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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2017 1 Appunti Anno XI, Numero 82, Gennaio 2018 In primo piano PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le prospettive di AIM Italia, il mercato azionario per la crescita delle PMI Con il primo appuntamento in programma a Milano, a febbraio prende concretamente il via il progetto volto ad affiancare le PMI italiane in un percorso verso la quotazione sul mercato AIM Italia. All’interno un anticipo delle opportunità per le imprese. Segue a pag. 2 La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza INDICE La nuova era dell’equity crowdfunding: uno strumento all’avanguardia per la crescita di tutte le PMI Alla luce delle recenti novità normative e della crescita registrata nell’anno appena concluso, nel 2018 potrebbe esserci la definitiva affermazione dell’equity crowdfunding in Italia. L’articolo illustra lo strumento, presentandone caratteristiche e criticità, a partire da una fotografia del mercato e delle novità introdotte dalla revisione del Regolamento Conosb. Segue a pag. 7 Presidente: Giovanni Da Pozzo Direttore: Sergio E. Rossi Consorzio Camerale per il credito e la finanza Via Meravigli 9/B, Milano Tel. 02 8515 4258 [email protected] www.consorziocamerale.eu La newsletter è redatta a cura dell’Ufficio Studi e Comunicazione Responsabile progetto editoriale: Carlo Bettonica Responsabile operativo: Chiara Carzaniga PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le prospettive di AIM Italia, il mercato azionario per la crescita delle PMI 2 La nuova era dell’equity crowdfunding: uno strumento all’avanguardia per la crescita di tutte le PMI 7 Soggetti giuridici, strutture proprietarie e corporate govenance in Italia 13 Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli investimenti 17 Il lancio di una campagna di crowdfunding…due chiacchiere con Giorgio Favaretto, “Rhevo Cycling Project” 20 La corporate governance come antidoto alla crisi 23 Gli eventi 25 Le pubblicazioni 27 Le consultazioni pubbliche 29 Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli investimenti “Al Via”, “Riposizionamento Tecnologico” e “Fondo Eureca” sono alcune delle misure agevolative, illustrate nell’articolo, messe in campo dalle Regioni con l’obiettivo di supportare il sistema imprenditoriale locale nel processo di adeguamento tecnologico. Segue a pag. 17

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2017

1

Appunti Anno XI, Numero 82, Gennaio 2018

In primo piano

PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le prospettive

di AIM Italia, il mercato azionario per la crescita delle

PMI

Con il primo appuntamento in programma a Milano, a

febbraio prende concretamente il via il progetto volto

ad affiancare le PMI italiane in un percorso verso la

quotazione sul mercato AIM Italia. All’interno un

anticipo delle opportunità per le imprese.

Segue a pag. 2

La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza

INDICE

La nuova era dell’equity crowdfunding: uno strumento

all’avanguardia per la crescita di tutte le PMI

Alla luce delle recenti novità normative e della

crescita registrata nell’anno appena concluso, nel

2018 potrebbe esserci la definitiva affermazione

dell’equity crowdfunding in Italia. L’articolo illustra lo

strumento, presentandone caratteristiche e criticità, a

partire da una fotografia del mercato e delle novità

introdotte dalla revisione del Regolamento Conosb.

Segue a pag. 7

Presidente: Giovanni Da Pozzo

Direttore: Sergio E. Rossi

Consorzio Camerale

per il credito e la finanza

Via Meravigli 9/B, Milano

Tel. 02 8515 4258

[email protected]

www.consorziocamerale.eu

La newsletter è redatta a cura

dell’Ufficio Studi e Comunicazione

Responsabile progetto editoriale: Carlo Bettonica

Responsabile operativo: Chiara Carzaniga

PIR e Credito d’imposta sui costi di IPO: le

prospettive di AIM Italia, il mercato azionario

per la crescita delle PMI 2

La nuova era dell’equity crowdfunding: uno

strumento all’avanguardia per la crescita di

tutte le PMI 7

Soggetti giuridici, strutture proprietarie e

corporate govenance in Italia 13

Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli

investimenti 17

Il lancio di una campagna di

crowdfunding…due chiacchiere con Giorgio

Favaretto, “Rhevo Cycling Project” 20

La corporate governance come antidoto

alla crisi 23

Gli eventi 25

Le pubblicazioni 27

Le consultazioni pubbliche 29

Industria 4.0: gli incentivi regionali per gli investimenti

“Al Via”, “Riposizionamento Tecnologico” e “Fondo

Eureca” sono alcune delle misure agevolative, illustrate

nell’articolo, messe in campo dalle Regioni con

l’obiettivo di supportare il sistema imprenditoriale

locale nel processo di adeguamento tecnologico.

Segue a pag. 17

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

2

PIR e Credito

d’imposta sui costi

di IPO: le

prospettive di AIM

Italia,

il mercato

azionario per la

crescita delle PMI

A. Lambiase, CEO

IR Top Consulting - PMI Capital

AIM ITALIA: lo strumento di finanza

alternativa dedicato alle PMI

Il mercato AIM, il listino di Borsa Italiana

dedicato alle PMI, lanciato nel 2009, si

caratterizza per minori requisiti in fase di

ammissione e adempimenti informativi

post quotazione; rappresenta una valida

fonte di finanziamento e un acceleratore

dei progetti di crescita e competitività

delle PMI.

A seguito dell’introduzione dei PIR (Piani

Individuali di Risparmio), AIM Italia ha

riscontrato una significativa crescita della

liquidità e degli investitori specializzati PIR

Compliant, oltre che una performance

positiva riflessa nell’indice FTSE AIM Italia.

Negli ultimi anni il mercato AIM ha

confermato il suo ruolo centrale nel

favorire lo sviluppo e

l’internazionalizzazione delle PMI.

Le società che hanno scelto la quotazione

su AIM Italia riconoscono al mercato

un’opportunità che si è concretizzata

nella grande visibilità ottenuta sia a livello

nazionale che internazionale, che ha

1 Fonte: Osservatorio AIM di IR Top.

permesso di rafforzare il proprio standing

con la possibilità di accedere a nuova

finanza, continuando a mantenere il

controllo della propria azienda.

In particolare, attraverso la quotazione su

AIM Italia le PMI:

• ottengono nuovi capitali per

implementare i piani industriali;

• rafforzano lo standing aziendale;

• accelerano i processi di

internazionalizzazione ed M&A.

Il raggiungimento di questi vantaggi di IPO

avviene mantenendo la propria

autonomia decisionale e gestionale (la

quota di controllo media in capo

all’Emittente è pari al 78%1).

Secondo l’Osservatorio AIM di IR Top, il

mercato AIM Italia conta oggi 94 società

per una capitalizzazione complessiva pari

a 5,8 miliardi di euro e una raccolta

complessiva pari a 2,6 miliardi di euro. Il

giro d’affari complessivo è pari a 3,7

miliardi di euro; le società AIM occupano

circa 18.000 dipendenti.

L’identikit della società quotata presenta i

seguenti dati medi:

- Ricavi 2016: 39 milioni di euro (+20% vs

2015);

- EBITDA 2016: 5,1 milioni di euro (+18% vs

2015); - EBITDA margin 2016: 13%;

- Capitalizzazione: 62 milioni di euro;

- Flottante da IPO: 22% (al netto delle

SPAC);

- Raccolta in IPO: 5,6 milioni di euro (dato

mediano).

LE FOTO DEL MESE

Le foto pubblicate in questo numero sono

relative al territorio delle province di Bari e

Milano dove sono in programma iniziative

del Consorzio Camerale.

Nella copertina è ritratta una veduta della

città di Bari.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

3

Oltre al settore Finanza (22%), i settori

Media (17%), Energia ed Energie

Rinnovabili (14%) e Tecnologia (13%) sono

i più rappresentativi.

Le regioni maggiormente presenti su AIM

sono: Lombardia (47% delle società), Lazio

(13%), Emilia Romagna (11%) e Veneto

(7%). Le altre regioni sono Piemonte,

Umbria, Toscana, Marche, Puglia e

Sardegna. Il mercato presenta anche 3

società estere, pari al 3% del totale.

PIR: 50 miliardi di euro di nuova liquidità in

5 anni

I Piani Individuali di Risparmio (PIR) a lungo

termine, introdotti dalla legge 11/12/2016

n. 232, rappresentano una nuova forma di

risparmio fiscalmente incentivato

finalizzata a canalizzare flussi finanziari

verso le attività produttive delle PMI

italiane per lo sviluppo economico del

Paese.

Le prime stime del governo prevedevano

un apporto di liquidità pari a 18 miliardi di

euro in 5 anni. I risultati effettivi della

raccolta hanno superato le attese del

Ministero dell'Economia che ha rivisto al

rialzo la stima portandola ufficialmente a

50 miliardi di euro.

L’agevolazione fiscale dei PIR consiste

nell’esenzione da tassazione dei redditi,

qualificabili come redditi di capitale o

come redditi diversi di natura finanziaria

derivanti dagli investimenti effettuati nel

PIR (esenzione della tassa sui capital gain

e dividendi incassati e dall’imposta su

successioni e donazioni). I PIR, per

beneficiare dell’esenzione, devono essere

detenuti per almeno 5 anni e devono

investire nel capitale di imprese italiane ed

europee, con una riserva per le PMI.

Le regole relative alla composizione del

portafoglio prevedono che almeno il 21%

del valore complessivo degli investimenti

del PIR sia investito in strumenti finanziari

emessi da società italiane ed estere (UE e

SEE) con stabile organizzazione in Italia

diverse da quelle rilevanti ai fini del FTSE

MIB o di altri indici equivalenti (MID e

SMALL CAP).

Il mercato AIM Italia, che rappresenta

circa il 40% dell’universo SMALL CAP

investibile PIR, ricopre un ruolo importante

all’interno dell’economia nazionale, con

interessanti prospettive di crescita legate

all’introduzione dei PIR che ha

determinato una significativa crescita

della liquidità e degli investitori

specializzati. A distanza di un anno

dall’introduzione i principali effetti positivi

su AIM Italia sono stati i seguenti:

aumento del numero di investitori

istituzionali sulle mid/small cap italiane;

incremento della liquidità e riduzione

del gap tra performance azionarie e

fondamentali;

ingresso di nuove tipologie di investitori

“strategici”;

interesse di investitori istituzionali esteri;

sviluppo del mercato primario con

nuove IPO.

Quotazione in Borsa PMI: 50% Credito

d’imposta sui costi di IPO

La Legge di Bilancio 2018 ha approvato il

credito d’imposta sul 50% dei costi di

consulenza sostenuti per la quotazione in

Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2020,

con una misura di complessivi 80 milioni di

euro nel triennio 2019-2021, per un importo

massimo di 500mila euro ad azienda.

La manovra si pone a completamento del

pacchetto di incentivi “Finanza per la Milano, Piazza Affari

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

4

crescita” che prevede misure per

agevolare l’accesso delle imprese alla

finanza, promuovere un ambiente più

favorevole agli investimenti produttivi e

incentivare la capitalizzazione delle

imprese.

Il focus della norma verte sui soggetti

destinatari, le PMI italiane secondo la

definizione dell’Unione Europea che

prevede il rispetto dei seguenti parametri:

ULA (Unità Lavorative-anno) comprese tra

10 e 250; Fatturato annuo compreso tra 2

e 50 milioni di euro o Totale annuo di

Bilancio compreso tra 2 e 43 milioni di

euro. Nel calcolo dei parametri occorre

valutare eventuali rapporti di controllo o

collegamento societario.

Relativamente ai mercati di quotazione

target, la norma si riferisce sia ai mercati

regolamentati che non regolamentati,

come AIM Italia o Euronext Growth. Sulla

base della definizione UE, che prevede un

fatturato annuo compreso tra 2 e 50

milioni di Euro, ad oggi è prevedibile il

maggiore impatto della manovra su AIM

Italia.

Le modalità e i criteri di attuazione

dell’agevolazione (procedure di accesso,

concessione e utilizzo del beneficio,

eventuali casi d’esclusione,

documentazione probatoria richiesta)

saranno definiti in un decreto del MISE

entro il 30 aprile 2018.

