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Business


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Start-up!•  Un recente studio di KPMG dice che Italia ci sono > di 6.000 start-up alcune delle

quali molto innovative e una sproporzione molto sfavorevole in termini di veicoli che portino capitale di rischio verso queste innovazioni ...

•  Personalmente partecipo ogni anno ad almeno due round di business planning di nuove aziende. Questa attività ‘volontaria’ mi consente di capire molte cose sull'innovazione, di rafforzare in maniera decisa la mia grande fiducia in questo Paese ma anche di fare molte riflessioni su cosa manchi e cosa possa essere molto migliorato. Infatti per lo più le idee sono piuttosto inetressanti, abbastanza ben declinate in termini realizzativi ma sempre molto migliori della loro declinazione in prospettiva di business. E questo costituisce un problema molto serio, di contenuto, di comunicazione e di prospettiva. Se c'è un difetto che posso dire di riscontrare in quasi tutti i business-plan è la debolezza della dimostrazione razionale del valore della proposta.

•  Fra le cose che mancano nella nostra cultura in generale e anche in quella d’impresa è la capacità di comunicare in profondità il valore delle cose.

Imprese!•  Quando poi torno al mio mestiere professionale passo la maggior parte del tempo in aziende di ogni settore nelle quali mi

occupo coi miei collaboratori ancora una volta di innovazione (Naima è un ‘braintrust di specialisti di innovazione, anch’esso innovativo come business model).!

•  I nostri clienti sono imprese che operano da 10, 20, 50 a volte anche più anni, costruite da una o più generazioni, con dei buoni prodotti, una buona competenza e normalmente capacità di competere su mercati difficili che rappresentano spesso la quota maggioritaria del loro fatturato.!

•  Sono anche aziende di ogni dimensione e questa è una scelta che abbiamo fatto perché pensiamo che la sfida dell’innovazione non riguarda la dimensione d’impresa: anzi, i grandi e i piccoli hanno molte cose da imparare reciprocamente. Non è per smarcarmi dal titolo ma per dire le cose come le penso: non è un caso che io riscontro sempre più che le grandissime imprese si rivolgono a piccolissimi imprese per forniture assolutamente strategiche. Ma spesso il dialogo sulla innovazione fra loro non è di tipo strategico ma tattico.!

•  Mai come adesso devo riscontrare che queste aziende sono alle prese con due problemi molto impegnativi: il problema della innovazione (dove vado?) e il problema delle risorse (come ci vado?). C'è poi un terzo problema che è io sontuoso corollario ai primi due: quanto valgo? !

•  Si, perchè in funzione di un valore sostenibile nel tempo le aziende vivono, superano le loro difficoltà, attraggono investimenti e risorse e crescono di valore, anche di multipli del loro valore originario.!

•  Quanto valgono queste imprese? Dove possono trovare, in funzione della loro strategia le risorse per crescere e competere? chi gliele darà, in che modalità, a quali condizioni?!

La strategia ed il suo valore!•  Nella sua accezioni più classica (che poi si riferisce ad Aristotele ed al

suo eccezionale allievo Alessandro il Grande) la strategia è la capacità di posizionarsi nel punto più favorevole prima dell’ingaggio tattico. !

•  Questo comporta lo sforzo eccezionale di andare ben oltre le proprie capacità di ingaggio (tattica) per farsi un quadro completo di ciò che accadrà e di come ciò possa costituire una opportunità. !

•  Pensate alla capacità di innovazione dei Fenici (nella foto il loro avamposto sardo di Tharros): cosa sarebbe stata la loro frequentazione del Mediterraneo se non avessero avuto una idea molto precisa del valore del mercatare? Se non fossero stati capaci di tracciare rotte redditizie … si insomma, che valessero il rischio della pelle!!

•  Questa capacità, questa attitudine è talmente forte che nei due casi (Alessandro e i Fenici) la loro azione (tattica) ha lasciato il segno per secoli! segno indelebile che tocca ogni cosa. Incredibile!!

