10. cenni di storia del restauro. 2. viollet-le-duc e ruskin

Upload: huliosmella

Post on 10-Oct-2015

94 views

Category:

Documents


5 download

DESCRIPTION

Cenni Di Storia Del Restauro. 2. Viollet-le-Duc e Ruskin

TRANSCRIPT

  • 1Il secolo XIX.Viollet-le-Duc e Ruskin

    Il secolo Il secolo XIXXIX..ViolletViollet--lele--DucDuc e e RuskinRuskin

  • 2La Francia della restaurazione riscopr il Medioevo come periodo storico di riferimento ideologico, unet di forza nella quale la grande monarchia francese aveva trovato le migliori condizioni per svilupparsi. Quella medievale venne percepita come unet di elezione ben diversa dal periodo di terrore e confusione lasciato come strascico dalla Rivoluzione e che aveva innescato distruzioni sistematiche, perpetrate ancora nei primi decenni del sec. XIX.

    Il restauro stilistico nella Francia del sec. XIX

    Il restauro stilistico Il restauro stilistico nella Francia del sec. XIXnella Francia del sec. XIX

  • 3Le conseguenze della Rivoluzione, che dal 1789 pass a ferro e fuoco il territorio francese, rimasero evidenti ovunque. Le distruzioni del patrimonio storico-artisticovennero determinate da

    1. Motivazioni ideologiche: furono abbattuti sistematicamente i simboli del regime feudale (Ancien Rgime). I rivoluzionari identificano in palazzi, ville e castelli la testimonianza della tirannia monarchica e in chiese e conventi quella di una religione opprimente da eliminare.

  • 4Tra i complessi architettonici abbattuti, si annovera la pi grandiosa architettura monastica di tutti i tempi, lAbbazia di Cluny, messa all'asta nel 1798 e acquistata da commercianti di materiali edili che smantellano per anni gli imponenti edifici. Quanto non raso al suolo viene spogliato di ogni arredo: eliminati stemmi, effigi ed emblemi regali, profanate le tombe dei sovrani francesi nella chiesa di Saint-Denis e gettati i corpi in fosse comuni, distrutti i monumenti sepolcrali, mutilate le statue e le decorazioni che arricchiscono le facciate delle architetture religiose e nobiliari.

  • 52. Vandalismo indotto dalla necessit di recuperare materiali: il popolo francese si affranc dal giogo del regime feudale attraverso lespropriazione e la distruzione delle propriet delle classi nobiliari ed ecclesiastiche. Il materiale recuperabile venne riciclato per edificare ponti, mercati, appianare vie di comunicazione; si produsse calce a partire dai marmi gi lavorati.

  • 63. Adattamento delle opere antiche a nuovi significati: il culto della Dea Ragione rinneg la religione cattolica, fino alla soppressione delle congregazioni e alla confisca dei beni di loro propriet da parte dallo stato. Numerosi i casi di trasformazione delle antiche statue di santi in allegorie dei moderni principi di Libert, Uguaglianza, Fraternit.

  • 7In piena et romantica, la monarchia borbonica restaurata sul trono di Francia riconfigur il cattolicesimo come religione nazionale.Ne consegu lintenzione di ripristinare la maggior parte dei monumenti deturpati e in varia misura compromessi dalla furia rivoluzionaria e, nel tempo, una tendenza al revival soprattutto delle grandi architetture religiose in stile gotico.

  • 8Il recupero degli ideali cristiani medievali pass anche attraverso la letteratura. Nel 1802 Franois Ren de Chateaubriandpubblic Il genio del cristianesimo, nel quale lautore difende la saggezza e la bellezza della religione cristiana, lunica degna ispiratrice dellarte. Nel 1831 usc il romanzo storico Notre-Damede Paris di Victor Hugo, che ha come ambientazione fondamentale la cattedrale nel sec. XV e ne fa lespressione per eccellenza dellantica societ.

  • 9Nel 1834 nacque la Societ francese per larcheologia, che mantenne tra i suoi principi la lotta al vandalismo e che annover tra i propri funzionari alcuni influenti intellettuali. Divennero fondamentali, nellambito dellUfficio dei monumenti storici, le figure di Ispettori generali dei monumenti storici, in particolare il primo, il letterato e critico darte Ludovic Vitet (1830-34) e il suo successore, lo scrittore e storico Prosper Mrime (1834-60).