I costi che l’Emittente sostiene per il

processo di quotazione su AIM sono

espressi in funzione della struttura,

dimensione e complessità aziendale e

includono tutte le consulenze specifiche

necessarie per valutare la fattibilità di IPO

e supportare la società nel processo tra

cui: Studio di fattibilità di IPO, costi di

Advisory finanziario per il supporto

all’imprenditore nel processo di IPO; Due

diligence (finanziaria e di business) e

Documento di Ammissione da parte del

NOMAD (Nominated Advisor); Giudizio sul

Bilancio aziendale e Comfort Letter da

parte della società di revisione, Gestione

della Comunicazione finanziaria e delle

Investor Relations da parte della società di

comunicazione finanziaria e IR, Due

diligence legale e fiscale e Fee di Listing

verso Borsa Italiana e Monte Titoli. Si

precisa che non formano oggetto di

agevolazione i costi di collocamento

relativi all’operazione di aumento di

capitale di competenza dei Collocatori.

Tipologia costi IPO

ATTORI ATTIVITÀ TIPOLOGIA

COSTO

ADVISOR

FINANZIARIO

Soggetto

indipendente

specializzato

sugli ECM

Studio di

fattibilità di

IPO

Supporto

all’imprendi

tore nel

processo di

IPO

Fisso

NOMAD

Istituzione

finanziaria

garante

dell’operazion

e di IPO

Due

diligence

(finanziaria

e di

business) e

Documento

di

Ammissione

Fisso

SOCIETA’ DI

REVISIONE

Soggetto

iscritto all’Albo

Speciale

Consob

Giudizio sul

Bilancio

aziendale e

Comfort

Letter

Fisso

SOCIETA’ DI

COMUNICAZIO

NE E IR

Soggetto

specializzato

nella gestione

dei rapporti

con gli

Investitori

Istituzionali

Comunicazi

one

finanziaria

regolament

ata

Gestione

delle

Investor

Relations

Fisso

STUDIO LEGALE

E FISCALE

Due

diligence

legale e

fiscale

Fisso

BORSA

ITALIANA &

MONTE TITOLI

Listing Fee Fisso

Fonte: IR Top Consulting – Osservatorio AIM

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

5

AIM Insight 2020: le previsioni di crescita

del mercato

Il binomio PIR e Credito di Imposta sta

favorendo l’accesso delle PMI al mercato

per finanziare progetti di crescita.

Sulla base della definizione UE, che

prevede un fatturato annuo compreso tra

2 e 50 milioni di euro, è prevedibile il

maggiore impatto della manovra su AIM

Italia, mercato per il quale CONSOB ha

recentemente disposto la registrazione

come “SME Growth Market”, efficace dal

3 gennaio 2018.

Il massimale di 500mila euro di credito

d’imposta (CDI) sui costi sostenuti in IPO

per singola azienda nell’ambito della

misura consentirebbe minimo 160 nuove

quotazioni in Borsa nel triennio 2018-2020.

Ipotizzando che prosegua la raccolta

trainata dai PIR secondo le previsioni del

Governo e con l’introduzione del credito

d’imposta, l’Osservatorio IR Top ha stimato

uno sviluppo potenziale del mercato pari

a 300 società quotate nel 2020 e una

capitalizzazione di mercato di circa 16

miliardi di euro.

Le novità del Regolamento Emittenti AIM

Italia

Il 3 gennaio 2018 è entrato in vigore il

nuovo Regolamento Emittenti AIM Italia,

che ha introdotto novità nei requisiti di

ammissione e permanenza.

Offerta Istituzionale: il requisito del

flottante minimo è soddisfatto quando le

azioni sono sottoscritte da almeno 5

Investitori Istituzionali (come definiti

dall’Allegato II, Categoria I, 1 della

Direttiva MIFID 2014/65/UE).

Bookbuilding: per favorire una maggiore

trasparenza del processo, tra le

informazioni che la società quotanda

deve fornire nella comunicazione di pre-

ammissione rientra l’intervallo di prezzo

indicativo all’interno del quale verrà

individuato il prezzo finale degli strumenti

finanziari.

Ricerche: al fine di fornire un quadro

informativo più completo e trasparente a

favore degli investitori è prevista

l’obbligatorietà della ricerca, che dovrà

essere redatta e resa disponibile, a cura

dell’operatore specialista o di altro

soggetto esperto indipendente,

tempestivamente e secondo i migliori

standard, in occasione dell’approvazione

dei risultati di esercizio annuali e

semestrali.

PMI Capital, la piattaforma fintech per la

fattibilità di quotazione su AIM Italia

PMI Capital è la prima digital platform

dedicata alle società del mercato AIM

Italia. La piattaforma è riservata a

investitori istituzionali e professionali e ad

aziende che vogliono quotarsi sul

mercato di Borsa Italiana dedicato alle

PMI.

La piattaforma, flessibile e scalabile

anche su altri mercati non regolamentati

europei, è rivolta a investitori istituzionali e

professionali, market maker e “industry

influencer”: un HUB verticale su AIM con

multipli di mercato, dati finanziari, analisi e

informazioni su tutte le società quotate

per decisioni di investimento informate.

Rappresenta uno strumento per la finanza

delle PMI che si inquadra nelle azioni del

Governo sui PIR e sugli incentivi alla

quotazione e nasce dall’esperienza di IR

Milano, Galleria Vittorio Emanuele II

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

6

Top Consulting nel supportare le PMI nelle

operazioni di IPO in qualità di Advisor

Finanziario e nell’indirizzare gli investitori

istituzionali verso scelte di investimento

consapevoli sull’economia reale

rappresentata da AIM Italia.

Attraverso la piattaforma PMI Capital, le

PMI interessate alla quotazione possono

richiedere la verifica della sussistenza dei

requisiti di ammissione al mercato AIM

Italia. Le società valutate positivamente

potranno avvalersi del team di IPO

Advisory (studio di fattibilità) di IR Top per

essere affiancate nel percorso di

quotazione e prepararsi al confronto con

gli Investitori. Le aziende non ancora

pronte per il mercato azionario potranno

entrare a far parte della “Classe AIM” e

prepararsi per una futura operazione di

quotazione.

PMI Capital è la startup innovativa di IR

Top.

Legge di Bilancio 2018 – Credito d’imposta sui costi di quotazione

Alle piccole e medie imprese, come definite dalla raccomandazione 2003/361/CE della

Commissione, del 6 maggio 2003, che successivamente alla data di entrata in vigore della

presente legge iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato

regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell'Unione europea

o dello Spazio economico europeo è riconosciuto, nel caso di ottenimento dell'ammissione alla

quotazione, un credito d'imposta, fino ad un importo massimo nella misura di 500mila euro, del

50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2020, per la predetta finalità.

Il credito d'imposta di cui al comma 89 è utilizzabile, nel limite complessivo di 20 milioni di euro

per l'anno 2019 e 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, esclusivamente in

compensazione ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, a decorrere

dal periodo d'imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione e deve essere

indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di maturazione del credito

e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d'imposta successivi fino a quello nel quale se

ne conclude l'utilizzo. Il credito d'imposta non concorre alla formazione del reddito, né della base

imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive, e non rileva ai fini del rapporto di cui

agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica

22 dicembre 1986, n. 917. Al credito d'imposta non si applicano i limiti di cui all'articolo 1, comma

53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e all'articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e

delle finanze, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente

legge, sono stabiliti le modalità e i criteri per l'attuazione delle disposizioni di cui ai commi da 89

a 92, con particolare riguardo all'individuazione delle procedure che danno accesso al

beneficio, ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio, alla

documentazione richiesta, all'effettuazione dei controlli e delle revoche nonché alle modalità

finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa di cui al comma 90.

L'incentivo è concesso nel rispetto dei limiti e delle condizioni previsti dal regolamento (UE) n.

651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti

compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul

funzionamento dell'Unione europea, e in particolare dall'articolo 18 del medesimo regolamento,

che disciplina gli aiuti alle PMI per servizi di consulenza. Agli adempimenti europei, nonché a

quelli relativi al Registro nazionale degli aiuti di Stato, provvede il Ministero dello sviluppo

economico.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

7

La nuova era

dell’equity

crowdfunding: uno

strumento

all’avanguardia

per la crescita di

tutte le PMI

A. Scutti, StarsUp

Il 2018 potrebbe essere l’anno della

definitiva affermazione in Italia dell’equity

crowdfunding, ossia della raccolta on line

di capitale di rischio. Questa

considerazione è determinata

principalmente da due fattori:

la forte crescita organica del mercato

che ha fatto registrare, nell’anno

appena trascorso, un sempre

maggiore utilizzo dello strumento sia

da parte delle aziende che degli

investitori (la raccolta 2017 è cresciuta

del 162% rispetto a quella del 2016);

l’entrata in vigore, a partire dal 3

gennaio 2018, delle modifiche al

Regolamento sull’equity

crowdfunding2 che rendono definitiva,

tra l’altro, la possibilità di effettuare la

raccolta di capitale da parte di tutte

le PMI.

Cos’è l’equity crowdfunding

L’equity crowdfunding è quella forma di

crowdfunding3 in cui, come contropartita

delle somme versate, il finanziatore

ottiene una partecipazione nel capitale

2 Apportate da Consob con delibera 20204 del 29

novembre 2017.

3 Con il termine crowdfunding si intende la raccolta

di fondi (funding) con cui più persone (crowd),

(equity) della società che effettua la

raccolta.

Si tratta di uno strumento attraverso il

quale un’azienda effettua on-line

un’offerta al pubblico di strumenti

finanziari (quote o azioni) per raccogliere

capitale di rischio. L’attività è

regolamentata e vigilata e, dapprima

riservata, in Italia, a particolari tipologie di

aziende “innovative”, è oggi estesa come

detto a tutte le PMI.

L’equity crowdfunding rappresenta

pertanto uno strumento aggiuntivo

rispetto a tutti gli altri pensati ed utilizzati

fino ad oggi per finanziare le aziende e

racchiude in sé gli elementi per dar vita

ad un cambiamento culturale di ampia

portata.

Inquadramento normativo e principali

novità introdotte dall’ultima revisione del

Regolamento Consob

La definizione della disciplina dell’equity

crowdfunding, sia primaria che

secondaria, ha richiesto, considerata la

novità della fattispecie e l’incidenza che

ha sull’allocazione del risparmio privato,

una particolare attenzione soprattutto

con riguardo al livello di tutela

dell’investitore non professionale, che

deve poter assumere una decisione

consapevole in relazione a strumenti

finanziari particolarmente rischiosi

attraverso internet, conferiscono somme di denaro

ad un progetto, un’iniziativa o un’organizzazione.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

8

(partecipazioni al capitale di rischio,

spesso di imprese anche neo-costituite

e/o con progetti molto innovativi e

pertanto ulteriormente incerti).

La genesi normativa dell’equity

crowdfunding è rappresentata dal

Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179

(c.d. “Decreto Crescita 2.0”) che ha

introdotto nell’ordinamento giuridico

italiano una nuova tipologia di impresa, la

c.d. “start-up innovativa”, alla quale sono

state concesse importanti agevolazioni di

natura civilistica, giuslavoristica, fiscale e

finanziaria tra cui la possibilità di ricorrere

all’equity crowdfunding, la cui

regolamentazione di dettaglio è stata

poco dopo predisposta dalla Consob4

con l’emanazione di un apposito

Regolamento5. Buona parte delle misure

di sostegno previste per le start-up

innovative, tra cui la possibilità di

effettuare la raccolta di capitali

attraverso equity-crowdfunding, sono

state successivamente estese anche alle

c.d. “PMI innovative” introdotte con il

Decreto Legge 24 gennaio 2015, n. 3

(noto anche come “Investment

Compact”)6.

4 A seguito di un processo con cui la Consob ha

adottato una metodologia in linea con le migliori

prassi di better regulation, stimolando la

collaborazione di tutti i soggetti potenzialmente

interessati.

5 Il Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio

tramite portali on-line (“Regolamento Consob”) è

stato, nella sua prima versione, adottato con

Delibera Consob n. 18592 del 26 giugno 2013.

Successivamente, dopo una ulteriore consultazione

pubblica, sono state apportate alcune modifiche e

una nuova versione del Regolamento è stata

adottata prima con Delibera n. 19520 del 24

febbraio 2016 e ultimamente, come detto, con

Delibera n. 20204 del 29 novembre 2017.

6 L’Investment Compact ha esteso la possibilità di

ricorrere all’equity crowdfunding non soltanto alle

PMI innovative ma anche agli Organismi di

Investimento Collettivo del Risparmio (“OICR”) che

investono prevalentemente in start-up innovative e

in PMI innovative ed alle società di capitali che

investono prevalentemente in start-up innovative e

in PMI innovative.