Rationale!•  Quest'estate ho visto un film che raccomando a tutti per svariati motivi.!

•  È la storia di un giovane matematico indiano di Madras (storicamente è la vicenda di Srinivasa Ramanujan) la cui capacità strepitosa di individuare regolarità nelle serie numeriche più disparate attira l'attenzione del matematico inglese G.H. Hardy (Jeremy Irons) che lo invita a Cambridge e lo sfida a dimostrare le proprietà che lui intuiva senza passaggi intermedi. !

•  ... Lo sforzo gli costa la salute e la vita ma anche l'ingresso nella prestigiosa Royal Society!!

•  Come accennavo, è una storia vera. Al passaggio dei due secoli scorsi filosofi e matematici di Oxford e Cambridge dettero un impulso enorme alla convergenza fra fra discipline per dotarle di solidi principi e prospettive. Era un progetto ambizioso e ha dato infiniti frutti, fra cui anche lo sviluppo dei calcolatori e dunque della Information Technology: pensate che anche Alan Turing … ah, by the way, avete notato come gli inglesi continuano a sfornare film sulla loro progenitura scientifica? Hawkins, Turing, Hardy e gli indiani …!

•  Uno dei testi che più esercitò influenza a quei tempi era i 'Principia Mathematica' di Russell e Whitehead. Un testo che guarda caso aveva lo stesso titolo della più ponderosa delle opere di Newton e come il suo predecessore affrontava la battaglia di tutte le battaglie: quella di dare una base razionale al sapere, una cornice plausibile che rafforzasse la pratica.!

Perché e cosa misuriamo?!•  Misuriamo per sapere, per dimostrare e per agire. La misurazione ha un contenuto euristico di per sé. essa rappresenta il

presupposto con cui ci avventuriamo nel mondo ma non è il mondo.!

•  Così abbiamo imparato a misurare in termini teorici: Eratostene usava la trigonometria e immaginando fisso un corpo celeste perché sufficientemente lontano da due punti sulla Terra di cui si voglia misurare la distanza, apriva la strada all’esplorazione. E questa serviva anche a correggere le mappe. Cos^ è che degli stessi luoghi si hanno un numero crescente di mappe. Fino ai giorni nostri in cui i sistemi satellitari svelano ogni dettaglio, in cui la visione e la misura son la stessa cosa. MA LA GRANDE INVENZIONE, QUELLA CHE HA IMPRESSO L’ACCELERAZIONE ALLA NOSTRA CIVILTA’ è AVER PENSATO DI RAPPRESENTARE NEI TERMINI DI UN MODELLO IL MONDO FISICO PRIMA E QUELLO DEI FATTI E DEGLI ACCADIMENTI DOPO.!

•  I greci erano geniali nella loro semplicità. Non possiamo fare a meno di pensare ancora a quel tipo di razionalità nelle nostre pratiche e nelle nostre imprese. Magari domani basterà l’intuito. E’ possibile, perché no?!

•  Ci è chiaro che la misura non è la realtà, che rappresenta una riduzione della complessità della realtà. così come il discorso non è l’intuizione, il quadro non è il paesaggio e la mappa non è il territorio. Eppure attraverso le mappe avanziamo più rapidi e sicuri nel territorio, coi quadri comunichiamo emozioni e ne lasciamo traccia. La nostra civiltà è basata su questa forma di condivisione e trasferimento della conoscenza come valore. E’ una forma sublime del nostro tentativo di aumentare il valore delle cose a beneficio di tutti e delle generazioni che verranno. per un essere mortale non è male come sforzo, no?!

•  La misura delle cose, la loro Mathesis Universalis non è solo una forma di descrizione è anche una forma euristica, è uno strumento per scoprire proprietà, correlazioni, significati. !

•  nella foto una interpretazione dei numeri di Fibonacci. Sotto Eratostene. Scegliete voi …!

