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MENSILE DELLʼASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARI N. 4 APRILE 2009 ANNO LXIII 3° NUOVA SERIE ABBONAMENTO ANNUO € 20,00 POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA IMPEGNO IMPEGNO COLF - ASSISTENTI DOMICILIARI “Beati i costruttori di pace!” (cfr. Mt 5,9). Se il “sogno” di un mondo di pace è condiviso da tanti, se si valorizza l’apporto dei migranti e dei rifugiati, l’umanità può divenire sempre più famiglia di tutti e la nostra Terra una reale“casa comune” Giovanni Paolo II Buona Pasqua!!! Buona Pasqua!!! A tutti, nella Pasqua ormai giunta, l’augurio di lasciarci rinnovare dalla grazia del Risorto

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MENSILE DELLʼASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARIN. 4 • APRILE 2009 • ANNO LXIII • 3° NUOVA SERIE • ABBONAMENTO ANNUO • € 20,00 • POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA

IMPEGNOIMPEGNOCOLF - ASSISTENTI DOMICILIARI

“Beati i costruttori di pace!” (cfr.Mt 5,9).

Se il “sogno”di unmondo di pace

è condiviso da tanti,

se si valorizza l’apporto deimigranti

e dei rifugiati,

l’umanità può divenire sempre

più famiglia di tutti

e la nostraTerra una reale“casa comune”

Giovanni Paolo II

Buona Pasqua!!!Buona Pasqua!!!A tutti, nella Pasqua ormai giunta,

l’augurio di lasciarci rinnovare dalla grazia del Risorto

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Pasqua

La Pasqua è una delle festività del ca-lendario liturgico cristiano. Essa celebra laresurrezione di Gesù, che, secondo leScritture, sarebbe avvenuta il terzo giornosuccessivo alla sua morte in croce.La Pasqua deriva, e per certi aspetti di-

pende, dalla Pasqua ebraica.

Etimologia e senso

La Pasqua cristiana è in stretta relazionecon quella ebraica, chiamata Pesach e ce-lebra essenzialmente la liberazione degliEbrei dall’Egitto grazie a Mosè. La parolaebraica Pesach significa passare oltre, tra-lasciare, e deriva dal racconto della De-cima Piaga, in cui l’Angelo sterminatore,o angelo della Morte, vide il sangue del-l’agnello del Pesach sulle porte delle casedi Israele e “passò oltre”, uccidendo il pri-mogenito maschio ad eccezione di quellodel faraone. La Pasqua con il Cristiane-simo ha perduto il suo significato origina-rio, venendo semplicemente a connotareun passaggio, ovvero:

� passaggio da morte a vita per GesùCristo;

� passaggio a vita nuova per i cristiani(in particolare per quelli che, nella Ve-glia Pasquale, ricevono il battesimo).

Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasquadi risurrezione, mentre quella ebraica èPasqua di liberazione, dalla schiavitùd’Egitto.La festa della Pasqua cristiana è mobile,

viene fissata di anno in anno nella dome-nica successiva al primo plenilunio suc-cessivo all’Equinozio di Primavera (il 21marzo). Questo sistema venne fissato de-finitivamente nel IV secolo. Nei secoli pre-cedenti potevano esistere diversi usi localisulla data da seguire, tutti comunque legatial calcolo della Pasqua ebraica. In parti-colare alcune chiese dell’Asia seguivano latradizione di celebrare la pasqua nellostesso giorno degli ebrei, senza tenereconto della domenica, e furono pertantodetti quartodecimani. Ciò diede luogo aduna disputa, detta controversia quartode-cimana, fra la chiesa di Roma e le chieseasiatiche.

Dunque, nella Chiesa cattolica, la datadella Pasqua è compresa tra il 22 marzo edil 25 aprile. Infatti, se proprio il 21 marzoè di luna piena, e questo giorno è sabato,sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); seinvece è domenica, il giorno di Pasquasarà la domenica successiva (28 marzo).D’altro canto, se il plenilunio succede il 20marzo, quello successivo si verificherà il18 aprile, e se questo giorno fosse per casouna domenica occorrerebbe aspettare ladomenica successiva, cioè il 25 aprile.La chiesa ortodossa segue il calendario

giuliano e quindi la data della Pasqua puòvariare dal 4 aprile all’8 maggio.

Storia

La Pasqua di resurrezione cristiana av-viene con la visita al sepolcro che risulteràvuoto con sorpresa dei presenti. Tutti glievangelisti raccontano l’episodio:

� Giovanni, 20:1: Nel giorno dopo il sa-bato, Maria di Màgdala si recò al se-polcro di buon mattino, quand’era an-cora buio, e vide che la pietra era stataribaltata dal sepolcro.