  • 10

    Entrambi sostennero unazione programmatica per la tutela del patrimonio nazionale, che passava attraverso:1. la conoscenza del patrimonio artistico e monumentale della nazione, finalizzata alla compilazione di inventari come strumento essenziale della tutela. Gli ispettori generali percorrevano il territorio assicurandosi dellimportanza storica e artistica dei monumenti presenti nei diversi dipartimenti francesi e affrontando di seguito i problemi inerenti alla loro conservazione.

  • 11

    2. il restauro-ripristino dei monumenti antichi.

    In particolare, il Vitet si convinse che quellagotica fosse da ritenersi larchitettura nazionale francese e che fosse necessario conformarsi allo stile primitivo per il restaurodi ogni parte integrante di questi edifici o per il loro completamento o ampliamento.

  • 12

    Infatti, secondo Vitet, il primo merito di unrestauro di passare inosservato; necessario dimenticare il tempo nel quale si vive per farsi contemporanei di tutto ci chesi restaura () conoscere a fondo tutti i processi dellarte () al fine di ripristinare un edificio sulla scorta di semplici frammenti,non mediante ipotesi o capriccio, ma per severa induzione.

  • 13

    Sulla base di queste convinzioni, dalsecondo quarto del secolo si andaffermando in Francia il restauro stilistico. Gli interventi in stile miravano a ristabilire la realt storica e formale dellopera, unitaria e coerente, dunque riconducibile a una data epoca, a un dato luogo, a un determinato modello artistico (cio, appunto, a un determinato stile).

  • 14

    Gli ispettori presero posizione contro i restauri mal fatti, sovente condotti daarchitetti di formazione accademica neoclassica. Essi erano impreparati alla comprensione e alla cura dellestrutture gotiche e procedevano per tentativi con innovazioni e demolizioni arbitrarie che riflettevano il gusto delmomento e non si conformavano allo stile nel quale lopera era stata concepita.

  • 15

    La sua ampia conoscenza nel campo dellarte fu pressoch inevitabile: suo padre, oltre che pittore, fu anche segretario dell Ecole desBeaux-Arts e sua madre unesperta ritrattista. Meno famigliare gli fu larcheologia, lacuna che comunque colm nel corso degli anni.Fu educato nel Collegio Henri IV e si laure in legge nel 1823. Studi lingue e letterature straniere.

    Prosper Mrime (1803-1870)ProsperProsper MrimeMrime (1803(1803--1870)1870)

  • 16

    Nel 1834 succedette a Vitet nella carica di Ispettore Generale dei monumenti storici, carica che lo port a compiere numerosi viaggi nellEuropa (Corsica, Spagna, Grecia, Inghilterra, Germania) dai quali trasse ispirazione per le sue opere narrative e per formare i suoi principi nellambito della tutela e del restauro dei monumenti storici.Nel 1844 entr a far parte dellAcadmieFranaise e, grazie allamicizia che lo legava alla spagnola contessa di Montijo, nel 1853 fu nominato senatore quando la figlia della contessa divenne imperatrice di Francia.

  • 17

    Il brutto restauro era la cosa che piossessionava Mrime: Io non esito a dire che n la furia iconoclastica del protestantesimo n lo stolto vandalismo della rivoluzione hanno impresso piaghe cosdeplorevoli sui nostri monumenti come il cattivo gusto dei secoli XVIII e XIX. I barbari ci lasciavano almeno le rovine, mentre i cosiddetti restauratori ci hanno lasciato solo lo squallore dei loro interventi.

  • 18

    Per restauro noi intendiamo la conservazione di ci che esiste, la riproduzione di ci che manifestamente esistito in un restauro non si deve inventare niente; quando le tracce dello stato antico sono perdute, la cosa pi saggia copiare i motivi analoghi in un edificio dello stesso tempo e della stessa provinciaInventando si corre il rischio di fare un errore e di lasciar vedere troppo chiaramente una ripresa modernaProsper Mrime, Inspecteur Gnral desMonuments de France, Notazioni, Paris 1844.

  • 19

    Nel caso di monumenti gravementedanneggiati e lacunosi, la loro consistenza originaria doveva essere desunta secondo un criterio analogico, cioper astrazione e selezione da edifici ancora esistenti, con procedimenti scientifici di osservazione e di riproduzione dei modelli.

  • 20

    Dal 1841 si istitu in Francia la figura dellarchitetto per i monumenti storici, una personalit inviata dal governo centrale inaiuto alle amministrazioni periferiche per i casidi intervento particolarmente critici eimportanti. Dal 1852, la presenzadellarchitetto per i monumenti storici divenne fondamentale ed egli veniva inviato direttamente dal ministero competente e non pi su richiesta delle amministrazioni locali, al fine di garantire la riuscita dei lavori.

