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- 4 2005 Levoluzione demografica
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- 5 2010 Levoluzione demografica
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- 6 2015 Levoluzione demografica
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- 7 2020 Levoluzione demografica
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- 8 2025 Levoluzione demografica
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- 9 2030 Levoluzione demografica
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- 11 LEPIDEMIA DELLA CRONICITA
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- 12 Fragilit nellanziano Multi morbosit cronico degenerativa dellanziano Disabilit dellanziano IL DISTRETTO E IL SISTEMA DELLE CURE PRIMARIE RUOLO DEL DISTRETTO
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- 13 Cambia ruolo nel riordino del SSn D.Lgs. 502/92 e Psn 1994-96 ASL di norma provinciali, salvo deroghe Distretti come articolazioni organizzativo-funzionali delle Unit Sanitarie Locali Affidato agli Enti locali, sulla base di criteri regionali Con funzioni limitate di punto decentrato di erogazione di alcuni servizi di base, amministrativi e digiene pubblica Autonomia e responsabilit non delineate Istituito dal Direttore Generale delle ASL sulla base di criteri regionali Con funzioni ampie di offerta di servizi territoriali, di integrazione socio- sanitaria e di governo della domanda Autonomia e responsabilit poco delineate Nasce con listituzione del Ssn L. 833/78 USL di norma 50.000-200.000 ab. Distretti: strutture tecnico funzionali per lerogazione di servizi di primo livello e di pronto intervento Il distretto nel percorso normativo italiano
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- 14 Nuovi riferimenti nel Psn 1998-2000 Il distretto il Centro di prestazioni e servizi in cui la domanda di salute affrontata in modo unitario e globale Disciplina dettagliata nel D.lgs 229/99 Il distretto di norma di 60.000 ab., salvo deroghe Ha funzione di governo della domanda, di centro di offerta dei servizi sanitari e socio- sanitari territoriali, di integrazione e di accesso Il riequilibrio ospedale / territorio diventa strategia per il cambiamento del Ssn, con forte impulso alla deospedalizzazione Il distretto organizza la rete dei servizi territoriali extra ospedalieri, garantendo: laccesso dei cittadini a tutti i servizi ASL lintegrazione socio-sanitaria la centralit del MMG e del PLS Ha autonomia tecnico gestionale ed economico-finanziaria, con contabilit separata allinterno del bilancio della ASL, come lOspedale e il Dipartimento di Prevenzione. Diviene compito del distretto garantire: lassistenza primaria, le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale il coordinamento dei MMG e dei PLS Il distretto nel percorso normativo italiano
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- 15 (segue ) Disciplina gi dettagliata nel D.lgs 229/99 il coordinamento dei MMG e dei PLS Nella realt operativa sentita lesigenza che i Mmg e i PdLs siano realmente integrati nel Distretto con la possibilit di guidare il cittadino nel percorso assistenziale necessario tra i diversi servizi della ASL, fornendo il proprio apporto conoscitivo e valutativo della situazione sanitaria e delle esigenze della popolazione servita. Il distretto nel percorso normativo italiano Una delle modalit quella di promuovere lassociazionismo dei Mmg (inteso come associazione su programmi) e di attuare pienamente tale potenzialit secondo quanto previsto dagli AACCNN dei Mmg e dei PdLs sulla quota variabile del compenso legata ai programmi di Distretto.
