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GIÙ, NEL PROFON-DO SUD D’ITALIA,UNA REGIONE CHEHA IMMENSE PO-TENZIALITÀ SU CUIPOTER CONTARE. ILRISVEGLIO, COMIN-CIATO DA QUALCHEANNO, È ANCORAIN ATTESA DI UNABELLA SPINTA. LEESPRESSIONI STRA-ORDINARIE DEL GA-GLIOPPO E DEL MA-GLIOCCO, VITIGNIDIFFICILI CAPACI PE-RÒ DI GRANDI RI-SULTATI. LA FORZADELLA NUOVA DOCTERRE DI COSENZAE LE PICCOLE DENO-MINAZIONI. OLTRE200 DIVERSE VARIE-TÀ CHE POTREBBE-RO FARE DI QUESTATERRA, STRETTA TRAIL MARE E L’APPEN-NINO, UN PICCO-LISSIMO PARADISO
BIVONGI
CIRÒ
GRECO DI BIANCO
LAMEZIA
MELISSA
SANT’ANNA DI ISOLA CAPO RIZZUTO
SAVUTO
SCAVIGNA
TERRE DI COSENZA
9 DOC
13.400 ETTARI VITATI
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CATANZARO
Lago di Cecita
Coscile
Castrovillari
Corigliano
Cirò
Rossano
COSENZA
REGGIO CALABRIABovalino
Neto
Lamato
Lago Arvo
Lago Ampollino
VIBO VALENTIA
CROTONE
Siderno
Sinopoli
Gioia Tauro
Tropea
Lamezia Terme
Isola di Capo Rizzuto
Cassano allo Ionio
Belvedere Marittimo
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CALA
BRIA
di MARIA CRISTINA BERETTA
Cirò: nuoveespressioni
del Gaglioppo
Da sempre il Gaglioppo è il viti-gno base della Doc Cirò che
prende il nome dalla zona di origine, inprovincia di Crotone, la quale si estendeanche su parte dei comuni di Melissa e diCrucoli. La carenza di sostanze colorantinella buccia aveva sempre dato un vinoche, più che rosso, era rosato scuro e in-fatti la versione più tradizionale della vi-nificazione di questo vitigno è in rosa.Nel passato recente questo “difetto” veni-va sistemato aggiungendo una percentua-
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Bivongi Cirò Greco di Bianco Lamezia Melissa Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto Savuto Scavigna Terre di Cosenza
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LegendaIl quadrato colorato indica la zona di un vino DocgIl cerchio colorato indica la zona di un vino Doc
Il simbolo dopo il nome indica le tipologie del vino:
� � Rosso
� � Rosato o Chiaretto
��Bianco
��Passito, Vin Santo o Liquoroso
��Novello�� Spumante Bianco�� Spumante Rosato�� Spumante Rosso
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LEGENDA
LA C
ART
INA
La vitivinicoltura calabrese sista facendo conoscere sul
mercato a piccoli passi, attraverso un’im-magine nuova, fatta di aziende che simuovono appoggiandosi a consulenti efacendo tesoro del patrimonio di espe-rienze dei colleghi pionieri, il tutto accan-to alla valorizzazione del territorio e dellevarietà che solo questa regione può ave-re. Ne sono state contate circa 200. Lepotenzialità produttive sono enormi se sipensa che dei 13.400 ettari vitati solo po-co più di 3 mila sono stati denunciati. Enon si tratta solo di vigne. La regione puòcontare su paesaggi mozzafiato, tra i piùbelli d’Italia, a cui ancorare i propri gio-ielli.
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le di Merlot o di Cabernet o dell’autocto-no Greco nero, un vitigno che riserveràgradite sorprese. Dall’anno prossimo ilGaglioppo si presenterà in alcune espres-sioni non ancora note, frutto di una ricer-ca quinquennale che sta valutando gli ef-fetti di una serie di variabili in vigna e incantina. I risultati saranno resi noti a fine2013. Il merito di tutto ciò va a due pri-vati, due aziende leader del territorio: Li-brandi (nella foto, il campo sperimentale)e Ceraudo. Una di questa fa sperimenta-
zione sin dagli inizi del 1990 e dispone,tra l’altro, di un campo in cui sono stateraccolte oltre 180 varietà di vitigni tipicicalabresi. Dopo il Gaglioppo sarà la vol-ta del Magliocco, altro vitigno riscopertoda alcuni anni e che dà rossi di pregio. Sicontinuerà con i vitigni bianchi, iniziandoprobabilmente con il Mantonico (Monto-nico), particolarmente adatto all’appassi-mento, e già apprezzato in vini di struttu-ra. Anche il Pecorello sarà oggetto di ri-cerca, anche perché è caratterizzato daun’acidità abbastanza alta, cosa insolitaper una zona dove è proprio questa amancare, viste le temperature alte che lacaratterizzano. Questa varietà, inoltre,potrebbe essere la base di vini spumantidi carattere. Attualmente questa nel Ciro-tano è una via percorsa da pochissimi, senon da uno solo. In Calabria, in generale,chi ha deciso di spumantizzare preferisce
usare lo Chardonnay, vitigno su cui si puòandare sicuri, anche se non mancano leeccezioni, come quella di uno splendidoMetodo Classico da uve Gaglioppo.