�Matteo, 28:1: Passato il sabato, al-l’alba del primo giorno della setti-mana, Maria di Màgdala e l’altra Ma-ria andarono a visitare il sepolcro.

�Marco, 16:1: Passato il sabato, Mariadi Màgdala, Maria di Giacomo e Sa-lome comprarono oli aromatici per an-dare a imbalsamare Gesù.

� Luca, 24:10: EranoMaria di Màgdala,Giovanna e Maria di Giacomo. Anchele altre che erano insieme lo racconta-rono agli apostoli.

Le 4 versioni concordano sulla presenzadi un’unica persona: Maria di Magdala.Alcune divergenze sono presenti nel rac-

conto dei quattro evangelisti in merito aquanto videro i presenti:

� Luca, 24:4: Mentre erano ancora in-certe, ecco due uomini apparire vicinoa loro in vesti sfolgoranti.

�Matteo, 28:2: Ed ecco che vi fu ungran terremoto: un angelo del Signore,sceso dal cielo, si accostò, rotolò lapietra e si pose a sedere su di essa(quindi, un angelo fuori dal sepolcro).

� Giovanni, 20:11,12: Maria invecestava all’esterno vicino al sepolcro epiangeva. Mentre piangeva, si chinòverso il sepolcro e vide due angeli inbianche vesti, seduti l’uno dalla partedel capo e l’altro dei piedi, dove erastato posto il corpo di Gesù (due an-geli dentro il sepolcro).

�Marco, 16:5: Entrando nel sepolcro,videro un giovane, seduto sulla destra,vestito d’una veste bianca, ed ebberopaura (un angelo dentro il sepolcro).

La liturgia

La Pasqua è preceduta da un periodopreparatorio di astinenza e digiuno delladurata di quaranta giorni, chiamato Qua-resima, che ha inizio il Mercoledì delleCeneri. L’ultima settimana del tempo diquaresima è detta Settimana Santa, pe-riodo ricco di celebrazioni e dedicato al si-lenzio ed alla contemplazione. Cominciacon la Domenica delle Palme, che ricordal’ingresso di Gesù in Gerusalemme, dovefu accolto trionfalmente dalla folla cheagitava in segno di saluto delle foglie dipalma. Per questo motivo nelle chiese cat-toliche, durante questa domenica, vengonodistribuiti ai fedeli dei rametti di olivo be-nedetto (segno della passione di Cristo).Gli ultimi giorni della Settimana Santa

segnano la fine del tempo di Quaresima el’inizio del Triduo Pasquale. Il GiovedìSanto, si svolge la Messa del Crisma, du-rante la quale il Vescovo consacra gli OliiSanti (Crisma, Olio dei Catecumeni edOlio degli Infermi), i quali serviranno du-rante tutto il corso dell’anno rispettiva-mente per celebrare le Cresime e i Batte-

IMPEGNO 2

Pasqua

Un “passaggio” divino

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simi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sa-cramento dell’Unzione degli Infermi;l’Ora Nona del Giovedì Santo conclude iltempo di Quaresima, e da inizio al TriduoPasquale, con la Messa in Coena Domini:questa è il memoriale dell’Ultima Cenaconsumata da Gesù nella sua vita terrena,nella quale furono istituiti l’Eucarestia e ilministero sacerdotale, e fu consegnato aidiscepoli il Comandamento dell’Amore(Gv 13,34). Durante questa Santa Messa sisvolge la tradizionale lavanda dei piedi evengono ‘legate’ le campane (le campanenon possono suonare dal Gloria dellamessa del giovedì sera al Gloria della Ve-glia di Pasqua). In questo giorno è inoltretradizione, non certificata dalla dottrina,compiere il cosiddetto giro “delle settechiese” o “sepolcri”, andando ad adorare isepolcri allestiti in sette chiese vicine.Il Venerdì Santo non si celebra l’Euca-

restia: la liturgia è incentrata sull’Adora-zione della Croce e la Via Crucis.Il Sabato Santo, unico giorno dell’anno

in cui non si amministra la Comunionesalvo come viatico, è incentrato sull’attesadella solenne Veglia di Pasqua che si cele-bra fra il tramonto del sabato e l’alba delNuovo Giorno. Inoltre il Sabato Santo èl’unico giorno dell’anno senza alcuna li-turgia, ed è perciò detto “aliturgico”. Nonsoltanto non può essere somministrata laComunione, ma non si celebra nemmeno laMessa, e di solito nelle chiese i tabernacolisono spalancati, e privi del Santissimo, cheviene conservato in sacrestia. Gli altari sonospogli, senza fiori e paramenti, e un senso dilutto pervade tutta l’area del tempio.

