4 tipi di flusso e funzioni materiali - caratterizzazione reologica

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1 Tipi di flusso e funzioni materiali Caratterizzazione reologica Romano Lapasin DICAMP DICAMP - Universit Università di Trieste di Trieste Seminario di Reologia, Università di Padova, 2008 Tipi di flusso Seminario di Reologia, Università di Padova, 2008 Flussi di scorrimento (o “shear”) Flussi elongazionali uniassiale (di trazione o compressione) biassiale piano Flussi complessi classificazione in base alle componenti del tensore velocità di deformazione

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Page 1: 4 Tipi Di Flusso e Funzioni Materiali - Caratterizzazione Reologica

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Tipi di flusso e funzioni materiali Caratterizzazione reologica

Romano Lapasin

DICAMP DICAMP -- UniversitUniversitàà di Triestedi Trieste

Seminario di Reologia, Università di Padova, 2008

Tipi di flusso

Seminario di Reologia, Università di Padova, 2008

� Flussi di scorrimento (o “shear”)

� Flussi elongazionali

– uniassiale (di trazione o compressione)

– biassiale

– piano

� Flussi complessi

classificazione in base alle componenti del tensore velocità di deformazione

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Flussi di scorrimento o di taglio (shear)

�Nei flussi di questo tipo il fluido si muove mediante scorrimento relativo di superfici materiali (lamine), disposte l’una sull’altra.

� La geometria del flusso comporta che le lamine si muovono come se fossero rigide, senza deformarsi durante il moto.

� Esempio: fluido compreso tra piani paralleli in moto relativo

x

y

000001010

2

γ&=D

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Altri esempi di flussi di scorrimento(flussi viscosimetrici)

θθθθ

z

r

Cilindri coassiali(in moto rotazionale)

θθθθr

φ

Cono/piastra

Piatti paralleli(in moto torsionale)

θθθθr

z

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forza motrice:contorno mobile

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Altri esempi di flussi di scorrimento(condotti)

Tube or capillary flow

x

y

zSlit flow

θ

x

r

Axial annulus flow

θ

x

r

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forza motrice:f. di pressione

Flussi elongazionali

� I flussi di scorrimento (di taglio) si realizzano semprein presenza di pareti solide (quelle del condotto, oppure dei piatti del reometro, ecc.)

� Al contrario, i flussi elongazionali (‘puri’) si hanno tipicamente in assenza di pareti solide, e cioè per deformazione della massa liquida in aria o altro ambiente gassoso (oppure anche in un altro liquido immiscibile)

Tipici esempi: processi di filatura e filmatura

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esempio: filatura (fiber spinning)flusso elongazionale uniassiale (di trazione)

Ogni elemento di fluido si allunga nella direzione del moto e si restringe nelle direzioni trasversali, conservando il volume.

La deformazione presenta simmetria attorno all’asse verticale.

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un altro esempio: filmatura in bolla

flusso elongazionale biassiale

Ogni elemento di fluido si allunga in due direzioni, longitudinale e trasversale, mentre si restringe nello spessore, conservando il volume.

Se l’allungamento è uguale nelle due direzioni, la deformazione ha un asse di simmetria, perpendicolare al film.

Il processo di deformazione equivale a una compressione uniassiale

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un altro esempio: filmatura cast

flusso elongazionale piano

Un elemento di fluido si allunga nella direzione di stiro e si contrae nella direzione dello spessore del film, mentre non cambia dimensione parallelamente all’asse del rullo (salvo che ai bordi del film).

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Differenze fra flussi elongazionali e di taglio

� La reologia riguarda principalmente fluidi complessi, la cui struttura molecolare o microscopica è modificata dal flusso. Gli effetti dipendono dal tipo di flusso.

� I flussi elongazionali possono più facilmente orientare strutture anisotrope (molecole polimeriche, fibre in sospensione, ecc.) nella direzione di stiro.

�Nei flussi di taglio, invece, la componente rotatoria rende più difficile l’orientazione.

� Il materiale si modifica in modo diverso e in misura differente nelle diverse geometrie (tipi) di flusso, ed è quindi, generalmente, necessario caratterizzare il materiale, tenendo conto di questi aspetti.