Oggigiorno si può affermare che l’eu-foria dei vitigni internazionali attraversocui proprio la regione aveva iniziato afarsi conoscere nel mondo con un volto di-verso, si è calmata. C’è da augurarsi chei produttori proseguano nella volontà didar spazio a ciò che loro hanno in esclu-siva, a fronte di una recente modifica del-
la Doc che ha ridotto la presenza del Ga-glioppo all’80 per cento, dando così al vi-no Cirò un’immagine più variegata, mameno identificabile. Anche nel bianco èstata fissata all’80 per cento la percen-tuale del vitigno protagonista, in questocaso il Greco bianco.
Va ricordato che la provincia di Croto-ne è quella che ha maggior storia e in cuisi concentra la maggior parte della pro-duzione vitivinicola calabrese. Per sfuggi-re ai legacci dell’unica Doc, alcuni pro-duttori preferiscono la libertà dell’Igt Valdi Neto, regalando vini davvero merite-voli.
L’abbinamento giusto: il Cirò rosato èparticolarmente adatto a piatti con funghie a preparazioni di mare saporite concrostacei o pesci al forno. Il Cirò rossocon primi saporiti, carni, formaggi di me-dia e lunga stagionatura.
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Piatto: il Cirò rosato con la frittura diparanza, mentre il rosso con la pasta ri-piena al forno.
Terre di Cosenza: più unità e visibilità
La nuova Doc Terre di Cosenza, di-venuta operativa a vendemmia
CIRÒiniziata 2011, rappresenta una vera, pic-cola rivoluzione, resa possibile dall’unio-ne delle forze di un gruppo di aziendeproduttrici che solo così sono riuscite a farsentire la loro voce. La denominazione èalla base di una piramide in cui la fasciamedia è costituita dalle sottozone ex Doc(Donnici, Pollino, San Vito di Luzzi e Ver-bicaro) ed ex Igt (Condoleo, Esaro e Val-le del Crati), mentre la cima dalle indica-zioni di vigna.
La creazione della nuova Doc si impo-neva. Molte cose sono cambiate in ven-t’anni, nella provincia di Cosenza. Le ini-ziali quattro, cinque aziende a filieracompleta sono arrivate oggi a essere cir-ca una quarantina con una media di unaventina di ettari e qualcuna con addirittu-ra 40. I confini della nuova denominazio-ne sono: a nord la Basilicata, a est e ovesti litorali rispettivamente del mar Ionio e
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dal mar Tirreno e, a sud, leprovince di Crotone e Catan-zaro: un terzo abbondantedella superficie regionale.
Il vitigno rosso predominan-te è il Magliocco dolce, chia-mato anche Arvino o Lacrima,diverso dal Magliocco caninodella zona di Lamezia Terme.Il primo ha caratteristiche dimaggior aromaticità, anchese i tannini hanno bisogno diammorbidirsi col tempo o contecniche appropriate per leversioni in acciaio. Nell’uvag-gio classico del Terre di Co-senza rosso, è previsto alme-no il 60 per cento del vitigno,mentre in precedenza si usa-vano sempre il Greco nero, se-condo vitigno per importanzae il Calabrese, dal ceppo delNero d’Avola. Nel Terre diCosenza bianco prevale il Pe-corello, seguito dal Grecobianco, leggermente aromati-co. L’elenco delle tipologiepreviste dal Disciplinare è lun-go e include molti vini da mo-novitigno, sia tipico sia inter-nazionale: una delle novità èl’inserimento degli spumanti. Un’altra arri-verà da sperimentazioni di vini a quota1.200 metri, in Sila.
L’abbinamento giusto: il Terre di Cosen-za bianco con antipasti misti classici, pri-mi piatti saporiti, formaggi di media sta-gionatura; il Terre di Cosenza rosso consecondi di carne e formaggi anche di lun-ga stagionatura.
Piatto: Il Terre di Cosenza bianco concicoria in padella e salsiccia di maiale ne-ro; il rosso con il capretto e patate silane.
Le altre Doc:miniproduzioni
da scoprire
Il terzo polo produttivo calabrese ècostituito dalla Doc Lamezia, rac-
chiusa nel comprensorio della provinciadi Lamezia Terme e che, attualmente, èrappresentata in modo significativo dadue produttori. Il vitigno tipico del territo-rio è il Magliocco canino, protagonista divini rossi importanti e che assieme al Ga-glioppo, rappresenta la base del rosso,nel quale sono previsti anche un 45 percento tra il Greco nero e la Marsigliana(Marcigliana) nera.
Nel bianco spicca il Greco bianco percirca il 50 per cento. Le modifiche recentidel Disciplinare hanno introdotto anche le
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tipologie passito e spumante, anche rosa-to.