Veglia di Pasqua

La Veglia pasquale si compone di quat-tro fasi:

� La benedizione del fuoco� La celebrazione della Parola, con setteletture tratte dall’Antico Testamentoche narrano la storia della salvezza

� I battesimi ed il rinnovo delle pro-messe battesimali

� L’Eucarestia

Curiosità

� In Spagna la parola “Pascua” vienespesso usata in maniera non correttaper indicare il giorno della nascita diGesú (Natale), quindi il giorno di Pa-squa è indicato come “Domingo deResurrección” ovvero “Domenica di

resurrezione”, mentre la festività vienecomunemente chiamata “SemanaSanta” ossia Settimana Santa.

� La Pasqua nel Maramure, in Roma-nia, viene festeggiata con grande at-tenzione a tutti gli aspetti sacri legatialla vita delle famiglie religiose ro-mene. Le donne decorano le pareti contessuti cuciti a mano dai colori vivaci,abbelliscono le tavole con tovaglie mi-nuziosamente lavorate, appendono alleporte tendine in pizzo e preparano leuova pasquali. Il pranzo pasqualeviene preparato il giorno prima di Pa-

squa, e per l’occasione si preparanofocacce decorate con trecce che ilgiorno dopo verranno portate a bene-dire in chiesa. In cucina si radunano ledonne della famiglia che di genera-zione in generazione imparano le ri-cette tradizionali (la cucina sembraracchiudere in se una sacralità, un ca-lore domestico). Tutta la famiglia par-tecipa a questa festa dai più grandi aipiù piccoli (digiuno in preparazionealla Pasqua e preparazione delle case)conferendo a questa festa grande sa-cralità: religiosa e familiare.

3 IMPEGNO

Pasqua

NNoonn ddiirree ……

Non dire PADRE, se ogni giorno non ti comporti come un figlio.Non dire NOSTRO, se vivi isolato nel tuo egoismo.Non dire CHE SEI NEI CIELI, se pensi solo alle cose terrene.Non dire SIA SANTIFICATO IL TUO NOME, se non lo onori.Non dire VENGA IL TUO REGNO, se lo confondi con un risultato materiale.Non dire SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ, se non l’accetti quando è dolorosa.Non dire IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO, se non ti preoccupi della gente che ha fame.Non dire PERDONA I NOSTRI DEBITI, se conservi rancore verso tuo fratello. Non dire LIBERACI DAL MALE, se non prendi posizione contro il male. Non dire AMEN, se non hai capito o non hai preso sul serio la parola del Padre nostro.

Questa preghiera è scritta nello stile della dolce parlata spagnola latino americana. Si trovanella piccola chiesa parrocchiale della città uruguayana del Chuy, al confine con il Brasile.

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IMPEGNO 4

Riflessioni

Per i sacerdoti mandati alle aggrega-zioni laicali il primo e fondamentale com-pito assegnato dalla Chiesa è quello diaiutare le persone a vivere la loro fedenella ricerca della santità. Nell’Api-Colf, abbiamo sempre sottoli-

neato questo aspetto della formazione reli-giosa dei soci, secondo il dettato dello Sta-tuto. Oggi desidero offrirvi un nuovomomento di questa ricerca della santità: lasantità nella pietà personale e la santitànella nostra/vostra presenza nel sociale.Questo approccio mi viene suggerito anchedalle parole che si trovano nel n. 2 del-l’esortazione apostolica Christifideles laiciche così si esprime: «... i laici hanno avutola tentazione di legittimare l’indebita sepa-razione tra la fede e la vita, tra l’accoglienzadel Vangelo e l’azione concreta nelle piùdiverse realtà temporali e terrene».La tentazione di rinchiudersi in una spi-

ritualità intimistica e personalissima oggisi fa sempre più pressante, anche perché, aben guardare il mondo sociale e politico,sembra che non ci sia più spazio per i cat-tolici e che il Vangelo non possa più essereannunciato al mondo dell’economia e dellafinanza, al mondo del lavoro e della giu-stizia sociale.Sembra che le conquiste di uguaglianza

e di solidarietà del passato, oggi non ab-biano più alcun valore. Si è perso il gustoper l’impegno politico e sindacale, il gustodella lotta, per la solidarietà!Il cristiano che vuole essere testimone e

vivere nell’impegno deve partire sempredalla preghiera: è essa infatti il mezzo ed ilmotore di ogni santità e di ogni impegnonel sociale, ecco come ci viene presentatadall’Enciclica Novo millennio ineunte:«sappiamo bene che anche la preghieranon va data per scontata. È necessario im-parare a pregare. Si tratta di un camminointeramente sostenuto dalla grazia, chechiede tuttavia forte impegno spirituale econosce anche dolorose purificazioni (la«notte oscura»), ma approda, in diverseforme possibili, all’indicibile gioia vissutadai mistici come “unione sponsale”. Lenostre comunità cristiane devono diven-tare autentiche «scuole» di preghiera, dovel’incontro con Cristo non si esprima sol-tanto in implorazione di aiuto, ma anche inrendimento di grazie, lode, adorazione,contemplazione, ascolto, ardore di affetti,fino ad un vero “invaghimento” del cuore.Una preghiera intensa, dunque, che tutta-

