tecnicamente sofisticati per la conservazione, il confezionamento ed il trasporto dei cibi.• Nei Paesi poco sviluppati, caratterizzati da scarsezza di risorse ambientali e di risorse economiche, tali processi non sono sempre garantiti.

Nella maggior parte delle società, gli incontri sociali sono basati sulla condivisione del cibo.I prodotti serviti in queste occasioni sono spesso tipici delle consuetudini e tradizioni del contesto, così come l’ambiente ove viene servito il pasto è molto importante.Quando le opportunità di queste occasioni sono escluse (come può accadere per le persone anziane o ricoverate in ospedale), il piacere di condividere il cibo può essere fortemente ridotto: ne può risultare scarsezza o abolizione dell’appetito che può condurre a seri stati di malnutrizione.

LE AREE GEOGRAFICHE e le LE AREE GEOGRAFICHE e le CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHECONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE

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Le consuetudini alimentari sono, in genere, apprese nei primi anni di vita e riflettono le influenze educative che predominano in famiglia. Inoltre, il modo di allevare i bambini, gli utensili adoperati per mangiare, gli orari dei pasti, il modo di servire i pasti sono assai variabili nei diversi contesti culturali.È difficile per una persona di un determinato gruppo culturale modificare le consuetudini alimentari.

Le pratiche religiose suggeriscono spesso ciò che si deve o meno mangiare, come i cibi devono essere preparati e quando debbono essere consumati. Le pratiche dietetiche, così, possono essere parte integrante della fede religiosa.È d’uso celebrare alcune festività religiose con lunghi periodi di digiuno seguiti da feste con abbondanti libagioni.Alcune comunità religiose sono dedite alla dieta vegetariana, altre escludono il thè, il caffè, gli alcolici, le spezie ed i condimenti piccanti.

L’EDUCAZIONE RICEVUTAL’EDUCAZIONE RICEVUTA

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Il tipo di alimentazione e le esigenze nutrizionali sono imposte anche dalle preferenze individuali.

Ogni essere umano è unico nelle sue specifiche esigenze nutrizionali.

La scelta di particolari alimenti è una questione individuale correlata a preferenze di gusto, consistenza, sapore, aspetti fondati sull’esperienza acquisita e nelle proprie tradizioni culturali e religiose.

LE SCELTE INDIVIDUALILE SCELTE INDIVIDUALI

Inoltre, negli individui che svolgono attività fisica (lavoro, sport, hobby) in modo impegnativo, l’apporto alimentare giornaliero può essere notevolmente superiore a a quello di una persona che esercita scarsa attività fisica ed adotta un modello di vita sedentario.

I mass media hanno un’importante influenza sul comportamento alimentare di una società o di un gruppo di individui, in tutto il mondo.

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I FATTORI I FATTORI PATOLOGICI CHE PATOLOGICI CHE

ALTERANO LO ALTERANO LO STATO STATO

NUTRIZIONALENUTRIZIONALE

• Malattie e traumi• Uso di farmaci• Uso di alcool e droghe• Disturbi dello stato psicologico

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Un esempio di DIAGNOSI

INFERMIERISTICANutrizione superiore al

fabbisogno

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Dall’accertamento effettuato sul paziente si possono identificare varie diagnosi infermieristiche o problemi clinico-collaborativi

relativi ai problemi alimentari della persona assistita. • La diagnosi infermieristicaLa diagnosi infermieristica di NUTRIZIONE SUPERIORE AL FABBISOGNO si riferisce a persone in stato di sovrappeso (peso superiore al 10% del peso ideale) od obese (peso superiore del 20% al peso ideale) nelle quali è possibile rilevare una plica cutanea a livello del tricipite maggiore di 15 mm nell’uomo e 25 mm nella donna. Può essere, inoltre, presente un modello di alimentazione scorretto, un modello di vita sedentario e un’assunzione alimentare in eccesso rispetto al fabbisogno metabolico (SEGNI/SINTOMI CLINICI o (SEGNI/SINTOMI CLINICI o MANIFESTAZIONI o CARATTERISTCHE DEFINENTI)MANIFESTAZIONI o CARATTERISTCHE DEFINENTI)

• Le condizioni che determinano gli stati di NUTRIZIONE SUPERIORE AL FABBISOGNO possono essere: di natura fisiopatologica, legate a trattamenti, di tipo situazionale (es: gravidanza, mancanza di conoscenze, modello di vita sedentario), correlate alle fasi maturative (es: età anziana) (CAUSE o FATTORI (CAUSE o FATTORI CORRELATI)CORRELATI)

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DEFINIZIONI Stato nel quale la persona subisce, o rischia di subire, un aumento di peso correlato a un’assunzione di alimenti eccessiva rispetto al fabbisogno metabolico.