  • 21

    Per questo ruolo, Mrime individu lallora giovanissimo Eugne Emmanuel Viollet-le-Duc, il quale divenne il protagonista indiscusso del restauro stilistico. Molto compreso dal suo senso del dovere nei confronti della societ, l architetto continu a collaborare con lUfficio dei monumenti storici e con Mrime dal 1846 al 1860.

  • 22

    Grande autodidatta, formatosi in primo luogo attraverso losservazione e lo studio diretto dei monumenti considera larchitettura come una delle facce della storia duna societ cui conviene applicare il metodo analitico proprio delle scienze naturali e di quelle storiche La sua unimpostazione colta, ragionata, tecnicamente appropriata e profonda. Razionalit e logica sono i suoi elementi-guidaG. Carbonara, Avvicinamento al restauro, Napoli, Liguori, 1997, p. 109.

  • 23

    Nacque a Parigi da genitori benestanti e fu figlio del clima illuminista francese che aspirava a indagare e dominare con la ragione la Natura e le sue leggi. Egli pales ben presto il proprio anticonformismo e linsofferenza verso le istituzioni accademiche, rifiutando di formarsi presso la Scuola di belle arti e preferendo un percorso da autodidatta, sempre pi indirizzato verso la conoscenza dellarchitettura medievale.

    Eugne E. Viollet-le-Duc (1814-1879)EugneEugne E. ViolletE. Viollet--lele--Duc (1814Duc (1814--1879)1879)

  • 24

    Viollet-le-Duc oper una distinzione fra laprogettazione di opere architettoniche nuovee il restauro degli antichi edifici. Egli afferm,tra laltro, che la fantasia necessaria per la creazione ex novo, diventava arbitrio nel restauro. Il restauro, infatti, doveva restituirele fabbriche del passato in maniera scientifica, non tramite uninterpretazione attuale ma secondo lo stile ad essa dovuto.

  • 25

    Dal punto di vista pratico, Viollet-le-Duc eraconvinto che nella disciplina del restauro architettonico fossero fondamentali:

    la conoscenza puntuale delle tecniche di costruzione del passato e del presente; la conoscenza dei materiali di costruzione; la conoscenza degli stili di costruzione.

  • 26

    Secondo Viollet-le-Duc, una formazione inappuntabile doveva padroneggiare innanzitutto le complesse architetture delgotico medievale, che rifuggono dalle regole di simmetria e si arricchiscono di molteplici forme aggettanti. Emerge in questo senso lapolemica nei confronti della Ecoledes Beaux-Arts, che privilegiava linsegnamento dei canoni neoclassici e, a suo dire, era uno stampo per architetti tutti simili.

  • 27

    Presupponendo un ampio patrimonio culturale specifico, larchitetto-restauratore coltiv la convinzione che la sua capacit di padroneggiare la tecnica gli consentisse di intervenire su qualunque monumento e ricostruirne ogni mancanza. Alla voce Restauration del Dictionnaireraisonn de lArchitecture franaise du XI auXVI sicle, compilato negli anni 1854-66 e pubblicato a Parigi, egli scrisse:Restaurare un edificio significa ristabilirlo in uno stato completo che pu non essere mai esistito in un dato momento

  • 28

    Nelle sue esperienze pratiche, Viollet-le-Duc deline alcuni principi fondamentali:

    lintervento di restauro da considerare caso per caso. fondamentale per larchitetto confrontarsi volta per volta con gli edifici sui quali deve intervenire, senza assumere per assoluta alcuna regola teorica. Non sono posizioni definitive n quelle che propongono di riportare lopera allo stato originale (uno stato ideale che non esite pi), n quelle che vogliono rivestirla con uno stile moderno, nquelle che richiedono di conservare tutte le aggiunte e le stratificazioni. Si tratta di stabilire un rapporto dialettico con lopera antica.

  • 29

    lintervento di restauro richiede uno spirito critico, dunque la capacit di operare delle scelte. Si tratta di un intervento che procede dalla conoscenza filologica delle tecniche, dei materiali e degli stili. Solo in questa condizione, nei casi di sovrapposizioni storiche, diventa possibile decidere quali sono le informazioni storico-artistiche che necessario salvaguardare, riconducendole al loro significato originale.