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- 16 A.C.N. reso esecutivo in data 23 marzo 2005, mediante intesa nella Conferenza Stato Regioni, per la disciplina dei rapporti nella Conferenza Stato Regioni, per la disciplina dei rapporti con i Medici di Medicina Generale individua e definisce i tre livelli di negoziazione nazionale, regionale, aziendale art. 2 - Livelli di Contrattazione individua e definisce i tre livelli di negoziazione: nazionale, regionale, aziendale art. 3 - Negoziazione Nazionale. art. 4 - Negoziazione Regionale. Contenuti Demandati alla Negoziazione Regionale art. 14 Contenuti Demandati alla Negoziazione Regionale. () 2. In armonia con quanto definito dallart. 4 () i seguenti articoli ed Allegati ai fini della loro riorganizzazione e definizione: ( tra i quali) art 26 - Equipes territoriali e UTAP art. 54 Forme associative dellassistenza primaria. . E demandata alla contrattazione regionale la definizione dei contenuti e delle modalit di attuazione 17. E demandata alla contrattazione regionale la definizione dei contenuti e delle modalit di attuazione del presente articolo, secondo quanto disposto dallart. 14. Dr.Riccardo Gaspari LACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE DELLA MEDICINA GENERALE, LACCORDO REGIONALE, GLI ACCORDI QUADRO AZIENDALI & LASSOCIAZIONISMO MEDICO Firenze 30 novembre 2011
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- 17 A.C.N. per la disciplina dei rapporti con i Medici di Medicina Generale ai sensi dellart. 8 del DLgs n. 502 del 1992 e s.m.i. Quadriennio normativo 2006 2009, biennio economico 2006 2007 Idem per quanto interessa largomento Associazionismo medico e modelli di integrazione professionale: art. 26 Equipes Territoriali ed UTAP art. 54 Forme Associative dellAssistenza Primaria Nuove forme di aggregazioni dei medici delle cure primarie Nuove forme di aggregazioni dei medici delle cure primarie (funzionali e complesse) (AFT) art. 26 bis Aggregazioni Funzionali Territoriali della Medicina Generale (AFT) ; (UCCP) art. 26 ter - Requisiti e funzioni minime dellUnita Complessa delle Cure Primarie (UCCP) LAccordo demanda alle Regioni la definizione, lindividuazione, listituzione delle forme di cui agli art. 26, 26 bis, 26 ter, 54. Idem per: art. 2 - Livelli di Contrattazione art. 3 - Negoziazione Nazionale art. 4 - Negoziazione Regionale. art. 14 - Contenuti Demandati alla Negoziazione Regionale. Dr.Riccardo Gaspari LACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE DELLA MEDICINA GENERALE, LACCORDO REGIONALE, GLI ACCORDI QUADRO AZIENDALI & LASSOCIAZIONISMO MEDICO Firenze 30 novembre 2011
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- 18 Dr.Riccardo Gaspari LACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE DELLA MEDICINA GENERALE, LACCORDO REGIONALE, GLI ACCORDI QUADRO AZIENDALI & LASSOCIAZIONISMO MEDICO Firenze 30 novembre 2011
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- 19 Quante sono? 5 Quali sono? 1. Medicina in associazione 2. Medicina in rete 3. Medicina in associazione complessa 4. Medicina di gruppo 5. Cooperativa medica Chi ne pu far parte? 1. Medici di assistenza primaria 2. Medici della medicina dei servizi 3. Medici di C.A. 4. Medici pediatri di famiglia Equipes Territoriali Equipes Territoriali Unit di Cure Primarie Unit di Cure Primarie Inoltre ex ACN 2009, (quindi non ricomprese, ovviamente, nell AIR 2006) Aggregazioni Funzionali Territ. MG Aggregazioni Funzionali Territ. MG Unit Complessa delle Cure Primarie Unit Complessa delle Cure Primarie Le forme associative dellassistenza primaria: ex ACN 2005 (AIR 2006) contestualmente a: Dr.Riccardo Gaspari LACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE DELLA MEDICINA GENERALE, LACCORDO REGIONALE, GLI ACCORDI QUADRO AZIENDALI & LASSOCIAZIONISMO MEDICO Firenze 30 novembre 2011
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- 22 Decreto legge 13 settembre 2012, n.158 Decreto sanit Balduzzi, convertito con modificazioni dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189 Capo I Norme per la razionalizzazione dellattivita assistenziale e sanitaria Art. 1 () 1. Le regioni definiscono lorganizzazione dei servizi territoriali di assistenza primaria promuovendo lintegrazione () al fine di migliorare il livello di efficienza e di capacita di presa in carico dei cittadini, secondo modalita operative che prevedono: forme organizzative monoprofessionali, denominate aggregazioni funzionali territoriali, che condividono, in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualita assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi, segue
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- 23 Decreto legge 13 settembre 2012, n.158 Decreto sanit Balduzzi, convertito con modificazioni dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189 segue Art. 1 nonche forme organizzative multiprofessionali, denominate unit complesse di cure primarie che erogano, in coerenza con la programmazione regionale, prestazioni assistenziali tramite il coordinamento e lintegrazione dei medici, delle altre professionalita convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, degli infermieri, delle professionalita ostetrica, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria. In particolare, le regioni disciplinano le unita complesse di cure primarie privilegiando la costituzione di reti di poliambulatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto larco della giornata, nonche nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione, che operano in coordinamento e in collegamento telematico con le strutture ospedaliere.