via non distoglie dall’impegno nella storia:aprendo il cuore all’amore di Dio, lo apreanche all’amore dei fratelli, e rende capacidi costruire la storia secondo il disegno diDio. La preghiera ha il suo culmine nellacelebrazione dell’Eucaristia domenicale ealla stessa domenica, sentita come giornospeciale della fede, giorno del Signore ri-sorto e del dono dello Spirito, vera Pasquadella settimana. Da duemila anni, il tempocristiano è scandito dalla memoria di quel«primo giorno dopo il sabato» (Mc 16,2.9;Lc 24,1; Gv 20,1), in cui Cristo risortoportò agli Apostoli il dono della pace edello Spirito (cfr Gv 20,19-23). La veritàdella risurrezione di Cristo è il dato origi-nario su cui poggia la fede cristiana (cfr 1Cor 15,14), evento che si colloca al centrodel mistero del tempo, e prefigura l’ultimogiorno, quando Cristo ritornerà glorioso».

L’Apostolo Paolo pone in stretta rela-zione tra loro il convito e l’annuncio: en-trare in comunione con Cristo nel memo-riale della Pasqua significa, nello stessotempo, sperimentare il dovere di farsi mis-sionari dell’evento che quel rito attualizza.

Il congedo alla fine di ogni Messa costitui-sce una consegna, che spinge il cristiano al-l’impegno per la propagazione del Van-gelo e l’animazione cristiana della società.

Mons. Giovanni Celi

“Benedette” tasse

Forse dire … “benedette” è un po’ troppoperò ricordiamoci che pagare le tasse si-gnifica essere solidali con la comunità.Significa dare allo stato soldi per soste-

nere spese pubbliche quali sanità, istru-zione, ecc., beni che ognuno di noi devesentire a beneficio della collettività.Per questo ricordiamoci di richiedere al

nostro datore di lavoro quanto previsto dalcontratto collettivo nazionale sulla disci-plina del rapporto di lavoro domestico art.32 comma 4. – il datore di lavoro, a ri-chiesta del lavoratore, è tenuto a rila-sciare una dichiarazione dalla quale ri-sulti l’ammontare complessivo dellesomme erogate nell’anno.Con tale dichiarazione il collaboratore

familiare deve recarsi presso CAF, Patro-nati, ecc. e fare la dichiarazione dei redditi.

* * *

Per capirne un po’ di più…

Cosa sono le tasse

Chiariamo il significato di tre terminiche avrai sicuramente usato parlando difisco:

� Le tasse sono pagamenti fatti per usu-fruire di un servizio statale. Ad esem-pio, paghi le tasse sui rifiuti a fronte diun servizio specifico erogato dal tuocomune.

� Le imposte sono versate allo Stato perservizi rivolti a tutti i cittadini, senza di-stinzioni tra chi ne usufruisce o no. Adesempio, la sanità pubblica è finanziatadalle tasse sui redditi dei cittadini aprescindere dal loro stato di salute.

� I contributi sono spese per servizi inparte a carico del singolo, e in partedella collettività. Ad esempio, l’ac-cesso al trasporto pubblico ti coste-rebbe molto di più se si dovesse pagareil prezzo intero del servizio.

SSppiirriittuuaalliittàà ee iimmppeeggnnoo

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9 IMPEGNO

Immigrazione

“Ben consapevoli della complessità dellesfide, dei problemi e delle risorse che il fe-nomeno dell’immigrazione comporta, con-fidiamo nell’ascolto attento e nella rifles-sione paziente del legislatore, certamentecapace di concludere il dibattito parla-mentare rispondendo alle necessità attualicon fermezza ma anche con lungimiranzae civiltà. Perché garantire il rispetto e la di-gnità delle persone divenga il primo obiet-tivo di leggi giuste che diano sicurezza eserenità a tutti i cittadini”. É quanto hannoaffermato nei giorni scorsi alcune associa-zioni cattoliche (Acli, Centro Astalli, Co-munità Papa Giovanni XXIII, Caritas Ita-liana, Fondazione Migrantes, Comunità diSant’Egidio) in vista del ritorno alla Ca-mera del disegno di legge sulla sicurezzaapprovato dal Senato ad inizio febbraio. Inun incontro con i membri della Commis-sione Affari Costituzionali e i capigruppoalla Camera dei deputati che si è svoltapresso Palazzo Marini, le organizzazionicattoliche hanno chiesto modifiche al testodel disegno di legge su questioni riguar-danti aspetti “fondamentali” della vita de-gli immigrati, tra cui il matrimonio, le curemediche, la residenza, la tassa sui per-messi di soggiorno, il reato di clandesti-nità, il prolungamento della permanenzanei Centri di identificazione ed espulsione.Secondo i promotori dell’iniziativa solo