7 Legge 11 dicembre 2016, n. 232, art.1, comma 70.

8 Prevedendo, ad esempio: requisiti specifici per i

gestori dei portali, la quota che deve

Infine, con la Legge di Bilancio 20177, la

possibilità di effettuare campagne di

raccolta attraverso equity crowdfunding

è stata estesa a tutte le PMI.

Tra le principali caratteristiche della

normativa ci sono le seguenti:

i gestori dei portali su cui si effettua la

raccolta sono iscritti in un apposito

registro tenuto dalla Consob;

è prevista un’ampia tutela

dell’investitore “non professionale”8;

la tipologia di aziende che possono

effettuare la raccolta di capitale, a

seguito della progressiva estensione di

cui si è detto, è ampissima;

la procedura di investimento può

essere effettuata interamente on-line9;

l’ammontare massimo dell’offerta

deve essere inferiore a 5 milioni di

euro10;

la possibilità di effettuare investimenti è

aperta a tutti i tipi di investitori, persone

fisiche e persone giuridiche, con un

solo vincolo rappresentato dal fatto

che almeno il 5% dell’ammontare

raccolto deve essere sottoscritto da

investitori professionali11 o da

fondazioni bancarie o da “incubatori

obbligatoriamente essere sottoscritta da un

investitore professionale, la possibilità di revoca e

recesso date all’investitore, le informazioni

obbligatorie sull’offerta che devono essere rese

disponibili, e la previsione, negli statuti

dell’offerente, di specifiche clausole a tutela delle

minoranze. Inoltre gli investitori, prima di poter

generare un ordine di sottoscrizione, devono

effettuare un “percorso di investimento

consapevole” da cui risulti la presa visione di tutte

le informazioni essenziali nonché la comprensione

delle caratteristiche e dei rischi dell’investimento.

9 Inclusa la c.d. “valutazione di appropriatezza” nei

confronti degli investitori che può essere fatta on-

line direttamente dai gestori del portale.

10 Cfr. Art. 100-ter, co. 1 del TUF e Art. 34-ter, co. 1,

lettera c), del Regolamento Emittenti, adottato da

Consob con delibera n. 11971 del 14 maggio 1999.

11 Cfr. Art. 2, co. 1, lettera j) del Regolamento

Consob. Tra gli investitori professionali rientrano, tra

gli altri, le banche, le imprese di assicurazione, i

fondi pensione e le imprese di grandi dimensioni.

Queste ultime, per esempio, possono essere

interessate ad acquisire quote di aziende

innovative in attuazione di strategie di Open

Innovation.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

9

certificati” di start-up innovative o da

“investitori a supporto delle PMI”12.

Il mercato italiano

Ad oggi13 l’ammontare totale di capitale

raccolto dall’avvio del mercato italiano è

stato di oltre 20 milioni di euro con 84

offerte chiuse con successo; inoltre

risultano autorizzati 22 gestori di portali14.

Come accennato all’inizio il mercato

italiano ha fatto registrare una crescita

importante, soprattutto nell’anno appena

concluso, sia in termini di raccolta

effettuata (11,4 milioni di raccolta nel 2017

rispetto ai 4,4 milioni del 2016, + 162%) che

12 Per la definizione di “incubatore di start-up

certificato” e per quella di “investitore a supporto

delle PMI” si vedano rispettivamente l’art. 25, co. 5,

del Decreto Crescita 2.0 e l’art. 24, comma 2 del

Regolamento Consob.

13 La fonte dei dati di questo paragrafo è costituita,

se non indicato diversamente, dall’ Osservatorio sul

Crowdinvesting della School of Management del

Politecnico di Milano,

http://www.osservatoriocrowdinvesting.it/. (dati

aggiornati al 14 gennaio 2018).

14 Di cui 20 iscritti alla sezione “ordinaria” e 2 alla

sezione “speciale”.

di numero di offerte che si sono chiuse con

esito positivo (49 nel 2017, erano state 19

nel 2016 + 158%).

L’obiettivo medio di raccolta, in questi

primi 4 anni di mercato, è stato pari a

225mila euro a fronte di una quota di

capitale ceduto di circa il 15,7%. Il numero

medio di investitori per ogni campagna

finanziata è stato di 58,8; l’investimento

medio di circa 4.200 euro15.

Sono dati in evoluzione, destinati a

modificarsi radicalmente anche in seguito

al citato ingresso tra i potenziali offerenti di

tutte le PMI, tra le quali molte aziende con

business più maturi e necessità di raccolta

più elevate rispetto a quanto sin qui

rilevato in relazione ad aziende, quasi

sempre, nella fase di avvio della loro

attività.

Il mercato appare pertanto ancora

largamente sottodimensionato, anche

alla luce di quanto sta accadendo in altri

Paesi.

Le novità introdotte dall’ultima revisione

del Regolamento Consob

Le recenti modifiche regolamentari

entrate in vigore il 3 gennaio 2018, hanno

permesso di adeguare la normativa

secondaria in materia di equity

crowdfunding, di emanazione Consob,

alle modifiche in merito apportate al

decreto legislativo del 24 febbraio 1998, n.

58 (il “TUF”) dalla legge 11 dicembre 2016,

n. 23216.

15 Fonte http://www.crowdfundingbuzz.it/risorse-

crowdfunding/equity-crowdfunding-in-italia-

infografica (dato al 10 gennaio 2018). Ai fini di una

migliore interpretazione del dato si consideri che di

solito è possibile investire a partire da importi inferiori

ad euro 500. Inoltre è interessante notare come

l’importo medio investito si sia costantemente

ridotto in questi primi anni di mercato (era stato di

9.800 euro nel 2014).

16 Legge di Bilancio 2017 che, come detto, ha

introdotto importanti novità in materia di equity

crowdfunding estendendo la relativa disciplina

contenuta nel TUF - precedentemente limitata alle

start-up ed alle PMI innovative - a tutte le piccole e

medie imprese (PMI).

4 7

19

49

0

20

40

60

2014 2015 2016 2017

Imprese finanziate

1,308 1,7674,363

11,426

0

5

10

15

2014 2015 2016 2017

Raccolta

(offerte chiuse con successo)

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

10

L’estensione dell’equity crowdfunding a

tutte le PMI17, anche se è probabilmente

quella destinata ad avere il maggior

impatto sul sistema socio-economico del

Paese, non rappresenta tuttavia l’unica

modifica apportata dal nuovo

Regolamento. Le altre novità, che

incidono più direttamente sulla

compliance delle offerte e sulla gestione

delle piattaforme, sono principalmente le

seguenti:

è stato previsto, come ulteriore

requisito di iscrizione nel registro dei

gestori tenuto dalla Consob,

l’adesione a un sistema di indennizzo a

tutela degli investitori o la stipula di

un’assicurazione di responsabilità

professionale che garantisca una

protezione equivalente alla clientela;

è stato ampliato il novero dei c.d.

“gestori di diritto” che possono

chiedere l’iscrizione nella sezione

speciale dell’albo, ricomprendendo

anche le Sgr, le Sicav e le Sicaf;

è stata introdotta una disciplina

specifica con riferimento alle ipotesi di

offerte effettuate dal portale, o delle

società del gruppo, di strumenti

finanziari di propria emissione (c.d.

“autoquotazione”) che prevede

determinati presidi minimi a tutela dei

risparmiatori;

è stato integrato il contenuto delle

informazioni sulla singola offerta

(Allegato 3 al Regolamento) inserendo

ulteriori informazioni che riguardano il

collegio sindacale, il revisore legale,

ed il ruolo svolto in relazione all’offerta

di eventuali consulenti legali o

finanziari dell’azienda offerente;

è stato previsto che, in alternativa

all’ipotesi della sottoscrizione di una

quota pari al 5% del capitale da parte

di un investitore qualificato, l’offerta

possa perfezionarsi anche in caso di

17 Ai fini dell’individuazione delle piccole e medie

imprese rilevanti per la disciplina sull’equity

crowdfunding occorre fare riferimento all’art. 2,

paragrafo 1, lettera (f), primo alinea, del

Regolamento (UE) n. 2017/1129, che definisce le

PMI come le: “società che in base al loro più

recente bilancio annuale o consolidato soddisfino

almeno due dei tre criteri seguenti: numero medio

sottoscrizione di una quota minore,

pari al 3%, laddove la società sia in

possesso della certificazione del

bilancio e dell’eventuale bilancio

consolidato, relativi agli ultimi due

esercizi precedenti l’offerta;

di fatto è stata ampliata la numerosità

potenziale degli investitori qualificati in

quanto è stata introdotta la figura

dell’“investitore a supporto delle

piccole e medie imprese” che,

mutuandone i requisiti, ingloba e

sostituisce la precedente figura

dell’“investitore a supporto

dell’innovazione”, avendo come

parametro la più ampia realtà delle

piccole e medie imprese.

L’attenzione posta al continuo

adeguamento ed al perfezionamento

della regolamentazione di settore18 fanno

sì che l’Italia, primo paese a

regolamentare l’equity crowdfunding, sia

considerata all’avanguardia nella

legislazione di settore ed una best

practice a livello internazionale.

La campagna di equity crowdfunding.

Caratteristiche e criticità

Con l’equity crowdfunding si ampliano

pertanto, per una qualsiasi PMI italiana, le

opportunità di raccogliere risorse

finanziarie potendo presentare un’offerta

di sottoscrizione di una parte del proprio

capitale sociale ad una platea che,

grazie alla visibilità offerta dal web, è

potenzialmente vastissima.

Il processo operativo per una campagna

di equity crowdfunding ha inizio ben prima

del periodo in cui l’offerta di sottoscrizione

di dipendenti nel corso dell’esercizio inferiore a 250,

totale dello stato patrimoniale non superiore a 43

milioni di euro e fatturato netto annuale non

superiore a 50 milioni di euro”.

18 Anche, come detto nella precedente nota 3, a

seguito di un processo di collaborazione di tutti i

soggetti potenzialmente interessati.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

11

è on-line e si conclude successivamente

ad esso. L’attività è piuttosto articolata e

investe molti ambiti aziendalistici che

riguardano il diritto societario, la finanza

aziendale, l’organizzazione, la

comunicazione, il marketing, ecc.

Alle imprese l’equity crowdfunding

consente:

di raggiungere un numero

potenzialmente vastissimo di investitori

ai quali vengono offerti strumenti

finanziari a condizioni, stabilite

dall’assemblea straordinaria, che sono

fisse per tutto il periodo di offerta;

di superare il “sistema delle garanzie”,

che ancora caratterizza fortemente

l’ottenimento di risorse finanziarie da

parte delle aziende;

di avere risorse finanziarie nella forma

di mezzi propri, capitale “paziente”,

sicuramente adatto a sostenere una

fase di sviluppo d’impresa o di lancio

di un nuovo prodotto.

L’operazione, inoltre, è piuttosto rapida e

generalmente non eccessivamente

onerosa19.

Il buon esito dell’operazione rappresenta

anche un significativo test di mercato sulla

bontà del prodotto o del piano di sviluppo

e può rafforzare la credibilità “finanziaria”

dell’emittente agevolando l’accesso ad

ulteriori fonti di finanziamento e ponendo

le basi per una eventuale e successiva

fase di espansione.

Altro aspetto importante è il fatto che il

lancio di una campagna permette

comunque una grande visibilità (anche

internazionale) e le relazioni/contatti che

si producono creano comunque valore

per l’azienda in quanto in grado di

rafforzare la community dei “portatori

d’interesse”20.

19 I costi dell’operazione sono generalmente

rappresentati dai costi della piattaforma (spesso

una success fee) e dalle eventuali spese per la

tenuta del c/c vincolato e per i servizi professionali

utilizzati dall’emittente, a sua discrezione

(consulenti, notaio, video-maker, ecc…).

La possibilità che viene data ad

un’azienda di raccogliere, senza

intermediazione, le risorse finanziarie

necessarie per la realizzazione di un piano

industriale, basandosi unicamente sul

progetto proposto e sulla propria

credibilità, è, pertanto, un cambio di

paradigma importante nella fase di avvio

e di sviluppo di un’impresa.

Naturalmente non va dimenticato che si

tratta di un’operazione di carattere

straordinario che incide sui diritti

patrimoniali e amministrativi e sulla vita

futura della società. Occorre pertanto

prepararsi a gestire il passaggio da una

compagine sociale generalmente ristretta

ad una più allargata, con tutte le

eventuali implicazioni in tema di

governance aziendale e di disclosure sulle

attività ed i piani della società.