Sempre sulla costa tirrenica, più a nordtroviamo la Doc Savuto che si estende inparte nella provincia di Cosenza e in par-te in quella di Catanzaro. Prevede il rossoe il rosato a base di Arvino, Greco nero,Nerello cappuccio e Aglianico, il Biancoda Mantonico, Chardonnay, Greco bian-co e Malvasia bianca: confina, ma solonella provincia di Catanzaro, con la DocScavigna che regala un rosso da Ga-glioppo, Nerello cappuccio e Marsiglia-na nera e un bianco da un 65 per centodi vitigni internazionali.
Passando sulla costa Ionica, a sud delCirò, sempre in provincia di Crotone,spunta la Doc Melissa in cui permane lapresenza di Malvasia bianca e Trebbia-no, ormai quasi eliminati dalle altre Doc.Si declina nelle tre tipologie: rosso, rosatoe banco.
Proseguendo verso sud resiste l’ormaiquasi inesistente Doc Sant’Anna di IsolaCapo Rizzuto mentre tra le province diCatanzaro e di Reggio Calabria ci si im-batte la Doc Bivongi con un rosso e un ro-sato da Gaglioppo, Greco nero, più No-cera, Calabrese e Castiglione. Il bianconasce da Greco bianco, Mantonico eGuardavalle più Malvasia bianca e Anso-nica. Ultima, piccolissima denominazio-ne, tuttavia degna di nota è la Doc Grecodi Bianco, riservata a un vino da sole uveappassite Greco bianco. Sono mini pro-
duzioni in cui l’eccellenza si può trovare,ma va cercata.
Le Igt: così la maggior parte
del vino
La produzione delle Igt superaquella delle Doc e la parte del
leone la fa l’Igt Calabria. Molto diffuse so-no anche la Val di Neto e la Lipuda, en-trambe in provincia di Crotone. A partel’Igt Valdamato, che interessa la costa tir-renica attorno a Catanzaro, le restantifanno capo alla provincia di Reggio Ca-labria. Eccole, in ordine alfabetico: Ar-ghillà, Costa Viola, Locride, Palizzi, Pella-ro e Scilla.
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GRECO BIANCO
LE ALTRE REGIONI PUBBLICATE2011
LOMBARDIA - maggio-giugno PUGLIA - luglio-agosto VENETO - settembre-ottobre
2012EMILIA ROMAGNA - gennaio-febbraio UMBRIA - marzo-aprile PIEMONTE, SARDEGNA - maggio-giugno VALLE D’AOSTA - luglio-agosto TOSCANA, LIGURIA - settembre-ottobre
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VALLE DEL CRATI
DOC Superficie vitatadenunciata in ettari
Uva rivendicata in quintali
Uva vinificata in proprio in
quintali
Uva ceduta in quintali
Vino rivendicabilein ettolitri
BIVONGI 26,42 1.804,4 425 1.379,4 275,71S.ANNA 2 25 25 - 17,5SCAVIGNA 15,76 323 323 - 258,4TERRE DI COSENZA 103,25 4.676,67 1.786,31 2.895,96 1.192,91VERBICARO 4,82 350 350 - 245MELISSA 72,32 3.579,08 672,38 2.906,7 474,08LAMEZIA 35,78 2.766,82 1.636,72 1.130,1 1.270,8GRECO DI BIANCO 34,7 580 415 165 181,53CIRÒ 707,82 43.231,63 6.806,94 36.424,69 4.822,96SAVUTO 69,04 1.752,4 1.602,4 150 1.156,44DONNICI 31,15 1.073,38 310,38 763 210,82SAN VITO DI LUZZI 9,95 230 230 - 158
TOTALE 1.113,01 60.392,38 14.583,13 45.814,85 10.264,15
IGT Superficie vitatadenunciata in ettari
Uva rivendicata in quintali
Uva vinificata inproprio in quintali
Uva ceduta in quintali
Vino rivendicabile in ettolitri
PELLARO 2,63 130,52 - 130,52 -CONDOLEO 0,35 35 35 - 24,5COSTA VIOLA 1,8 115 - 115 -ESARO 10,48 694,3 694,3 - 291,66LIPUDA 2,36 285,4 143 142,4 100,1LOCRIDE 9,61 184,4 184,4 - 114,73CALABRIA 609,82 31.569,1 15.217,43 16.616,91 10.921,73PALIZZI 15,8 253,75 153,55 100,2 106,52SCILLA 0,23 18 - 18 -VAL DI NETO 130,89 12.507,2 1.006,48 11.500,72 686,62VALLE DEL CRATI 74,47 880 759 121 565,46
TOTALE 858,44 46.672,67 18.193,16 28.744,75 12.811,32
ALTRE VARIETÀ Superficie vitatadenunciata in ettari
Uva rivendicata in quintali
Vino rivendicabile in ettolitri
1.138 41.241 28.000Fonte
: Sia
n (S
istem
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Cala
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ndem
mia
2011
Tra le Doc, Cirò è quella con la superficie vitata più ampia, oltre 707ettari; la più piccola è Sant’Anna.(Non sono stati forniti dati sulle Igt Arghillà eValdamato)
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