  • 30

    larchitetto-restauratore deve, non solo conoscere, ma fare proprio il temperamento che ha animato il costruttore originale.Tutto ci si rende necessario nelleventualit in cui egli si trovi a riproporre parti mancanti, ma anche in quella in cui sia necessario migliorare la funzionalit delledificio. Rimane infatti fondamentale la destinazione duso dellarchitettura, che giustifica interventi di ammodernamento della struttura. Aggiungere un impianto di riscaldamento a una cattedrale o a un palazzo comunale, non cosa che contrasti con la natura di tali edifici.

  • 31

    Se larchitetto che li ha realizzati ne avesse avuto la possibilit, avrebbe egli stesso previsto alcune comodit.Allo stesso modo, il restauro corregge i difetti di costruzione originali o successivi: sostituisce ad esempio grondaie e tetti non funzionali alla protezione degli interni.

    In tutto loperato di Viollet-le-Duc, restaurare un edificio non conservare lo stato in cui esso si trova, ma ripristinare lo stato unitario originale ed stabilire uno stato di completezza che tale edificio potrebbe non aver mai avuto.

  • 32

    La costruzione della cattedrale di Notre-Damede Paris ebbe inizio nel 1163 nel cuore della capitale francese, lle de la Cit (centro politicoe religioso della citt medievale) per concludersi solo verso la met del sec. XIV. Durante la bufera rivoluzionaria, la cattedrale fu sconsacrata, saccheggiata, utilizzata come magazzino di beni alimentari e infine parzialmente distrutta.

    Il restauro di Notre-Dame di ParigiIl restauro di Il restauro di NotreNotre--DameDame di Parigidi Parigi

  • 33

    Parigi, Notre-Dame, 1163-1345, lato est

    e vista dell lle de la Cit.

  • 34

    Parigi, Notre-Dame, 1163-1345, facciata.

  • 35

    Nel 1793 la facciata era stata spogliata delle sculture della Galleria dei Re, una serie di 28statue rappresentanti i re di Israele e del Regno di Giuda. Dapprima decapitate dai rivoluzionari, che le avevano erroneamente identificate con la rappresentazione dei re francesi , esse furono in un secondo tempo definitivamente rimosse e disperse.

  • 36

    Analogamente, le figure dei santi chefiancheggiano il portale centrale (portale delGiudizio Universale) subirono gravi mutilazioni.Nel 1792 venne anche rimosso quanto rimaneva della guglia costruita nel sec. XIIIallincrocio tra navata e transetto, poichversava in condizioni critiche a causa delle deformazioni subite per effetto delle

    intemperie.

  • 37

    A dispetto del suo totale decadimento e del rischio di venire abbattuta perch consideratairrecuperabile, la cattedrale venne restituita al culto da Napoleone. Lo stesso Napoleonevolle essere riconosciuto Imperatore dei Francesi in questo luogo, carico di significatosimbolico.Nel 1840 Mrime decise di avviare il restauro della cattedrale, per restituirla al popolo parigino in tutto il suo splendore.

  • 38

    Lintervento venne affidato a Viollet-le-Duc, che lo inizi nel 1845 e lo complet nel 1865. Larchitetto si dedic innanzitutto alla ricerca di documentazione relativa allo stato del monumento prima delle mutilazioni subite, prassi del tutto eccezionale per lepoca; studii testi letterari, decifr le caratteristiche stilistiche e archeologiche delledificio.

  • 39

    Per lintero periodo dellimpresa, egli tenne unDiario dei lavori in cui appunt con scrupolole modalit di svolgimento dellintervento.Dal punto di vista pratico, Viollet-le-Ducapport in primis una serie di migliorie strutturali, ad esempio alla copertura laddove la pendenza del tetto non consentiva lo scolo adeguato delle acque piovane. Egli fece realizzare anche nuovi doccioni di scolo (gargouilles) zoomorfi, bizzarri e fantasiosi.

  • 40Parigi, Notre-Dame, doccioni di scolo inseriti da Viollet-le-Duc.

  • 41

    Il restauro comprese la restituzione di parti delledificio distrutte dagli eventi e dalla furia rivoluzionaria. In particolare, fu ricostruita la guglia situata sulla crociera, della quale rimaneva solo la base dopo che essa era stata abbattuta nel 1792. La forma originale fu desunta dai disegni antichi, ma venne elaborata con laggiunta di nuove statue.

  • 42

    Parigi, Notre-Dame, guglia centrale riproposta da Viollet-le-Duc.

  • 43

    Disposte alla base della guglia in quattrogruppi di tre, le statue rappresentano i 12 Apostoli.In omaggio allarchitetto-restauratore, lo scultore diede al volto di uno di essi i tratti di Viollet-le-Duc.