Cosa misuriamo nelle imprese?!•  La scienza dell’economia di impresa è molto avanti. Le aree che tradizionalmente hanno più

beneficiato di una approccio razionale alla misura e poi al controllo gestionale sono l’amministrazione la finanza, la produzione, gli acquisti, la qualità.!

•  Si tratta di aree o che sono regolate da processi tecnici ripetitivi o che sono più facilmente rappresentabili con un linguaggio strutturato come quello della matematica.!

•  Quelle in cui i margini di miglioramento sono più ampi sono le vendite, il marketing (anche e soprattutto quello digitale), la innovazione, l’efficacia strategica, il valore, il ritorno degli investimenti IT, !

•  Si tratta di ampie aree in cui forse la difficoltà risiede nel fatto che i criteri generali con cui si osservano fenomeni e risultati non sono consolidati. In parte è un bene perché il valore spesso si crea insieme ai suoi criteri di valutazione; un po’ come la buona scienza di frontiera. Ciò che rende incomparabili le cose è ciò che le fa entrare nella sfera del valore distintivo.!

•  Dunque nella strategia d’impresa abbiamo bisogno di immaginare come possa essere il corso degli eventi e anche della nostra azione negli eventi. Per poi correggere, se necessario, forse inevitabile; perfezionando la nostra azione insieme agli strumenti che la misurano e ne misurano i risultati. La strategia come complesso di azioni e risultati è - però - un integrale che ha difficoltà ad essere manipolato. Ma allora cosa siamo qui a fare oggi?!

Cosa mi ha colpito di Babok!•  Tutti avranno riconosciuto la Encyclopedie di Diderot, degno e ambizioso progetto, corollario ideale della Rivoluzione.!

•  A parte il revisionismo critico che - inesorabile - avvolge ogni cosa nella sua prospettiva storica, penso che uno dei valori più interessanti che sono rimasti della RF sono l'Universalità del sapere, l'intento di diffonderlo e divulgarlo, la Conoscenza al servizio della evoluzione dei mestieri, la prospettiva sociale della tecnica e del mestiere, la fiducia nella innovazione come strumento di evoluzione comune, il mettere a fattor comune l'esperienza del fare e la sua tradizione, il superamento della dualità fra teoria e pratica.!

•  È un valore che - per esempio - non si riscontra in altre esperienze rivoluzionarie, più concentrate nella ricerca di un equilibrio distributivo della ricchezza o sulla libertà del commercio.!

•  Credo che l'intento di IIBA (così ben riflesso da Babok) sia proprio quello di una operazione culturale il cui fine è appassionare e diffondere la cultura d'impresa e renderla un bene comune. Diffondere strumenti e metodi che allungano la vita alle imprese e le valorizzano come bene comune per gli azionisti e chi ci lavora, nella società e di generazione in generazione; aldilà della apparente contrapposizione fra pubblico e privato. Infatti nella sua forma la proprietà può essere pubblica o privata, ma il valore nella sua sostanza è qualcosa che aumenta o diminuisce a beneficio o detrimento della prosperità di noi tutti.!

•  Fate un bel respiro profondo e lasciatevi attraversare dalle forme nuove che l’evoluzione delle cose e degli strumenti ci indicano e suggeriscono: anche questa è cultura d’impresa.!

•  Auguro agli imprenditori e manager presenti una vera prosperità che duri nel tempo e possa essere diffusa.!

•  Ed al chapter italiano ed al suo intento altruistico (che so ben sorretto da persone che stimo) ogni bene e successo!!

Grazie!•  A voi presenti tutti.

•  A Orietta Checchinato e Alessandro Rogora di Italian Chapter di IIBA che mi hanno coinvolto con soverchia fiducia nei miei mezzi intellettuali.

•  IIBA nella persona della Presidente Prassede Colombo e tutti i collaboratori cui rinnovo l'augurio di espansione e successo.

•  Gli organizzatori e questo luogo molto accogliente e divertente.

•  Gli amici e clienti che sono intervenuti e quelli che hanno chiesto … quando venite o tornate a Milano, Roma, Firenze …