L’accesso ai mercati dei capitali

comporta, d’altra parte, un

cambiamento culturale ed operativo nel

modo di fare impresa.

Gli investitori, dal canto loro, hanno a

disposizione l’opportunità di conoscere

ed analizzare un numero elevato di

iniziative imprenditoriali, anche lontane

dal proprio bacino territoriale o socio-

economico di riferimento.

20 Gli investitori o i semplici contatti generati dalla

campagna potranno diventare clienti, fornitori,

collaboratori, partner commerciali e/o industriali in

grado di apportare competenze e relazioni, o

comunque “ambasciatori” del servizio/prodotto

offerto.

Bari, Teatro Margherita

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

12

Gli elementi che possono incidere sulle

scelte di investimento sono molteplici: le

aspettative in merito all’eventuale profitto

realizzabile (in caso di disinvestimento o

distribuzione di utili), gli eventuali benefici

fiscali, ma anche fattori più emozionali ed

“immateriali”21.

Principalmente da un punto di vista degli

investitori, va tenuto sempre presente il

fattore “rischio dell’investimento”, che è

elevato, ed in particolare il rischio di

perdita del capitale investito (rischio

intrinseco del progetto imprenditoriale, a

maggior ragione se particolarmente

innovativo o ancora in fase di avvio) ed il

rischio connesso alla “illiquidità” delle

quote o azioni acquisite.

Si tratta comunque di uno strumento che,

adatto ai nuovi paradigmi di consumo

dettati dal web, permette all’utente di

diversificare, in modo consapevole,

indipendente ed autonomo, i propri

investimenti, tutto on-line, con pochi

passaggi.

Considerazioni conclusive

Nel quadro generale sinteticamente

delineato vi sono le premesse per

assistere, già dai prossimi mesi, ad una

ulteriore crescita dell’equity

crowdfunding in Italia: una cornice

legislativa adeguata, la costante

necessità da parte delle aziende di

trovare forme di finanziamento adatte ai

propri programmi di sviluppo, una

crescente domanda di diversificazione

nell’allocazione del risparmio, nuove

modalità di consumo e di investimento

determinate dalla tecnologia, la crescita

e lo sviluppo di una vera e propria industry

di settore, la crescente conoscenza e

diffusione dello strumento a tutti i livelli.

21 A titolo esemplificativo: la soddisfazione di

contribuire ad iniziative spesso di elevato standing

etico, tecnologico, scientifico o culturale, la

sensazione di avere scelto un’innovazione capace

di imporsi sul mercato (“the next big thing”), la

Appaiono evidenti, tanto più alla luce

della crisi finanziaria di questi ultimi anni, i

potenziali benefici di sistema che

potrebbero derivare da una maggiore

apertura del mercato dei capitali alle

imprese determinata anche dall’utilizzo di

strumenti di finanza “alternativa”. Ciò

avrebbe inoltre ulteriori effetti rilevanti:

- il contributo al superamento di due

caratteristiche che spesso limitano le

potenzialità delle PMI italiane: la

sottocapitalizzazione e la ristrettezza della

compagine sociale;

- lo sviluppo di una nuova generazione di

imprese da subito orientate al mercato

dei capitali, il cui sbocco potrà essere

dapprima l’ammissione alla quotazione su

mercati minori dedicati alle PMI (ad

esempio AIM Italia) e successivamente su

mercati regolamentati maggiori (tipo MTA

di Borsa Italiana).

In modo quasi simmetrico altri benefici

potrebbero derivare dall’elemento

“democratizzatore”, determinato dalla

possibilità di accesso dei cittadini a

molteplici opportunità di investimento,

con un’allocazione maggiormente

diretta, e non intermediata, del risparmio

verso le iniziative più meritevoli di

un’economia trainata prevalentemente

dall’innovazione.

E’ ancora presto per poter dire se il 2018

sarà l’anno della definitiva affermazione

dell’equity crowdfunding, o se invece

occorrerà attendere ancora: l’esito del

processo in corso potrebbe essere

determinato più da fattori culturali che da

esigenze o elementi oggettivi, che già ci

sono.

Di certo il quadro complessivo, delineato

anche dalla sfida, strategica, che il

sistema-Paese ha intrapreso con Industria

4.0, sembra incoraggiare visioni e soluzioni

ambiziose.

possibilità di trasmettere ai fondatori la propria

esperienza, competenza e network di relazioni, ma

anche il convincimento di aver fatto qualcosa di

utile, incidendo sull’economia reale del Paese, e

sentirsi protagonisti di un movimento di innovazione

e intraprendenza.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

13

Soggetti giuridici,

strutture

proprietarie e

corporate

govenance in

Italia

L. Pellegrini, Università Cattolica

A più di dieci anni dalla Riforma Vietti (D.

Lgs n. 6 del 17 gennaio 2003), che ha

previsto l’introduzione di nuovi ed

interessanti istituti giuridici, l’Osservatorio

delle Società e delle Imprese ha promosso

un’indagine, presentata lo scorso

dicembre in Camera di commercio di

Milano MonzaBrianza Lodi, volta a

cogliere consistenze e dinamiche dei

diversi soggetti giuridici e degli istituti

introdotti nel contesto italiano.

L’analisi, che si colloca nell’ambito di

progetti di ricerca iniziati nel 2004

aggiorna, su dati al 31 dicembre 2016,

analisi precedenti, le cui prime estrazioni

risalgono al 30 giugno 2005. Tale orizzonte

temporale, che accoglie più di un

decennio, permette interessanti

considerazioni. In primo luogo sono state

indagate le consistenze e le dinamiche

dei diversi soggetti giuridici che, a diverso

titolo, svolgono attività d’impresa in Italia,

per poi esplorare alcuni tratti peculiari

degli istituti introdotti, alcuni più

conosciuti, altri più recenti, anche legati a

temi di assetto societario/proprietario,

tratti salienti della corporate governance.

Le consistenze generali

Ad un primo sguardo, infatti, su dati al

2016, si rileva la presenza di due macro

tendenze già in atto e molto chiare sin dal

primo anno di rilevazione: un consistente

incremento delle società di capitali, pari a

circa il 43%, al quale si accompagna una

diminuzione delle società di persone

(diminuite di quasi il 16%), principalmente

dettata dalla forte riduzione delle società

in nome collettivo (-26% circa). Se si

osservano in modo più dettagliato le

dinamiche delle diverse tipologie

societarie nell’ambito delle società di

capitali, sembra evincersi l’idea di un

tasso costante di crescita di lungo periodo

per le Srl (+47,6%) giustapposto ad un forte

calo del numero delle SpA (-33% circa).

Tale evidenza sembra, quindi, rafforzare

l’idea di un “substitution effect” che

perdura nel tempo.

L’universo delle società di capitali e di

persone non cessate, presenti in Italia

30.06.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16

Società per

azioni 61.314 59.127 55.956 44.215 40.916

Società a

responsabilità

limitata

1.046.139 1.162.586 1.305.705 1.436.744 1.544.096

Società in

accomandita

per azioni

175 182 174 142 135

Totale società

di capitali 1.107.628 1.221.895 1.361.835 1.481.101 1.585.147

Società

semplice 68.143 69.089 71.561 74.441 81.732

di cui società

semplice

agricola 47.135 50.271

Società in

nome

collettivo

646.597 611.436 575.642 513.195 477.907

Società in

accomandita

semplice

512.398 515.771 515.502 492.013 472.542

Totale società

di persone 1.227.138 1.196.296 1.162.705 1.079.649 1.032.181

Totale società

cooperative 139.306 148.033 153.678 139.420 142.511

Totale 2.474.072 2.566.224 2.678.218 2.700.170 2.759.839

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

Le società unipersonali

Anche le società di tipo unipersonale

rappresentano un universo di grande

interesse nell’ambito del tessuto societario

italiano. Le evidenze di lungo periodo

mostrano un forte successo di tale forma

societaria. Infatti, le SpA, seppur a livello

assoluto mostrano un lieve

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

14

ridimensionamento, in termini percentuali

sul totale delle non cessate sono

pressoché raddoppiate su dati al 2013, e

su dati al 2016 sono aumentate di circa la

metà rispetto al 2005. Se si osserva la

numerosità delle Srl, a livello assoluto si

nota come esse siano aumentate di circa

tre volte ed in termini di incidenza

percentuale sul totale delle non cessate

siano quasi il doppio, rispetto all’anno

2005 (11,86% vs 6,43%).

Le società di capitali unipersonali

Società di

capitali con

socio unico

30.06.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16

Società per

azioni con

socio unico

(non cessate)

(% sul totale

delle non

cessate)

5.207

(8,49%)

6.414

(10,84%)

7.182

(12,83%)

6.406

(14,49%)

5.259

(12,85%)

Società a

responsabilità

limitata con

socio unico

(non cessate)

(% sul totale

delle non

cessate)

67.341

(6,43%)

106.894

(9,19%)

163.860

(12,54%)

205.548

(14,31%)

183.134

(11,86%)

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

Il terzo settore, i sistemi alternativi di

governance societaria e le modalità di

affidamento del controllo contabile

Anche il terzo settore si mostra in crescita

(di quasi il 40%), in particolare per le

associazioni e fondazioni, che

complessivamente considerate sono

quasi raddoppiate nell’orizzonte

temporale considerato. Tali dati

sembrano suggerire come, per certi versi,

la crisi economica possa aver

rappresentato un forte stimolo per il

settore del no-profit, rivelandone la natura

anticiclica.

Tra le novità di maggiore interesse

introdotte dalla Riforma vi è poi la

possibilità, in capo alle SpA, di adottare

sistemi di governance alternativi al

tradizionale, quali il modello monistico e il

modello dualistico. Nonostante tale

istituto fosse inizialmente una delle novità

tra le più rilevanti, le evidenze di lungo

periodo, che mostrano un’incidenza

percentuale sulle non cessate ancora

sotto l’1% del totale (0,58%), confermano

lo scarso appealing di tali modelli, scelta

ancora molto marginale nel tessuto

societario italiano.

La riforma ha inoltre previsto la possibilità

per le SpA non quotate e le Srl di affidare

il controllo contabile al revisore esterno

senza che vi siano presupposti normativi di

carattere obbligatorio. Le evidenze in

letteratura mostrano, infatti, come tale

istituto possa essere adottato da società

per azioni non quotate anche per

contrastare il noto fenomeno dell”earning

manipulation”.

Evidenze empiriche su dati al 2016 rivelano

però come tale istituto sia ancora

piuttosto marginale nel contesto

societario italiano, anche se in crescita, sia

per le SpA, sia per le Srl. L’affidamento del

controllo contabile al collegio sindacale

rimane pertanto ancora, su dati 2016, una

scelta fortemente radicata nella

tradizione italiana.

Il tema della direzione e coordinamento

L’indagine ha poi approfondito il tema

della direzione e coordinamento

nell’ambito dell’applicazione dell’art.

2497 e seguenti del codice civile. Tale

tema esamina dati che costituiscono un

patrimonio informativo di estrema

rilevanza nel contesto italiano, peculiarità

solo domestica in quanto all'estero

inesistente e come tale costituisce un

filone di ricerca sicuramente interessante

in tema di gruppi di imprese.

La numerosità delle società,

complessivamente considerate (SpA ed

Srl), che dichiarano di essere soggette ad

attività di direzione e coordinamento da

parte di un altro soggetto giuridico si

mostra in forte crescita (pari a circa il 67%),

principalmente guidata dal numero delle

Srl che nell’orizzonte considerato sono

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

15

raddoppiate in termini assoluti. Tali

evidenze acquisiscono maggiore

significatività alle luce del numero delle

società che invece esercitano attività di

direzione e coordinamento, aumentate,

in termini assoluti di circa l’80%, e costituite

per circa il 30% di SpA e per circa il 63% di

Srl (dati al 31 dicembre 2016).

Tali evidenze inducono però a

considerare con estrema attenzione la

parte residuale di tali soggetti, che

rappresentano meno del 10% del totale, e

che racchiudono altre tipologie di

soggetti giuridici quali ad esempio

fondazioni e associazioni, ma anche enti

morali e religiosi.