  • 44

    Parigi, Notre-Dame, statue di Apostoli fatte realizzare da Viollet-le-Duc.

  • 45

    Fu riproposto infine lintero apparatodecorativo andato perduto, con copie delle sculture dei santi e delle statue della Galleria dei re soprastanti i portali.Nel 1977 riemersero dalle acque della Senna21 teste delle statue originali disperse dalla Rivoluzione, oggi conservate nel Muse de Cluny..

  • 46Parigi, Notre-Dame, la Galleria dei Re

    ripristinata da Viollet-le-Duc

  • 47

    Secondo le parole dello stesso architetto:Proponiamo il ripristino di tutte le sculture, perch ogni elemento importante in questo insieme unitario di statue e bassorilievi. Non si pu lasciare incompleta una pagine tanto mirabile senza rischiare di renderla inintelligibile.Notre-Dame torn ad essere cos lesempio tipico di cattedrale gotica, alla quale lintervento di restauro aveva ridato integritarchitettonica ma anche vita e ruolo simbolico.

  • 48Parigi, Notre-Dame, 1163-1250. Prima e dopo il restauro.

  • 49

    Tra i casi di intervento pi totalizzanti ad opera di Viollet-le-Duc figura il castello di Pierrefonds, una delle pi tipiche costruzioni militari francesi costruito da Luigi dOrleans apartite dal 1390, in rovina dallinizio del sec. XVII. Razziato allinterno, spogliato di tutti gli apparati decorativi, rimase per secoli una rovina con i tetti sfondati e ampi squarci sulle torri e sulle mura.Nel 1810 divenne propriet di Napoleone, che lo acquist.

    Il restauro di PierrefondsIl restauro di Il restauro di PierrefondsPierrefonds

  • 50

    Il castello di Pierrefonds ritratto dai paesaggisti romantici

  • 51

    Il governo francese lo classific monumentonazionale alla met del sec. XIX e ne venne affidato il restauro a Viollet-le-Duc.Iniziato nel 1863 e ultimato solo dopo la sua morte, nel 1885, lintervento si sarebbe dovuto concentrare sulla restituzione della struttura centrale, lasciando le altre parti nelle condizioni in cui si trovavano, trannetorri che potrebbe essere utile restaurare per farne dependances, realizzando una dimora molto piacevole in mezzo a pittoresche rovine.

  • 52

    Ma il progetto sub nel tempo notevoli modifiche in senso estensivo. Viollet-le-Duc rimise in piedi le murature e le difese guerresche, dimostrando una ammirevole padronanza delle architetture militari dellepoca. Procedendo oltre, egli trasform anche il castello in residenza degna dei soggiorni della famiglia imperiale, riedificando una cappella palatina degna del sec. XIII e arredando le stanze in stile, secondo una fantasiosa ricostruzione dellaspetto che esse dovevano aver avuto in passato.

  • 53

    Il castello di Pierrefonds prima dei lavori di restauro (a sinistra) e a cantiere avviato (a destra).

  • 54

    Il castello di Pierrefonds a lavori ultimati

  • 55Un interno nel castello di Pierrefonds

    riproposto da Viollet-le-Duc

  • 56

    In Gran Bretagna, il Romanticismo di diffuse come reazione allIlluminismo. Alla ragione, il romanticismo inglese oppose il sentimento; alla concezione della Storia come evoluzione basata sul progresso, lidea che la Storia fosse mossa da forze incomprensibili e irrazionali; alla condanna dellet oscura del Medioevo rinnegato dal pensiero illuminista, la sua rivalutazione come periodo in cui la societ si sviluppava ancora a dimensione dellindividuo, con fenomeni di solidariet e partecipazione umana che si stavano perdendo nelle Nazioni avviate verso capitalismo e industrializzazione.

    Restauro e romanticismoRestauro e romanticismoRestauro e romanticismo

  • 57

    Artista, poeta, scrittore, decoratore, editore e politico, William Morris stato un personaggio complesso e di vasti interessi che ne fanno una delle figure pi importanti per la storia politica, artistica e letteraria inglese della seconda metdellOttocento. Fra i principali fondatori del movimento britannico Arts and Crafts, fu sostenitore del rifiuto dellingerenza industriale nella decorazione e nellarchitettura, caldeggiando il ritorno dellartigianato e del lavoro manuale per riconferire agli artigiani il rango di artisti.