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- 24 Il Consiglio Sanitario Regionale in data 3 luglio 2012 ha approvato le LINEE GUIDA PER LA FRAGILITA
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- 25 Oltre alla definizione del concetto di fragilit, alla epidemiologia del fenomeno, alla fisiopatologia e ai determinanti sociali e individuali indicano: gli obiettivi: fornire gli strumenti per riconoscere le persone fragili fornire indicazioni sui possibili interventi per prevenire la disabilit la popolazione target (adulti anziani non disabili) gli utenti (Dirigenti delle Aziende Sanitarie e degli Enti Locali, Medici, Infermieri, Assistenti Sociali, Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali) le 8 raccomandazioni LINEE GUIDA PER LA FRAGILITA
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- 26 Il ruolo del Distretto nelle 8 raccomandazioni
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- 27 In occasioni dei contatti (approccio di opportunit) tra lanziano e: il Medico di Medicina Generale allinterno delle Cure Primarie la Medicina specialistica Territoriale e Ospedaliera i Servizi Socio Sanitari 1. Sospettare/ Identificare la fragilit
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- 28 1.Sospettare/ Identificare la fragilit In termini di salute pubblica Riconfermata dal Piano Sanitario Regionale 2008/2010 al punto 6.2. Tuttavia gi dal 2006 la sorveglianza attiva estesa a tutto larco dellanno e in tutte le Zone Distretto della Regione Toscana con la presa in carico di tali tipologie di anziani. Sorveglianza attiva della popolazione anziana fragile 1
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- 29 Criteri di arruolamento: - maschi/femmine > 75 anni; - persone che vivono sole o anche in coppia con il coniuge (o con un congiunto anziano o con handicap) - persone prive di sostegno familiare e solidale (rete amicale, volontariato etc.) - persone fragili - Lidentificazione, a cura e sotto la regia dei servizi distrettuali, viene attivata in collaborazione con i servizi socio sanitari territoriali e con i Medici di Medicina Generale. - Fondamentale il supporto e la collaborazione con il terzo settore Sorveglianza attiva della popolazione anziana fragile 2
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- 30 Sorveglianza attiva Della popolazione anziana fragile 3 Telesoccorso Sostegno economico Centri Diurni Aiuto Estate Anziani Compagnia telefonica Reti di solidariet Assistenza Domiciliare pasti a domicilio Acquisto farmaci e ritiro referti medici Spesa a domicilio tutto lanno Residenze Assistite Dott.ssa Lucetta Tre Re 2005 - modificato Aggregazioni sociali e ricreative Uscita per passeggiate Informazione e coinvolgimento attivo nelle iniziative promosse nel territorio, difesa dei diritti, attivit della Associazioni di volontariato, occasioni, servizi e opportunit. Accesso temporaneo ai servizi residenziali e semiresidenziali esistenti. In Regione Toscana, nel 2010 pi di 440.000 anziani sono stati inseriti nel programma di sorveglianza attiva
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- 31 2.Valutare e 3. Confermare la Fragilit 4. Analizzare la Fragilit Punto Unico di Accesso Unit di Valutazione Multidisciplinare
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- 32 5. Prevenire levoluzione della Fragilit: la sanit diniziativa La multimorbosit cronico degenerativa dellanziano: una condizione predisponente alla fragilit pu far scivolare lanziano fragile verso la disabilit e la non autosufficienza
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- 33 Il paradigma dellattesa E il modello di cura tipico delle malattie acute: attesa di un evento su cui intervenire, mobilitarsi per risolvere il problema. E il paradigma classico del modello biomedico di sanit.
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- 35 Il paradigma dellattesa Applicare alle malattie croniche il paradigma assistenziali delle malattie acute provoca danni incalcolabili: il sistema si mobilita solo quando il paziente cronico si aggrava, si scompensa, divenendo finalmente di interesse. Si rinuncia cos a prevenzione, eliminazione dei fattori di rischio, appropriatezza del trattamento.
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- 36 Il paradigma delliniziativa La Sanit diniziativa invece il modello di cura che meglio si adatta alla gestione della sanit distrettuale in generale e delle malattie croniche in particolare dove lassistenza per la gran parte estensiva e caratterizzata dalla presa in carico a lungo termine, dove il valore aggiunto dei processi di cura rappresentato dalla capacit di presidiare la continuit delle cure e dalla qualit delle relazioni che si stabiliscono tra servizio e utenti.