CARATTERISTICHE DEFINENTI

MAGGIORISovrappeso (peso superiore del 10% al peso ideale)Obesità (peso superiore del 20% al peso ideale)Plica cutanea a livello del tricipite maggiore di 15 mm nell’uomo o di 25 mm nella donna

MINORIRiferito modello di alimentazione indesideratoAssunzione in eccesso rispetto al fabbisogno metabolicoModello di vita sedentario

FATTORI CORRELATI

alterazione del modello di sazietà secondaria a uso di farmaci o radiazioni

Riduzione del senso del gusto e dell’olfatto

Aumento ponderale superiore a 11-13 kg in gravidanza

Deficit di conoscenze relativo agli elementi di base della nutrizione

Modello di vita sedentario

Diminuzione del livello di attività e del fabbisogno metabolico

DIAGNOSI INFERMIERISTICA: NUTRIZIONE SUPERIORE AL FABBISOGNODIAGNOSI INFERMIERISTICA: NUTRIZIONE SUPERIORE AL FABBISOGNO

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Procedura: SERVIRE IL PASTO E PROVVEDERE ALL’ASSISTENZA NELL’ALIMENTAZIONE

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8a unità didattica: la nutrizione e l'eliminazione

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Definizione

Assistere la persona nel pasto quando questa non è in grado di alimentarsi autonomamente.

Scopi ed indicazioni

• mantenere lo stato nutrizionale della persona

• prevenire che i pazienti particolarmente deboli svolgano un’attività eccessiva

• assicurare una adeguata nutrizione ai pazienti che sono totalmente dipendenti

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Precauzioni ed accorgimenti- prima del pasto -

• Accertare la presenza di prescrizioni dietetiche ed allergie alimentari

• Accertare la capacità di masticazione e deglutizione della persona• Assicurarsi che il paziente abbia la protesi dentaria, occhiali ed

apparecchi acustici nella corretta posizione, se necessario• Proteggere la biancheria personale del paziente e la biancheria del

letto• Assicurarsi che la persona riceva la dieta corretta e che il pasto venga

servito alla giusta temperatura (cibi troppo caldi possono provocare ustioni) e con gli utensili adeguati alle necessità della persona

• Allontanare dalla stanza del paziente ogni stimolo non piacevole ed aerearla, se necessario, per garantire un ambiente idoneo al pasto

• Se il paziente non è in grado di scendere dal letto, far assumere, se possibile, una posizione seduta o semiseduta per favorire la deglutizione

• Favorire il comfort: aiutare il paziente ad urinare o defecare e a lavarsi le mani

• Favorire la presenza di famigliari od amici del paziente

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• Evitare che la persona inali cibo o liquidi nell’albero respiratorio

• Esortare il paziente a collaborare nella preparazione e consumazione del cibo, stimolando la maggior indipendenza possibile, aiutandolo a conservare o recuperare la capacità di autoalimentarsi

• Insegnare, se necessario, nuove capacità per alimentarsi (es: mangiare con la mano non dominante per una persona che ha perso l’uso del braccio dominante; auto-alimentarsi per una persona che ha recentemente avuto una compromissione della vista)

• Approfittare del momento del pasto per svolgere educazione alimentare: discutere sulle esigenze nutrizionali, individuare gli alimenti ad alto contenuto di nutrienti necessari, supportare il paziente nella scelta del menu per i pasti successivi o per la scelta e preparazione dei cibi dopo la dimissione dall’unità operativa di degenza

• Dedicare il tempo necessario al pasto e non trasmettere fretta al paziente

Precauzioni ed accorgimenti- durante il pasto -

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Precauzioni ed accorgimenti- dopo il pasto -

• Aiutare il paziente a lavarsi le mani ed a provvedere all’igiene del cavo orale

• Aiutare il paziente ad assumere una posizione confortevole e che favorisca la digestione, con il capo sollevato di almeno 30 gradi, se consentito

• Valutare la quantità e il tipo di cibi e liquidi consumati ed annotare ogni osservazione utile sulla cartella clinica dell’assistito