    William Morris (1834-1896)William William MorrisMorris (1834(1834--1896)1896)

  • 58

    Nato in una ricca famiglia borghese londinese, si forma in scuole anglocattoliche, frequenta il college e quindi luniversit di Oxford dove viene in contatto con il pensiero di JohnRuskin e dove incontra un gruppo di Preraffaelliti -, Ford Madox Brown e PhilipWebb corrente artistica di cui diviene uno dei pi attivi esponenti Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones.

  • 59

    Nonostante Morris non divenne mai un architetto professionista, il suo interesse per l'architettura fu profondo e persistente. Nel 1877 fond l'associazione per la protezione degli edifici antichi (Society for the Protection of AncientBuildings) e la sua attivit nel campo della conservazione e del restauro portarono, seppur indirettamente, alla fondazione del National Trust. La sua battaglia contro il restauro, cos come viene attuato nella sua epoca, un aspetto della pigenerale battaglia contro la strumentalizzazione della storia.

  • 60

    In quanto espressione di una cultura storicamente determinata nei suoi peculiari caratteri, la costruzione antica non va manomessa e tanto meno restaurata; va invece salvaguardata per impedirne il degrado e quindi l'intervento di restauro. Se proprio necessario intervenire, deve stabilirsi un confronto leale e dialettico fra l'antico ed il nuovo sul terreno della loro reciproca autenticit. Morris, non essendo un professionista, non pu intervenire se non come rappresentante di un Movimento, di una Societ, costituiti sulla base di principi e programmi ben definiti; malgrado ci le sue iniziative incidono profondamente sulle scelte che in quegli anni vengono compiute in Inghilterra e fuori rispetto al destino di molte opere d'arte antiche.

  • 61

    John Ruskin nasce in una famiglia appartenente allo strato sociale che in quel periodo beneficia maggiormente del ruolo di potenza militare e commerciale che sta svolgendo lInghilterra. La larga disponibilitfinanziaria rende ansiosi i nuovi ricchi di aggiornamento culturale, per accorciare le distanze dallaristocrazia terriera, che va pure modificandosi e legandosi sempre pistrettamente al sistema industriale.

    John Ruskin (1819-1900)JohnJohn RuskinRuskin (1819(1819--1900)1900)

  • 62

    La forte tensione di affermazione della borghesia imprenditoriale e commerciale del tempo, non potrebbe essere meglio rivelata dalle cure che i genitori consacrano al figlio. Nulla risparmiato: esercizi fisici, disciplina morale, viaggi, scuola privata e quanto altro si riteneva indispensabile affinch il bambino prodigio fosse preparato agli alti esiti cui i genitori aspiravano. John conduce unesistenza non priva di sollecitazioni culturali e di svaghi saltuari, ma essenzialmente introspettiva, soffocata dalla strenua sorveglianza della madre di religione puritana.

  • 63

    Nel 1836 Joseph Mallord William Turnerespone i quadri della sua ultima produzione; il primo a comprendere la nuova maniera turneriana proprio John Ruskin, allora appena diciassettenne e ancora del tutto sconosciuto. Per distrarlo da un amore platonico e mai dichiarato, la famiglia intraprende un viaggio in Francia e in Italia, che ripercorre le tappe canoniche del Grand Tour fino a Napoli e a Paestum e poi, sulla via del ritorno, a Venezia. Nasce prepotente nel 1840 lamore di Ruskinper lItalia.

  • 64

    Nel 1842 esce la sua entusiastica apologia di Turner nel primo volume dei Pittori moderni. Lo scopo quello di dimostrare la superioritdei moderni paesaggisti, primo fra tutti Turner, sui modelli tradizionali. Al primo volume seguiranno altri quattro volumi dal 1846 al 1860 sui pi svariati temi, ma tutti permeati della convinzione che il vero artista sia un veggente, un profeta, e che larte debba riuscire a favorire lincontro con la natura e con Dio.

  • 65

    Ruskin si convinse che il capitalismo e lo sviluppo industriale fossero causa del male sociale e che la ricerca del profitto fosse una condizione umiliante per luomo e impedisse agli artisti di crescere in un ambiente sano e creativo.Secondo Ruskin, larchitettura il fenomeno che, pi di ogni altro, testimonia la vita delluomo nella societ. Nel 1849 egli diede alle stampe The sevenlamps of architecture, opera nella quale indag il significato e la funzione delle costruzioni architettoniche in relazione alluomo che le abita e le utilizza.

  • 66

    Lopera riflette lunit di pensiero politico-estetico-restaurativo di Ruskin. Nel corso dei numerosi viaggi, soprattutto in Francia e in Italia, lautore rimase impressionato, oltre che dalle nuove pratiche di costruzione nelle grandi citt, dalla quantitingente di restauri in corso, talvolta eseguiti (a suo dire) con grave danno delle testimonianze antiche.