una “legge giusta” potrà davvero renderepiù sicuri i cittadini, hanno spiegato i rap-presentanti delle associazioni sottolineandoche la sicurezza dei cittadini, delle loro fa-miglie e dello Stato è “un bene prezioso cheva perseguito con responsabilità” e riba-dendo che “alcune tra le norme proposte, seapprovate, influiranno negativamente sullavita e la dignità delle persone e persino sulbene della sicurezza” che si intende tutelare.Tra i punti sottolineati quello del reato

d’ingresso e permanenza illegale sul terri-torio italiano: se fosse approvato, lo Stato“sarebbe costretto a celebrare con inutilespesa decine di migliaia di processi che siconcluderanno, in caso di condanna, con lacomminazione di una sostanziosa pena pe-cuniaria di fatto inesigibile a carico di per-sone non abbienti che non di rado sonogiunte nel nostro Paese sospinte da necessitàgravi, spesso anche a rischio della loro

stessa vita”. Inoltre, il disegno di legge in di-scussione prevede – sia per i residenti ita-liani sia per gli immigrati – il divieto diiscrizione anagrafica in mancanza della di-sponibilità di un alloggio idoneo dal puntodi vista igienico-sanitario. Un progetto ir-realizzabile in quanto molte abitazioni ita-liane ne sono sprovviste e questo “condur-rebbe al blocco in massa delle iscrizioni ovariazioni anagrafiche lasciando senza resi-denza un’ampia porzione della popolazionepur legalmente presente sul territorio”.Inoltre diverranno “difficili” il sostegno

pubblico alle famiglie in difficoltà, il con-trollo sulla scolarizzazione dei minori, ren-dendo “improvvisamente non rintracciabilie meno tutelate vaste fasce della popola-zione”. Altro punto non condiviso dalleassociazioni la possibilità della segnala-zione da parte dei medici dell’irregolaritàdi un immigrato che si presenta per esserecurato. Il rischio che le cure mediche pos-sano “comportare normalmente, anche sefacoltativa, la segnalazione alle autoritàindurrà molti cittadini esteri a non farsicurare, oppure a usufruire di cure offerte dastrutture sanitarie informali, talvolta pro-fittatrici, disoneste e irresponsabili”, af-fermano le associazioni cattoliche. In talmodo “non solo si mortifica nella praticaquel diritto fondamentale alla salute e allecure mediche che pure nella forma non èstato posto in discussione, ma si favoriscela diffusione di una economia illegale deldolore e si espone la pubblica salute aimaggiori rischi sanitari causati dal diffon-dersi di patologie non curate e dunque più

facilmente trasmissibili nelle diverse mo-dalità di contatto sociale“. Tra i punti evi-denziati ancora la difficoltà del trasferi-mento legale del denaro che richiedeall’utente estero l’esibizione del permessodi soggiorno segnalandone il nominativoalle autorità nel caso di mancata esibi-zione, e la limitazione dei diritti della fa-miglia, prevedendo l’incapacità al matri-monio con effetti civili per l’immigratoprivo del permesso di soggiorno. “La pos-sibilità di vivere legalmente in famiglia –talvolta usufruendo per sé e per i figli dellaposizione di regolarità amministrativa mu-tuata dal coniuge – assicura non solo sere-nità e stabilità a uomini, donne e minori,ma evita loro percorsi di marginalità ga-rantendo alla nostra società, e in questomodo davvero, una maggiore sicurezza”.

MIGRANTI-press

PACCHETTO SICUREZZA:LE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE ALLA CAMERA

Una veracittadinanzasi può costruiresolo abbattendotutti i muripossibili,e questopuò realizzarsisolo con la responsabilitàdi tutti.

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IMPEGNO 10

Lavoro

L’API-COLF si occupa dell’impiego dioperatori al servizio della persona. Faròuna lettura di quest’esperienza in chiavepratica, considerando le donne in cerca dioccupazione che transitano nei nostri uf-fici, problematiche e soluzioni.La sede e lo sportello provinciale del-

l’associazione a Bari sono ubicati in corsoAlcide De Gasperi al civico 511 presso lacasa delle Religiose di Maria Immacolatafondate da Vincenza Maria Lopez y Vi-cuna per l’accoglienza e promozione dellagiovane più bisognosa. Un congregazionefemminile per un servizio di liberazione ri-volto in modo esplicito alla donna. Per ogni lavoratrice, l’esperienza si ar-

ticola almeno in quattro passaggi: acco-glienza, ascolto, preparazione, colloca-mento legalizzato, accompagnamento. Iltutto in rete con i datori di lavoro e le isti-tuzioni culturali, sociali e politiche delterritorio. Ho detto “almeno” quattropassaggi perché non sempre la prima soluzione è la migliore e spesso gli eventiportano a riascoltare, ricollocare l’opera-tore. Non dimentichiamo che sia l’opera-tore sia il datore di lavoro spesso hanno lanecessità di umanizzare, considerare lapersona nella sua essenza.