L’attività di direzione e coordinamento

Tipologia

societaria 20.07.05 31.12.07 31.12.10 31.12.14 31.12.16

Totale dei

soggetti

giuridici che

esercitano

direzione e

coordinamento

15.039 20.273 23.614 26.119 27.277

Totale delle

società

sottoposte ad

attività di

direzione e

coordinamento

25.096 33.594 38.036 40.840 41.921

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

Le strutture proprietarie e temi di

governance

Il tema degli assetti proprietari è un tema

che sta assumendo sempre maggiore

rilevanza e interesse all’interno del

dibattito accademico degli studi di

finanza aziendale e di corporate

governance. I primi risultati, su dati

aggiornati al 2016, confermano evidenze

fortemente radicate nel contesto italiano

di strutture proprietarie (sia per le SpA non

quotate che per le Srl) fortemente

concentrate. Circa il 50% delle società per

azioni del campione non ha più di tre

azionisti, percentuale che sale oltre l’80%

se si tratta di società a responsabilità

limitata.

La numerosità degli azionisti e dei soci nelle

S.p.A e nelle S.r.l. (31 dicembre 2016)

Forma

giuridica

Numerosità degli azionisti /soci (X)

1<X<3 4<X<5 6<X<9 X>10

Società per

azioni

(Quota% sul

totale)

14.775

(49,58%)

5.765

(19,34%)

4.281

(14,37%)

4.980

(16,71%)

Società a

responsabilità

limitata

(Quota% sul

totale)

1.064.036

(83,36%)

148.958

(11,67%)

47.146

(3,69%)

16.356

(1,28%)

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

Se osserviamo le percentuali di possesso in

capo al primo o ai primi tre azionisti/soci si

rilevano evidenze che confermano tale

radicato trend: nel 54% delle SpA il primo

azionista detiene più del 50% del capitale,

mentre nel 66% delle SpA oltre l’80% del

capitale è in possesso dei primi tre

azionisti, percentuali che salgono

rispettivamente al 57% delle Srl nel caso di

primo socio che detiene più del 50% del

capitale e al 75% delle Srl in cui oltre l’80%

del capitale è in possesso dei primi tre soci.

Percentuali di possesso primo azionista e

primi tre azionisti (Spa) (31 dicembre 2016)

Percentuali di possesso degli azionisti

Quote di possesso del primo azionista

0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%

SPA 1,16% 5,62% 13,81% 23,48% 26,94% 28,99%

Quote di possesso dei primi tre azionisti

0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%

SPA 0,42% 0,66% 1,72% 5,82% 25,55% 65,83%

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

16

Percentuali di possesso primo socio e primi

tre soci (Srl) (31 dicembre 2016)

Percentuali di possesso dei soci

Quote di possesso del primo socio

0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%

SRL 0,20% 1,93% 9,44% 31,61% 23,14% 33,69%

Quote di possesso dei primi tre soci

0%-10% 11%-20% 21%-33% 34%-50% 51%-80% >80%

SRL 0,08% 0,17% 0,58% 2,34% 21,78% 75,06%

Fonte: Osservatorio delle Società e delle Imprese

Infine sono stati analizzati dati innovativi e

che mostrano un elevato contenuto

informativo relativi al numero di operazioni

societarie riguardanti le SpA e le Srl in

Italia. Si tratta di dati per la prima volta

completi e di carattere annuale. In linea

generale emerge, però, l’idea di un

declino del tessuto societario italiano, con

qualche differenza tra le diverse

categorie.

Nel 2016 circa l’11% delle SpA e poco più

del 17% delle Srl non cessate ha intrapreso

operazioni societarie, con maggiori

operazioni legate a cancellazioni,

situazioni di crisi e liquidazioni sia per le SpA

sia per le Srl (1.185 cancellazioni per le SpA

e 53mila per le Srl, 1.132 situazioni di crisi

per le SpA e 23mila per le Srl, liquidazioni

per 565 SpA e 77mila Srl). Il numero di

iscrizioni riguardano invece solo poco più

dell’1% delle SpA e poco meno del 7%

delle Srl non cessate.

Fondo Centrale di garanzia per le PMI:

istituita la sezione speciale “Resto al Sud”

Presso il Fondo Centrale di garanzia è stata

istituita una nuova sezione speciale

destinata alla concessione della garanzia

del Fondo sui prestiti bancari concessi

nell'ambito della misura agevolativa

denominata "Resto al Sud".

La suddetta misura prevede l’erogazione

di un finanziamento a favore dei soggetti

beneficiari così suddiviso: 35% come

contributo a fondo perduto erogato da

Invitalia; 65% sotto forma di prestito a tasso

zero, concesso dagli istituti di credito

convenzionati.

Attraverso la Sezione Speciale “Resto al

Sud”, il Fondo interviene limitatamente alla

quota del finanziamento costituita dal

prestito bancario, prevedendo una

modalità di accesso facilitata. In

particolare, la garanzia viene concessa:

a titolo gratuito;

con priorità nell'istruttoria e nella

presentazione al Consiglio di Gestione;

senza valutazione del soggetto

beneficiario da parte del Gestore del

Fondo, sulla base delle risultanze

dell'istruttoria condotta da lnvitalia;

senza l'obbligo di verifica da parte dei

soggetti richiedenti di eventi

pregiudizievoli, crediti scaduti, incaglí o

sofferenze in capo al soggetto

beneficiario finale prevista per le altre

operazioni dai Criteri di ammissione a

procedure di valutazione semplificate

di cui alla parte Vl delle Disposizioni

operative.

La copertura della Sezione Speciale “Resto

al Sud” è pari all'80% del prestito concesso

dal soggetto finanziatore nel caso di

garanzia diretta e all'80% dell'importo

garantito dal soggetto garante, a

condizione che la garanzia rilasciata dallo

stesso non superi la percentuale massima di

copertura dell'80%, nel caso di

controgaranzia.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

17

Industria 4.0: gli

incentivi regionali

per gli investimenti

M. Bortoli, GFinance Srl

Le Regioni hanno messo in campo propri

strumenti di agevolazione al fine di

supportare le imprese nel processo di

adeguamento tecnologico verso il

modello di Impresa 4.0.

Si tratta di misure di particolare interesse

perché possono cumularsi con gli incentivi

previsti a livello nazionale, in particolare

con la disciplina dell’iperammortamento,

andando quindi a rendere ancora più

vantaggiosi gli acquisti in macchinari e

software sostenuti nel corso del 2018.

Fra le prime amministrazioni ad intervenire

vi è la Lombardia che ha avviato nel 2017

un nuovo bando, “Al Via”, finalizzato a

sostenere gli investimenti delle pmi. Lo

strumento ha riscosso fin da subito grande

interesse da parte degli imprenditori: a

fine novembre erano già state presentate

oltre 190 domande per un ammontare di

circa 120 milioni di euro di fondi richiesti.

Lo scorso dicembre sono inoltre state

lanciate due differenti iniziative a favore

della promozione di nuovi investimenti: il

Bando per il riposizionamento competitivo

delle pmi della Regione Veneto, e il Fondo

Eureca, promosso congiuntamente da

Regione-Emilia Romagna e Cassa Depositi

e Prestiti.

Vediamo nel dettaglio i tre strumenti

regionali, le caratteristiche

dell’agevolazione e quali spese

consentono di finanziare.

Bando Al Via - Regione Lombardia

Il bando “Al Via” (Agevolazioni Lombarde

per la Valorizzazione degli Investimenti

Aziendali) è aperto alle piccole e medie

imprese, con sede in Lombardia,

operative da almeno 2 anni e attive nei

settori manifatturiero, costruzioni, trasporti,

servizi alle imprese e agromeccanico.

Consente di finanziare progetti di

ammodernamento e ampliamento

produttivo, nonché il rilancio delle aree

produttive dismesse.

Possono ad esempio essere finanziati con

il Bando “Al Via” i costi sostenuti per

l’acquisto di macchinari, impianti e

attrezzature (anche usati), arredi,

hardware e software, l’acquisizione di

marchi, brevetti e licenze, la realizzazione

di opere murarie e di impiantistica.

Le spese devono essere comprese tra

53mila euro e 3 milioni di euro per la linea

sviluppo aziendale, e fino a 6 milioni di

euro per la linea rilancio aree produttive.

L’agevolazione è particolarmente

interessante perché copre fino al 100%

delle spese ammissibili: prevede una

quota di contributo a fondo perduto (fino

al 15%) e una quota come finanziamento

a medio lungo termine (fino all’85%). Si

abbina, inoltre, a una garanzia gratuita.

E’ prevista una premialità in termini di

contributo per i progetti che presentano

una delle seguenti caratteristiche:

rientrano nel piano manifattura 4.0 (di cui

alla legge regionale n. 26/2015);

Milano, Pinacoteca di Brera

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

18

presentano alta capacità aggregativa

(dimostrata mediante l’appartenenza a

un contratto di rete); comprendono

l’implementazione di sistemi di

certificazione ambientale delle

organizzazioni, dei processi produttivi e/o

dei prodotti; sono realizzati da soggetti

richiedenti sviluppati sull’area espositiva

“Expo”.

Le domande possono essere presentate a

sportello fino ad esaurimento fondi; la

valutazione segue l’ordine cronologico di

arrivo.

La dotazione finanziaria disponibile

ammonta a oltre 300 milioni di euro.

Bando Riposizionamento competitivo -

Regione Veneto

Il Veneto sostiene con un bando da 11,5

milioni di euro i progetti di investimento per

il riposizionamento competitivo delle

imprese sul modello Industria 4.0.

L’intervento finanzia gli investimenti in

attivi materiali e immateriali per installare

un nuovo stabilimento, ampliare uno

stabilimento esistente, diversificare la

produzione di uno stabilimento mediante

prodotti nuovi aggiuntivi o trasformare

radicalmente il processo produttivo

complessivo di uno stabilimento esistente.

Tutti gli investimenti devono essere in ogni

caso finalizzati all’innovazione di processo

e/o dell’organizzazione.

Rientrano, fra le spese ammesse,

l’acquisto di: beni strumentali controllati

da sistemi computerizzati o gestiti tramite

opportuni sensori e azionamenti; sistemi

per l'assicurazione della qualità e della

sostenibilità, dispositivi per l'interazione

uomo macchina e per il miglioramento

dell'ergonomia e della sicurezza del posto

di lavoro in logica 4.0; software, sistemi e

system integration, piattaforme e

applicazioni connessi a investimenti in

beni materiali Industria 4.0.

Il bando prevede la concessione di

contributi a fondo perduto fino a 200mila

euro per progetto, a copertura del 20%

dei costi ammissibili a favore delle micro e

piccole imprese e del 10% a favore delle

medie imprese.

L’iniziativa è rivolta alle piccole e medie

imprese, sia singolarmente che in

aggregazione, purché appartenenti a

distretti o reti regionali.

Le domande possono essere presentate

fino al prossimo 8 febbraio 2018.

Fondo Eureca – Emilia-Romagna

Il Fondo Eureca nasce dall’accordo tra

Cassa Depositi e Prestiti e la Regione Emilia

Romagna e prevede la creazione di una

piattaforma, con risorse miste CDP (30%) e

Regione (70%), per garantire i portafogli di

garanzie dei confidi ai finanziamenti

concessi alle PMI emiliano – romagnole.

Il Fondo servirà in particolare a supportare

le imprese per investimenti in macchinari,

impianti e beni intangibili (capitale

umano, regole e immagine delle

aziende).

La Regione si propone, da una parte, di

facilitare le aziende nel processo di

accesso al credito e, dall’altra, di

potenziare il sistema delle garanzie

pubbliche per aumentare le risorse messe

a disposizione delle imprese.

Si attende ancora di conoscere i dettagli

dell’agevolazione e le modalità di

partecipazione.

Bari, veduta dall’alto

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

19

Incentivi regionali vs Nuova Sabatini

Le agevolazioni regionali descritte sono

tutte cumulabili con la disciplina

dell’iperammortamento, come già detto,

ma sono invece alternative rispetto alla

Nuova Sabatini, la legge nazionale che

finanzia l’acquisto di beni strumentali.

Risulta quindi opportuno fare un’attenta

analisi delle soluzioni agevolate a

disposizione per l’acquisto di macchinari

4.0, che tenga conto non solo della

possibilità di massimizzare i contributi a

fondo perduto e agevolazioni fiscali, ma

anche della copertura finanziaria

dell'operazione.

Vediamo un esempio pratico

confrontando gli incentivi previsti dal

Bando Al Via e dalla Legge Sabatini.

Mettiamo il caso di una piccola impresa

con un investimento complessivo di 1

milione di euro in macchine 4.0.