    Le sette lampade dellarchitetturaLe sette lampade dellarchitetturaLe sette lampade dellarchitettura

  • 67

    Nelle sette lampade Ruskin duninterpretazione etico-religiosadellarchitettura. Allinterno egli spiega che larchitettura non pu essere separata dalla moralit e che lo stile Decorated Gothic la pi alta forma che larchitettura abbia mai raggiunto. Questo testo quello tramite il quale egli propugna le sue tesi del vero, contro le generalizzazioni e le astrazioni illuministiche del secolo precedente. Ed anche il testo nel quale compare la sua opinione riguardo al restauro, ovvero la distruzione pi completa che unopera darte possa mai subire.

  • 68

    Le sette lampade (del Sacrificio, della Verit, della Potenza, della Bellezza, della Vita, della Memoria, dellObbedienza) che danno titolo allopera rappresentano i principi ai quali larchitetto dovrebbe fare riferimento per recuperare larmonia uomo-natura ormai in crisi. Lo stesso Ruskin si esprime cos in The Studyof Architecture: la bella architettura fu disegnata per le citt, nellaria senza nubi; per le citt le cui piazze e giardini sono aperti in pace luminosa; citt costruite affinchgli uomini possano vivere felicemente in esse, e gioire ogni giorno, nella compresenza e forza delle une e degli altri.

  • 69

    Ma [per] le nostre citt, costruite nellaria oscura, che prima rende, per mezzo del proprio sudiciume accumulato, tutto lornamento non visibile a distanza, e poi soffoca i suoi istinti con la fuliggine; citt che sono semplici masse abbandonate di magazzini, e costituiscono perci, per il resto del mondo, ci che la dispensa e la cantina costituiscono per una casa privata; citt in cui lo scopo degli uomini non la vita, ma il lavoro; ed in cui tutta la grandezza principale delledificio sta nel comprendere la macchina; citt in cui le strade non sono viali per la passeggiata e la processione di gente felice, ma canali per lo scarico di una folla tormentata, in cui il solo fine nel raggiungere qualsiasi luogo di essere trasferiti in un altro;

  • 70

    in cui lesistenza diviene mera transizione ed ogni creatura solo un atomo in un corso di polvere e in una corrente di particelle che si avvicendano, circolanti qui per i tunnel sotterranei e l per i tubi dellaria; per una citt, o per le citt come questa, nessuna architettura possibile

    Interrogandosi sui principi che il buon architetto dovrebbe osservare, lautore esamina: gli edifici di nuova costruzione e come si possa costruire ancora nel rispetto della dimensione umana; il restauro degli edifici antichi.

  • 71

    Nel capitolo sesto di The seven lamps, La lampada della memoria, Ruskin individua chiaramente le motivazioni che devono indurre ad amare e proteggere edifici e monumenti antichi, definendo il ruolo fondamentale di una dottrina della conservazione.Alcuni passaggi rimangono fondamentali: larchitettura conserva la memoria delluomo, senza questa testimonianza egli vive ma perde le tracce (il ricordo) della sua evoluzione storica e sociale.

  • 72

    i monumenti (e le opere darte) non sono una propriet privata; essi appartengono in parte al loro artefice e in parte alle generazioni presenti e future (i posteri). Gli uomini di oggi e di domani hanno pari diritto di godere di queste testimonianze e lo stesso dovere di prendersene cura. il tempo che conferisce identit di memoria storica al monumento, alledificio, che ne conferma il valore come riferimento in un mondo di totale caducit.

  • 73

    nellazione del tempo e persino nelle rovine risiede il pittoresco e il sublime, non nel carattere originale dellarchitettura, ma nella patina che la avvolge e la modella.Lopera, che nasce bella per stile e forme, impreziosita dai punti dombra che le conferiscono vita e respiro, dal suo rapporto con la natura, tanto che un edificio raggiunge la sua massima espressione quattro o cinque secoli dopo la sua creazione, quando accoglie i segni delluso, delle intemperie, della vecchiaia.

  • 74

    ogni creazione costituisce un unicum, irripetibile come esperienza storica ed estetica, poich irripetibile lo spirito che il suo artefice le ha infuso. dunque illusoria la convinzione che il restauro possa restituirle vita e significato semplicemente riproponendone forme e materiali:Il cosiddetto restauro la peggiore delle distruzioni. N il pubblico, n coloro cui affidata la cura dei monumenti pubblici comprendono il vero significato della parola restauro.