Accoglienza. Come prima cosa diamoun tetto a chi ha bisogno, del cibo, la co-noscenza reciproca e il rispetto della cul-tura. La casa delle Religiose di Maria Im-macolata in Bari accoglie giovani donnecomunitarie e extracomunitarie che bus-sano numerose in ricerca di una vita di-gnitosa in Italia, consapevoli che il loro im-piego spesso è fonte di sollievo per le lorofamiglie di origine. E che senza un’occu-pazione a retribuzione garantita, la dignitàdella donna è alla mercè di quanti promet-tono facili e non puliti guadagni. Nel coe-sistere di culture diverse ciascuna giovanefa conoscere sé stessa e al contempo ac-coglie l’altra. L’esperienza di una cucinainterculturale educa a vedere oltre il pro-prio continente, usi e costumi diversi, eprepara silenziosamente alla novità dellanazione che le accoglie, in cui tutto si me-scola e dove è solito il rispetto della pro-pria cultura. Ascoltando le loro atteseemerge che l’obiettivo è di avere il mas-simo risultato economico, in alcuni casipreteso in cambio di uno sforzo minimo.La pratica e la vastità delle situazioni di“lavoro in nero”, la discontinuità dei rap-porti di lavoro, tante volte è originata dalla

disinformazione circa il lavoro legalizzatoe duraturo e circa gli sforzi delle istituzionie delle tante associazioni impegnate suquesto fronte.

Preparare. Mancanza di professiona-lità e disinteresse per la formazione sononaturali conseguenze delle povertà d’ori-gine. Questo non scoraggia il nostro im-pegno nell’organizzare e promuovere corsidi cucina, di cura degli ambienti, di assi-stenza sanitaria, di lingua italiana. In alcunidatori di lavoro si manifesta il desiderio diavere lavoratori credenti, ciò ci apre a pro-cessi di annuncio della fede. La forma-zione avviene anche sul fronte dei datori dilavoro: informazione circa il lavoro lega-lizzato e le opportunità fiscali, le respon-sabilità inerenti l’assunzione, la libera-zione da eventuali forme di pregiudizio edi mancanza di rispetto.

Collocamento. Vi è un primo tempo diincontro e di conoscenza tra operatore, as-sistito e datori di lavoro. La comune sod-disfazione porterà all’assunzione e all’av-vio delle procedure per legalizzare ilrapporto di lavoro concordato tra le parti.

Accompagnamento. Nella prospettivadi umanizzare e di promuovere la dignitàdell’operatore nei confronti dell’assistito,vengono fatte delle verifiche sulle capacitàdell’operatore, ma anche sul rispetto dellenorme contrattuali da parte del datore di la-voro: questa fase non può essere vissuta danoi dell’API-COLF in modo superficiale.

È infatti il continuo dialogo che aiuta tuttia crescere nella legalità in quello stile dicarità cristiana.Crediamo nell’impegno della donna, un

suo personale contributo per essere in pos-sesso della sua dignità; per “vivere l’esserediversi come un’opportunità”.

Suor Innocenza M. Gregis

Nuove modalità di iscrizione peri rapporti di lavoro domestico

Anche se abbiamo già comunicato sul n.3/2009 di IMPEGNO le nuove procedureper l’assunzione dei collaboratori fami-liari da parte dei datori di lavoro, pubbli-chiamo ancora per una migliore informa-zione sull’argomento quanto segue.

Dal 29 gennaio di quest’anno, le comu-nicazioni obbligatorie di assunzione, ces-sazione, trasformazione e proroga del rap-porto di lavoro domestico inviate all’Inpssono efficaci anche nei confronti dei ser-vizi competenti del ministero del Lavoro,della Salute e delle Politiche sociali, del-l’Inail e della Prefettura. Quindi non è piùnecessario passare dai centri per l’impiego.Per l’iscrizione e le eventuali variazioni, ildatore di lavoro domestico può avvalersidelle procedure semplificate predispostedall’Inps: chiamando il contact center alnumero 803.164 e fornendo telefonica-mente i dati necessari; utilizzando l’appo-sita procedura Internet di compilazione einvio on-line disponibile sul sito internetdell’Istituto (www.inps.it); utilizzando ilmodulo cartaceo per la presentazione ol’invio alle sedi.Le comunicazioni devono essere pre-

sentate o inviate entro le ore 24 del giornoprecedente – anche se festivo – a quello diinizio del rapporto di lavoro, in caso diassunzione, ed entro cinque giorni dal-l’evento, in caso di trasformazione, pro-roga o cessazione del rapporto di lavoro. Inogni caso, nei confronti dei datori di lavorodomestico che, in attesa delle attuali di-sposizioni attuative, avessero inviato le co-municazioni ai servizi per l’impiego anchedopo il 29 gennaio, l’Inps ne riconosceràl’efficacia fin dal momento della loro pre-sentazione.