Al Via Sabatini

Macchinari

4.0

€ 1.000.000 € 1.000.000

Totale Spese

ammesse

€ 1.000.000 € 1.000.000

Importo del

finanziamento

€ 850.000 € 1.000.000

Importo del

contributo

€ 150.000 € 100.923

In termini di contributo a fondo perduto

risulta vantaggioso il bando “Al Via”.

Dal punto di vista della copertura

finanziaria risulta invece meno evidente

l’intervento migliore dipendendo dalle

esigenze specifiche.

Il bando “Al Via” prevede un

finanziamento con una durata compresa

tra un minimo di 3 anni e un massimo di 6

anni (incluso l’eventuale

preammortamento) a copertura parziale

dell’investimento. Il finanziamento è

erogato per una quota compresa tra il

20% e il 70% alla sottoscrizione del

contratto di finanziamento, mentre la

restante quota sarà erogata alla

conclusione dell’investimento. E’ prevista

una garanzia pubblica regionale gratuita

con i seguenti limiti, tra loro cumulativi: a)

nel limite del 70% dell’importo di ciascun

finanziamento; b) nel limite del 22,5%

dell’importo dei finanziamenti concessi da

ciascun soggetto finanziatore nell’ambito

dell’Iniziativa.

Il bando Sabatini prevede un

finanziamento con durata massima di 5

anni (incluso l’eventuale

preammortamento) a copertura totale

dell’investimento. L’intero finanziamento

deve essere erogato in un’unica soluzione

entro trenta giorni dalla stipula del

contratto di finanziamento. E’ prevista la

garanzia pubblica del Fondo di garanzia

a copertura dell’80% del finanziamento.

Legge di Bilancio 2018: modifica alla

tassazione degli interessi su investimenti

sulle piattaforme di crowdlending

La Legge di Bilancio 2018 ha modificato la

tassazione degli interessi provenienti da

investimenti sulle piattaforme di

crowdlending.

La tassazione ad aliquota marginale Irpef in

vigore fino al 31 dicembre 2017 viene

sostituita da una ritenuta alla fonte a titolo

d’imposta nella misura del 26%.

A partire da gennaio 2018, gli interessi

maturati verranno, quindi, tassati con

un’aliquota fissa del 26%, a titolo di

imposta. Non sarà quindi più necessario

alcun adempimento aggiuntivo da parte

dell’investitore.

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20

Il lancio di una campagna

di crowdfunding…due

chiacchiere con

Giorgio Favaretto

“Rhevo Cycling

Project”

A cura di J. Matta, ItaliaCrowdfunding

Salute, comodità, economia sono alcuni

dei fattori che fanno della bicicletta uno

dei mezzi più utilizzati al mondo.

Giorgio Favaretto, appassionato di

ciclismo, si è rivolto al crowdfunding per

finanziare lo sviluppo del progetto “Rhevo

Cycling Project”, di cui è responsabile

tecnologico. Grazie ad una raccolta di

11.618 euro, ottenuta dal supporto di

Postapay crowd e 74 sostenitori, ha potuto

avviare la produzione e

commercializzazione di telai per track-

bikes e fixed-gear bikes.

Scopriamo di cosa si tratta e come è stata

realizzata la campagna di crowdfunding.

Come è nata l’idea di far nascere “Rhevo

Cycling Project”?

Rhevo Cycling Project nasce dalla

passione per il ciclismo e da 20 anni di

esperienza e agonismo in questo sport.

Diversi viaggi in giro per l’Europa e gli Stati

Uniti ci hanno ispirati per creare qualcosa

che ancora non esisteva nel mercato al

quale ci rivolgiamo, quello delle track-

bikes e fixed-gear bikes.

Parlaci di “Rhevo Cycling Project”

Il ciclismo è uno sport in continua

evoluzione e noi ci rivolgiamo, per ora,

soprattutto alle specialità Pista e ai

Criterium per bici a scatto fisso.

Progettiamo, infatti, telai per track-bikes e

fixed-gear bikes. Per chi non lo sapesse,

sono biciclette con geometrie più estreme

e aerodinamiche, prive di cambio e di

impianto frenante che si rivolgono a

particolari competizioni svolte in

velodromi e circuiti cittadini.

Grazie a studi biomeccanici applicati a

elettromiografia degli arti inferiori che ho

svolto per redigere la mia tesi di laurea

sperimentale in Scienze e Tecniche

Avanzate dello Sport, abbiamo

progettato un telaio con geometrie in

grado di incrementare le prestazioni degli

atleti che praticano queste discipline.

Abbiamo voluto portare questa disciplina

ad un livello superiore, fornendo un

prodotto capace di regalare emozioni

vere durante le competizioni in pista o

circuito.

Perché vi siete rivolti al crowdfunding per

finanziare il tuo progetto?

Ci siamo rivolti al crowdfunding perché ci

è sembrata un’ottima soluzione per

finanziare la produzione iniziale del nostro

prodotto e per iniziare a

commercializzarlo.

Il crowdfunding è un po’ come una prova

diretta sul campo e i suoi vantaggi sono

che non bisogna passare dai rigidi criteri

delle banche per l’erogazione di un

finanziamento e se non va a buon fine si

può imparare dagli errori commessi senza

rimetterci troppo.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

21

Quali sono i fattori principali per una

campagna crowdfunding di successo?

Per una campagna crowdfunding di

successo, come primo step, è importante

avere una buona idea.

Saperla comunicare agli altri, però, è la

cosa fondamentale.

La fase di preparazione va da un minimo

di 2 mesi ad un massimo di 6/7, ma tutto

dipende da cosa si vuole ottenere, da

qual è il goal stabilito e a quale

piattaforma crowdfunding ci si rivolge.

A mio avviso, si inizia con la creazione di

una rete di comunicazione solida

attraverso i maggiori canali social media,

cercando i sostenitori nelle cerchie più

strette di amici e conoscenti. Se il lavoro di

comunicazione è fatto bene saranno poi

gli altri a diffondere il tuo messaggio.

Bisogna utilizzare ogni mezzo o contatto in

proprio possesso per arrivare a giornali,

media o radio locali.

Bisogna lavorare preventivamente, è

questo che fa la differenza.

Prima di avviare la campagna su Eppela

abbiamo coinvolto persone direttamente

interessate a sostenere il progetto in

qualità di sponsor che hanno fornito il loro

supporto fin da subito.

Abbiamo instaurato un rapporto di fiducia

e loro hanno capito il valore del nostro

progetto.

Perché è stata scelta Eppela come

piattaforma?

Eppela è una piattaforma molto snella e

con questo intendo che è di facile utilizzo

per tutti, soprattutto per quelli che si

approcciano al crowdfunding per la

prima volta.

Hanno uno staff sempre disponibile a

risolvere qualsiasi problema tramite mail o

telefono.

Noi non abbiamo riscontrato nessun

disguido durante la campagna ma

anche quando si trattava di semplici

aggiornamenti o informazioni, la

comunicazione con lo staff di Eppela è

stata diretta e amichevole e, aspetto da

non sottovalutare, in Italiano!

Siglata convenzione tra il Dipartimento

Politiche Europee e Unioncamere per

rafforzare le PMI nell'UE

Il Dipartimento per le Politiche Europee

della Presidenza del Consiglio dei Ministri e

Unioncamere hanno siglato una

convenzione volta a promuovere la

diffusione e la conoscenza a livello locale e

nazionale delle politiche e delle tematiche

europee.

L'intesa in concreto potrà contribuire a

favorire iniziative per rendere sempre più

efficaci gli Sportelli Unici per le Attività

Produttive (SUAP), i punti unici di accesso

delle imprese alla pubblica

amministrazione per tutti i procedimenti

amministrativi riguardanti l'avvio e lo

svolgimento di una determinata attività

economica. Sono, inoltre, previste

iniziative, eventi e campagne informative e

formative per accrescere la conoscenza,

anche presso le piccole e medie imprese,

delle opportunità del mercato unico e

delle politiche e tematiche europee.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

22

Cosa hai provato quando hai realizzato

che la campagna ha avuto successo?

Quando la tua campagna termina con

successo non puoi che essere felice e

soddisfatto.

Significa che è stato fatto un buon lavoro.

Non sono mancati gli errori da parte

nostra, certo, è stata la nostra prima

campagna e anche se abbiamo cercato

di affrontarla nel migliore dei modi

qualcosa ci è sfuggito: tutto bagaglio per

la prossima volta.

Ti rivolgeresti ancora al crowdfunding in

futuro?

Assolutamente sì, come ho detto Eppela è

stato un po’ il trampolino di lancio e grazie

a questo abbiamo potuto imparare cose

che nemmeno immaginavamo. I prossimi

crowdfunding li affronteremo sicuramente

con strategie meglio studiate ed evitando

alcuni errori e mancanze.

Che consiglio dareste a chi decide di

finanziare il proprio progetto con il

crowdfunding?

Il consiglio che io e il team di Rhevo

Cycling Project ci sentiamo di dare a chi

decide di intraprendere una campagna

di crowdfunding è sicuramente quello di

non scoraggiarsi se questa non dovesse

andare a buon fine. Molte volte non è il

prodotto o l’idea a non essere

promettente ma, come dicevo prima,

potrebbe essere sbagliato il modo di

comunicare.

In Italia non c’è molto la cultura del

“fallimento” che all’estero è vista come

un’opportunità per imparare, quindi

ribadisco che il nostro consiglio è quello di

non gettare mai la spugna, se si è convinti

del proprio progetto bisogna un po’

…perseverare.

Qual è il tuo pensiero sul crowdfunding?

Penso che il crowdfunding sia

sottovalutato nel nostro paese. Ci sono

piattaforme statunitensi che generano

numeri stratosferici solo perché la cultura

è diversa e “investire” in un progetto è

qualcosa di assolutamente normale.

Gli italiani non hanno il culto del rischio e

questo ci porta ad essere più titubanti nel

fare una donazione, anche se piccola, ad

un progetto pubblicato su una

piattaforma di crowdfunding.

Patent Box: novità sulla tassazione

agevolata

È in via di pubblicazione in GU il decreto

firmato dal Ministro dello Sviluppo

Economico Carlo Calenda e dal Ministro

dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo

Padoan di revisione del regime opzionale

di tassazione agevolata dei redditi

derivanti dall’utilizzo di taluni beni

immateriali (Patent Box).

Il provvedimento è stato emanato in

attuazione degli impegni assunti dall’Italia

in sede Ocse e prevede l’esclusione dei

marchi d’impresa dall’ambito oggettivo di

applicazione del beneficio con riferimento

alle opzioni esercitate successivamente al

31 dicembre 2016.

Nello stesso provvedimento sono dettate,

inoltre, disposizioni volte a salvaguardare le

opzioni sui marchi d’impresa esercitate in

precedenza, che restano efficaci per

cinque anni, comunque non oltre il 30

giugno 2021, senza possibilità di rinnovo alla

scadenza.

Infine, sempre con riferimento ai marchi, la

disposizione regola lo scambio spontaneo

d’informazioni con i Paesi terzi membri

dell’Inclusive Framework on Beps con i

quali è in vigore uno strumento giuridico

internazionale che lo consente.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

23

La corporate

governance come

antidoto alla crisi

L. Ponti e V. Roggiani, PeR consulting

Corporate governance e crisi di impresa

potrebbero sembrare argomenti

all’apparenza distanti e riferiti a differenti

momenti di vita dell’impresa.

Il tema dei sistemi di governo delle

imprese viene generalmente collegato a

due tipologie di imprese: le società di

capitali quotate e le istituzioni finanziarie

per le quali, in questo ambito, è

determinante la normativa di settore; il

riferimento più diffuso, quindi, è al ristretto

mondo delle eccellenze e dei sistemi

avanzati.

La diffusione del tema del “buon

governo” tra le imprese di dimensione

minore rileva sia a livello economico

come sostegno al frammentato tessuto

delle imprese italiane, sia a livello giuridico

attraverso le nuove norme che

potrebbero prossimamente entrare in

vigore con l’attesa riforma della Legge

Fallimentare.

Dal punto di vista economico, la

sensibilizzazione ai temi della corporate

governance produrrebbe l’indubbio

vantaggio di favorire l’evoluzione del

tessuto economico italiano dove le

aziende di piccole e medie dimensioni

(10-249 addetti) impiegano il 32,9% degli

addetti e contribuiscono per il 38,4% al

valore aggiunto nazionale. L’incidenza sul

PIL delle società non quotate italiane è

infatti maggiore rispetto a qualsiasi altro

Paese europeo22.