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- 38 Il Piano Sanitario 2008 2010 ha previsto tra gli obiettivi strategici la promozione dello sviluppo della sanit d'iniziativa quale nuovo approccio organizzativo che assume il bisogno di salute prima dell'insorgere della malattia, prima che si manifesti o che si aggravi
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- 39 Modello organizzativo di presa in carico del paziente che viene reso esperto da opportuni interventi di informazione e interagisce, attraverso un piano assistenziale personalizzato e condiviso, con il team multiprofessionale composto da MMG, Infermieri ed Operatori Sanitari e Sociali Il CCM caratterizzato da sei componenti fondamentali: Le risorse della comunit Le organizzazioni sanitarie Il supporto allautocura Lorganizzazione del team Il supporto alle decisioni I sistemi informativi Il Chronic Care Model
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- 42 affida lattuazione degli interventi clinici ad un team multiprofessionale, definito modulo, coordinato da un medico di medicina generale, in cui operano pi medici di famiglia, infermieri e operatori socio sanitari, supportati di volta in volta da ulteriori figure professionali, a seconda delle esigenze di diagnosi, cura e assistenza connesse a specifici percorsi definiti per la gestione delle singole patologie croniche. Il team assistenziale affiancato dalla figura del medico di comunit dellAzienda USL di riferimento, il quale agisce in una dimensione complementare a quella clinica, presidiando quegli aspetti di sanit pubblica che caratterizzano lexpanded CCM. Il modello Toscano della Sanit dIniziativa
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- I moduli attivati Ai moduli partecipano sia medici associati che singoli. 18 Moduli Assistiti 212.880 (30,1%) 171 MMG Almeno 2 moduli per zona
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- 44 Per AFA si intende una serie di programmi di ESERCIZIO NON SANITARI svolti in gruppo, appositamente disegnati per soggetti affetti da malattie croniche, principalmente finalizzati alla modificazione dello stile di vita per la prevenzione delle disabilit Dott.ssa Laura Rosiello Il percorso ospedale territorio del paziente ortoprdico traumatologico 9 Giugno 2012, - modificato 6. Prevenire levoluzione della Fragilit: lAttivit Fisica Adattata La Delibera GRT 595/2005 definisce le condizioni che consentono laccesso alle prestazioni ambulatoriali di riabilitazione e le condizioni di salute per le quali sono attivabili percorsi alternativi a quell sanitari
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- 45 La Delibera GRT 459/2009 Individua due distinti programmi AFA: Bassa disabilit (AFA A): disegnati per le sindromi algiche da ipomoblit Alta disabilit (AFA B): disegnati per sindromi croniche stabilizzate con limitazioni delle capacit motorie. La Delibera GRT 1081/2005 impegna le Aziende USL e/o le Societ della Salute, ove costituite, alle azioni di seguito specificate: 1) individuare i soggetti competenti () ad assicurare lattivit motoria adattata, alle condizioni economiche di cui allaccordo 2) concordare con i soggetti individuati protocolli-programmi di intervento compatibili con lo stato psicofisico dei soggetti utenti; 3) monitorare lattivit Dott.ssa Laura Rosiello Il percorso ospedale territorio del paziente ortoprdico traumatologico 9 Giugno 2012, - modificato
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- 46 PERCORSO AFA L'utente si rivolge al MMG/Specialista Il MMG/Specialista consiglia AFA d opuscolo rosso L'utente telefona al call center 800801616 Dott.ssa Laura Rosiello Il percorso ospedale territorio del paziente ortoprdico traumatologico 9 Giugno 2012, - modificato
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- 47 PERCORSO AFA Il call center comunica con il cordinamento operativo AFA del territorio di riferimento Il fisioterapista contatta l'utente e lo valuta L'utente viene indirizzato alla sede AFA pi vicina Dott.ssa Laura Rosiello Il percorso ospedale territorio del paziente ortoprdico traumatologico 9 Giugno 2012, - modificato
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- 48 7/6/2012 - stato un successo lAFA Day, la giornata dedicata allinformazione e alla promozione dellAttivit Fisica Adattata. Liniziativa, organizzata dalle Societ della Salute dellarea fiorentina (SdS Firenze, Nord-Ovest, Sud-Est e Mugello insieme allAzienda sanitaria di Firenze) si svolta sabato 2 giugno al Parco delle Cascine,