ADN KRONOS

Donne immigrate e occupazionenuove modalità...

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11 IMPEGNO

Lavoro

Il tema colf e assistenti familiari, proprioperché ricorrente, necessita di tanto intanto di alcuni richiami. Questo anche perarginare le tante voci che circolano in ma-teria – anche sui mass media – soventefuorvianti.La figura del collaboratore familiare è, e

resta tale, anche se deve svolgere assi-stenza e aiuto alle attività fisiche della per-sona della quale è al servizio e che nelcontratto viene definito “assistente fami-liare”. Il termine ha acquisito veste giuri-dica che lo equipara a qualsiasi altra figuradi lavoratore, e le sue mansioni,con i relativi obblighi, doveri ediritti, sono inquadrate in uncomplesso Contratto collettivonazionale di lavoro frutto di lun-ghe trattative tra le parti datorialiFidaldo (di cui Assindatcolf èmembro) - Domina e le quattroprincipali organizzazioni dei la-voratori del settore, nella fatti-specie: Federcolf, Filcams-Cgil,Fisascat-Cisl, UilTucs-Uil, or-ganizzazioni alle quali i singoliinteressati dovrebbero rivolgersiper certezza e competenza di in-formazioni, i datori di lavoroalle prime, i lavoratori alle se-conde.Sovente tra i datori di lavoro

regna molta confusione e «il faida te» crea conseguenze spiacevoli e one-rose. Pertanto è necessaria una corretta in-formazione.Come in tutte le attività di lavoro dipen-

dente, e quindi anche nel caso dei collabo-ratori e assistenti familiari, si distinguonodue fasi: la «ricerca» e il «collocamento»;la gestione contrattuale in ottemperanza alcontratto nazionale di lavoro.La ricerca è libera, salvo rivolgersi a

qualche organizzazione specializzata delsettore, una per tutte l’Api-Colf. Ma ilpunto di riferimento base è pur sempre ilcollocamento, che deve certificare e ga-rantire la professionalità del lavoratore ido-neo alla richiesta. Nella realtà della coseregna molta confusione, anche per viadella presenza di molti immigrati privi dipermesso di soggiorno, assunti «in nero».Più semplice è l’aspetto relativo alla ge-

stione contrattuale se ogni datore si rico-

noscesse tale e si avvalesse delle associa-zioni che lo rappresentano tra cui l’Assin-datcolf.Per cercare di regolarizzare la situazione

le organizzazioni sindacali del settore in-tendono svolgere congiuntamente unacampagna di informazione per sostenere lefamiglie ed evitare che nelle emergenze cisi affidi al caso. «Sostegno alla famiglia»infatti non significa solo far fronte alleemergenze economiche ma anche offrireassistenza e servizi che solo organizza-zioni specificatamente preposte e ufficial-

mente riconosciute a livello Ministeriale diGoverno possono garantire.A questo fine le sezioni di Torino delle

due organizzazioni sindacali nazionali(Api-Colf, per la ricerca del lavoratore eil regolare collocamento e la Assindat-colf per la gestione dello stesso), hannostipulato e sottoscritto un Protocollo d’In-tesa.Va ricordato che entrambe le associa-

zioni, Assindatcolf attraverso Fidaldo dicui fa parte e l’Api-Colf, attraverso Fe-dercolf di cui è componente, sono esten-sori e firmatari del contratto di lavoro nonsolo per la competenza giuridica in tema dilavoro, ma soprattutto per la conoscenzadei problemi e quindi delle esigenze che lamateria esige.