  • 75

    Si tratta della pi totale distruzione che un edificio possa subire: una distruzione alla fine della quale non rimane neppure un resto autentico da raccogliere, una distruzione accompagnata dalla falsa descrizione della cosa che abbiamo distrutto.J. Ruskin, Le sette lampade dellarchitettura, Milano, Jaca Book, 1982, p. 226-227.

    Dunque, lintervento di restauro pu risolversi solo in una imitazione di ci che irrimediabilmente perduto, una ricostruzione ipotetica e fantasiosa che conduce senza scampo alla falsificazione dellopera.

  • 76

    la distruzione dellopera inevitabile e avviene anche solo per invecchiamento naturale; la lotta delluomo contro i segni del trascorrere del tempo una contraddizione che non pu essere risolta. Occorre dunque conoscere la natura dellopera e il corso del suo degrado, affrontandolo con attivit di prevenzione che consentano di rallentarne la distruzione:Il principio che vige oggiconsiste prima nel trascurare gli edifici per procedere poi al loro restauro. Prendetevi cura solerte dei vostri monumenti, e non avrete bisogno di restaurarli

  • 77

    E tutto questo, fatelo amorevolmente, con reverenza e continuit, e pi di una generazione potr ancora nascere e morire allombra di quelledificioIbid., p. 228.Oltre a vigilare con rispetto e attenzione sui monumenti e accompagnarli verso la fine come un corpo che muore per consunzione naturale, luomo ha il dovere di operare interventi limitati alla stretta necessit di rallentare il degrado ormai in corso.

  • 78

    Si tratta di interventi a stampella:dove la struttura muraria mostra delle smagliature, tenetela compatta usando il ferro; dove essa cede, puntellatela con travi; e non preoccupatevi per la bruttezza di questi interventi di sostegno: meglio avere una stampella che restare senza una gamba.Ibid., p. 228.

  • 79

    Uno degli esiti possibili per la linea di intervento ruskiniana evidente nel restauro dellAbbazia medievale di San Galgano (SI), curato nel 1924da Gino Chierici, senza alcun intento di ripristinare una destinazione duso alledificio.

    Lintervento sullAbbazia di S. GalganoLintervento sullAbbazia di S. GalganoLintervento sullAbbazia di S. Galgano

  • 80

    Lo stato dell Abbazia di San Galgano in una riproduzione ottocentescaLo stato dell Abbazia di San Galgano in una riproduzione ottocentesca

  • 81

    LAbbazia di San Galgano dopo lintervento di restauro

  • 82

  • 83

    Recente intervento a stampella sugli archi del chiostro del Duomo di Monreale in Sicilia

  • 84

    Nel 1866 venne pubblicato il Manuale ragionato per la parte meccanica dellArte del Ristauratore di dipintidel conte Giovanni Secco Suardo, nel quale lautore descrisse gli aspetti meccanici relativi al trattamento delle tavole lignee, al trasporto dei dipinti, alle nuove foderature. Secco Suardo nacque a Lurano, vicino a Treviglio, secondogenito di tre fratelli, da una ricca e nobile famiglia dorigini bergamasche. Si laure, su indicazione del padre, in studi giuridici; la sua passione pi grande, per, che si manifest sin dallinfanzia, fu la pittura.

    Giovanni Secco Suardo (1798-1873)Giovanni Secco Giovanni Secco SuardoSuardo (1798(1798--1873)1873)

  • 85

    Negli anni Trenta del secolo XIX si trasfer con la famiglia a Milano da dove si spost sovente a Roma, Venezia e Firenze, oltre che a Lurano, lantica tenuta di famiglia, presso la quale si trasfer definitivamente nella vecchiaia.Nel Manuale egli fiss le proprie considerazioni sull arte del restauro, che esige, oltre le naturali disposizioni, un corredo di cognizioni fondamentali che fa duopo procacciarsi prima di esercitarla, la mancanza delle quali sempre stata la cagione di tanti guai.

  • 86

    Stando al Secco Suardo, questa consapevolezza che dovrebbe caratterizzare il restauratore era riconducibile alle nozioni di:1) meccanica, per le operazioni che comprendevano, tra le altre, la rifoderatura dei quadri e il trasporto dei dipinti dalla tavola e dal muro alla tela; 2) chimica, per poter svolgere in maniera corretta soprattutto le operazioni di pulitura delle superfici pittoriche;3) arte, indispensabile per la scelta dei colori e delle tecniche nel caso di intervento di integrazione della superficie pittorica.