22 Dati pubblicati dall’Osservatorio sull'Eccellenza

dei Sistemi di Governo in Italia di The European

House Ambrosetti – 2017.

Promuovere la trasparenza e la diffusione

di informazioni consentirebbe alle PMI di

essere maggiormente apprezzate dagli

stakeholders (banche, fornitori, clienti,

dipendenti), di focalizzare l’attenzione di

investitori disponibili ad investire capitale,

di rendere maggiormente attraente

l’azienda anche per i mercati esteri e, in

ultima analisi, di orientare le imprese a

sviluppare i requisiti per una futura

quotazione.

Ed infatti, a sostegno di questa visone, vi è

stata di recente la proposta di un Codice

di Autodisciplina per le società a controllo

familiare non quotate, ad adesione

volontaria, promosso a maggio 2017 da

Aidaf - Associazione Italiana delle Aziende

Familiari.

Dal punto di vista legislativo, è intervenuto

direttamente il legislatore con la sua

Commissione di esperti attraverso gli

schemi dei decreti legislativi di attuazione

della legge delega n. 155 del 19 ottobre

2017, la cosiddetta e attesa “Riforma della

Legge Fallimentare” che prevede altresì

alcune modifiche al Titolo II del Libro V del

Codice Civile.

Tra queste, è prevista la modifica dell’art.

2086 che vedrà passare la propria rubrica

da “Direzione e gerarchia nell'impresa” a

“Gestione dell’impresa”, con

l’attribuzione di una maggiore enfasi ai

temi della gestione aziendale e ai doveri-

responsabilità degli amministratori, con

specifico richiamo ai temi propri della

corporate governance.

La norma di cui al novellato art. 2086 c.c.

sarà infatti incentrata sul dovere

dell’imprenditore (e quindi degli

amministratori) di predisporre assetti

amministrativi, organizzativi e contabili

adeguati sia per la buona gestione

dell’impresa in bonis, sia per la tempestiva

rilevazione della crisi di impresa e della

perdita della continuità aziendale; questo

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24

con la finalità di adottare prontamente

uno degli strumenti di risoluzione della crisi

di impresa a favore del recupero della

continuità aziendale.

L’articolo 4 dell’approvando Codice della

Crisi e dell’Insolvenza (questo il nuovo

nome della Legge Fallimentare) prevedrà

quale dovere dell’imprenditore quello di

“assumere le obbligazioni in modo

prudente e proporzionato alle proprie

capacità patrimoniali”.

Trattasi questo di un vero e proprio criterio

gestorio che immediatamente rimanda al

tema della business judgment rule ai fini

delle decisioni degli amministratori per le

imprese in bonis e al tema della

conservazione di impresa per le aziende in

crisi ai fini della tutela dei creditori.

Il riferimento alle capacità patrimoniali

porta poi a ragionare sul tema della sotto

patrimonializzazione di molte imprese, con

importanti riflessi sul piano delle

responsabilità.

John Fitzgerald Kennedy sosteneva che “il

momento di riparare il tetto è mentre il sole

sta splendendo”.

L’origine della crisi di impresa viene

solitamente ricondotta a temi legati al

business e alla mancanza di risorse

finanziarie adeguate per il mantenimento

della continuità aziendale, con una

amnesia sul fatto che i mancati risultati

discendono in prima battuta da errate o

non compiute scelte da parte degli

amministratori/dell’imprenditore.

Se l’azienda non funziona dall’alto (e

quindi, per dirla con Kennedy, ha il tetto

rotto), è da lì che deve essere riparata e

la manutenzione va effettuata prima che

vada via il sole. Quando ormai si è

scatenata la tempesta e i creditori

bussano alla porta, le linee di credito sono

esaurite e i fornitori non garantiscono più

la consegna delle merci, lì allora è troppo

tardi e la continuità aziendale potrebbe

irrimediabilmente essere stata

compromessa.

Spesso, nell’attività di affiancamento

all’impresa in crisi risulta come

l’ingovernabilità dell’azienda sia

determinata da seconde generazioni in

lotta tra loro, da amministratori non

adeguati al ruolo e spesso presenti in

consiglio per effetto di parentele o

amicizie, da passaggi generazionali non

gestiti e dalla mancanza di piani di

successione al governo dell’azienda.

Condurre un’azienda significa avere una

chiara visione degli obiettivi aziendali e

delle proprie responsabilità per le scelte

che vengono effettuate. Un consiglio di

amministrazione litigioso o non

consapevole e distratto rispetto alla

conduzione aziendale non può che

portare l’azienda verso la tempesta.

Riprendendo quanto riportato nel Codice

di Autodisciplina per le società a controllo

familiare non quotate, “l’adozione di un

modello di governo societario evoluto,

ispirato a principi di bilanciamento dei

poteri e di rappresentanza degli interessi

dell’impresa nel rispetto di tutti gli interessi,

proprietari e non, nonché orientato a

garantire continuità e crescita aziendale,

dovrebbe caratterizzare una concezione

moderna di imprenditorialità sana e

responsabile”.

Questi concetti, uniti alla sempre buona

regola del “buon padre di famiglia” quale

figura ispiratrice di chi si pone alla guida di

un’azienda, dovrebbero costituire i punti

di riferimento per tutti gli imprenditori, a

prescindere dalla dimensione aziendale.

Fortunatamente non c’è nulla da

inventare; le buone regole del governo

societario sono già scritte e il Legislatore

ha già messo in atto i dovuti cambiamenti

legislativi.

Occorre quindi solo promuovere un

cambiamento culturale orientato al

miglioramento e indirizzato alle aziende in

bonis affinché si possano fornire loro tutti

gli strumenti volti a prevenire la crisi di

impresa e ad intervenire per tempo,

quando ancora è possibile approfittare

del sole per riparare il proprio tetto.

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

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Gli eventi

Milano, 31 gennaio 2018: Tavolo giovani

#internazionale!

Il prossimo appuntamento del Tavolo

Giovani organizzato dalla Camera di

commercio di Milano MonzaBrianza Lodi è

previsto per il 31 gennaio e sarà taggato

#internazionale!

L’incontro si terrà nella splendida cornice

di Villa Reale di Monza e sarà incentrato

sulla cultura: giovani imprenditori

innovativi si confronteranno con esperti e

policy makers sulle nuove idee, luoghi e

protagonisti dell’innovazione culturale.

Nel corso dei lavori verrà illustrata alle

imprese presenti l’opportunità di

incontrare le piattaforme di crowdfunding

nell’ambito dello sportello curato dal

Consorzio Camerale per il credito e la

finanza.

Maggiori dettagli sull’iniziativa sono

disponibili sul sito:

http://tavologiovani.it/calendario-

incontri/tavolo-giovani-internazionale--.kl

Milano, 31 gennaio 2018: La

predisposizione del business plan

L’incontro, organizzato dal Consorzio

Camerale per il credito e la finanza, in

collaborazione con la Camera di

commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e

IBS Consulting & ACF, ha l’obiettivo di

fornire agli imprenditori una metodologia

efficace per migliorare la

programmazione e la comunicazione

finanziaria.

La partecipazione è gratuita e il

programma è disponibile sul sito del

Consorzio, alla pagina web:

http://www.consorziocamerale.eu/event

o/la-predisposizione-del-business-plan/

Milano, 8 febbraio e 7 marzo: Finanzia la

tua impresa

Il Consorzio Camerale, in collaborazione

con la Camera di commercio di Milano-

MonzaBrianza-Lodi, ha attivato il servizio

informativo FINANZIA LA TUA IMPRESA.

Nell’ambito di un incontro di gruppo i

partecipanti avranno l’opportunità di

approfondire i possibili strumenti di

finanziamento a disposizione per le

imprese.

A seguito dell’incontro, le persone

interessate potranno ricevere ulteriore

assistenza da parte della Camera di

commercio di Milano MonzaBrianza Lodi e

da esperti appositamente selezionati in

tema di accesso al credito e strumenti di

finanziamento.

Per maggiori informazioni:

http://servizionline.milomb.camcom.it/ev

enti/assistenza-specialistica-

orientamento-finanziario/28

Bari, 22 febbraio 2018: Roadshow “Insieme

per la cittadinanza economica”

Prosegue il roadshow “Insieme per la

cittadinanza economica” organizzato dal

Consorzio Camerale, in collaborazione

con Consob e Unioncamere. La prossima

tappa è in programma presso la Camera

di commercio di Bari il 28 febbraio.

L’incontro, organizzato in collaborazione

con la Camera di commercio, prevede

una prima parte di alfabetizzazione

finanziaria indirizzata a studenti e cittadini

e una seconda parte, a cui potranno

partecipare imprese e professionisti, di

approfondimento degli strumenti di

finanziamento disponibili sul mercato.

Il programma della giornata sarà

disponibile a breve sul sito del Consorzio

Camerale.

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26

Milano, 28 febbraio 2018: accompagnare

le PMI alla quotazione su AIM Italia alla

luce delle nuove agevolazioni fiscali

L’iniziativa si inserisce nell’ambito

dell’accordo stipulato con la società IR

Top Consulting con l’obiettivo di

affiancare le PMI italiane in un percorso

verso la quotazione sul mercato AIM Italia.

Nel corso dell’incontro saranno illustrate le

opportunità che il mercato AIM di Borsa

Italiana offre alle imprese, a partire da una

fotografia del mercato e alla luce delle

novità normative introdotte a gennaio

2018 (credito di imposta sul 50% dei costi

per la quotazione fino a 500mila euro a

società).

Per maggiori informazioni è possibile

contattare il Consorzio Camerale, ai

riferimenti:

Tel. 02 85154264

Mail. [email protected]

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

27

Le pubblicazioni

Fondo Monetario Internazionale: World

Economic Outlook Update

Nell’aggiornamento del World Economic

Outlook, il Fondo monetario internazionale

ha alzato la stima di crescita dell’Italia e

ha previsto un’espansione dell’1,4% nel

2018 e dell’1,1% nell’anno successivo. Le

due stime sono migliorate rispettivamente

di 0,3 e 0,2 punti percentuali rispetto al

precedente “Weo” e il Fmi parla di «una

spinta più forte dalla domanda esterna» e

dall’export.

Per ulteriori approfondimenti:

http://www.imf.org/en/Publications/WEO

/Issues/2018/01/11/world-economic-

outlook-update-january-2018

Banca d’Italia: Bollettino Economico

Le proiezioni contenute nel primo

Bollettino Economico del 2018 redatto da

Banca d’Italia indicano un incremento del

PIL dell'1,4% nell’anno in corso e dell'1,2%

nel biennio 2019‑2020 dopo la crescita

dell’1,5% registrata nel 2017.

L’attività economica sarebbe sospinta

principalmente dalla domanda interna.

L'inflazione scenderebbe lievemente

quest'anno e tornerebbe poi a salire in

modo graduale. Tra i rischi, restano

rilevanti quelli che provengono dal

contesto internazionale e dall'andamento

dei mercati finanziari.

Prosegue inoltre il miglioramento della

qualità del credito in Italia. Nel trimestre

estivo, il flusso dei nuovi crediti deteriorati

sul totale dei finanziamenti, al netto dei

fattori stagionali, è sceso dal 2% del

trimestre precedente all'1,7%. Il calo

riflette la riduzione dello 0,5% per i prestiti

alle imprese (al 2,6%) e dello 0,2% per

quelli alle famiglie (1,2%). Nello stesso

periodo, per i gruppi bancari significativi è

ulteriormente diminuita l'incidenza dei

crediti deteriorati sul totale dei

finanziamenti, sia al lordo sia al netto delle

rettifiche di valore (rispettivamente dal

16,5 al 15,3% e dall'8,2 al 7,8%). La

riduzione, spiegano gli economisti, è in

larga parte riconducibile alla conclusione

di un'operazione di cessione di sofferenze,

già ampiamente svalutate, realizzata da

UniCredit.

Il bollettino è disponibile al link:

http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni

/bollettino-economico/2018-1/boleco-1-

2018.pdf

Banca d’Italia: Banche e Monete

Nel mese di novembre i prestiti al settore

privato, corretti per tener conto delle

cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti

e cancellati dai bilanci bancari, sono

cresciuti dell’1,4% su base annua. I prestiti

alle famiglie, più in particolare, sono

cresciuti del 2,8%, mentre quelli alle

società non finanziarie sono aumentati

dello 0,3%. I depositi del settore privato

sono a loro volta aumentati del 4,6% su

base annua, mentre la raccolta

obbligazionaria è diminuita ancora del

16,3%.