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Tipi di flusso secondo la dipendenza dal tempo

� Poichè la struttura dei fluidi di interesse reologicoviene modificata dal flusso, non solo la geometria, ma anche il fattore “tempo” gioca un ruolo importante.

� Con riferimento allo shear, si possono distinguerele risposte in condizioni di:

– flusso stazionario

– flusso oscillante (viscoelasticità lineare)

– start up, arresto del flusso ed altre risposte in transitorio

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Flusso di taglio stazionario (steady shear flow): grandezze significative (cinematiche)

000001010

000001000

000000010

γγ && =

+∂

∂=∇+∇=

y

vvv xT

Indicando con x la direzione dello scorrimento, e con y la normale alla superficie di scorrimento (shearsurface), il flusso di shear è caratterizzato dal fatto che in ogni punto la matrice delle componenti del gradiente di velocità è semplicemente data da:

in cui è il parametro cinematico (shear rate) che caratterizza le condizioni di moto ed è costante nel tempo.

γ&

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Nello stesso sistema di coordinate, gli sforzi derivanti dalla condizione di flusso sono espressi dalla matrice:

ττττxy (=ττττyx) è l’unico sforzo tangenziale (shear stress), gli altri sono gli sforzi normali σσσσii. In un liquido semplice gli sforzi normali sono uguali tra loro e corrispondono alla pressione p (σσσσii=-p). Nei liquidi di interesse reologico(non Newtoniani) gli sforzi normali sono diversi tra loro.

Flusso di taglio stazionario (steady shear flow): grandezze significative (dinamiche)

zz

yyyx

xyxx

τ

ττ

ττ

τ

00

0

0

=p

p

p

zz

yyyx

xyxx

+

+

+

=

σ

σσ

σσ

τ

00

0

0

Pertanto le grandezze dinamiche significative sono 3: ττττxy e le due differenze di sforzi normali N1=ττττxx−−−−ττττyy e N2=ττττyy−−−−ττττzz

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Le “funzioni materiali” dello shear stazionario

2

22 )(

γγ

&&

N=Ψ

( )γ&1N

Ne discende che le funzioni materiali del flusso a shearstazionario sono 3:

( )γτ &xy ( )γ&2N

γ

τγη

&&

xy)( =

2

11 )(

γγ

&&

N=Ψ

ηηηη è la viscosità, ΨΨΨΨ1e ΨΨΨΨ2 sono i coefficienti degli sforzi normali. In molti casi, a bassi valori di , ηηηη, ΨΨΨΨ1, ΨΨΨΨ2

sono costanti, e diventano funzione della shear rate a valori più alti. Fanno eccezione i fluidi plastici (v. fluidi di Bingham) che esibiscono yield stress ττττoxy.

γ&

Il grafico della prima funzione è la “curva di flusso”. N1e N2 sono detti “prima” e “seconda” differenza di sforzi normali. Spesso, queste funzioni sono sostituite dai rapporti:

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Esempi di curve di flusso

Gli andamenti dello sforzo di taglio (σσσσ) e della viscosità in funzione della velocità di deformazione servono a definire i tipi di comportamento shear-dipendente: pseudoplastico(shear-thinning), dilatante (shear-thickening) e plastico

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Altre funzioni materiali:avviamento (start up) di un flusso di shear

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γ

),γ(τ),γ(η

&

&&

tt

xy=+

stress growth function

xyτ

varietà di risposte di materiali differenti edello stesso materiale in condizioni di γγγγ differenti

.