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- 49 Negli ultimi ventanni riduzione di riduzione di : Posti letti quasi del 50 % Degenza media ridotta del 40 % aumento di aumento di : Persone sole o con caregiver non idoneo Rischio complicanze post dimissione Tasso ri-ospedalizzazione precoce 7. Ospedalizzazione della persona fragile
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- 50 Necessit di adottare un sistema a tenuta patologia del sistema ospedaliero modello organizzativo della sanit diniziativa dimissione ospedaliera partecipata, concordata e formalizzata nei percorsi post dimissione che coinvolga sia il Reparto che dimette che il Distretto/Assistenza Primaria, Necessit di adottare un sistema a tenuta che eviti quello che da anni rappresenta un fattore di patologia del sistema ospedaliero: il fenomeno dei ricoveri ripetuti, indicatore di una carenza dei processi di continuit assistenziale ospedale territorio. Il modello organizzativo della sanit diniziativa svolge un ruolo importante per ridurre tale criticit. Tuttavia la risposta pi idonea rappresentata da una dimissione ospedaliera partecipata, concordata e formalizzata nei percorsi post dimissione che coinvolga sia il Reparto che dimette che il Distretto/Assistenza Primaria, che effettua una corretta presa in carico
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- 51 Accoglienza strutturata in ospedale (colloquio, relazione aiuto, prospettive, informazione precoce) Supporto alla dimissione (informazione, educazione sanitaria, prescrizione ausili, pratiche burocratiche snelle,ecc.) Figure di riferimento in ambito territoriale (MMG, ADI, ecc) Continuit tra assistenza ospedaliera e territoriale Il Progetto Un Solo Paziente dellAsl 10 Firenze Luisa Garofolini Il percorso ospedale territorio del paziente ortopedico traumatologico 9 Giugno 2012 modificato
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- 52 Il Progetto Un Solo Paziente dellAsl 10 Firenze Obiettiv i Dimissioni tempestive nel setting appropriato per tutti i pazienti con dimissione complessa (raggiungimento tramite step successivi) Uniformare il percorso di dimissione complessa dallospedale e di presa in carico territoriale su tutta lASF Ottimizzare le risorse in unottica non solo sanitaria, valorizzando lefficacia del sistema tramite la sinergia degli interventi multiprofessionali Coniugare efficienza con umanizzazione/personalizzazione Luisa Garofolini Il percorso ospedale territorio del paziente ortopedico traumatologico 9 Giugno 2012 modificato
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- 53 Ingresso in ospedale Valutazione rischio dimissioni complesse Diagramma di flusso del percorso Dimissione complessa? no Dimissione semplice Valutazione multidimensionale: scheda clinica, infermieristica, sociale e funzionale Segnalazione al territorio con indicazione del percorso si Calcolo algoritmo per decisione percorso post-acuto Luisa Garofolini Il percorso ospedale territorio del paziente ortopedico traumatologico 9 Giugno 2012 modificato
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- 54 La gestione informatizzata del processo in rete collega tutti i soggetti coinvolti in tempo reale Tempistica di segnalazione da parte dellospedale e di risposta da parte del territorio definita in maniera rigorosa, condivisa e rispettata Un centro unico di coordinamento territoriale riduce le attese e aumenta le risposte appropriate Il Progetto Un Solo Paziente dellAsl 10 Firenze Luisa Garofolini Il percorso ospedale territorio del paziente ortopedico traumatologico 9 Giugno 2012 modificato
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- 55 A ciascun ambito territoriale, in base alle caratteristiche della popolazione, vengono attribuite come budget le seguenti risorse: - ricoveri in lungodegenza e cure intermedie - riabilitazione ospedaliera e extraospedaliera - assistenza infermieristica domiciliare - assistenza riabilitativa domiciliare - accessi domiciliari medico di famiglia -ricoveri temporanei in RSA - pronto sociale domiciliare Il Progetto Un Solo Paziente dellAsl 10 Firenze Luisa Garofolini Il percorso ospedale territorio del paziente ortopedico traumatologico 9 Giugno 2012 modificato
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- 56 8. Condivisioni delle informazioni e aspetti di bioetica Lindividuazione delle risorse dellanziano per compensare il declino funzionale e la sua interazione con le comorbilit rende necessario disporre di un flusso costante delle informazioni sia sanitarie che sociali uno dei punti di osservazione privilegiata larea delle Cure Primarie
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- 57 GRAZIE PER LATTENZIONE