Guardando agli andamenti dei tassi

d’interesse, i tassi sui prestiti erogati nel

mese di novembre alle famiglie per

l’acquisto di un’abitazione, comprensivi

delle spese accessorie, sono stati pari al

2,32% (2,37% il Taeg del mese

precedente), mentre i tassi per il credito al

consumo si sono fermati all’8,28%. Sul

fonte delle imprese, i tassi sui nuovi prestiti

alle società non finanziarie sono risultati

pari all’1,49%, mentre quelli sui nuovi

prestiti di importo fino a 1 milione di euro

sono stati pari al 2%, quelli sui nuovi prestiti

di importo superiore a tale soglia all’1,03%.

In volumi, quest’ultima categoria ha visto

erogati nel mese 16,5 miliardi. I tassi passivi

sul complesso dei depositi in essere sono

stati pari allo 0,39%.

E’ possibile consultare le statistiche alla

pagina web:

https://www.bancaditalia.it/pubblicazion

i/moneta-banche/2018-

moneta/statistiche_BAM_20180110.pdf

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28

Consob: La presenza degli investitori

istituzionali non bancari nelle maggiori

società non finanziarie quotate europee

Il lavoro analizza i fattori che determinano

la partecipazione degli investitori

istituzionali non bancari nelle maggiori 100

società quotate in ciascuno dei cinque

paesi europei considerati (Francia,

Germania, Italia, Spagna e Regno Unito)

nel periodo 2010-2015.

Dall’indagine emerge che la presenza di

investitori istituzionali è correlata sia con

variabili macroeconomiche sia con le

caratteristiche delle singole imprese.

Tuttavia, i risultati variano in relazione alla

categoria di investitore istituzionale.

Considerando tutti gli investitori

istituzionali, l'analisi evidenzia l'impatto

statisticamente significativo di: crescita

del Pil (con effetto positivo) e crescita del

debito pubblico (negativo); inefficienza

del sistema legale (negativo); flottante sul

mercato (positivo); incremento del ROE

(positivo); leverage (negativo); presenza

di consiglieri indipendenti nel consiglio di

amministrazione (positivo).

Con particolare riferimento alla

governance societaria, talune

specificazioni suggeriscono anche un

effetto positivo riferibile alla presenza di

amministratori indipendenti e una

relazione inversa con la dimensione dei

consigli di amministrazione.

I risultati meno conclusivi relativi alle

categorie dei sovereign funds e degli

hedge funds vanno peraltro interpretati

alla luce della loro natura di investitori

rispettivamente strategici e

contrarian/speculativi. Ad esempio, la

presenza dei fondi sovrani e degli hedge

funds nel capitale delle società quotate,

che in alcune specificazioni risulta

inversamente correlata alla crescita

economica, sembrerebbe confermare

l'evidenza aneddotica da cui si evince

che tali investitori tenderebbero a

incrementare la loro quota di

partecipazione in fasi di recessione.

Il quaderno è disponibile al link:

http://www.consob.it/documents/46180/

46181/qdf86.pdf/21aaca6a-6a6b-42f4-

bed7-fd8620642f68

Ministero dello Sviluppo Economico: La

nuova modalità di costituzione delle

startup innovative

Secondo il rapporto trimestrale di

monitoraggio realizzato dal Ministero dello

Sviluppo Economico, in collaborazione

con Unioncamere e InfoCamere, al 31

dicembre 2017 sono 1.117 le startup

innovative costituite attraverso la nuova

modalità digitale e gratuita. Il tasso di

utilizzo tra le startup costituite nel 2017 è

pari al 39,6%.

Il rapporto mette in luce come nel solo

quarto trimestre del 2017 siano ben 246 le

imprese innovative costituite online.

Rispetto a dodici mesi fa, quando le

startup costituite online erano in tutto 180,

l’incremento è pari a 937 unità.

La regione capofila nell’adozione di

questa misura rimane la Lombardia, con

275 startup costituite online, di cui 181

localizzate nell’area di Milano, che è la

prima provincia in classifica e che, insieme

a Roma (115 startup) supera le 100 unità.

Secondo best-performer è il Veneto, che

raggiunge le 151 costituzioni online e

colloca ben tre province nella top-5

(Padova 3ª, Treviso 4ª e Verona 5ª,

seconde solo a Milano e Roma).

Per consultare il report:

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/im

ages/stories/documenti/6-rapporto-

trimestrale-nuova-modalita-costituzione-

startup-19_01_2018.pdf

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29

Le consultazioni

pubbliche

Scadenza: 5 febbraio 2018

Schema di decreto interministeriale

previsto dal comma 5 dell’articolo 120-

quinquiesdecies del D.lgs. 1° settembre

1993, n. 385

Con l’obiettivo di acquisire valutazioni,

osservazioni e suggerimenti da parte dei

soggetti interessati, il Dipartimento del

Tesoro ha posto in consultazione lo

schema di decreto legislativo 21 aprile

2016, n. 72, recante attuazione della

direttiva 2014/17/UE in merito ai contratti

di credito ai consumatori relativi a beni

immobili residenziali nonché modifiche e

integrazioni del titolo VI-bis del decreto

legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (di

seguito “TUB”), sulla disciplina degli agenti

in attività finanziaria e dei mediatori

creditizi e del decreto legislativo 13 agosto

2010, n. 141.

Il comma 5 del nuovo articolo 120-

quinquiesdecies stabilisce che con

decreto del Ministro dell’economia e delle

finanze, di concerto con il Ministro della

giustizia, sentita la Banca d’Italia, siano

dettate disposizioni di attuazione dei

commi 3 e 4 dello stesso articolo. Tali

commi prevedono, in sintesi, che le parti

di un contratto di credito, al momento

della conclusione dello stesso, in caso di

inadempimento del consumatore,

possano convenire espressamente che la

restituzione o il trasferimento del bene

immobile oggetto di garanzia reale o i

proventi della vendita del medesimo

bene comportano l'estinzione del debito,

con diritto all’eccedenza per il

consumatore se il valore dell’immobile o

l’ammontare dei proventi è superiore al

debito residuo; che il finanziatore non

possa condizionare la conclusione del

contratto di credito alla sottoscrizione

della clausola e che, qualora il contratto

di credito contenga la clausola, il

consumatore è assistito, a titolo gratuito,

da un consulente scelto dal consumatore

al fine di valutarne la convenienza.

Il provvedimento posto in consultazione è

consultabile al link:

http://www.dt.tesoro.it/it/consultazioni_p

ubbliche/decreto_interministeriale_22012

018.html

Scadenza: 26 febbraio 2018

Creazione di un contesto normativo

proporzionato per la quotazione delle PMI

Un obiettivo prioritario dell'iniziativa

dell'Unione dei mercati dei capitali (UMC)

della Commissione Europea è facilitare

l'accesso delle PMI ai finanziamenti

nell'arco del loro intero processo di

sviluppo. La revisione intermedia dell'UMC,

pubblicata nel giugno del 2017, ha reso il

progetto ancora più ambizioso,

incentrandolo maggiormente sulla

raccolta di capitali da parte delle PMI sui

mercati pubblici. Nello specifico, la

Commissione si è impegnata a valutare se

una modifica mirata delle norme dell'UE

potesse portare alla creazione di un

contesto normativo più propizio alle

offerte pubbliche iniziali delle PMI. La

consultazione aiuterà la Commissione a

individuare metodi per ridurre la

burocrazia e creare un contesto

favorevole per le PMI che desiderano

quotare le proprie azioni o obbligazioni sui

mercati di crescita per le PMI, senza

pregiudicare la tutela degli investitori e

l'integrità del mercato. Questa

consultazione pubblica verterà su tre

grandi categorie di questioni: cercherà di

capire come migliorare ulteriormente il

concetto di "mercato di crescita per le

PMI", creato dalla MiFID II; individuerà quei

settori in cui si potrebbero ridurre gli oneri

amministrativi gravanti sulle PMI quotate e

in cui alcuni cambiamenti normativi mirati

potrebbero aiutare a (ri)costruire i contesti

favorevoli agli scambi specifici per le PMI.

Per partecipare alla consultazione:

https://ec.europa.eu/info/consultations/fi

nance-2017-barriers-listing-smes_it

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

30

Scadenza: 28 febbraio 2018

Nuove linee guida ESMA sulle misure anti-

prociclicità

L’ESMA ha avviato una consultazione su

un progetto di linee guida volte a chiarire

le modalità di attuazione delle misure anti-

prociclicità previste per le controparti

centrali (CCP) dal Regolamento UE n.

648/2012 (Regolamento EMIR).

Ai sensi dell’articolo 41 del Regolamento

EMIR, le CCP controllano e, se necessario,

rivedono il livello dei loro margini in modo

da riflettere le attuali condizioni di

mercato tenendo conto dei potenziali

effetti prociclici di tali revisioni.

Per maggiori informazioni:

https://www.esma.europa.eu/sites/defau

lt/files/library/esma70-151-

1013_consultation_paper_for_guidelines_

on_apc_margin_measures.pdf

Scadenza: 28 febbraio 2018

Controllo dell'adeguatezza in merito alle

segnalazioni a fini di vigilanza

La Commissione Europea ha avviato una

consultazione con l’obiettivo di

raccogliere dati sui costi di conformità agli

obblighi di segnalazione a fini di vigilanza

esistenti a livello dell'UE (in vigore dalla fine

del 2016), nonché dati su coesione,

coerenza, efficacia, efficienza e valore

aggiunto per l'UE di tali obblighi. Nello

specifico, intende acquisire elementi di

prova concreti di tipo quantitativo su, ad

esempio, ogni tipo di investimento

necessario per adempiere agli obblighi di

segnalazione a fini di vigilanza, nonché

esempi specifici di obblighi di

segnalazione a fini della vigilanza

incoerenti, ridondanti o duplicati (ad es.

segnalazioni della stessa informazione

effettuate nell'ambito di contesti diversi o

indirizzate a diverse autorità di

supervisione e/o di regolamentazione).

Con lo sguardo rivolto al futuro, la

consultazione intende raccogliere

opinioni su possibili metodi di

semplificazione e ottimizzazione delle

segnalazioni a fini di vigilanza. I risultati

della consultazione contribuiranno quindi

alla creazione di possibili iniziative future

per migliorare la fruibilità e la coerenza

generale del quadro europeo di

segnalazione a fini di vigilanza con lo

scopo di aiutare le autorità a raggiungere

i propri obiettivi in modo più efficace ed

efficiente.

Maggiori informazioni su come

partecipare alla consultazione sono

disponibili alla pagina web:

https://ec.europa.eu/info/consultations/fi

nance-2017-supervisory-reporting-

requirements_it

Scadenza: 8 marzo 2018

Fondi dell’UE nel settore degli investimenti,

della ricerca e innovazione, delle PMI e

del mercato unico

La Commissione Europea ha avviato una

consultazione con l’obiettivo di

raccogliere i pareri di tutte le parti

interessate su come sfruttare al meglio

ogni euro del bilancio dell’UE.

Nel 2018 la Commissione presenterà,

infatti, delle proposte globali per la

prossima generazione di programmi

finanziari nell'ambito del quadro

finanziario pluriennale post-2020, che è il

bilancio a lungo termine dell’UE. Le

proposte della Commissione saranno

concepite in modo da permettere all'UE di

realizzare le cose che più contano, nei

settori in cui il suo intervento può risultare

più efficace rispetto all'azione dei singoli

Stati membri. A tal fine si renderà

necessaria un'attenta valutazione di quel

che ha funzionato e di quel che è possibile

migliorare in futuro.

E’ possibile partecipare alla consultazione

compilando il questionario disponibile al

link:

https://ec.europa.eu/info/consultations/p

ublic-consultation-eu-funds-area-

investment-research-innovation-smes-

and-single-market_it

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Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Gennaio 2018

31

Consorzio Camerale

per il credito e la finanza

Via Meravigli 9/B, Milano

Tel. 02 8515 4258

[email protected]

www.consorziocamerale.eu

Per maggiori informazioni e

approfondimenti circa i contenuti

della newsletter è possibile

contattare:

Ufficio Studi e Comunicazione

Tel. 02 8515 4264

Mail: [email protected]

Newsletter N. 82

Gennaio 2018

Hanno collaborato:

Anna Lambiase

Alessandro Scutti

Laura Pellegrini

Marco Bortoli

Giorgio Favaretto

Juri Matta

Lorena Ponti

Valentina Roggiani

Chiara Carzaniga