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esempio di andamento ηηηη+ (start up) in flusso a shear: una soluzione polimerica

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t (sec)

Altre funzioni materiali relative a flussi a shear

� Spegnimento del flusso, ηηηη−−−− (rilassamento dello sforzo tangenziale σσσσ)

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� Rilassamento dello sforzo tangenziale σσσσ dopo una deformazione a step, γγγγ. Si definisce il modulo di rilassamento

γ

),γ(τ),γ(

ttG

xy=

� Creep. Si applica uno sforzo σσσσ costante nel tempo e si determina come la deformazione γγγγ cresce nel tempo. La funzione materiale, detta cedevolezza(compliance), è definita dal rapporto:

xy

xy

xy

ttJ

τ

),τ(γ),τ( =

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Spegnimento del flusso, ηηηη−−−−

polimero fuso

(poli-isobutilene)

soluzione polimerica (poli-isobutilene

in Primol)

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Rilassamento dello sforzoandamento del modulo di rilassamento

soluzione polimerica(polistirene in Aroclor)

curve ottenute a seguito di γ differenti

ridotte ad una master curvecon uno shifting verticale

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γ

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Creep/recovery

emulsioni O/W addizionate con polimero anionico

curve a differenti ττττ

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greggio paraffinico

curve a differenti contenuti di fase interna φ

Le funzioni materiali dei flussi elongazionali

zz

yy

xx

ε

εε

&

&

&

00

00

00

zz

yy

xx

τ

ττ

00

00

00

Nei flussi elongazionali le matrici del gradiente di velocità(della velocità di deformazione) e dello sforzo sono diagonali:

Dall’equazione di continuità (conservazione del volume) si ricava la condizione:

Non esistono componenti di taglio (i flussi elongazionalisono detti anche shearfree flows) ma solo normali

0v =∂

∂+

∂+

∂=∇

z

v

y

v

x

v zyx 0=ε+ε+ε zzyyxx &&&

I flusso elongazionali si differenziano per i valori e i segni delle velocità di deformazione nelle tre direzioniiiε&

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Page 12: 4 Tipi Di Flusso e Funzioni Materiali - Caratterizzazione Reologica

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Elongazione uniassiale

εε && =xx

La matrice è interamente determinata dalla velocità di allungamento ( ) nella direzione di stiro (x) (per ragioni dicontinuità e di simmetria

Se la velocità di stiro è costante nel tempo, si definisce la funzione materiale:

η3η),γ(η3),ε(η EE == ++tt &&

0γ,ε →&&Nel limite lineare ( ) la viscosità elongazionale èpari a 3 volte quella in shear (Trouton ratio)

2

2

00

00

00

ε−

ε−

ε

&

&

&

viscosità elongazionale(uniassiale)

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ε),ε(η

yyxx

E&

&ττ −

=+t

esempio di andamento della viscosità elongazionale(polistirene)

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t

ηηηηE+

(Pa.s)

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Differenze fra flussi elongazionali e di taglio

Per le deformazioni in gioco e i conseguenti effetti strutturali i flussi elongazionali sono detti flussi forti, sono detti deboli quelli di taglio.

0

===

z

y

x

v

vyv &

y

v

x

flusso di taglio (simple shear flow)

∞→∆t2

0 )γ(1 t∆+= &ll00 , ltt =

l,0 ttt ∆+= t∆≅ γ0&ll

La crescita della deformazione è quasi lineare

0l l

t∆γ&l 0

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Differenze fra flussi elongazionali e di taglio

zv

yvxv

z

y

x

ε)(

ε)(ε

2/1

2/1

&

&

&

−=−=

=

)ε(exp0 t∆= &ll

y

l&lε=

td

d

x

00 , ltt =

l,0 ttt ∆+=

flusso estensionale monoassiale

La crescita della deformazione è esponenziale

dtd

ε&l

l=

0l

l

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Flussi complessi

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Flussi complessi si realizzano, tipicamente, quando i contorni cambiano con componenti sia estensionali che di taglio.

taglio +estensionali

tagliotaglio

Conclusioni sulla caratterizzazione reologica

� Una caratterizzazione completa richiederebbe la determinazione di tutte le funzioni materiali di cui abbiamo parlato, e anche di altre.

� In pratica, può bastare la determinazione della funzione materiale più “vicina” alla specifica applicazione.

�Nel limite lineare tutte le funzioni materiali sono riconducibili ad una sola funzione, ad es. G(t)

� Purtroppo il processing dei materiali avviene spesso in condizioni nonlineari.

� La determinazione delle funzioni materiali è compito della reometria.

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