Lelio Casale(La Voce del Popolo)

I magri salari dei “domestici“ del ‘600

Dal Libro delle spese per gli anni 1653-1657 dell’illustrissimo notaro Giulio Folo-gnino, operante nella città di Verona, dili-gentemente esplorato da Amelio Tagliaferrorisultano interessanti (quanto malinconi-che) notizie sui salari domestici del tempo,che si riproducono così come esposte dal-l’Amelio Tagliaferro in “ Consumi e tenoredi vita di una famiglia borghese del 600”:«Riguardo ai domestici stabili e ai salari

relativi erogati dal notaio, una delle ultimepagine del Libro ci dà il quadrogenerale nel quinquennio. Intutto: una balia a servizio per unmese a 8 lire; un giovane servi-tore presente in casa per circa unanno e mezzo, con salario di 6,50lire al mese, aumentato però su-bito dopo l’inizio di un’altra lira;una serva, inviata dalla SantaCasa della Pietà, per un periodoanch’essa di un anno e mezzocon salario di sei ducati all’anno(3,2 lire al mese).Salari, come si può notare,

molto bassi, sufficienti appena acomprare, calcolando il salariopiù alto, ca. 4 qt. di frumentonell’anno. Bisogna , però, tenerepresente che i servitori in que-stione erano conviventi presso

il notaio e che, oltre al modestissimo sala-rio, ricevevano vitto e alloggio più qualchemancia nelle grandi festività.Praticamente, però, i servitori non riu-

scivano quasi mai a vedere, come si suoldire, il becco di un quattrino, poiché il de-naro dovuto andava per buona parte a co-prire gli acquisti di vestiario che, eviden-temente, non era compreso nel salariopattuito. Così, infatti, avviene per il servi-tore Stefano, che in un anno e mezzo diservizio riceve numerosi anticipi sottoforma di capi di vestiario, acquistati perconvenienza sui banchi del Ghetto ebraico.Il Libro rammenta, qualche volta, an-

che piccoli versamenti a favore di uncuoco, per la sua prestazione ad un pranzospeciale, o di balie impiegate occasional-mente alle nascite dei figli».

Laudina Zonca

COLF IN REGOLA

Page 8: 3°NUOVASERIE Buona Pasqua!!! 03_Aprile 2009.pdf · e civiltà. Perché garantire il rispetto e la di-gnità delle persone divenga il primo obiet-tivo di leggi giuste che diano sicurezza

IMPEGNO 12

IMPEGNOIMPEGNOCOLF - ASSISTENTI DOMICILIARI

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE ITALIANA COLLABORATORI FAMILIARI

ANNO LXIII • N. 4 • APRILE 2009

Direzione: 00192 RomaVia Cola di Rienzo, 111Tel. 063212658c.c.p. 49030000www.api-colf.itDirettore Responsabile: Rita De BlasisSpedito ai soci - Mensile - Autorizzazione del Tribunaledi Roma, n. 14023 del 16 Luglio 1971Stampa: STI-Roma – Via Sesto Celere, 3

POSTE ITALIANE S.P.A.SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003(CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA

Ho imparato...

“Ho imparato che non importa ciò cheaccade nella vita, o quanto brutto appaial’oggi: la vita continua, e domani andràmeglio.Ho imparato che puoi imparare un sacco

di cose in merito alle persone, osservandocome si comportano in queste tre occa-sioni: un giorno di pioggia, un bagaglioche viene smarrito, un albero di natale contante luci lampeggianti.Ho imparato che, al di là della relazione

che avete con i vostri genitori, ne sentiretela mancanza quando saranno usciti persempre dalla vostra vita.Ho imparato che “esistere” è ben di-

verso da “vivere”.Ho imparato che la vita, a volte, vi dà

un’altra chance.Ho imparato che non bisogna attraver-

sare la vita con un carrello in cui racco-gliere tutto: occorre imparare a buttare viaqualcosa, a lasciarsi qualcosa indietro.Ho imparato che, ogni volta che prendo

una decisione a cuore aperto, di solito fac-cio la scelta giusta.Ho imparato che, anche quando ho

paura, non sono da sola.Ho imparato che, ogni giorno, ognuno di

noi deve entrare in contatto con gli altri. Lepersone amano gli abbracci calorosi, odelle strette amichevoli.Ho imparato che ho ancora molto da im-

parare.Ho imparato che la gente dimenticherà

ciò che hai detto, dimenticherà ciò che haifatto, ma non dimenticherà mai il modo incui li hai fatti sentire”.

Milano: - Domenica 15 febbraio i socidell’A.P.I.-COLF si sono ritrovati con ilconsulente ecclesiastico provinciale Mons.Natale Ghiglione, presso la sede di viaCarlo Salerio, 53/A, per un incontro spiri-

tuale il cui tema era: “ L’anno Paolino”.Mons. Natale Ghiglione ha parlato della

vita di S. Paolo Di Tarso: della sua con-versione; della sua predicazione; dei suoiviaggi fino alla prigionia, alla sua morte edel suo testamento.Si è soffermato in particolar modo sul

senso della Carità, non quella spicciolache si fà dando l’elemosina, ma bensì a unpensiero più profondo di “Carità” basatasul rispetto verso gli altri, senza invidie erivalità soprattutto sul saper perdonare.È stato un pomeriggio molto intenso e

carico di tante emozioni.

Anna Maria Salvetti